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Presentata la manifestazione โ€œOrvieto, cittร  dellโ€™arte, del gusto e del lavoroโ€ in due sedi differenti: Perugia e Orvieto.

Tutto รจ pronto per la manifestazione Orvieto, cittร  del gusto, dellโ€™arte e del lavoro che si svolgerร  dal 24 settembre al 3 ottobre, proponendo un cartellone variegato e di grande spessore grazie ai tanti appuntamenti previsti: chef stellati, meeting di approfondimento, workshop, percorsi enogastronomici, incontri sullโ€™alimentazione e molto altro.

 

 

Gli obiettivi dellโ€™evento sono molteplici: contaminare la cucina del territorio con la grande cucina italiana, comunicare e rafforzare sul mercato i vini del Consorzio Vini Orvieto, puntare sulla passeggiata enogastronomica con lโ€™obiettivo di valorizzare le piccole imprese e i prodotti locali e far scoprire le meraviglie artistiche della cittร  umbra.
Lโ€™iniziativa โ€“ organizzata dalla Fondazione Cotarella e dal Consorzio Way of Life, con il supporto del GAL Trasimeno-Orvietano e il patrocinio del Comune di Orvieto – vuole porre in evidenza – oltre al gusto e allโ€™arte, collegati ovviamente al mondo del lavoro – tutto ciรฒ che diviene associato al sentimento di bellezza, il quale viene auspicato che possa trasformarsi in occasioni lavorative. In aggiunta, lโ€™evento vuol mettere il focus sui racconti del patrimonio culturale e delle eccellenze del territorio orvietano, che ne dispensa a volontร  per il piacere di appagamento dei sensi.
A questi si aggiunge lโ€™avvicinarsi del 2023, cinquecentenario della morte degli straordinari pittori Luca Signorelli e di Pietro Vannucci detto Il Perugino, che ha messo proprio in sinergia la Fondazione Cotarella e il Consorzio Orvieto Way of Life, creando la manifestazione Orvieto Cittร  dellโ€™arte, del Gusto e del lavoro.

 


Per maggiori informazioni

 

Fino agli anni Sessanta del secolo scorso, le donne provenienti dal reatino, ternano e ascolano, salivano fino a Castelluccio di Norcia per raccogliere a mano la celebre lenticchia nella fase della carpitura. Da qui il nome dato a queste lavoratrici: le Carpirine.

Per la prima volta ho sentito parlare delle Carpirine dallโ€™attuale vicesindaco di Monteleone di Spoleto, Federica Agabiti, mentre mi narrava della strada che corre nei pressi dellโ€™antico borgo, che partiva dalla conca ternana fino a giungere a Castelluccio. Questo sentiero, fino al secolo scorso, era percorso a piedi dalle Carpirine. Per queste donne, andare a raccogliere la lenticchia, aveva molti significati: riportare un importante contributo economico a casa, uscire dalla consueta quotidianitร  e per le piรน giovani, conoscere dei bei giovanotti.

 

lenticchia

Le Carpirine erano suddivise in vari in gruppi ed erano accompagnate nellโ€™ultimo tratto da un musico, che con il suo strumento preannunciava lโ€™arrivo e sosteneva il loro canto fatto soprattutto da stornelli. Lavoravano sempre in piccole compagini e quando avevano terminato di raccogliere la lenticchia su un campo, le tipiche note dellโ€™organetto erano il segnale di avviso che avevano finito il lavoro e potevano iniziarne un altro. A questo punto le donne aspettavano il successivo committente che le avesse ingaggiate per prime. Le lavoratrici raccoglievano la lenticchia in mucchietti che lasciavano sul campo a essiccare. Fare questo lavoro era una gran fatica: cogliere la lenticchia dallโ€™alba al tramonto, piante basse, tutto il giorno sotto il sole.
Ci sono anche dei racconti di chi ha vissuto queste esperienze che ricorda come le giovani Carpirine, durante la fase della battitura, ballavano sopra la lenticchia essiccata, accompagnate dalle note del solito organetto. Era un momento di grande festa!
Il sentiero delle Carpirine, che transita anche nei pressi di Monteleone di Spoleto, andrebbe ripercorso e rivalutato e potrebbe essere dโ€™interesse turistico, magari affiancato da qualche reperto storico (fotografie, lettere di corrispondenza, attrezzi). Un recupero che vada ad alimentare una sede storica di rimembranza e che testimoni, soprattutto ai piรน giovani, quello che hanno vissuto queste fantastiche donne nel segno dellโ€™emancipazione femminile e della tradizione contadina dei luoghi.

Gli interrogativi che si pongono Don Abbondio e Renato Zero sono gli stessi di quando camminiamo per le strade della cittร .

ยซCarneade! Chi era costui?ยป รจ la domanda che, nell’ottavo capitolo dei Promessi Sposi, Don Abbondio si fa a proposito del filosofo greco Carneade. Carneade fu un seguace del Probabilismo, vissuto tra il 213 e il 129 a.C., e considerato un personaggio minore tra i filosofi della sua epoca. Di qui il detto di una persona priva di fama. ยซLui chi รจ? E loro, dico loro chi sono?ยป. Qui si tratta di tutta un’altra storia ed รจ evidente anche la forzatura di questa citazione, presente in un brano di Renato Zero che racconta l’incontro organizzato con una donna che non รจ sola. La domanda che si pone รจ capire chi รจ l’uomo che sta con lei.
Spesso, viaggiando in macchina, passeggiando in bicicletta o semplicemente camminando mi tornano in mente proprio Don Abbondio e Renato Zero e non di rado esclamo: ยซChi era costui? Lui chi รจ?ยป e, se si tratta di una via con doppio nome mi viene proprio da dire: ยซE loro, dico loro, chi sono?ยป.
Fino ad alcuni anni fa utilizzavamo una mappa cartacea, oggi ricorriamo sempre piรน frequentemente al navigatore satellitare. A me non dispiace chiedere informazioni direttamente alle persone con la classica domanda: ยซScusi, sa mica dov’รจ via…?ยป La risposta รจ quasi sempre labirintica con ยซla prima a destra, poi tutto a dritto, alla rotonda a sinistra, passata l’edicola ancora a sinistra, dopo 300 metri vede un distributore, passa il ponte ed รจ arrivatoยป. Le strade di una cittร  spesso sono legate a personaggi noti della storia, dell’arte, della letteratura, della scienza. Che si tratti di paese o cittร  non mancano certo Via Garibaldi, Corso Cavour, Via Dante Alighieri, Via Papa Giovanni XXIII, Via Verdi. Perรฒ, oltre ai personaggi piรน popolari, ci sono anche i cosiddetti personaggi minori spesso dimenticati e che hanno un nome che sinceramente ci dice poco o nulla. Spesso si tratta di uomini e donne legati al passato della cittร  che si sono distinti per valori e attivitร  poste in vita.

Augusto Ciuffelli

Come si assegna il nome a una via o a una piazza?

La normativa che stabilisce come dare un nome a una strada nuova รจ la legge 1188/27; invece, quella che indica come cambiare nome a una strada giร  esistente รจ il Rdl 1158/23. Per attribuire una denominazione a una strada nuova o piazza pubblica รจ necessario che il Comune chieda l’autorizzazione del Prefetto. Si puรฒ dare il nome di una persona a una strada o a una piazza a condizione che questa sia morta da almeno 10 anni a meno che non si tratti di un caduto in guerra o di una persona deceduta per la causa nazionale. รˆ facoltร  del Ministero per l’Interno derogare quando si tratta di persone che abbiano benemeritato della Nazione. Il Comune puรฒ cambiare nome a una strada, ma solo dietro autorizzazione della Prefettura e sentito il Ministero dei Beni e delle Attivitร  Culturali e la Soprintendenza. La Soprintendenza valuta gli aspetti di ordine storico e culturale, il Ministero dell’Interno valuta solo invece l’opportunitร  di derogare alla norma che impone un intervallo di dieci anni dalla scomparsa del personaggio illustre. Il cambio di nome della strada deve essere motivato in modo specifico.

Personaggi meno illustri di Foligno

Ecco allora una breve guida di toponomastica folignate riguardante le strade intitolati a personaggi, immagino, poco noti ai cittadini di Foligno. Una via ricorda Augusto Ciuffelli nato a Massa Martana nel 1856. Ciuffelli, di modeste estrazioni sociali, appena ventenne fu nominato segretario particolare di Zanardelli, lanciandosi cosรฌ nella carriera politica. Nel 1898 venne nominato prefetto e nel 1904 venne eletto deputato nel collegio di Todi. Dal 1910 al 1916 fu ministro nei governi Luzzatti, Orlando e Salandra. Fu inoltre presidente di sezione del Consiglio di Stato. Morรฌ a Roma il 6 gennaio 1921.

Caterina Scarpellini

A pochi metri dal Laboratorio di Scienze Sperimentali, nel cuore della cittร  una via รจ intitolata a Caterina Scarpellini. Nata a Foligno nel 1808 si trasferรฌ a diciotto anni a Roma come assistente dello zio, lo scienziato Feliciano Scarpellini. A Roma sposรฒ Erasmo Fabri e insieme a lui continuรฒ a lavorare alla stazione astronomica della Sapienza โ€“ Universitร  di Roma. Caterina Scarpellini aveva una solida formazione e una profonda conoscenza del sistema solare e per divulgare i dati delle sue indagini fondรฒ con suo marito la rivista La Corrispondenza scientifica in Roma.

Nel 1856 la scienziata istituรฌ presso l’osservatorio capitolino una stazione meteorologica e ozonometrica. Inoltre documentรฒ l’osservazione della grande cometa dell’aprile del 1854, oggi nota come C/1854 F1,e quella del giugno 1861, l’eclissi solare del 1860 e i passaggi di sciami di meteoreย  tra il 1861 e il 1868. Fu eletta membro della Societร  dei Georgofili di Firenze e dell’Accademia dei Quiriti a Roma, cosรฌ come dell’Accademia di Dresda e della Societร  imperiale dei naturalisti di Mosca. Oggi uno dei crateri di Venere porta il suo nome. Morรฌ a Roma il 28 novembre 1873.

Vicino all’area verde del Parco dei Canapรจ troviamo via Pier Antonio Mezzastris nato a Foligno intorno alla prima metร  del Quattrocento (1430 ca.) da una famiglia di artisti. Mezzastris fu un pittore e decoratore che lavorรฒ su soggetti di genere sacro, svolgendo attivitร  prevalentemente nella cittร  di Foligno e nelle zone limitrofe. La sua abilitร  tecnica ed eleganza nel dipingere la troviamo ad Assisi sulle pareti dell’oratorio dell’ospedale dei Pellegrini. Morรฌ a Foligno nel 1506.

Nei pressi di Porta Romana si trova viale Luigi Chiavellati. Nato a Terni nel 1902, Chiavellati conseguรฌ la laurea in medicina presso l’universitร  di Perugia e successivamente ricoprรฌ il ruolo di sottotenente medico di complemento. Mentre era medico condotto a Foligno, fu richiamato alle armi nell’ottobre del 1935 e con il grado di capomanipolo medico raggiunse l’Africa orientale. Cadde in combattimento nel gennaio del 1936 a Passo Uarieu. Fu decorato con la medaglia d’oro al valor militare alla memoria.

A Orazio Antinori รจ dedicata una via nella frazione di Borroni di Foligno. Orazio Antinori nacque a Perugia ed รจ stato un esploratore e tra i piรน stimati conoscitori italiani del continente africano sia centrale che orientale. Iniziรฒ fin da piccolo a interessarsi all’ornitologia per poi studiare storia naturale a Perugia e Roma. Caduta la repubblica romana (1849) si dedicรฒ ai viaggi in Grecia, Egitto e Sudan. Nel 1853 iniziรฒ la sua attivitร  di esploratore in Africa e nel 1876 guidรฒ la Grande Spedizione avendo come meta i laghi equatoriali dell’Africa Orientale. Un fortuito ma grave incidente di caccia lo privรฒ della mano destra e dopo una breve malattia morรฌ nel 1882 a Lรจt-Marefiร  in Etiopia.

 

Orazio Antinori

 

Nella zona di Prato Smeraldo troviamo via Petronio Barbati. Discendente da una nobile famiglia nacque a Foligno verso la fine del 1400 o all’inizio del 1500. Petronio Barbati si laureรฒ in diritto civile e canonico, professรฒ l’avvocatura ma soprattutto si dedicรฒ agli studi letterari e alla poesia. Una sua commedia fu recitata nel 1549. Verso gli ultimi anni della sua vita, amareggiato da certi fastidiosi intrighi familiari che gli fecero venire in odio la sua cittร , si trasferรฌ a Roma dove ottenne un posto da segretario presso un cardinale. Le poesie del Barbati furono raccolte e pubblicate col titolo: Rime di Petronio Barbati gentiluomo di Foligno estratte da varie raccolte del secolo XVI e dai suoi manoscritti originali. Si sa che restรฒ privo di un occhio, e che morรฌ a Foligno, mentre era segretario del cardinale Caetani il 22 novembre 1554.

Sempre nella solita zona di Foligno troviamo via Tignosi. Niccolรฒ Tignosi nacque il 30 marzo 1402 a Foligno da una famiglia eminente. Studiรฒ arti e medicina a Perugia, Siena e Bologna. Giร  negli anni accademici 1424-25 e 1425-26 รจ attestato come docente nell’universitร  di Perugia nel settore disciplinare di arti e medicina. Si stabilรฌ temporaneamente a Firenze intorno al 1440 per un incarico diplomatico ricevuto dal governo perugino e proprio agli anni fiorentini risalgono le opere di Tignosi che ci sono conservate. Nel 1471 lo troviamo a Todi dove esercita la pratica medica al servizio del Comune. Morรฌ nel 1474 a Pisa dove continuava a insegnare; fu sepolto nel locale convento di S. Croce in Fossabanda.

Vicinissimo a via Tignosi รจ dedicata una via allo storico e notaio Durante Dorio. Nato a Leonessa nell’attuale provincia di Rieti intorno al 1571 (non รจ certa la sua data di nascita) lavorรฒ come cancelliere e notaio. All’etร  di 30 anni fu raccomandato per un lavoro presso la cancelleria criminale di Foligno. Sempre a Foligno ricoprรฌ il ruolo di cancelliere della Curia, e proprio a Foligno iniziรฒ la sua attivitร  di ricercatore e storico. La cittร  gli diede la cittadinanza nel 1632 e Durante Dorio vi acquistรฒ una casa dove costruรฌ una piccola cappella. Malgrado le sue tante ricerche e i suoi tanti scritti, la sola opera pubblicata fu Istoria della famiglia Trinci pubblicata nel 1638. La morte lo raggiunse la vigilia di Natale del 1645 a Foligno.
รˆ emerso dunque un mosaico di biografie non comuni, di vicende personali, di differenti estrazioni sociali e professioni. Sono piccole storie di personaggi minori ma che comunque hanno lasciato traccia nell’identitร  della cittร  di Foligno.

ยซSono appassionata di arte e in questo modo ho unito la mia passione con il mio lavoro di chimica, in piรน do un contribuendo alla salvaguardia di opere che fanno parte della nostra storia e culturaยป.

Essere una salvatrice di opere d’arte, fermare – o quantomeno rallentare –ย  il loro invecchiamento, unire passione e lavoro, amalgamare alla perfezione chimica e arte รจ il lavoro della dottoressa Letizia Monico (35 anni), ricercatrice perugina che lavora al CNR e fa parte di un team che collabora col Dipartimento di Chimica di Perugia per salvare quadri in fase di deterioramento. I Girasoli di Van Gogh e lโ€™Urlo di Munch sono passati sotto la sua lente e, con studi curati e approfonditi, si รจ scoperto che i colori โ€“ in particolare il giallo โ€“ perdono la loro bellezza: la causa รจ lโ€™umiditร . Recuperare queste opere non si puรฒ, perรฒ si puรฒ prevenire. Vincitrice di diversi riconoscimenti e premi, Letizia vanta anche pubblicazioni in riviste internazionali come Analytical Chemistry.

Letizia, la prima domanda รจ dโ€™obbligo per tutti: qual รจ il suo legame con lโ€™Umbria?

Sono nata a Umbertide e cresciuta a Perugia, dove ho anche studiato. Mi considero una perugina D.O.C.

Come รจ avvenuta la scoperta del degrado dellโ€™Urlo di Edvard Munch?

Faccio parte di unโ€™รฉquipe di chimici che fa indagini sui materiali e collaboriamo con conservatori e storici dellโ€™arte. Proprio i conservatori si erano accorti del degrado in atto, per la precisione avevano notato degli sbiancamenti del colore giallo presente sul quadro e lo sfaldamento della pittura stessa.

Come si puรฒ intervenire per evitare il peggio?

Occorre capire quali sono le cause e cercare di prevenirle. Con i nostri studi abbiamo sia studiato lโ€™opera sia ricreato in laboratorio dei pigmenti quanto piรน simili a quelli utilizzati da Munch. In questo modo si รจ arrivati a scoprire quale potesse essere la situazione ambientale migliore affinchรฉ questi pigmenti non subissero modificazioni. Le opere sono a stretto contatto con lโ€™ambiente, in primis luce e umiditร  e abbiamo visto come i due fattori โ€“ separatamente โ€“ possono incidere sullโ€™opera. La scoperta รจ che non รจ tanto la luce che incide, quanto lโ€™umiditร .

 

Letizia Monico mentre cura i Girasoli

Quindi cosa si puรฒ fare?

Si puรฒ rallentare il degrado di questa tipologia di pigmenti e tenere lโ€™opera in condizioni di umiditร  controllata.

Questo studio puรฒ essere utilizzato anche per salvare altri quadri?

Ogni quadro ha una storia a sรฉ ed รจ realizzato con altrettanti materiali. La prima cosa da fare รจ capire la storia dellโ€™opera, come รจ stata conservata e quali sono i materiali che la compongono. In teoria lo studio puรฒ essere rivendibile per le opere che hanno il giallo di cadmio, sul quale abbiamo fatto lo studio.

In passato si era anche occupata dei Girasoli di Van Goghโ€ฆ

Sรฌ, ma in quel caso si trattava di un altro tipo di giallo, giallo di cromo, che tende a scurirsi avendo una chimica del pigmento diversa rispetto al giallo di cadmio. Il fenomeno a livello visivo รจ diverso. In entrambi i casi perรฒ, ora si puรฒ intervenire per rallentare o interrompere il peggioramento.

Per questo ha vinto il Premio Levi 2015, riconoscimento nazionale della Sezione Giovani della Societร  Chimica Italianaโ€ฆ

Sรฌ, lโ€™ho vinto con la pubblicazione legata proprio al lavoro sui Girasoli: questo studio nasce con la mia tesi di dottorato. Ma non รจ stato il primo: giร  nel 2013 avevo vinto altri premi – il Premio miglior tesi di dottorato e Eric Samuel Scholarship Award in America – sempre legati allo studio del giallo di cromo.

In questo momento si sta occupando di qualche altra opera dโ€™arte?

Di recente abbiamo lavorato su opere di Rubens e continuiamo su Munch e su unโ€™altra versione dei Girasoli di Van Gogh che si trova a Londra.

Ha mai lavorato su qualche dipinto umbro?

Ancora il lavoro รจ nelle fasi iniziali, ma mi sto occupando anche degli affreschi del Cimabue di Assisi, quelli danneggiati durante il terremoto del 1997.

Comโ€™รจ arrivata da chimica a studiare le opere dโ€™arte?

A Perugia cโ€™รจ un gruppo di ricerca nel dipartimento di Chimica che lavora proprio sui beni culturali. Io ho iniziato con loro perchรฉ sono appassionata di arte. In questo modo sono riuscita a unire il lavoro con la passione. Sono molto fortunata!

Quanto รจ difficile essere ricercatori oggi?

รˆ un lavoro molto difficile e faticoso, ci vuole pazienza. Ma se uno รจ attivo, pubblica e collabora a livello internazionale โ€“ che รจ fondamentale โ€“ si pongono le basi per un futuro, per fare concorsi e per riuscire a entrare nel mondo del lavoro. Certo, le posizioni sono poche. Ripeto, non รจ facile.

Qual รจ il bello di questo lavoro?

La possibilitร  – come detto – di unire due delle mie piรน grandi passioni: la chimica e lโ€™arte; la grande opportunitร  di stare a stretto contatto con oggetti di straordinaria bellezza e la consapevolezza che, nel mio piccolo, sto contribuendo un poโ€™ alla salvaguardia di opere che fanno parte della nostra storia e cultura.

Come descriverebbe lโ€™Umbria in tre parole?

Natura, arte e tartufo.

La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regione?

Casa.

Una nuova puntata alla scoperta del mondo dellโ€™Home Staging in Umbria. Questa volta ci concentriamo su come ottimizzare la qualitร  della struttura e rendere piรน agevole l’intervento degli operatori.

Foto di Muriel Plombin Pucci

 

Per catturare lโ€™attenzione del futuro ospite e per offrire un servizio ottimizzato, che sia in termini di comfort, di funzionalitร  o di sostenibilitร , interventi mirati potrebbero aiutare a tutelare la professionalitร  degli operatori, la loro salute e quella degli ospiti e a migliorare una struttura, migliorando l’uso del proprio tempo e quindi il proprio business. Si puรฒ cercare di ottenere il massimo risultato anche con un budget limitato e senza necessitร  di cambiamenti drastici.

Lasciare spazio allโ€™ospite

Siamo sicuri che tutti i mobili e i complementi presenti siano necessari a raccontare al meglio lโ€™anima di una struttura ricettiva? Senza nulla togliere alla sua identitร , alleggerire gli ambienti attraverso una fase di decluttering – ossia di rimozione del superfluo – avrebbe tanti vantaggi. Per superfluo intendiamo tutto quello che impedisce una lettura immediata, fresca e coinvolgente degli spazi. Luce, funzionalitร  e materiali avranno allora la possibilitร  di esprimere tutto il loro potenziale emozionale. Quanto sarebbe ottimizzata la pulizia approfondita di ambienti con i soli complementi indispensabili a vivere lโ€™esperienza di una vacanza?

 

Foto di Muriel Plombin Pucci

Scelta dei materiali e dei tessili

Anche una scelta mirata dellโ€™arredamento e dei materiali faciliterร  i tempi di pulizia e di manutenzione, quindi un maggior controllo dei costi imposti dallโ€™emergenza. Considerati i tempi ristretti per il cambio ospite, una scelta consapevole garantirebbe una corretta applicazione delle modalitร  sanitarie che richiede il momento.
Materiali resistenti e di qualitร  elevata saranno capaci di sopportare le alte temperature e l’utilizzo dei prodotti chimici normati necessari per la sanificazione. Non solo chi pianifica di avviare unโ€™attivitร  ricettiva dovrebbe approcciare questo tema come fonte di efficienza, ma anche chi ha un’attivitร  giร  avviata.
Senza stravolgere la struttura con interventi irreversibili o troppo onerosi, esistono soluzioni progettuali che nascono da unโ€™attenta analisi dellโ€™offerta esistente con lโ€™obiettivo di cambiare solo laddove รจ necessario, sempre nellโ€™ottica di attirare lโ€™ospite ideale e offrire un servizio in linea con i nostri tempi.

 

Foto b Muriel Plombin Pucci

Ingredienti:

  • 400 g di farina di roveja
  • 2 l di acqua salata
  • 5 filetti dโ€™acciuga sottโ€™olio, piรน altri per decorare
  • 2 spicchi dโ€™aglio
  • olio EVO q.b.

 

Preparazione:

Mettete sul fuoco la pentola con lโ€™acqua salata. Appena lโ€™acqua arriva a ebollizione, versatevi la farina di roveja a pioggia e mescolate energicamente con una frusta per evitare che si formino grumi. Mantenendo un fuoco lento, continuate a girare la polenta con un mestolo di legno per circa 40 minuti. Mentre la Farecchiata cuoce, in una padella antiaderente scaldate lโ€™olio extravergine con gli specchi di aglio interi; quando saranno dorati rimuoveteli e inserite i filetti di acciughe, lasciandoli sciogliere lentamente a fuoco lento. Raggiunta la cottura della polenta rimuovetela dal fuoco, versatela nei piatti e condite con lโ€™olio insaporito che avete preparato; fatela riposare un minuto, poi servitela con un filetto di acciuga arrotolato al centro del piatto. La vostra Farecchiata di Roveja รจ finalmente pronta per essere gustata.
Una variante stuzzicante: per rendere piรน croccante la vostra Farecchiata, tagliatela a fette, friggetela e servitela con un filetto di acciuga.

 


La Farecchiata, (o polenta con farina di Roveja), รจ una polenta tipica dal gusto delicato e lievemente amarognolo che viene preparata in diverse zone delle Marche, ma soprattutto nella zona di Castelluccio di Norcia, in Umbria. Si tratta di un piatto antichissimo della tradizione pastorale castellucciana: un’importante fonte di sostentamento
ย per le famiglie di pastori e contadini dei Monti Sibillini. Un piatto molto povero ma che si mantiene nel tempo, ragion per cui in passato fungeva da colazione proprio per i pastori della zona. L’ingrediente principale รจ la Roveja, un piccolo e saporito legume di colore marroncino, simile ai ceci ma dal sapore piรน forte. Conosciuta anche come pisello dei campi, robiglio o corbello, la roveja รจ un legume antico, che rischia di scomparire a causa delle difficoltร  legate alle condizioni impervie del territorio e alla morfologia della pianta. Ad oggi, infatti, sopravvive soltanto in una zona circoscritta della Valnerina grazie all’impegno di alcuni agricoltori che operano nella localitร  di Preci (Cascia), dove si trova anche un’antica fonte chiamata dei rovegliari. Estremamente nutriente, con un elevato apporto di proteine, fosforo, carboidrati e un ridotto contenuto di grassi, la roveja รจ oggi Presidio Slow Food.

Intelligenza artificiale e radiologia sono gli ingredienti. Ricerca scientifica e spin-off della ricerca sono gli attori. Aiutare la societร  al tempo del Coronavirus, lโ€™obiettivo.

Cโ€™รจ anche un pezzetto di eccellenza umbra nel metodo innovativo che diagnostica la polmonite da Covid-19. Annalisa Polidori, fisica perugina, รจ co-fondatrice di DeepTrace Technologies, societร  spin-off della Scuola Universitaria Superiore IUSS di Pavia che ha messo a punto un metodo per riconoscere la presenza della polmonite interstiziale causata dal Coronavirus sulla base di una normale radiografia digitale. Con lei, nel team, Matteo Interlenghi, il CEO Christian Salvatore, premio Forbes Under-30 nel 2017 per la categoria Science&HealthCare e la Professoressa Isabella Castiglioni, tra le 100 esperte europee in area STEM (www.100esperte.it).

Dottoressa Annalisa Polidori

Ciรฒ รจ stato possibile attraverso la collaborazione con un gruppo di ricercatori dellโ€™Universitร  di Milano Bicocca, dellโ€™Universitร  Statale di Milano, del CNR, dellโ€™IRCCS Policlinico San Donato e dellโ€™Ospedale San Gerardo di Monza. ยซLโ€™evolvere della pandemia ha accelerato le sinergie, i medici di due ospedali lombardi ci hanno chiesto di provare ad applicare le nostre tecnologie dโ€™intelligenza artificiale sulle tante immagini che stavano raccogliendo dei pazienti con Coronavirus, per rendere piรน efficienti e accurate le loro valutazioni; cosรฌ abbiamo provato a fare dei test. Quando abbiamo visto che cโ€™erano risultati promettenti, ci siamo adoperati per creare qualcosa di utile in tempi brevi. Cโ€™รจ stato uno sforzo enorme da parte dei medici che hanno collaborato in questo progetto: prima di ogni algoritmo e tecnicismo, รจ stata determinante la caratura umana e professionale del personale ospedalieroยป spiega Annalisa Polidori.

 

Vantaggi e precisione

Il software dโ€™intelligenza artificiale – addestrato utilizzando 500 radiografie di pazienti della Lombardia – permette di migliorare la diagnosi del Coronavirus a partire da una semplice radiografia al torace. ยซMigliorare la diagnosi, in questo caso, significa fornire una diagnosi che sia in grado di differenziare tra pazienti con polmonite interstiziale causata da Covid-19 e pazienti con sintomi clinici da Coronavirus ma non affetti da polmonite interstiziale. Questo inquadramento risulta molto utile in una fase di emergenza come quella che abbiamo vissuto o quando รจ fondamentale valutare preventivamente se un paziente deve essere inquadrato come Covid o meno. Il sistema di intelligenza artificiale ha imparato a distinguere in maniera automatica pazienti affetti da polmonite Covid e pazienti senza polmonite, con una sensibilitร  e specificitร  elevataยป prosegue Annalisa.

 

RX con presenza di Covid utilizzate per l’addestramento dell’algoritmo

 

I vantaggi di questo metodo โ€“ che verrร  testato maggiormente in diverse strutture ospedaliere lombarde – sono la rapiditร  di risposta, il basso costo e la possibilitร  di essere effettuato al letto del paziente, anche al domicilio. Va perรฒ detto che ciรฒ non sostituisce i test diagnostici biologici, perchรฉ permette dโ€™individuare solo pazienti affetti da polmonite interstiziale, non tutti i pazienti affetti da Covid-19. ยซVorrei sottolineare anche due altri aspetti. Innanzitutto, per individuare meglio la polmonite da Coronavirus stiamo mettendo a punto un metodo per la diagnosi di altri tipi di polmonite; lโ€™altro aspetto interessante รจ che questo strumento potrebbe essere utilizzato anche in Paesi dove manca una certa expertise medica e dove gli ospedali sono meno presenti, soprattutto per la popolazione in aree ruraliยป, puntualizza la dottoressa Polidori.

Non solo Covid-19

Ma non รจ tutto. Non solo Coronavirus per DeepTrace Technologies, che ha sviluppato molti altri progetti, tra i quali TRACE4AD per la diagnosi precoce della malattia di Alzheimer: ยซSi tratta di una piattaforma in continua evoluzione, gli use-case provengono dalle collaborazioni ospedaliere che vengono attivate su richiesta degli ospedali e per le quali cโ€™รจ una casistica numericamente interessante per poter addestrare un algoritmoยป conclude la co-fondatrice.

 


Per saperne di piรน: DeepTrace Technologies

ยซSogno di far crescere il mio brand e diventare uno tra i designer piรน influenti nel sistema modaยป.

Marco Rossi รจ un giovane โ€“ classe 1995 – e promettente designer di Passignano sul Trasimeno, nato sotto il segno del leone: ยซSono un leoncino a tutti gli effettiยป specifica. Oggi vive tra Roma e lโ€™Umbria e da poco ha partecipato alla Vancouver Fashion Week, dove ha portato in passerella la sua collezione ispirata al Trasimeno.
ยซUna tela perfetta di verdi colline e vallate, antiche fortezze e il pittoresco lago Trasimeno. Scene di pesca giocavano sullo schermo mentre i modelli indossavano cappelli da pescatore e camicie oversize. Arancione, bianco e tonalitร  scure si mescolano per formare un bagliore che ricorda i cieli estivi in Italiaยป, cosรฌ Fashion Studio Magazine di Vancouver ha descritto la sua sfilata. Per Marco non era perรฒ la prima volta: era giร  stato selezionato per diverse competizioni nazionali e internazionali quali Alta Roma e Un Talento per la Scarpa.

 

Marco Rossi durante la sfilata in Canada

Marco, qual รจ il suo legame con lโ€™Umbria?

Sono nato in Umbria a Passignano sul Trasimeno, anche se la mia famiglia non รจ originaria di questa regione. Amo lโ€™Umbria profondamente perchรฉ รจ sinonimo di natura ed รจ una delle poche realtร  italiane in cui il verde resiste al cemento. Il legame maggiore ce lโ€™ho perรฒ con il lago Trasimeno, perchรฉ ci sono nato e perchรฉ lโ€™acqua รจ un elemento in cui mi ritrovo molto.

A Vancouver ha portato una collezione del suo brand AnotherDavid ispirata proprio dallโ€™armonia del lago Trasimeno: ci spieghi meglio.

Sรฌ, mi sono fatto ispirare dal Trasimeno, cosรฌ da far conoscere al mondo lโ€™Umbria e in particolar modo il lago: ho raccontato, attraverso la mia collezione, i suoi tramonti, con i colori che variano dallโ€™arancione al viola. I cappelli e gli abiti larghi ricordavano lโ€™abbigliamento dei pescatori, cosรฌ come la stoffa a righe verticali e le pashmine in cotone intrecciate come le reti da pesca. Anche nella scelta dei tessuti ho voluto richiamare lโ€™Umbria: il denim รจ misto a canapa, la nostra regione รจ pioniera nella produzione di questo materiale. Ho riservato una attenzione particolare ai materiali, naturali e inediti, cosรฌ da utilizzare la minor quantitร  possibile di elementi inquinanti. Devo dire che รจ stata una collezione progettata e realizzata in circa due mesi: Istituto Italiano Design mi ha scelto e sono partito per il Canada, il tutto molto velocemente.

รˆ stata comunque un successoโ€ฆ

Non mi sento soddisfatto al centro per cento – si puรฒ sempre migliorare – perรฒ cโ€™รจ stato un buon riscontro, soprattutto da parte della stampa: giornali specializzati di moda hanno parlato di me e scritto della mia collezione. Queste sono piccole soddisfazioni che mi hanno ripagato dei tanti sacrifici fatti.

Troveremo lโ€™Umbria anche in altre collezioni?

Penso di sรฌ, anche perchรฉ allโ€™estero โ€“ come dicevo – รจ stata molto apprezzata.

Disegna sia per uomo che per donna?

Per ora realizzo solo abiti da uomo, ma il mio progetto รจ quello di disegnare una collezione anche da donna.

 

Collezione del brand AnotherDavid, Marco Rossi.

Quando ha deciso di diventare designer di moda?

La moda mi รจ sempre piaciuta fin da piccolo, da ragazzino leggevo Vogue sotto le coperte (ride). Cโ€™รจ un aneddoto che spiega la mia passione fin dalla tenera etร : quando si รจ sposato mio fratello piรน grande tutti dovevamo vestirci allo stesso modo, ma io โ€“ nonostante fossi molto piccolo โ€“ puntai i piedi perchรฉ volevo indossare il gilet oro e il papillon rosso. Alla fine la spuntai e mia madre mi accontentรฒ! Questo รจ stato il mio primo approccio concreto con la moda e la mia prima ribellione al sistema (ride). Poi ho iniziato a studiare, frequentando prima il liceo artistico e poi lโ€™Istituto Italiano Design a Perugia.

Ora, a cosa sta lavorando?

Sto cercando di portare avanti il mio progetto e promuovere il mio marchio AnotherDavid, ma non รจ facile.

Ci dia qualche consiglio per la stagione appena iniziata: questโ€™inverno cosa non deve mancare nellโ€™armadio di un uomo?

Il cappotto spinato over, rigorosamente con la cintura e il cappellino ispirato alla kippah.

Ha qualche grande stilista a cui si ispira?

Ce nโ€™รจ piรน di uno: Maison Martin Margiela per come destruttura lโ€™abito, un altro molto vicino alle mie corde รจ Valentino per come rielabora i contest delle sfilate, il terzo รจ Alexander McQueen, che per me ha fatto davvero la storia della moda. Infine, Vivienne Westwood per il personaggio che รจ. Tutti loro comunque li apprezzo come persone e per come hanno saputo comunicare il loro essere attraverso la moda.

Per il suo futuro cosa si augura?

Voglio far crescere il mio brand e diventare uno tra i designer influenti nel sistema moda. Per ora รจ un sogno, ma spero diventi realtร .

Come descriverebbe lโ€™Umbria in tre parole?

Equilibrata, spirituale, naturale.

La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโ€ฆ

Il lago Trasimeno.

Il Summer night open-air forum di Assisiย รจ stato organizzato da U.M.B.R.E. e Universo Assisi per favorire il dialogo e confrontarsi sulle possibilitร  collaborative e sui pensabili progetti futuri in comune circa il turismo, l’enogastronomia e l’innovazione digitale sotto il tema dell’internazionalizzazione.

Johann Wolfgang von Goethe, durante il suo Viaggio in Italia nel 1786, rimase incantato dal Tempio di Minerva di Assisi cosรฌ come tutti quelli che hanno assistito, nell’ambito del 50ยฐ anniversario del gemellaggio tra Assisi e San Francisco, alla tavola rotonda che si รจ tenuta durante ilย Summer night open-air forum, organizzato da Universo Assisi e U.M.B.R.E.
La manifestazione ha avuto come scenario la bellissima piazza del Comune e come sfondo l’imponenza delle sei colonne con capitelli Corinzi dellโ€™antico Tempio romano.

 

 

Le donne U.M.B.R.E.

U.M.B.R.E. (United Marketing for Business and Regional Experience) รจ un network umbro al femminile dedicato al settore turistico anche internazionale, guidato da cinque imprenditrici di successo di seconda generazione e provenienti da vari settori industriali: Ilaria Baccarelli, Federica Angelantoni, Cristina Colaiacovo, Ilaria Caporali e Michela Sciurpa. Oltre a queste cinque donne affermate, hanno partecipato al forum importanti personalitร  del mondo dell’impresa, del settore turistico, dell’informazione e della tecnologia.
Da Assisi, Stefania Berardi, Stefano Tulli, Matteo Montanari e l’italoamericana Angela Alioto, avvocato e politico e convinta fautrice delle relazioni Umbre-Californiane mentre, collegati in streaming dalla lontana San Francisco, Simone Brunozzi e la giornalista Serena Perfetto e dal Salento, la chef Viola Buitoni. Nellโ€™occasione si รจ voluto favorire un dibattito e un confronto per cui l’Umbria e la California potrebbero dare l’abbrivio a nuove e future sinergie progettuali nell’ambito turistico, enogastronomico e dell’innovazione digitale.

Puntare sulle eccellenze

Impresa, formazione e turismo sono stati tra gli argomenti approfonditi durante la tavola rotonda e messe in risalto le eccellenze dell’Umbria come testimonianza, veicolo promozionale e valorizzazione del territorio, nonchรฉ le differenze e le affinitร  tra lโ€™Umbria e la California. L’enologia, l’olivicoltura, la gastronomia, il paesaggio, la natura, l’arte e la cultura in genere sono tra le eccellenze sui cui l’Umbria puรฒ puntare per attrarre maggiore mercato, ma questo potrebbe non bastare.
I valori della tradizione e del passato debbono necessariamente essere riconosciuti, esaltati, affiancati a moderne tecnologie, ad avanzate strategie di business e sostenuti dalle istituzioni a partire da quelle locali, come viene fatto in alcuni casi virtuosi. Assisi ne รจ un esempio concreto.
Comunicare, incuriosire e soddisfare le aspettative degli ospiti sono stati gli altri argomenti con i quali i relatori hanno intrattenuto i presenti, mettendo a fuoco l’importanza di nuovi sistemi tecnici e delle innovative modalitร  comunicative, per tendere a una maggiore efficacia promozionale e imprenditoriale.
Durante la serata si รจ ribadito che il turismo รจ un settore di comune interesse tra l’Umbria e la California, dove si possono incrementare nuove o rinnovate collaborazioni, simbiotiche e complementari. Nella circostanza, le parole chiave sono state impresa, turismo, innovazione digitale e internazionalizzazione.

 

Tempio di Minerva di Assisi

 

L’iniziativa รจ stata sostenuta e ben recepita dal Consolato Italiano di San Francisco, come testimoniato dal console Lorenzo Ortona in un video-messaggio trasmesso durante la serata.ย Michela Sciurpa, presidente di U.M.B.R.E., ha detto che nelle loro strutture ricettive รจ prevista una formazione sperimentale costante riguardante alcune eccellenze tipiche quali l’enogastronomia e la moda e temi chiave come la gestione e l’innovazione.
รˆ stato rimarcato il concetto sull’apprezzamento delle preminenze regionali che dovrebbe avvenire tramite visite culturali ed enogastronomiche, in azienda o attraverso incontri, seminari e convegni. Nell’occasione si รจ auspicato che l’esperienza vissuta dai turisti che vengono in Umbria, dovrebbe calarsi maggiormente in un territorio ammantato da natura e storia e in sintonia con il suggestivo paesaggio che la regione offre, entrando cosรฌ in contatto con le arti e i mestieri locali e i suoi artigiani.ย Cristina Colaiacovo, ha aggiunto che la valorizzazione dell’Umbria, deve passare anche per un turismo sostenibile ed evoluto, alimentato da nuove tecnologie e sospinto da efficaci e mirate modalitร  comunicative, immerse all’interno della vastitร  di internet, che rappresenta costanti e dinamiche potenzialitร  di business.
Ha chiuso la serata il Sindaco, l’attivissima Stefania Proietti, ricordando con orgoglio il 50ยฐ anniversario del gemellaggio tra Assisi e San Francisco e la sintonia nel preparare insieme alle U.M.B.R.E. e a Universo Assisi, l’evento della serata.
Anche le parole di Goethe, rispetto all’evento assisano, non sarebbero mai state piรน centrate: ยซNon mi sarei mai saziato d’osservare la facciata e la geniale coerenza dell’artista ch’essa dimostra (…)ยป.

A Pietralunga, il comune d’Italia con piรน raccoglitori di tartufi in rapporto ai suoi abitanti, si รจ svolta la trentaduesima edizione della Mostra Mercato del Tartufo e della Patata. Venti chef stellati e non hanno cucinato i loro piatti gourmet, devolvendo il ricavato in beneficenza. Stessa sorte per un tartufo di 364 grammi acquistato da un noto ristorante perugino.

Si รจ appena conclusa la manifestazione di Pietralunga dedicata al tartufo e alla patata, dove 70 espositori di prodotti enogastronomici e di artigianato locale hanno colorato e diffuso profumi nel delizioso borgo medievale umbro. Abbiamo intervistato alcuni rappresentanti istituzionali e privati e ci siamo fatti raccontare l’evento.
Il sindaco Mirko Ceci, che abbiamo incontrato tra le animate strade cittadine, ci ha detto: ยซGli stand umbri e di fuori regione hanno arricchito le nostre vie insieme a venti chef di tutta Italia che hanno cucinato utilizzando i nostri prodotti. Per noi il tartufo รจ un volano di sviluppo: abbiamo infatti lanciato il marchio Tuber Turismo, in cui crediamo moltissimo. I turisti sono curiosi di conoscere e vivere il mondo del tartufo e desiderano entrare in contatto con il raccoglietore e il suo cane, andare nei posti di prelievo e vedere la lavorazione finale. Abbiamo nel nostro Comune oltre 400 cavatori e 120 addetti che operano in questo mondo, con due aziende del settore importantissime, che esportano in oltre 50 paesi. In questo event, abbiamo inaugurato una statua dedicata al raccoglitore e al suo cane, che riporta anche alcuni oggetti rappresentativi di questa attivitร . Inoltre, abbiamo ratificato una prima intesa per un rapporto in divenire di tipo culturale, turistico e commerciale con l’Associazione Russia in Umbria, in accordo con la sua presidente Larisa Gavrilovaยป.

 

Statua dedicata al raccoglitore di tartufo e al suo cane

 

Nel borgo regnano suoni, musica e voci che, intrecciandosi tra di loro, armonizzano i residenti con i tanti forestieri intervenuti. Troviamo l’assessore Federica Radicchi, con delega al Turismo, Politiche Sociali e Scolastiche che, appena rientrata dall’importante manifestazione bolognese Fico Eataly World, ci ha confidato: ยซAbbiamo creato una sinergia con l’istituto alberghiero Cavallotti di Cittร  di Castello i cui studenti hanno creato, con il tartufo e la nostra patata bianca DE.CO., due prodotti denominati il trifola finger food e il tortello al tartufo. Sono stati presentati a Bologna, dove abbiamo portato anche la visciola e la nocciola, che sono state apprezzate moltissimo. La nostra politica รจ quella di coinvolgere i giovani del territorio e i nostri prodotti, insieme ai paesi vicini per nuove e sinergiche collaborazioniยป.

 

Giuliano Martinelli

Dopo aver apprezzato il profumo di uno splendido tartufo, Luciano Bacchetta, presidente della Provincia di Perugia e Sindaco di Cittร  di Castello, ci ha detto: ยซNel comprensorio alto-tiberino, cosรฌ come in tutta la Provincia, abbiamo potenzialitร  enogastroniche di altissimo livello ricercate in tutto il mondo; in particolare, il tartufo bianco altotiberino ci permette di proiettarci in una dimensione piรน ampia, anche dal punto di vista promozionale. Dobbiamo lavorare molto sulle strade e infrastrutture, perchรฉ se non sono adeguate frenano lo sviluppo; noi cerchiamo di incrementare sinergie con i sindaci di questi borghi, per valorizzare l’immagine del comprensorioยป.

Poco piรน in lร  Monica Panetti, socia fondatrice di Solidart, ci racconta: ยซInsieme a mio marito, lo chef Simone Ciccotti e a nostra figlia Benedetta Sofia, ho creato l’Associazione Solidart con finalitร  benefiche unendola al mondo della ristorazione, che รจ il nostro mestiere. Nell’associazione c’รจ un gruppo di chef che ha deciso di creare eventi a scopi benefici, come quello in seno a questa manifestazione, che ha voluto indirizzarsi verso la raccolta fondi per l’acquisto di un defibrillatore per una scuola e l’aiuto a una ragazza, Daniela, per favorire la pubblicazione del suo secondo libro. Abbiamo prossimi progetti similari, perchรฉ fare del bene fa beneยป. Le note e la voce di Simone e Selene hanno chiuso, con un tocco di musica soul, la magnifica manifestazione.

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