Lโex calciatore dellโInter parla dellโUmbria, delle sue passioni e degli anni nerazzurri.
Undici anni da leader con la stessa maglia โ quella dellโInter โ aria e comportamento da bravo ragazzo, attaccamento alla famiglia e alla sua terra. Andrea Ranocchia, nato Bastia Umbra, difensore di professione, รจ ben lontano dallo stereotipo del calciatore: รจ uno che piace anche ai tifosi avversari per la sua educazione e gentilezza. Dopo aver vinto con lโInter un Campionato, due Coppe Italia e una Supercoppa e aver ricevuto il Premio Armando Picchi come Miglior difensore Italiano under 23 nella stagione 2010-2011, oggi veste la maglia del Monza, per iniziare a 34 anni una nuova avventura. Gli abbiamo fatto qualche domanda per conoscere non solo il Ranocchia calciatore, ma anche lโAndrea di tutti i giorni. Unica domanda a cui non ha risposto รจ stata quella sulla vittoria del Campionato del Milanโฆ chissร perchรฉ?!
Andrea Ranocchia saluta l’Inter, foto via Facebook
Andrea, qual รจ il tuo legame con lโUmbria?
ร un legame forte, perchรฉ รจ la terra dove sono nato, dove ho gli amici e dove vive la mia famiglia. Le mie radici sono qui e appena posso, quando ho un poโ di tempo libero โ non ne ho molto โ torno ad Assisi e a Bastia Umbra.
Da bastiolo, per quale rione fai il tifo durante il Palio di San Michele?
Simpatizzo per il rione Moncioveta, ma quando cโรจ il Palio non ci sono mai perchรฉ รจ giร iniziata la stagione, quindi sono praticamente ventโanni che non lo vivo. Perรฒ mi รจ sempre piaciuta molto lโatmosfera che si crea e che si respira durante la festa, indipendentemente da chi vince o perde.
Dopo 11 anni hai lasciato lโInter: cosa vuol dire chiudere un capitolo cosรฌ importante della vita lavorativa?
Va bene cosรฌ. Sono contento di come รจ finita e soprattutto sono contento di quello che ho fatto in questi 11 anni allโInter. Questi anni e questa grande squadra mi hanno lasciato veramente tantissimo dentro.
Qual รจ il ricordo piรน bello e quello piรน brutto legato a questi anni nerazzurri?
Il piรน bello รจ sicuramente quando abbiamo vinto lo scudetto perchรฉ era tanto tempo che lโInter non ne vinceva uno. Ci ha ripagato di tutti gli anni un poโ bui. Invece, il periodo piรน brutto รจ stato quello con i cambi di proprietร , i tanti allenatori. Insomma cโera una grande confusione; perรฒ, piรน che periodo brutto, direi anni difficili in cui le cose non andavano bene.
Ora vesti la maglia del Monza: cosa ti aspetti da questa nuova esperienza?ย ย ย
Sono contento e veramente grato di questa nuova esperienza. Ho molto entusiasmo e voglio fare una grande annata.
Sei partito dalle giovanili del Bastia e del Perugia: che ne pensi di finire la carriera โ quando sarร โ col Perugia?
Non escludo nulla. Non so quando e dove finirร la mia carriera, vedrรฒ quanta voglia ho ancora di giocare quando scadrร il mio contratto col Monza. Lascio aperto tutte le porte, ma sinceramente non lo so. Ci penserรฒ quando dovrรฒ prendere altre decisioni lavorative.
Andrea Ranocchia con la maglia del Monza, foto by Facebook
Prima o poi tornerai comunque a vivere in Umbriaโฆ
Quando smetterรฒ sicuramente tornerรฒ a vivere in Umbria: ho comprato una casa ad Assisi quindi con la mia famiglia vivremo lรฌ.
Cosa fa Andrea Ranocchia quando non fa il calciatore?
Quando non faccio il calciatore faccio il papร . Mi godo gli amici, la famiglia, gli affetti. Non ho tanto tempo libero perchรฉ sono sempre in viaggio tra allenamenti, partite e trasferte perรฒ cerco di dedicare tutto il mio tempo libero ai miei figli e alla mia famiglia.
Hai qualche hobby?
Sono un grande appassionato di vino, ma il mio hobby preferito รจ godermi i miei figli.
ยซSono un perugino di Ponte San Giovanni, nato e cresciuto lungo il Tevere. Questo fiume ha rappresentato โ e rappresenta โ molto per meยป.
Il mio telefono squilla.
ยซBuongiorno, sono Serse Cosmi. Possiamo fare lโintervista ora, che piรน tardi sono impegnato?ยป.
ยซVa bene, mi dia cinque minutiยป.
Ammetto che ancora non avevo acceso il computer ed ero mezza assonnata, ma mi sono subito svegliata. Rare volte qualcuno mi ha chiamato per anticipare unโintervista e non per annullarla: non Serse Cormi, lui รจ uno di parola!
Non glielโho confessato (ora lo leggerร qui), ma ero sugli spalti dello stadio Curi quando allenava il Perugia. Chiacchierare con lui รจ stato divertente, cโรจ scappata piรน di una risata. Nonostante abbia girato lโItalia per allenare tante squadre – dalla Pontevecchio allโArezzo, dal Perugia al Genoa, fino allโUdinese, Brescia, Livorno, Palermo, per citarne alcune, resta un perugino D.O.C. anzi come tiene a specificare lui: ยซun perugino di Ponte San Giovanniยป.
Mister qual รจ il suo legame con lโUmbria?
Gli umbri sono legati in maniera viscerale alla loro terra e alle loro radici: io, facendo una professione che mi porta in giro per lโItalia, sento molto questo legame. Quando sei fuori apprezzi ancora di piรน dove sei nato e la tua terra. Per me รจ, e rimane, un legame fortissimo.ย ย
Si considera ancora lโUomo del fiume, uomo di Ponte San Giovanni?
Assolutamente sรฌ. Io sono un perugino di Ponte San Giovanni (n.d.r. frazione di Perugia) e in questo cโรจ differenza: quando ero piccolo cโerano i perugini del centro e quelli dei ponti. Io rivendico a gran voce di essere di Ponte San Giovanni e di essere nato vicino al Tevere, un fiume al quale sono legato fin dallโinfanzia.
Il Tevere cosa ha rappresentato per lei?
La mia generazione รจ forse lโultima che ha fatto il bagno nel Tevere: ho imparato a nuotare nelle sue acque, giocavo lรฌ e ovviamente andavo a ballare al Lido Tevere. Ho passato la mia infanzia vicino al fiume, crescere vedendolo scorrere รจ qualcosa che ti porti dentro per sempre. ย ย ย ย
Oggi cโรจ unโondata di allenatori che non ha fatto una vera gavetta, partendo da squadre di categoria minore come ha fatto lei: cosa ne pensa, รจ un cambiamento del nostro tempo o la fretta di mettere un “nome” in panchina?
ร un poโ tutte e due. Chi รจ stato un grande calciatore ha giร avuto in quel mestiere dei grandi privilegi, ma non reputo giusto che, nel momento in cui si cimenta in un altro mestiere – cioรจ quello di allenatore – non debba fare la stessa gavetta che ha fatto per arrivare ai massimi livelli di calciatore. Mi spiego meglio: chi ha giocato con la Juve, lโInter o il Milan ha fatto un suo percorso, partendo dalle serie minori per arrivare a vestire quella maglia. Stessa cosa dovrebbe valere per un allenatore, considerando che si tratta di un altro mestiere. Se poi lโallenatore viene visto come il prolungamento della carriera di calciatore, allora sto zitto! Ovviamente un grande calciatore puรฒ diventare anche un grande allenatoreโฆ
Perรฒ non รจ scontato nemmeno il contrario: che un grande calciatore per forza diventi un grande allenatoreโฆ
Sรฌ, infatti. Io ricordo sempre una frase di Arrigo Sacchi: ยซNon รจ che per essere un buon fantino devi essere stato un cavalloยป. ย ย ย ย
Gaucci, Zamparini, Preziosiโฆ ha incontrato dei veri mastini: in questi anni pensa che sia cambiato il rapporto tra allenatori e presidenti? ย ย
I tempi sono decisamente cambiati. I presidenti ora sono piรน dei manager, lโaspetto passionale รจ diminuito – fermo restando che il loro ruolo manageriale cโรจ sempre stato. Col tempo nel calcio sono cambiate tante figure, di conseguenza รจ cambiata anche quella dei presidenti, che oggi si occupano di aspetti molto diversi rispetto a 20-30 anni fa. Si confrontano apertamente con gli allenatori e parlano con loro di calcio come se facessero lo stesso mestiere, ma la cosa non รจ intercambiabile. Gaucci, ad esempio, รจ stato uno dei presidenti meno invadenti con cui ho lavorato. Lui era piรน un tifoso e le sue reazioni erano di conseguenza da tifoso, perรฒ non ho mai avuto la sensazione che mi spingesse โ anche in modo velato โ a far giocare un calciatore al posto di un altro. Se รจ successo, รจ stato talmente abile che non me ne sono mai accorto! (ride).
Cโรจ un calciatore al quale รจ particolarmente legato?
Ce ne sono tanti, ma sono rimasto piรน legato con quelli di inizio carriera con i quali ho condiviso tanti avvenimenti umani e sportivi. Penso ai ragazzi della Pontevecchio, dellโArezzo e dei primi anni del Perugia. Poi ho conosciuto anche altri calciatori che spesso sento, ma il rapporto piรน diretto lโho mantenuto con quelli con i quali ho iniziato.ย
Chi avrebbe voluto allenare e non lo ha mai fatto?
Francesco Totti. ร un giocatore che mi ha sempre incuriosito.
Ha nostalgia del Perugia? Ha mai pensato di tornare ad allenarlo o รจ unโepoca che si รจ conclusa?
Nostalgia no. Si รจ nostalgici di un qualcosa che non si potrร mai piรน verificare. Finchรฉ farรฒ questo mestiere ci potrebbe essere sempre unโopportunitร per ritornare sulla panchina del Perugia, fatto sta che – in 30 anni che alleno – non sono mai ritornato in una societร dove sono giร stato. Questo รจ un dato indicativo.
Magari per il Perugia lo farebbeโฆ
Diciamo che รจ una delle poche squadre per cui lo farei.
Cโรจ un episodio della sua carriera che ricorda con piรน affetto?
La telefonata di Luciano Gaucci nello spogliatoio dopo la vittoria a San Siro contro il Milan: era prima di Natale e prima del suo compleanno. Quellโepisodio per me rimarrร indelebile perchรฉ ho avuto la percezione di quanto tenesse alla squadra, ai giocatori e di quando fosse coinvolto umanamente. In quel momento non era un presidente, ma un tifoso che aveva capito che la propria squadra aveva fatto unโimpresa eccezionale: era la prima volta nella sua storia che il Perugia vinceva a San Siro. ย ย
Se non avesse fatto lโallenatore quale mestiere avrebbe fatto, il dj?
In realtร sono un dj che per hobby fa lโallenatore! (scherza). Sono un insegnate di attivitร motoria, ho avuto per 10 anni una palestra quindi credo che sarei rimasto nellโambito sportivo. Anche se, a 60 anni, a volte penso di reinventarmi e fare un altro mestiere. Per me la musica รจ un hobby ed รจ rimasto tale, il calcio รจ iniziato come hobby, ma poi รจ diventato un lavoro.
Ci racconti qualcosa di lei che i suoi tifosi non sannoโฆ
Quando ho vinto il campionato con la Pontevecchio e siamo andati in serie D, siccome mio padre era stato un fondatore della societร e la squadra non era mai arrivata in quella categoria, ho girato con la macchina per tutta la notte, pensando alla mia infanzia e a tante altre cose. ร stata la cosa piรน coinvolgente da quando alleno.ย ย
E un suo segreto non legato al calcio?
Mi piacerebbe lavorare a teatro, conoscere persone e scoprire tutto di questo mondo. ร un mondo che mi affascina molto.ย ย
Fa dei gesti scaramantici?
Quando allenavo i dilettanti cambiavo per ogni partita lโindumento intimo, non mettevo mai lo stesso. Oppure dopo aver vinto una partita facevo sempre lo stesso percorso, ma col tempo le scaramanzie sono molto diminuite.
Ha un aneddoto legato al Perugia, quando era solo un tifoso?
Col Perugia club di Ponte San Giovanni andai a vedere lo spareggio a Foggia: a metร strada eravamo giร mezzi morti, tra birre e bevute varie. Per fortuna le tante ore di pullman ci hanno fatto recuperare e siamo arrivati allo stadio in modo dignitoso.ย ย
Come vede le scuole calcio umbre, come andrebbero potenziate?
Quando smetterรฒ di fare lโallenatore, il mio sogno รจ quello di creare o far qualcosa nel settore giovanile del calcio. Sicuramente non si chiamerร scuola calcio, ma settore giovanile. Secondo me, uno dei mali peggiori in questo ambiente รจ quello di aver abbinato la parola scuola a calcio: la parola scuola ha un valore ed รจ un luogo in cui ci sono insegnati che formano i ragazzi, nelle scuole calcio invece il vero problema sono proprio coloro che insegnano perchรฉ presentano il calcio in modo distorto o comunque nel modo in cui non lo vedo io. Per questo il mio sogno รจ creare un settore giovanile dove non si paghi, dove emerga il talento e dove il calcio possa essere un vero valore sociale. Un luogo aperto a tutti, dove si premia il talento, ma anche dove tutti posso giocare.
Come descriverebbe lโUmbria in tre parole?
Aspra – nellโatteggiamento delle persone – autentica, lontana.
La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโฆ
ยซPer me lโUmbria rappresenta lโinfanzia e lโadolescenza, ma non saprei vivere lontano da Firenzeยป.
Quando ho preparato lโintervista avevo in mente mille domande da rivolgere aย Giancarloย Antognoni, ma ho dovuto โ per forza di cose โ sintetizzare tutte le mie curiositร ย e soprattutto sintetizzare una carriera di primโordine.ย ย
Centrocampista, bandiera storica della Fiorentina โ di cui oggi รจ dirigente sportivo – e Campione del Mondo nel 1982: tutto questo e molto di piรน รจ Antognoni. Nato a Marsciano, con la San Marco Juventina ha dato i suoi primi calci a un pallone: ยซร sempre intatto nella mia mente il campo in cui si giocava, a Prepo. Era un campo sterrato, ma per noi bimbi era un sogno poterci giocare. Sono andato via da Perugia quando avevo 15 anni, ma ogni volta che passo da quelle parti il ricordo riaffiora sempreยป.
Uomo simbolo di una squadra e di un calcio nostalgico che sta diventando sempre piรน sbiadito: ยซร difficile che oggi un calciatore possa indossare la stessa maglia per tutta la carrieraยป.
Con noi ha parlato della sua Umbria e di un calcio fatto di passione e dedizione…
Giancarlo Antognoni, Foto by ACF Fiorentina
La prima domanda รจ dโobbligo: qual รจ il suo legame con lโUmbria?
Il mio legame con lโUmbria รจ sicuramente forte, porto sempre con me il ricordo piacevole della regione in cui sono nato e ho passato la mia infanzia. Ora non avendo piรน i genitori che vivono lรฌ, la frequento di meno, anche se ho ancora parenti a Perugia.
A Perugia suo padre aveva un bar che era anche sede di un Milan club e lei sognava di giocare con il Milan: nel suo cuore รจ rimasto qualcosa di rossonero?
ร rimasto il ricordo e la simpatia rossonera di quando ero bambino, piรน che altro per il fatto che tutta la mia famiglia tifava per il Milan. Poi perรฒ nel mio cuore ha nettamente prevalso il colore viola.
Lei รจ stato una bandiera e un simbolo della Fiorentina: perchรฉ oggi รจ tanto difficile che un giocatore diventi simbolo di una squadra?ย
Io credo che si tratti di un fenomeno piรน ampio. Il calcio di oggi รจ completamente diverso da quello in cui giocavo io, anche rispetto a quello di alcuni anni fa. Ormai รจ stato stravolto tutto: รจ difficile che un calciatore possa indossare la stessa maglia per tutta la carriera, sono subentrate dinamiche diverse legate alle tivรน, agli sponsor, anche banalmente, alla ricerca di esperienze di vita diverse, basta guardare i tanti calciatori, anche di alto livello, che vanno a giocare in Cina, in Australia o negli USA.
Ha iniziato a giocare da ragazzino con la San Marco Juventina: ha qualche aneddoto legato a quegli anni che ci vuol raccontare? ย ย
Sono i ricordi indelebili di un ragazzino che tira i primi calci a un pallone, il desiderio di libertร e di poter giocare per divertirsi. Poi รจ sempre intatto nella mia mente il campo in cui si giocava, a Prepo: era un campo sterrato, ma per noi bimbi era un sogno poterci giocare. Sono andato via quando avevo solo 15 anni, ma ogni volta che passo da quelle parti il ricordo riaffiora sempre.
A distanza di 36 anni, qual รจ la prima cosa che le viene in mente pensando alla vittoria del Mondiale?ย
Ci sono talmente tante cose belle che รจ difficile elencarle tutte. Di sicuro posso dire lโarrivo a Ciampino insieme al Presidente Sandro Pertini con due ali di folla che ci hanno scortato fino al Quirinale. Poi, purtroppo, cโรจ anche il grosso rammarico di non essere riuscito a giocare la finale a causa di un infortunio.
Cosa consiglierebbe a un ragazzino che viene acquistato da un club importante?
Il consiglio รจ quello di non cambiare mai, di affrontare il salto in un grande club come quando ha iniziato a giocare a calcio. Bisogna mantenere sempre la serenitร , la passione, la dedizione al lavoro, senza mai pensare di essere arrivati.
Ha mai pensato di tornare in Umbria, magari nello staff del Perugia?
Sinceramente no, anche perchรฉ ho lasciato lโUmbria quando ero troppo piccolo. Perugia per me rappresenta lโinfanzia e lโadolescenza, ma successivamente Firenze รจ diventata la mia casa ed รจ difficile per me vedermi lontano da qui.
Come descriverebbe lโUmbria in tre parole?
Accoglienza, bellezza della natura e del territorio e buon cibo.
La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโฆ
Ricordo la mia infanzia, quando ero un bambino, la bellezza di questa regione e la sua straordinaria qualitร di vita.
ยซLa partita che mi ha dato piรน soddisfazione arbitrare? Quella a favore di terremotati di Norciaยป.
Piรน di 200 partite in serie A, arbitro internazionale dal 2007 โ il 2017 รจ stata la sua ultima stagione per raggiunti limiti dโetร โ 17 anni di attivitร con lโesordio nella massima serie nel 2003 e arbitro โรlite Uefaโ dal 2012. Questi i numeri di Paolo Tagliavento di Terni, sicuramente il fischietto piรน rappresentativo dellโUmbria e non solo. In campo ha lโaria severa che serve per mettere in riga i 22 giocatori, nel parlarci, invece, รจ una persona disponibile e simpatica. Un umbro orgoglioso della sua terra.
Paolo Tagliavento
Qual รจ il suo legame con lโUmbria e con Terni?
ร un legame molto forte, perchรฉ sono nato, cresciuto e vivo tuttโora a Terni. Amo la mia regione e sono molto attaccato alle persone con cui ho vissuto e che hanno fatto parte della mia infanzia.
Pensa che lโUmbria sia una regione in โfuori giocoโ, tagliata fuori rispetto ad altre realtร ?
Per la posizione che ha, รจ un poโ tagliata fuori a livello di infrastrutture. Io ad esempio, uso spesso la macchina per i miei spostamenti. Fiumicino non รจ lontano, quindi mi capita anche di prendere lโaereo quando ho partite lontane, mentre per quanto riguarda il treno non รจ proprio comodissimo. Per certi versi il suo essere un poโ fuori, puรฒ essere un vantaggio, perchรฉ conserva la pace e la tranquillitร che la caratterizzano.
Se lโUmbria fosse una regola del calcio, quale sarebbe?
Il vantaggio. Che รจ una norma e non una regola, ma che quando la puoi applicare il gioco รจ sicuramente piรน vivace. Il vantaggio dellโUmbria sono i suoi paesaggi, il cibo e la vita in generale che si respira qui.
Cโรจ una partita che avrebbe sempre voluto arbitrare e non lo ha ancora fatto?
Potrei dire la finale del Mondiale, perchรฉ รจ il sogno di qualsiasi arbitro e in pochi ci arrivano. Invece dirรฒ la partita che piรน mi ha dato soddisfazione arbitrare: una gara di beneficenza dopo il terremoto del 2016, che si รจ disputata a Norcia tra gli attori e il personale della protezione civile. ร stato qualcosa di concreto per lโUmbria e mi ha reso molto orgoglioso.
Gli umbri sono accusati di essere chiusi, si riconosce in questo stereotipo? Glielo hanno mai fatto notare?
No, non mi รจ mai successo. Forse nella parte Nord dellโUmbria sono piรน chiusi rispetto a Terni, che risente dellโinfluenza del carattere romanesco.
Ci sono in Umbria giovani arbitri che potrebbero arrivare ai suoi livelli?
Cโรจ unโottima scuola di assistenti arbitrali, che sono arrivati a buoni livelli. Per quanto riguarda gli arbitri in Lega Pro e serie D cโรจ qualcuno per potrebbe fare strada.
Cosa gli consiglierebbe?
Gli consiglierei di dare il massino, sempre. Di avere passione e di fare sacrifici, perchรฉ solo cosรฌ si puรฒ arrivare a determinati livelli. La passione รจ il motore trainante, ma non basta. Ci vuole anche impegno e fame di raggiungere lโobbiettivo. Questa professione va messa un poโ davanti a tutto. Lโimbuto รจ molto stretto e in pochi arrivano in serie A. Ma gli consiglierei anche di divertirsi e di godesi la propria passione.
Come descriverebbe lโUmbria in tre parole?
Bella, unica, poco aperta di mentalitร .
La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโฆ