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Lโ€™Abbazia di Sassovivo, una delle piรน antiche testimonianze della presenza benedettina in Umbria, con il suo chiostro duecentesco realizzato con 128 colonnine di marmo bianco, in parte lisce e in parte a spirale[1], accolgono la personale di Giuliano Giuman, Silentium, inaugurata il 7 maggio.

Giuliano Giuman

Una grande mostra, che si sviluppa nei bellissimi ambienti e negli spazi dell’Abbazia: un viaggio intorno al concetto del sacro, un percorso di amplificazione della percezione esterna e interna. Il maestro umbro Giuliano Giuman torna a esporre e lo fa con un percorso di 23 opere tra pittura, fotografia e installazioni site specific; la personale รจ stata presentata presso l’Accademia di Belle Arti: alla conferenza stampa sono intervenuti, oltre all’artista Roberta Taddei,ย presidente Associazione Amici dell’Abbazia di Sassovivo, Antonella Pesola,ย critica d’arte e presentatrice della mostra ed Emidio De Albentiis, direttore Accademia Belle Arti di Perugia. La mostra, promossa in collaborazione con i Piccoli Fratelli di Jesus Caritas discepoli di Charles de Foucauld, che abitano e custodiscono l’Abbazia, e con l’Associazione Amici dell’Abbazia di Sassovivo, sarร  visitabile, a ingresso libero, fino al 7 ottobre 2022.

Giuman[2] mette in evidenza il tema del silenzio per favorire l’osservazione e la percezione. Una dimensione, quella di Silentium, che in questo particolare momento storico post-pandemico, di crisi e guerra anche in Europa, non rappresenta un vuoto o un’assenza ma, al contrario, รจ il modo in cui si organizza la presenza: essere nel presente, adesso. Proprio ora che il rapporto con il mondo รจ stato totalmente messo in discussione, catapultandoci in un presente che non ci saremmo mai aspettati, l’arte diventa una chiave di lettura indispensabile per indagare il nostro spirito. L’artista infatti, per tutto il tempo del primo lockdown, ha avuto la fortuna di trascorrere, ogni giorno ore in solitudine, proprio allโ€™interno di un chiostro cinquecentesco adiacente alla sua casa-studio, ad approfondire, meditare e cercare risposte e ispirazioni.

 

ULTIMA CENA 2015, pittura su vetro a gran fuoco

 

Antonella Pesolaย ha spiegato come ยซIl progetto, nato specificatamente per questo luogo, segue un importante percorso artistico che potremmo dire fondato sulla regola benedettina del silenzio, qui reso vivo, tangibile, vibrante dall’opera dell’artista. Giuman rievoca quell’arte che va verso un pensiero spirituale e lo fa usando il vetro come materia predominanteยป, inoltre prosegue sostenendo che ยซGiuliano Giuman, interpreta nella contemporaneitร  anche il sentimento religioso attraverso una estremizzazione delle valenze simboliche della luce e del colore. Fondendo questi due elementi, studiando le linee direttrici simultanee di sensibilitร  atmosferiche, cromatiche e sensoriali, l’artista ha costruito un percorso peculiare che lo ha portato a indagare i fenomeni della realtร  attraverso una lettura puntuale, dove la geometria costruisce e simultaneamente si annulla nel colore, creando ambienti psichici e reali. Giuman si muove tra scultura e pittura, dove tradizione e innovazione convivonoยป.
La mostra Silentium raccoglie sia la documentazione di progetti e realizzazioni di opere di arte sacra del suo percorso artistico, sia opere ispirate proprio dal luogo sacro in cuiย รจ ospitata:ย apoteosi del silenzio, dove ognuno di noi puรฒ trovare il proprio concetto di bellezzaย e sacralitร .

 


[1] L. Zazzerini, Umbria eremitica. Ubi silentium sit Deus, Edizioni Luoghi Interiori, Cittร  di Castello, 2019, p. 80.

[2] Per approfondimento si veda From Burri to Giuman. Gli artisti incendiari, in AboutUmbria Collection Red, pp. 32-40.

Bellezza e sacralitร . “Silentium” di Giuliano Giuman all’Abbazia di Sassovivo. 23 opere tra pittura su tela e su tavola, fotografia, ceramica, progetti e installazioni site specific. Un viaggio per indagare noi stessi e il mondo. Dal 7 maggio al 7 ottobre, con la presentazione a cura di Antonella Pesola, critica d’arte.

Giuliano Giuman

Lโ€™Abbazia di Sassovivo, una delle piรน antiche testimonianze della presenza benedettina in Umbria, arroccata su uno sperone da cui si gode una vista panoramica su Foligno e la Valle Umbra, accoglierร  la personale di Giuliano Giuman.

Silentium come riflessione sul mondo esterno, ma anche come ascolto di sรฉ stessi. Un viaggio intorno al concetto del sacro in un momento storico fatto anche di difficolta e di profonde incertezze; un percorso di amplificazione della percezione esterna e interna di noi stessi.

Giuliano Giuman torna a esporre e lo fa con un percorso di 23 opere collocate nell’Abbazia di Santacroce di Sassovivo (Foligno – PG), una delle piรน antiche testimonianze della presenza benedettina in Umbria. La personale del Maestro umbro, promossa in collaborazione con i Piccoli Fratelli di Jesus Caritas discepoli di Charles de Foucauld, che abitano e custodiscono l’Abbazia, e con l’Associazione Amici dellโ€™Abbazia di Sassovivo, sarร  inaugurata sabato 7 maggio e sarร  visitabile (a ingresso libero) fino al 7 ottobre 2022.

Classico futuro รจ il titolo della personale che condensa le ultime ricerche artistiche di Giuliano Giuman, che si possono ammirare fino al 18 luglio prossimo presso il Museo-Gipsoteca e lโ€™Aula Magna dellโ€™Ercole Farnese allโ€™Accademia d Belle Arti di Perugia.

 

Tema importante รจ la riflessione sul concetto di classico e sul modo in cui lโ€™artista contemporaneo possa relazionarsi con opere che sono testimonianza di un antico passato. Il Museo dellโ€™Accademia ospita la ricca Gipsoteca, con i calchi in gesso di importanti monumenti, che sono stati i modelli per molti anni di esercitazioni e studio per tutti gli allievi. Giuman parte dallโ€™analisi di particolari, dai dettagli delle statue e dei rilievi che fotografa: si va dalla Venere di Milo alle Tre Grazie del Canova e al Pastorello di Thorvaldsen, cosรฌ come particolari di dipinti come lo Sposalizio della Vergine del Wicar. Dettagli fotografati che poi giustappone in contesti polimaterici che si fondono armoniosamente con le lastre di vetro colorate a gran fuoco e con la tela dipinta. Lavori che suggeriscono inediti punti di lettura delle grandi opere in gesso, come le statue mischelangiolesche poste sulle tombe medicee del Giorno, Crepuscolo, Aurora e Alba, analizzate anche attraverso il gesto pittorico puro su piccole tele disposte al centro delle sculture, a indicare il percorso introspettivo di Giuman attraverso le quattro fasi del giorno. Le memorie del passato classico sono rivissute attraverso il gesto dellโ€™artista attuale, che si accosta con devozione ai temi, alle forme, ai significati di opere come il Discobolo di Mirone, unโ€™opera ben presente anche nella Sala a piano terra che รจ evocata sia un dipinto sia in un video.

L’esposizione

Lโ€™esposizione presenta anche molti lavori in vetro realizzati negli ultimi anni, che dialogano per forme, temi, suggestioni poetiche con le sculture della Gipsoteca e compendiano il lungo percorso creativo dellโ€™artista, che si contraddistingue nellโ€™uso sapiente e poco usuale di questo materiale. I richiami alle opere classiche, spesso non espliciti, che costringono lo spettatore a cogliere i sottili legami, costituiscono i reperti contemporanei che lโ€™artista accosta alle sculture come il Galata morente o il calco dellโ€™ingresso del Tempietto sul Clitunno dove, tra le colonne corinzie, si trova lโ€™opera in vetro dai lucenti riflessi, quasi unโ€™onda che scorre e che richiama lโ€™antica sorgente delle fonti. Il Futuro รจ indagato nelle nuove opere che lโ€™artista ha allestito nellโ€™Aula Magna posta al piano terreno dellโ€™Accademia di Belle Arti, predisposte al suolo, che offrono una visione destabilizzante, ambivalente, e sfuggono la finitezza di un allestimento tradizionale a parete, che rischiava di ingabbiare una visione scontata, che invece diviene instabile. Le suggestioni delle opere classiche si ripropongono in particolari fotografati e inseriti in un contesto piรน ampio, il supporto con la tela intrisa dโ€™olio richiama la corpositร  del gesto della pennellata vibrante, cui accosta le lastre vitree dipinte ma sapientemente dosate, nei punti in cui conferiscono maggiore profonditร . Ed ecco che alla luce naturale i colori vibratili e sovrapponenti agitano visioni oniriche che mutano quando il supporto รจ retroilluminato con led, una nuova vita prende forma facendo scorgere i particolari delle sculture come un dettaglio di Thorvaldsen o Canova. Nascono nuove possibilitร  di relazione estetica fra la superficie, il pigmento, la luce e il vetro compenetrandosi e cercando nuove capacitร  linguistiche, confermando quel contesto dialogico in cui ogni opera รจ parte di un racconto aperto alle molteplici letture.

Lโ€™allestimento รจ strutturato e al contempo stimolante; lโ€™aura misteriosa e simbolica delle opere su vetro รจ valorizzata dalla luce retrostante, unโ€™alchimia tra luce e materia, che sprigiona energia che si irradia nellโ€™ambiente circostante, significativa in tal senso lโ€™istallazione nel fondo dellโ€™Aula, dove si approda in una dimensione atemporale e straniante. La personale di Giuman รจ un piccolo sunto di un lungo percorso artistico che risale al 1964, quando iniziรฒ con la pittura, per poi dedicarsi alla fotografia dagli anni Settanta, strumento essenziale e costante per la sua indagine, cosรฌ come la luce e lโ€™installazione, la pittura su vetro poi a gran fuoco che dagli anni Ottanta non abbandonerร  piรน. รˆ un omaggio allโ€™Accademia di Belle Arti, significativo luogo dove lโ€™artista รจ stato direttore dal 2009 al 2012 riuscendo a portare a termine i lavori di allestimento del Museo.