ยซVi assicuro che non bisogna che tiri vento perchรฉ si sarebbe in grandissimo pericolo. Anche senza vento si prova grande orrore a vedere la vallata da tutti i lati e in modo particolare a man destra; perchรฉ essa รจ cosรฌ tanto orrida per il precipizio e lโaltezza che ben difficile da credere (โฆ) perchรฉ se per disgrazia il piede manca, non cโรจ altra forza se non quella di Dio che potrebbe salvarloยป. (Antoine de la Sale, Il Paradiso della Regina Sibilla)
Il vento รจ senza dubbio una delle caratteristiche predominanti dei Monti Sibillini, con quel soffio insistente e prepotente che sembra trasportare nellโaria una voce arcana, dal sapore talvolta sinistro, lassรน, in quel massiccio che svetta imponente fra lโUmbria e le Marche, in una zona duramente colpita dal recente sisma, ma che serba, immutate, bellezza e meraviglia.

Sibilla Appenninica di Adolfo de Carolis
Lโintelligibile oracolo
Proprio lassรน, fra il Monte della Sibilla, le gole dellโInfernaccio e il Lago di Pilato, aleggiano storie e leggende antiche, che si tramandano, si intrecciano e si trasformano di generazione in generazione e mantengono ancora oggi un fascino magico e ammaliatore. Giร dallโantichitร il Monte Sibilla suscitรฒ interesse e attenzione da parte dei popoli di tutta Europa perchรฉ si pensava che, in prossimitร della sua cima, si aprisse una grotta, dimora di un antico oracolo, la Sibilla appunto.
Sappiamo come il culto della Sibilla sia infatti molto antico, risalente allโepoca classica, durante la quale le Sibille erano profetesse che fornivano predizioni dal significato ambiguo, affidandole alle foglie sparpagliate dal vento.
Fra le dieci Sibille classiche non compare perรฒ la Sibilla appenninica, quella che ha dato il nome ai nostri monti. Che il suo mito abbia avuto origine, come sostengono alcuni studiosi, dalla divinitร frigia Cibele, la Grande Madre, la dea della natura e della feconditร che possedeva il dono della profezia?
O forse รจ posteriore, risalente al Medioevo, quando le divinitร pagane si trasformano in profetesse cristiane? Che sia proprio lei, la โnostraโ Sibilla, quella che la leggenda vuole abbia predetto la nascita di Cristo e che poi, offesa perchรฉ Dio scelse Maria come madre del Redentore, si ribellรฒ a lui che la confinรฒ per punizione in quella grotta sperduta?
Il doppio volto della Regina
Il primo a parlare della Sibilla Appenninica, nel 1430, fu Andrea da Barberino, con il suo romanzo Guerrin Meschino, un cavaliere che si recรฒ al cospetto della Sibilla nel tentativo di farsi svelare lโidentitร dei suoi genitori, mai conosciuti. Da questo momento in poi la Sibilla iniziรฒ ad assumere le sembianze della regina crudele e ammaliatrice, la seduttrice in grado di portare un uomo alla rovina, allontanandolo da Dio e dai suoi precetti. E se Guerrin Meschino riuscรฌ a resistere alle sue lusinghe e, dopo un anno, a fuggire dallโinsidioso regno e a ottenere il perdono da parte del Papa, non successe altrettanto al cavaliere germanico narrato pochi anni dopo da Antoine de La Sale nella sua opera Il Paradiso della Regina Sibilla. Il cavaliere giunse nella grotta della Sibilla per spirito dโavventura, ma rimase irretito dalle sue arti ammaliatrici tanto che solo con grande fatica, riuscรฌ a fuggire. Recatosi anchโegli dal Papa per chiedere il perdono per i suoi peccati, restรฒ sconvolto dallโesitazione da parte del pontefice nel concedergli la sua indulgenza e, disperato, tornรฒ nel regno della Sibilla senza farne mai piรน ritorno.
La leggenda popolare vuole comunque la Sibilla come una fata buona circondata dalle sue ancelle, le Fate Sibilline, che escono dalla grotta prevalentemente di notte nei paesi di Foce,ย Montemonaco,ย Montegallo, tra il Pian Grande, il Pian Piccolo e il Pian Perduto diย Castelluccioย diย Norciaย eย Pretare, con lโobbligo di dover far ritorno prima del sorgere del sole. Pare che una volta durante un ballo abbiano perso la cognizione del tempo e, precipitatesi ormai troppo tardi sulla strada del ritorno, correndo disperatamente con i lori piedi caprini, abbiano formato la Strada delle Fate, una faglia a 2000 metri sul monte Vettore.

Disegno di Antoine de La Sale
Un luogo consacrato al diavolo
Miti e leggende, nati probabilmente per la necessitร di comprendere e, per certi versi, giustificare la conformazione impervia e imponente di un territorio che nei secoli ha affascinato e al contempo spaventato gli abitanti e i forestieri che si sono trovati ad affrontarne la complessitร .
E cosรฌ il lago di Pilato, bellissimo quanto impervio รจ il cammino per raggiungerlo, diventรฒ il terribile luogo dove fu condotto Ponzio Pilato che, legato a un carro di buoi per volere dellโimperatore Vespasiano, fu trascinato dagli animali impazziti proprio in fondo al piccolo lago โocchialutoโ, dove annegรฒ. Molti scrittori e poeti parlano del lago di Pilato come di un luogo consacrato al diavolo, meta prediletta di maghi e negromanti e Giovan Battista Lalli nel Seicento lo descrive cosรฌ: ยซLโun lโaltro lago tenebroso e nero/ Ove di spiriti immondi acqua spumante/ Accoglie un nembo abbominoso e fieroยป.
Per fortuna il grazioso laghetto alpino, lโunico degli Appennini, รจ ancora lรฌ, e contrariamente a quanto sembrava dopo il terremoto del 2016, seppur con qualche contraccolpo, gli occhiali piรน originali del mondo continuano a osservarci dalla cima del monte Vettore.
Chi ama le escursioni e la maestositร della natura, perchรฉ no, dal sapore un poโ magico e un poโ fiabesco, non perda lโoccasione di addentrarsi in questi luoghi unici, magari partendo da Castelluccio di Norcia che, a proposito di leggenda, pare fosse la meta prediletta delle Fate della Sibilla durante le loro movimentate fughe notturne.
Andrea da Barberino, Guerrin Meschino
Antoine de la Sale, Il Paradiso della Regina Sibilla)
http://www.sibilliniweb.it/citta/la-sibilla-appenninica/
http://www.lifemarche.net/grotta-sibilla-linterpretazione-leggenda.html
http://ilcastellodelsole.blogspot.it/p/la-sibilla-appenninica.html
Monti Sibillini, le piรน belle escursioni โ Alberico Alesi e Maurizio Calibani (Societร Editrice Ricerche)
Per saperne di piรน su Norcia

Sonia Bagnetti



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