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Domenica 14 gennaio escursione con partenza da Piazza Fortebraccio.

Un nuovo appuntamento per scoprire la bellezza delle colline montonesi e la storia del suggestivo borgo arietano. Domenica 14 gennaio, con partenza alle ore 8 da Piazza Fortebraccio, è in programma l’escursione Le origini di Montone e i suoi Castelli, promossa dall’associazione StoricaMente e dall’amministrazione comunale. La mattinata prevede un itinerario ad anello di circa 7 km, accessibile a tutti per una durata di circa 4 ore.

 

 

Durante il percorso l’ingner Giovanni Cangi parlerà delle origini di Montone e dei suoi castelli. È prevista anche una colazione al Castello di Cardaneto, programmata per le ore 11.30.

 


Per partecipare al momento conviviale è necessaria la prenotazione al numero di telefono 3486014398. Si raccomanda abbigliamento comodo e scarponi.

Da sabato 28 ottobre a mercoledì 1° novembre mostra mercato, degustazioni, escursioni, giochi e musica nel centro storico del borgo.

Castagne, funghi e tartufi sono tra le principali prelibatezze e tra i più gustosi sapori che la natura sa offrire all’uomo nella stagione autunnale. Prodotti e frutti che l’antico borgo di Montone si accinge ancora una volta a celebrare con la tradizionale Festa del Bosco, prevista quest’anno da sabato 28 ottobre a mercoledì 1° novembre. Intanto, il programma della manifestazione, giunta alla sua 39esima edizione, è stato presentato a palazzo Donini, a Perugia, questa mattina. All’incontro sono intervenuti Roberto Morroni, vicepresidente della Regione Umbria con delega alle politiche agricole e agroalimentari, Mirco Rinaldi, sindaco di Montone, Roberta Rosini, assessore al turismo del Comune di Montone, e Fabrizio Croce, direttore artistico della Festa del Bosco. “La Festa del bosco è senza dubbio una delle più suggestive e partecipate manifestazioni autunnali dell’Umbria – ha sottolineato subito il sindaco Rinaldi –. Una tradizione per la gente del luogo, come è tradizione che gli artigiani dell’enogastronomia e del saper fare vadano a occupare e accendere le luci delle vecchie cantine, dei fondi e dei palazzi storici che si affacciano nelle piazzette e nei vicoli del borgo, messi gratuitamente a disposizione dagli abitanti di Montone, che ringrazio”.

 

Il sindaco di Montone, Mirco Rinaldi, assessore Regione Umbria Roberto Morroni e vicesindaco Roberta Rosini

 

Oltre alla mostra mercato dei prodotti del bosco e del sottobosco, aperta tutti i giorni dalle 10 alle 22, in queste botteghe sarà, infatti, possibile trovare prodotti enogastronomici caratterizzati dalla tipicità, come formaggi, salumi da filiera locale, marmellate, mieli e olio evo, serviti anche nelle taverne rionali, e prodotti di artigianato locale quali ricami, oggetti in ferro battuto e in legno intarsiato, ceramiche d’artista e d’artigiano. Tutti i giorni sono, inoltre, previste degustazioni gratuite di prodotti offerti dal progetto Montone Agroalimentare 2.0, finanziato dal Psr Umbria 2014/2022, misura 16.4, che ha la finalità di supportare attività promozionali a raggio locale connesse allo sviluppo delle filiere corte e dei mercati locali. Nell’ambito di questo progetto, al Chiostro di san Francesco sono previsti un focus per la promozione e la conoscenza dei vini delle cantine aderenti (lunedì 30 alle 18), la presentazione del vinosanto da uve affumicate dell’Alta Valle del Tevere (sabato 28 alle 17) e un incontro per la valorizzazione delle cultivar autoctone di olivo (domenica 29 alle 16). Collateralmente alla mostra mercato, durante i quattro giorni, non mancheranno visite guidate, passeggiate a piedi e a cavallo nei boschi, mostre d’arte e di fotografia (tra cui un’esposizione di documenti sulla presenza in città dell’artista Luca Signorelli) e spettacoli di artisti di strada e streetband pronti ad allietare il borgo con la loro musica. Per i bambini e le bambine tante proposte dedicate: dagli spettacoli di marionette alla giostrina a pedali, fino a un Eco villaggio dei giochi all’interno della festa tutto dedicato a laboratori e giochi di una volta. Per raggiungere il centro storico di Montone sarà a disposizione un bus navetta gratuito a 100 metri dall’uscita di Montone della E45. “Siamo stati molto attenti a mettere in piedi un ricchissimo programma di eventi e iniziative – ha spiegato il direttore artistico Croce – senza snaturare in alcun modo il centro storico di Montone e il contesto in cui si svolge la festa. Abbiamo voluto rispettare la tradizione, ma facendo un passo nel futuro”. “Un’altra bella iniziativa – ha commentato Morroni – dove l’Umbria si presenta al pubblico mostrando un bel volto di sé, mettendo in vetrina specificità e tratti identitari delle nostre produzioni. Un’opportunità di vivere giornate indimenticabili, ricche di sensazioni, di buon gusto e di sapori che l’Umbria anche nel periodo  autunnale è in grado di offrire”.

 


Informazioni e programma dettagliato su www.festadelbosco.it.

È un vero e proprio tuffo nel Medioevo, in un mondo fatto di dame e cavalieri, pittori e guerrieri, che ci permette di riscoprire e vivere fatti, emozioni e colori di un tempo passato.

A Montone, dal 13 al 20 agosto, torna la Donazione della Santa Spina, una delle rievocazioni storiche più antiche e suggestive dell’Umbria. Una settimana di festeggiamenti per preservare la memoria e la tradizione del borgo e dei suoi personaggi più illustri attraverso spettacoli, eventi culturali e gare di tiro con l’arco; ricordando le gesta della Famiglia Fortebracci: dal padre Braccio, grande Capitano di Ventura fino al figlio, Carlo, che ha donato a Montone la Santa Spina, per recare onore e prestigio al suo paese e alla sua gente.

La regia è nelle mani del Consiglio della Pro loco montonese, con il contributo dell’Amministrazione comunale, ma la manifestazione coinvolge l’intera cittadinanza in un costante lavoro di ricerca che rappresenta un preziosissimo valore aggregativo e di trasmissione di cultura e tradizioni.

Foto di Paolo Ippoliti

La Festa

La Donazione della Santa Spina nasce all’inizio degli anni ’60 come celebrazione religiosa e ostensione della stessa. Negli anni successivi si è sviluppata inserendo anche la sfida tra i Rioni di Montone: Porta del Borgo, Porta del Monte e Porta del Verziere, che si affrontano per aggiudicarsi il Palio ed eleggere la propria Castellana.

I tre Rioni acquisiscono punti sfidandosi nelle scene di vita medievale: delle vere e proprie rappresentazioni storiche realizzate dai rionali negli angoli più belli del borgo, che narrano fatti notevoli della storia, o anche semplicemente momenti di vita quotidiana del 1400. Queste vengono chiamate dai montonesi “Stornellate”, in memoria di quando, nel passato, le prime scene venivano cantate su musica, sotto forma di stornelli, per l’appunto. Le scene di vita medievale vengono giudicate da una giuria di esperti, che valutano la storicità, la scenografia e l’interpretazione.

L’altra gara che porta punteggio per la vittoria del Palio è la sfida di tiro con l’arco: negli anni a Montone si è creata una vera e propria tradizione di tiratori, che si allenano tutto l’anno e competono per la Festa della Santa Spina, ma anche in tutta Italia durante le varie gare di arco storico. La somma dei punteggi realizzati nelle scene di vita e nel tiro con l’arco permettono di aggiudicarsi il Palio della Santa Spina ed eleggere la prima Dama del rione come Castellana, Margherita Malatesta, moglie di Carlo Fortebracci.

I punteggi rimangono segreti fino al sabato sera, quando nella piazza del paese, in un clima intriso di tensione e competizione, viene proclamato il Rione vincitore. Durante la settimana poi, anche i più piccoli si sfidano tra loro nei giochi popolari, tra risate e tanto divertimento. In più, ogni sera saranno aperte le taverne rionali per gustare i piatti della tradizione.

“Tutto è pronto per l’inizio, domenica 13, della rievocazione storica della Donazione della Santa Spina, che per tutta la settimana vedrà sfidarsi i tre rioni per la conquista del Palio e per eleggere la propria candidata Castellana – precisa Raffaele Bei, presidente della Pro loco montonese -. Il tiro con l’arco e le rappresentazioni medievali, che ogni rione ambienterà nella propria parte del centro storico, saranno decisive per la vittoria finale. Chiuderà la festa, domenica 20, il corteo storico della donazione, dove la Castellana appena eletta, sfilerà al fianco di Carlo Fortebracci, che farà ritorno a Montone recando in dono la Santa Spina, in un ultimo atto dove si mescola la fierezza nel rievocare un glorioso passato, all’emozione di vedere l’ostensione al pubblico della reliquia della Santa Spina”.

La mostra fotografica di Paolo Ippoliti

Tra gli appuntamenti da non perdere, all’interno della Festa anche la mostra fotografica di Paolo Ippoliti dal titolo La Santa Spina, la storia la bellezza, ospitata nel Chiostro di San Francesco. In esposizione 16 immagini, tutte dedicate alla festa e ai suoi momenti più significativi, in grande formato e scelte tra quelle scattate nell’edizione del 2022, l’anno che ha segnato la grande ripartenza della celebrazione della Donazione della Santa Spina dopo i limiti imposti dal Covid.

Foto di Paolo Ippoliti

Programma 2023

Domenica 13

– Museo di San Francesco ore 11: visita teatralizzata in costume storico per il Museo

e il borgo medievale;

– Chiostro di San Francesco ore 17.30: Braccio Fortebraccio è tornato a Montone, spettacolo per bambini;

– Centro storico ore 19.30: apertura taverne rionali.

 

Lunedì 14

– Rocca di Braccio ore 21.30: gara di tiro con l’arco tra i Rioni.

 

Martedì 15

– Museo di San Francesco ore 11: visita teatralizzata in costume storico per il Museo

ed il borgo medievale;

– Chiostro di San Francesco ore 17: Braccio Fortebraccio è tornato a Montone, spettacolo per bambini;

– Rocca di Braccio ore 18: sfida tra gli Arcieri Malatesta di Montone e gli Arcieri Storici del Girfalco di Fermo;

– Rocca di Braccio ore 21.30, Calandrino e i suoi amici alla corte dei Fortebracci. Novelle del Boccaccio rivisitate dalla compagnia teatrale Astra. Spettacolo ad ingresso libero.

 

Mercoledì 16

– Dalle ore 21: Duplice Pietade

Rappresentazione medievale del rione Porta del Monte.

 

Giovedì 17

– Dalle ore 21: Itinerarium Mentis

Rappresentazione medievale del Rione Porta del Verziere.

 

Venerdì 18

– Dalle ore 21: Il sogno di Giacoma

Rappresentazione medievale del Rione Porta del Borgo.

 

Sabato 19

– Chiesa di San Francesco ore 11: Propter bonam, mutuam et cordialem amicitiam. La Vergine col Bambino e santi di Luca Signorelli migrata alla National Gallery di Londra. Conferenza. Relatrice prof. Valentina Ricci Vitiani;

– Chiostro di San Francesco ore 17: Braccio Fortebraccio è tornato a Montone, spettacolo per bambini;

– Rocca di Braccio ore 18: Guanto di Sfida. Giochi popolari tra i giovani dei Rioni;

– Piazza Fortebraccio ore 21.30: proclamazione del Rione vincitore.

 

Domenica 20

– Museo di San Francesco ore 11: visita teatralizzata in costume storico per il Museo

ed il borgo medievale;

– Centro Storico ore 18: Corteo Storico della Donazione della Santa Spina;

– Chiostro di San Francesco ore 21.15: Omnia Vincit Amor, concerto della Corale Braccio Fortebraccio diretta dal Maestro Francesco Fulvi.

L’Umbria Film Festival porterà il cinema in piazza dal 5 al 9 luglio, ma non si limiterà certo alle sole proiezioni cinematografiche: un ricco calendario di eventi culturali animerà Montone nei giorni del Festival: come sempre il meglio del cinema internazionale e nazionale si accompagnerà a concerti, momenti di scoperta e arte.

Una 27/a edizione, quella dell’Umbria Film Festival (5-9 luglio) in arrivo a Montone, sempre più al femminile. A partire dalle due ospiti: la regista iraniana Sepideh Farsi, che il 7 luglio presenterà personalmente in prima visione italiana il suo primo film d’animazione “La sirene”, e l’attrice cantante danese Trine Dyrholm che con il film “La comune” (sabato 8 luglio) di Thomas Vinterberg ha vinto l’Orso d’Argento a Berlino per la migliore interpretazione femminile.

Le due giovani direttrici artistiche sono Teresa Mignolli e Rachele Parietti, che hanno sostituito Vanessa Strizzi che ha chiesto un anno di pausa. Donne anche la presidente dell’associazione Festival Chiara Montagnini, la produttrice della manifestazione Alessia Brunelli e l’80% dello staff, come ha sottolineato anche il direttore della sede Rai dell’Umbria (partner dell’evento) Giovanni Parapini nel suo intervento alla conferenza stampa di presentazione, a Perugia.

Come ogni anno le serate del Festival verranno aperte dalla competizione di corti per bambini, giudicati da una giuria di giovanissimi.
Apertura il 5 luglio con il film ucraino “Luxenburg, Luxenburg” di Antonio Lukich. Il 6 luglio sarà la volta di “Blue Jean” di Giorgia Oakley. Grande attesa poi per la proiezione il 7 luglio per il film di animazione dell’iraniana Sepideh Farsi “La sirene” ambientato ad Abadan, capitale dell’industria petrolifera, che nel 1980 resistette all’assedio iracheno.
Sabato 8 vedrà la presenza sul palco di piazza San Francesco di Trine Dyrholm, eclettica attrice danese e poi la proiezione del suo film pluripremiato “La comune”.
La chiusura del Festival è stata affidata al film americano “War pony” delle due giovani registe emergenti Gina Cammel e Riley Keough.

 

 

Due poi i giorni dedicati al Concorso per giovani autori italiani “AmarCorti” (7 e 8 luglio), alla sua terza edizione.
Ad arricchire il programma anche eventi collaterali. Tutti gli spettacoli sono gratuiti ma gli organizzatori consigliano la prenotazione attraverso il sito umbriafilmfestival.com.

L’antico borgo di Montone torna a rivivere le tradizioni e i piacevoli momenti di ritrovo della comunità.

E’ in programma lunedì 18 aprile, come tradizione vuole il giorno di Pasquetta, la prima ostensione della Santa Spina. Un momento significativo per ricordare che proprio il lunedì dell’Angelo avvenne la donazione a Montone della Spina della Corona del Cristo, che Carlo Fortebraccio ricevette dalla Serenissima Repubblica di Venezia, al sevizio della quale il figlio di Braccio aveva combattuto fra il 1470 e il 1477. C’è anche una leggenda secondo la quale questa Spina sarebbe fiorita il venerdì Santo, emanando un dolcissimo profumo. Dal 1798, anno dell’incendio della chiesa di San Francesco, la Spina viene custodita dalle suore del convento di Sant’Agnese. Una giornata di festa, in attesa della rievocazione storica della Donazione che puntuale tornerà nel mese di agosto, caratterizzata non soltanto dal tema religioso, ma da tanti appuntamenti preparati dall’associazione pro loco montonese.

In attesa della festa, da venerdì 15 a domenica 17 aprile, alle ore 17, al Museo San Francesco andrà in scena Il racconto della Santa Spina di Montone tra storia e leggenda, una simpatica iniziativa per tutti i bambini che potranno partecipare a un laboratorio artistico, curato da Sistema Museo.

Lunedì di Pasquetta il programma della celebrazione della Santa Spina prenderà il via alle ore 10.30 in Piazza Fortebraccio con la lettura del Proclama del Gran Gonfaloniero, l’arrivo del Conte Carlo Fortebracci seguito dal Corteo Storico, accompagnato dai Tamburi di Braccio. Il reliquiario della Santa Spina sarà visitabile durante tutto il pomeriggio nella Chiesa Collegiata, dove alle 11.30 il vescovo di Città di Castello, monsignor Domenico Cancian, celebrerà la santa messa, accompagnata dalla corale Fortebraccio.

La festa proseguirà nel pomeriggio nel Piazzale San Francesco, quando alle 16 gli Arcieri Malatesta di Montone renderanno omaggio alla Corte dei Fortebracci con un grandioso torneo. Tra le iniziative più attese quella che si terrà a partire dalle 16.30 nell’Auditorium San Fedele con il ritrovato Organo Morettini del 1828, che dopo i lavori di restauro è pronto a incontrare la città. Si terrà infatti una maratona organistica no stop del Maestro Claudio Brizi, mentre l’organaro Marco Velentini illustrerà la storia e le peculiarità del restauro effettuato.

Sempre nel pomeriggio, alle ore 17 al Museo San Francesco partirà la visita teatralizzata in costume storico per Montone con una sosta alla Santa Spina. Per partecipare è consigliata la prenotazione al numero di telefono 075 9306535. La celebrazione si concluderà con l’inaugurazione ufficiale dell’organo Morettini all’Auditorium San Fedele e a seguire, alle 21, il Concerto del Maestro Claudio Brizi al quale si potrà partecipare su prenotazione al numero di telefono 075 9307019, interno 5.

Torna a Montone dal 7 all’11 luglio la manifestazione dedicata al cinema, con ospiti internazionali e film da Oscar. Presenti Terry Gillam e Thomas Vinterberg.

Venticinque anni di cinema, d’incontri e di eventi. L’Umbria Film Festival quest’anno soffia su un quarto di secolo e lo fa proponendo «Un’edizione spettacolare e scintillante, grazie alla presenza di nomi illustri per festeggiare al meglio questo importante traguardo» parola di Vanessa Strizzi, direttrice artistica dell’evento.

 

Terry Gillam, presidente onorario del festival

 

Oltre alla presenza del regista e sceneggiatore Terry Gillam (La leggenda del re pescatore, Paura e delirio a Las Vegas, I fratelli Grimm e l’incantevole strega, Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo) nonché presidente onorario del Festival, che festeggerà i suoi 80 anni, un altro nome illustre sarà nel borgo umbro: stiamo parlando del fresco Premio Oscar Thomas Vinterberg, che riceverà le chiavi della città di Montone (10 luglio). Il regista danese – fondatore del movimento cinematografico Dogma 95 – è autore di Festen, con cui vinse il Premio della Giuria al Festival di Cannes, ed è il vincitore dell’Oscar 2021 come Miglior Film Straniero con Un altro giro che ha dedicato alla figlia morta pochi mesi prima della cerimonia hollywoodiana.
La pellicola racconta la storia di quattro insegnanti disillusi che mettono in pratica le teorie di uno psichiatra che sostiene che l’uomo sia nato con un deficit di alcol nel sangue. Decidono così di mantenere sempre alto il loro tasso alcolico.

Thomas Vinterberg

Tanto cinema… ma non solo

Nel borgo medievale di Montone, dal 7 all’11 luglio, sarà protagonista il cinema, ma non solo: oltre alle 5 proiezioni dei film in concorso – una per sera nella suggestiva piazza Fortebraccio –  ci saranno cortometraggi, performance musicali, laboratori e anche un progetto unico, (In The) Limelight, una mostra diffusa di arte contemporanea che coinvolgerà tre giovani artisti emergenti.
«Faremo una proiezione speciale, il 7 luglio, del film Le avventure del barone di Munchausen di Terry Gilliam – il nostro presidente – che quest’anno sarà presente. E con lui festeggeremo anche i suoi 80 anni. Inoltre, voglio sottolineare anche una rassegna dedicata al regista d’animazione Jānis Cimermanis e la novità di questa edizione: Amarcorti, una sezione competitiva dedicata ai cortometraggi italiani realizzati da giovani cineasti. Dà loro la possibilità di vedere il frutto del loro lavoro giudicato da professionisti del settore e proiettato sul grande schermo, dove il pubblico del festival potrà vederlo e apprezzarlo» prosegue la direttrice artistica. Il Miglior Corto avrà una distribuzione internazionale sulla piattaforma CinemaItaliaUK e la collaborazione per la realizzazione di una nuova opera a cura di Produzione Straordinaria S.r.l.; è prevista anche una Menzione d’Onore, che permetterà al premiato il libero accesso all’archivio di Augustus Color, eccellenza da oltre 40 anni nel campo della produzione, post-produzione e restauro di vecchie pellicole.
L’Umbria Film Festival è un festival particolare: ha un respiro e un valore internazionale ma allo stesso tempo una dimensione umana. «I partecipanti hanno la possibilità – nella cornice fantastica di Montone – di avvicinarsi a ospiti famosi e internazionali e di parlarci direttamente come se fossero degli amici. Inoltre, è un evento che ti prende nel profondo e che regala film molto belli» spiega Vanessa Strizzi.

 

Un altro giro di Thomas Vinterberg

I film in proiezione

Oltre ai già citati Un altro giro e Le avventure del barone di Munchausen (quest’ultimo non è in competizione) verrà trasmesso il film Quo vadis, Aida? di Jasmila Žbanić, che il 9 luglio sarà in anteprima al Festival: si tratta della prima pellicola a trattare direttamente del massacro di Srebrenica. È stata presentata in concorso alla 77ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, oltre a essere candidata all’Oscar 2021 come Miglior Film Straniero in rappresentanza della Bosnia ed Erzegovina. Da non perdere nemmeno Karnawal di Juan Pablo Fèlix (8 luglio): prima direzione per questo regista che esordisce con un noir atipico dove colpi di pistola e numeri di ballo si mescolano e danno vita a un ritratto di una società ricca di tradizioni e violenza. Infine, l’11 luglio è il giorno di Better Days di Derek Tsang, che ha rappresentato Hong Kong ai premi Oscar 2021 come Miglior Film Internazionale (poi vinto da Un altro giro): racconta la storia di Chen Nia che a pochi giorni dai temibili esami di ammissione all’università è testimone del suicidio di una ragazza da tempo bullizzata a scuola. Un gesto di gentilezza le costa il passaggio di consegne come oggetto della derisione e dello sfogo dei bulli.

 

 


È obbligatoria la prenotazione online per assistere alle proiezioni; verrà misurata la temperatura e mantenuto il distanziamento sociale idoneo.

Qui il programma completo.

A ottobre puntuale nel suggestivo borgo di Montone, torna la Festa del Bosco, quattro giornate per celebrare l’autunno con i suoi caratteristici profumi e sapori.

La festa, il nome lo preannuncia, è un vero e proprio elogio alla natura: il borgo si trasforma in un mercato a cielo aperto che promuove i prodotti del bosco e del sottobosco, oltre agli altri prodotti tipici di questo territorio, dai funghi ai tartufi, dal miele alle confetture. Non mancheranno gli stand dedicati agli oggetti di artigianato artistico della lavorazione del ferro, del legno, della ceramica, della canapa e lana. 
Il tutto arricchito da un nutrito programma di eventi: concerti, esposizioni artistiche, laboratori e animazioni per bambini. 

 

 

Gli amanti delle passeggiate all’aria aperta, potranno approfittare di escursioni nel territorio per scoprire percorsi naturalistici suggestivi in assoluta simbiosi con la natura. 
Insomma, una festa in grado di soddisfare diverse esigenze e aspettative, un ponte ideale che ci accompagna verso i mesi più freddi dell’anno, un saluto alla Natura che si avvia verso la sua pausa invernale, in attesa dell’esplosione primaverile e della ripresa del suo ciclo infinito.

  Montone appartiene al Club de I borghi più Belli d’Italia


«Correva l’anno 800 e sulle colline che dividono Città di Castello da Umbertide vivevano i cosiddetti popoli Arienatiche secondo quanto sarebbe stato riferito dallo storico Lucantonio Canizi in un’opera da lui scritta nel 1626, in quell’epoca abitavano nell’Alta Valle del Tevere, divisi in sei castelli.»

Storia

Con queste parole prende l’avvio la storia di Montone in un vecchio articolo;[1] mentre Mario Tabarrini scrive che «il primitivo Montone sarebbe poi stato distrutto dai Goti e solo intorno al 1000 esso fu riedificato»[2]. Di certo il primo documento che cita Montone definendolo castrum con un castaldo – diviso in due borghi e con una pieve già dotata di possedimenti terrieri posti tra le tenute dei marchesi del Colle (poi di Monte S. Maria) e del monastero benedettino di Camporeggiano – risale al 1121.

Andrea Fortebraccio, noto come Braccio da Montone (Perugia, 1 luglio 1368 – L’Aquila, 5 giugno 1424), foto Wikipedia

Nel gennaio dell’anno 1200 i due fratelli, Fortebraccio e Oddone, figli di Leonardo, chiedono a Perugia la cittadinanza, cedendo al comune ogni loro possedimento e venendo annoverati nella nobiltà cittadina con dimora nel rione di Porta S. Angelo. Anche Montone viene assegnato al contado di Porta S. Angelo e i consoli della città, firmando l’atto, scatenano la sollevazione, appoggiata da Città di Castello, della parte capeggiata dalla famiglia degli Olivi, avversa ai Fortebracci. La sconfitta dei tifernati che ne consegue, obbliga i montonesi, come tutti gli altri castelli sottomessi, a portare il palio a Sant’Ercolano. La sottomissione viene ribadita nel 1216 «con promissione di correr sempre et nella guerra et nella pace l’istessa fortuna del popolo perugino».[3]
Da questo momento e per due secoli a seguire Montone resta legata a Perugia, sebbene sempre contesa da Città di Castello, fino a che nel 1250 anch’essa finisce per sottomettersi a Perugia.
Il 1368 è un anno importante per Montone, infatti il 1° luglio nasce (alcuni storici sostengono proprio a Montone, altri invece a Perugia) Andrea Braccio da Montone, il più grande condottiero di ventura umbro. Nel 1392 lo troviamo schierato dalla parte dei nobili perugini in lotta contro i Raspanti, i quali però hanno la meglio e mandano in esilio tutti gli avversari sconfitti; compreso Braccio, che si rifugia a Montone. Da qui nel 1394 tenta di occupare la Fratta (l’odierno Umbertide) per impedire che finisca nelle mani dei Raspanti perugini, ma un agguato lo rende prigioniero. Interviene Biordo Michelotti a liberarlo, che era a capo dei Raspanti perugini, ma pretende che gli venga ceduto Montone, pertanto «l’avventura della Fratta costò a Braccio l’onore e alla famiglia il feudo»[4].
Successivamente Braccio lascia Montone e passa al servizio di Firenze. Alla morte di Biordo Michelotti i fuoriusciti tentano di rientrare a Perugia così Braccio, alleatosi con Bartolomeo degli Oddi detto il Miccia, insieme ad un piccolo drappello di uomini cerca di impossessarsi di Perugia, ma questa per difendersi si sottomette al Duca di Milano. Braccio passa poi al servizio di Alberico da Barbiano che si trovava in guerra con i bolognesi e poi di Ladislao, re di Napoli. Il 28 agosto 1414 l’antipapa Giovanni XXIII concede a Braccio e ai suoi discendenti la signoria perpetua di Montone. Nel 1416 Braccio attacca Perugia e ottiene a Sant’Egidio, dopo una cruenta battaglia, una schiacciante vittoria sui suoi nemici, così il 19 luglio può entrare trionfalmente a Perugia dove viene acclamato signore. Seguono le conquiste di Todi, Terni, Narni e Orvieto e ancora Montefeltro e Urbino.
Braccio Fortebracci muore a causa delle ferite riportate in battaglia a L’Aquila nel 1424. Con la sua scomparsa il Pontefice riprende possesso dei territori conquistati da Braccio e Montone nel 1478 diviene parte integrante dello Stato della Chiesa: le sue mura vengono distrutte così come la dimora della famiglia Fortebracci «che era delle più belle e magnifiche d’Italia»[5]. «Alla morte del grande Braccio […] il paese cessa di essere uno dei principali protagonisti nella storia dell’Italia medioevale e il suo nome ricorre con sempre minore frequenza nelle cronache del tempo»[6]. Ma la storia di Montone continua e dal 1518 al 1640 assistiamo alla presenza nella contea (elevata a marchesato nel 1607) della famiglia tifernate dei Vitelli a cui papa Leone X l’aveva data come compenso per l’aiuto prestato nella conquista del ducato di Urbino. Ultimo marchese è Chiappino Vitelli, alla cui morte Montone passa al governo diretto della Chiesa. Dopo Napoleone si mantiene libero comune e con il regno d’Italia entra a far parte del mandamento di Umbertide.

Chiesa di San Francesco


Foto di Enrico Mezzasoma

L’edificazione della Chiesa di San Francesco viene fatta risalire al primo decennio del Trecento, ma recenti ricerche d’archivio compiute da Maria Rita Silvestrelli hanno prodotto nuovi risultati per la ricostruzione della storia dell’insediamento francescano documentandolo già dal 1268[7]. Essa sorge all’interno delle mura cittadine, sul luogo denominato Castelvecchio, uno dei sei castelli situati all’imbocco della valle del Carpina e del Tevere. «Così, mentre sul colle, detto il Monte, dominavano le magioni dei Fortebracci e degli Olivi simbolo di guerra e di potenza, sull’altro colle, dove esisteva ab antiquo un oratorio dedicato a S. Ubaldo, i Minori Conventuali costruirono la loro chiesa, come simbolo di pace e di carità»[8]. La chiesa, di cui non si conosce l’architetto, presenta la struttura tipica degli edifici religiosi degli Ordini mendicanti: forme semplici e lineari, unica navata con abside poligonale, copertura a capriate.

Interno chiesa San Francesco, foto gentilmente concessa dal comune di Montone

I resti degli affreschi più antichi, databili alla seconda metà del Trecento, fanno ritenere che fin dalla sua costruzione la chiesa sia stata oggetto di un ampio intervento decorativo, tuttavia è nel secolo successivo che la sua decorazione consegue gli esiti più alti, quando divenne la chiesa di famiglia dei Fortebracci che la arricchirono di altari, suppellettili e dipinti. Al pittore di Braccio, al ferrarese Antonio Alberti tra il 1423 e il 1424 si devono le scene della Vita di S. Francesco e del Giudizio universale. Si deve invece al figlio di Braccio, Carlo Fortebracci, l’erezione di altare a metà della parete di sinistra della chiesa come ex voto per la nascita del figlio Bernardino. Il figlio Bernardino, come visibile sull’iscrizione posta nella targa in basso, commissionò al perugino Bartolomeo Caporali un affresco a completamento dell’altare voluto dal padre. Si deve invece a Margherita Malatesta, moglie di Carlo, la commissione del gonfalone a Bartolomeo Caporali. Nei primi anni del Cinquecento la chiesa si arricchisce delle belle porte lignee intagliate di Bencivenni da Mercatello. Durante l’occupazione francese il complesso subì gravi danni e a causa di un incendio andò perduto il ricchissimo archivio della chiesa-convento e con esso la gran parte dei documenti conservati oltre alla mobilia e agli affreschi con i quali era interamente decorata.
Oggi la chiesa è parte integrante del complesso museale, costituito oltre che dalla chiesa di S. Francesco, dalla Pinacoteca comunale e dal Museo etnografico. Tra le opere di maggior pregio conservate nella Pinacoteca vanno menzionati il gruppo ligneo della Deposizione proveniente dall’antica pieve di San Gregorio Magno fuori le mura, la Madonna della Misericordia dipinta da Bartolomeo Caporali, gli alberi genealogici della famiglia Fortebracci e l’Annunciazione della Scuola del Signorelli. Il museo etnografico Il Tamburo parlante nasce allo scopo di raccogliere ed esporre in modo sistematico la collezione di oggetti africani raccolti nei numerosi viaggi dall’antropologo Enrico Castelli.

La Santa Spina


La Santa Spina, foto gentilmente concessa dal Comune di Montone

 

Racchiusa in un prezioso reliquiario d’argento un tempo era conservata nella chiesa di San Francesco, mentre ora si trova nella collegiata di Santa Maria Assunta. Molti testi ne parlano, ma il più dettagliato è senza dubbio la Lettera istorico-genealogica della famiglia Fortebracci da Montone scritta da Giovanni Vincenzo Giobbi Fortebracci, il quale racconta come «vivente il conte Carlo, siccome portava grand’affetto alla sua patria, così non volle mancare di riconoscerla con farle un preziosissimo regalo, mentre l’anno 1473 mandò con molto onore a Montone, una delle spine con le quali fu coronato il Signore N. Giesù Cristo, e la fè collocare nella Chiesa di San Francesco dè Minori Conventuali, dove si conserva anche al presente con somma venerazione e riguardo. Si può pienamente e certamente credere che sia quella, la quale più d’ogni altra penetrasse adentro nel cervello di Cristo del che si vedono chiarissimi argomenti; poiché nell’essere da capo a piedi aspersa del suo preziosissimo Sangue, vi restano due capelli sottilissimi, quali appaiono intrecciati insieme, misti col sangue, e nella sommità della Spina sopravanzano assai; sì come a piedi di quella si vede la radichetta di essi. Ma quello che è sopramodo stupendo e terribile, ogni anno nel Venerdì santo nell’ora della passione, la Spina si rinverde, il Sangue si rinfresca, e dall’una e dall’altro insieme si vedono apparire piccoli fiori aurei bianchi, azurri e verdi con alcuni splendoretti, che appariscono e spariscono; quasi ribollisse quel pretioso sangue, e la Spina non fosse arida da migliaia d’anni, ma colta in questo giorno, e ora, da uno spineto vivo e verdeggiante. Questa meravigliosa Reliquia il conte Carlo l’ebbe, essendo Generale de’ Venetiani, da un arciprete della villa di Tugnano, contado di Verona, e insieme con essa mandò a Montone l’autentica, che conservandosi in pergamena nell’armadio della Sacrestia de’ Minori Conventuali, l’ho più di una volta veduta…»[9]. Angelo Ascani due secoli più tardi attesta che la pergamena «è ora introvabile, anche se questo nulla toglie alla veridicità della traslazione a Montone d’una così preziosa reliquia» e aggiunge «lasciamo stare le fioriture leggendarie circa i prodigi verificatisi al suo arrivo a Montone […] parto della fantasia popolare degna del Seicento o giù di lì»[10]. Egli si rifà poi agli Annali di Montone che riferiscono delle feste in occasione dell’ostensione della reliquia iniziate nel 1597, mentre risale al 1635, come documentato da un manoscritto parrocchiale, la collocazione della Santa Spina in un reliquiario d’argento finemente cesellato e da quell’anno fu stabilito di spostare la festa dal venerdì santo al lunedì di Pasqua[11]. Nell’aprile del 1703 giunge una lettera da Roma indirizzata al Vice-Governatore di Montone: «la festa solita celebratasi costì nel secondo giorno di Pasqua per l’Ostensione della Santissima Spina è cagione di tantissimo concorso. Per evitare dunque i disordini, che potessero nascere, dovrà Ella ordinare al Capitano deputato secondo il solito d’assistere alla Porta con li venticinque huomini, che a tutti quelli che vogliono entrare facci lasciare le armi di ogni sorte». La Rievocazione storica della Donazione della Santa Spina è nata con la Pro Loco Montonese nel 1961. Nei primi anni era legata quasi esclusivamente all’evento religioso dell’ostensione della Santa Spina, con l’arrivo nella piazza del Conte Carlo Fortebracci che portava in dono la reliquia al popolo montonese e che negli anni successivi si è sviluppato arricchendosi nella parte del corteo storico. Anche i tre Rioni di Montone, Porta del Borgo, Porta del Monte e Porta del Verziere iniziano a prendere parte al corteo con i propri stendardi e le coppie di nobili. È invece degli anni Settanta del Novecento l’introduzione del Palio dei Rioni che si assegna con una sfida tra gli arcieri di Montone.

Per maggiori informazioni sulla rievocazione storica si veda qui

Per saperne di più su Montone

 


[1] Una finestra sull’Umbria. Montone, Spoleto, Panetto & Petrelli, 1968, p. 3.

[2] M. TABARRINI, Montone, in M. TABARRINI, L’Umbria si racconta, v. E-O, p. 418.

[3] P. PELLINI, Dell’historia di Perugia, Venezia, Giovanni Giacomo Hertz, 1664, v. 1, p. 238.

[4] A. ASCANI, Montone. La patria di Braccio Fortebracci, Città di Castello, GESP, 1992, p. 56.
[5] P. PELLINI, Dell’historia di Perugia, Venezia, Giovanni Giacomo Hertz, 1664, v. 2, p. 769.
[6] P. PELLINI, Una finestra sull’Umbria. Montone, Spoleto, Panetto & Petrelli, 1968, p. 8.
[7] P. PELLINI, M. R. SILVESTRELLI, Appunti sulla storia e larchitettura della chiesa di San Francesco, in G. SAPORI, Museo comunale di San Francesco a Montone, Perugia, Electa, 1997, p. 23.
[8] A. ASCANI, Montone. La patria di Braccio Fortebracci, Città di Castello, GESP, 1992, p. 250.
[9] G.V. GIOBBI FORTEBRACCI, Lettera istorico-genealogica della famiglia Fortebracci da Montone, Bologna, Giacomo Monti, 1689, pp. 84-85.
[10] A. ASCANI, Montone. La patria di Braccio Fortebracci, Città di Castello, GESP, 1992, p. 263.
[11] Notizia riferita da A. ASCANI, cit., p. 264.