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“La vita di comunitร  intorno al forno di Collazzone” รจ l’incontro che si terrร  domenica nel completo rispetto delle misure anticovid, nel borgo medievale della media valle del Tevere.

Il vecchio forno di comunitร , inserito in un’antica torre del camminamento medievale del paese, viene ancora usato, anche se con modalitร  diverse dal passato e non di rado per le vie del borgo si spande il profumo del pane appena cotto. La cultura del forno collettivo, inteso come strumento di cottura, ma anche di condivisione e convivialitร , รจ ancora viva a Collazzone. Persone del paese e associazioni – la Comunitร  dei forni collettivi di Collazzone e dell’Umbria, l’associazione Idea Comune e la Pro loco – introdurranno i partecipanti al mondo del pane, dei forni, dell’economia circolare cui davano vita. Verranno insegnati segreti e tecniche di cottura ma anche raccontate storie, alcune inaspettate, sul nostro passato lontano e vicino. In particolare Francesca Grauso svelerร  la storia del forno e alzerร  il velo sul tema Donne e panificazione.

 

Collazzone, foto by Enrico Mezzasoma

 

L’appuntamento inizia alle 10.30, con una visita al forno nel rispetto del distanziamento sociale, che perรฒ non impedirร  di avvicinarsi a questo manufatto di architettura rurale minore e ai suoi segreti, proseguirร  nel vicino orto delle monache, uno spazio aperto protetto dal verde con vista sulla vallata, dove ci sarร  il momento dei racconti e delle storie, e finirร  con una degustazione, offerta gratuitamente ai partecipanti, rigorosamente servita in confezioni monouso. Il numero dei partecipanti รจ ristretto, la partecipazione รจ gratuita ma a prenotazione obbligatoria, da effettuarsi entro le 14.00 di venerdรฌ 24 luglio, telefonando al numero 3486081891.

L’evento รจ organizzato nell’ambito del Progetto Benessere di Aiab Umbria, finanziato dalla Regione Umbria con risorse statali del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
PARTNER: Unc (Unione nazionale comunicazioni) e associazione Alea.
COLLABORATORI: Banca del Tempo di Perugia (insieme agli uffici regionali), Asd San Mariano, Asd Santa Sabina, Ada (Associazione per i diritti degli anziani).


Partecipazione gratuita ma con prenotazione obbligatoria.

Nei momenti piรน bui della sua storia, quando imperiali e Chiesa si fronteggiavano e mentre i condottieri costruivano castelli e massacravano gli avversari, lโ€™Umbria ha partorito due grandi figure che sono agli antipodi rispetto alla violenza che era attorno a loro: San Francesco e Jacopone da Todi.

Un santo e un mistico. Due uomini che attraverso la sofferenza hanno scritto e parlato di pace, di intima serenitร  e di povertร . Se di San Francesco si รจ scritto e visto tanto, del poeta di Todi si sa tanto e niente. Entrambi si sono scontrati con un papa. Innocenzo III approva la regola di San Francesco, Bonifacio VIII non sopporta le critiche. Prima scomunica Jacopone e poi lo costringe a un’orrenda prigionia. Cinque anni di carcere durissimo, da cui esce ferito nel corpo ma pacificato nello spirito.
Jacopone รจ un poeta come San Francesco ed entrambi, prima di Dante, hanno usato il volgare italiano con risultati elevatissimi. Jacopone si รจ servito della poesia per esprimere la sua relazione personale con Dio. Molti ricordano i versi struggenti tratti dal Pianto della Madonna ai piedi della croce:

O figlio figlio figlio
amoroso giglio,
โ€ฆ
figlio bianco e vermiglio
figlio senza simiglio
figlio a chi mโ€™appiglio.

 

Tutti amavano la sua poesia, ma il tempo ha calato su di lui un velo di silenzio. Il silenzio รจ durato trecento anni e finalmente con lentezza cโ€™รจ stato il risveglio. Dopo il Todi International Music Master, il Todi Festival e la mostra dedicata ad Ayrton Senna, Todi ha dedicato un ciclo di conferenze alla scoperta della veritร  su Jacopone. O meglio, la veritร  su dove รจ morto, nellโ€™Abbazia di San Lorenzo a Collazzone e su chiostro della chiesa di San Fortunato, dove รจ stato tenuto prigioniero. Sembra che abbia soggiornato anche nel convento di Montesanto.
Jacopone era uno spilungone: era magro e lungo – da cui il soprannome – e si vestiva da bizzoco francescano: indossava cioรจ il saio da terziario francescano. In un’immagine รจ raffigurato in ginocchio, in meditazione, davanti allโ€™immagine di Cristo e senza aureola. Jacopone non รจ stato fatto santo perchรฉ la chiesa non ha mai perdonato la scomunica che gli era stata inflitta da Bonifacio VIII, il papa che peraltro sgambettava a testa in giรน nellโ€™Inferno di Dante.

Parallelamente alla storia ufficiale, ai grandi eventi storici che si riversano nei libri di storia, si dipana il racconto di coloro che hanno condotto la propria vita allโ€™ombra dei grandi, smarriti nelle pieghe di una quotidianitร  che, di banale, a ben vedere, aveva ben poco. Narrazioni scaturite dallโ€™assenza, dallโ€™ufficiositร , dal peso di una presenza che, seppur fuggevole, impartiva inopinabili ordini dallโ€™alto.

 

 

รˆ questo il clima che avvolge la figura di Thadea, la figlia segreta di Carlo V che Andrea Margaritelli ci illustra nello splendido volumetto illustrato edito dalla Fondazione Guglielmo Giordano. Un libello dalla copertina cartonata, da collezione, abbellito dalle miniature tratte dai documenti giunti sino a noi dal Sedicesimo secolo, presentati, in tutta la loro fascinosa ufficialitร , tra le pagine di una storia che sembra un romanzo, ma non lo รจ.
รˆ proprio con queste parole che Maria Grazia Nico Ottaviani, professoressa del Dipartimento di Lettere dellโ€™Universitร  di Perugia, introduce il volume; un monito che riecheggia nella chiosa di Andrea Margaritelli, come a voler rimarcare la veridicitร  di tale, incredibile, scoperta.
Perchรฉ, in questa storia ambientata tra le Fiandre e lโ€™Italia centrale, le nebbie avvolgono non solo la figlia mai riconosciuta dellโ€™imperatore, ma anche sua madre, la bella e affascinante Orsolina Arcipreti della Penna, nobildonna perugina che, per tutta la vita, intessรฉ una fitta corrispondenza con Carlo, interessato a salvaguardare gli interessi della figlia in nome della sua posizione e della sua genealogia.

 

 

Sebbene preso dal governo del suo enorme impero, inoltre, Carlo non perse occasione di vedere la figlia โ€“ come tutte le altre avute da diverse donne sparse in tutta la Penisola โ€“ e ovviamente non mancรฒ occasione per far valere le proprie ragioni, come nel caso del matrimonio combinato, per la figlia, dai fratelli di Orsolina.
Carlo – figura che giganteggia nei libri di storia, come ci ricorda Nico Ottaviani –ย  si configura quindi come una sorta di custode, anche per interposta persona: basti pensare alla figura della balia, che accompagna la crescita, lontana dai riflettori, di Thadea. In effetti, numerose sono le donne nella vita della giovane: prima le suore che la accolgono, poi le nutrici che la crescono a Collazzone, nel monastero di San Lorenzo, non troppo distante nรฉ troppo vicina alla madre Orsolina.
Da questa storia tratteggiata da Margaritelli, curiosamente emergono i tratti peculiari di molti personaggi โ€“ le capacitร  di mediazione di Orsolina, la vena vendicativa dei di lei fratelli, lโ€™arrivismo della famiglia Deโ€™ Cuppis di Montefalco, al cui rampollo Sinibaldo va in sposa Thadea e, non ultimo, il piglio autoritario dello statista Carlo โ€“ ma il carattere della vera protagonista, Thadea, resta pressochรฉ un mistero. Qualche tratto emerge dalle missive inviate dalla donna a Filippo II affinchรฉ egli la riconosca come figlia di Carlo, ma la posizione di subalternitร  di Thadea, assieme al tono di supplica usato, ci danno una visione piuttosto parziale del suo carattere.
Possiamo solo fantasticare, lasciando il sentiero battuto della Storia per inoltrarci in quello buio, impervio e senza via dโ€™uscita dellโ€™immaginazione. Partendo perรฒ da un racconto storico: quello condotto in Thadea, La figlia segreta di Carlo V.

 


Thadea, La figlia segreta di Carlo V

Andrea Margaritelli

Fondazione Guglielmo Giordano

Ed. Illustrata

96 pagine