Prima della E45 c’era la Romea Germanica. 2200 km di strada, che collegavano la Germania con Roma, passando per l’Umbria.
La Romea Germanica iniziava a Stade nel Nord della Germania, attraversava il Sacro Romano Impero, scendeva in Italia dal Brennero, attraversava la Pianura Padana, transitava per Cervia, Arezzo, Perugia e Orvieto. Per raggiungere Roma si collegava alla Francigena, quella che scendeva da Canterbury e attraversava la terra dei Franchi.
Era una strada molto trafficata, percorsa da Imperatori e Papi e naturalmente dai Romei che scendevano a Roma per pregare sulla tomba di Pietro e poi magari proseguire per la Terra Santa. “Movesi il vecchierel canuto et biancho” scriveva Petrarca, e forse il suo vecchietto ha percorso proprio questo cammino.
Nel 962 è transitato Ottone I che andava a Roma a farsi incoronare imperatore, nel 1072 sono passati Matilde e poi Enrico IV che andava a umiliarsi a Canossa, nel 1804 è stata la volta di Papa Pio VII che era stato convocato a Parigi per incoronare Napoleone. Insomma, un via vai di personaggi che sono entrati nella storia. Quella strada non assomigliava alla E45 attuale – che è una strada Europea che attraversa l’Umbria, arriva a Cesena e prosegue fino al Circolo Polare Artico – ma era una specie di tratturo, chiamato Francigena-Germanica o Romea Germanica.
Per nostra fortuna il monaco Alberto di Stade la percorse nel 1256 e la descrisse accuratamente in un diario di viaggio. Oggi la Romea Germanica è tornata percorribile sia a piedi sia in bicicletta. Muoversi sulle antiche strade rispecchia il detto latino Festinare Lento, cioè Sbrigarsi Adagio. Si gode il silenzio, si ha il tempo di vedere la natura e l’arte, si scopre sé stessi e gli antichi mangiari. Andando si abbraccia con lo sguardo tutto il paesaggio. Si fa quello che in macchina è impossibile.
Il tuderte Walter Nilo Ciucci, portatore sano della Chiocciola in bicicletta, ha percorso in bici il tratto della Romea Germanica che va dalle saline di Cervia a Orvieto. È partito da Cervia perché Slow Food e ha riesumato un antico patto di amicizia e commerciale che legava Orvieto a Cervia. Per secoli hanno scambiato il pregiato sale di Cervia con il Fagiolo Secondo della Piana di Orvieto. Le saline romagnole sono tuttora funzionanti e producono un sale pregiato di Cloruro di Sodio puro. La tradizione vuole, che nel 1464, un gruppo di salinatori pellegrini sia sceso a Roma per offrire il sale a Papa Paolo II, già vescovo di Cervia. La tradizione non si è persa e ogni anno alcuni salinatori intraprendono un pellegrinaggio di 200 km percorrendo il vecchio cammino e sono accolti in Vaticano.
Lo scopo di Walter Ciucci non era solo percorrere la Romea Germanica, ma come Chiocciola in Bicicletta, si è soffermato nei luoghi dei presidi Slow Food per gustare e segnalare i prodotti ormai in via d’estinzione che vanno tutelati. Da Cervia a Orvieto ci sono 20 presidi ripartiti tra Romagna, Toscana e Umbria.
Entrato in Umbria si è fermato sul lago Trasimeno dove ci sono ben tre presidi Slow Food. Il primo è la Fagiolina del lago, un legume che cresce solo lungo le sponde del lago finché il cambiamento climatico glielo permetterà. Gli altri due sono presidi a base di pesce, perché la pesca nel lago è fatta in modo sostenibile e con metodi tradizionali. Un piatto importante è il Brustego, pesce persico che viene abbrustolito sulla fiamma viva e di conseguenza esce bruscato. Altro presidio è la Carpa, la regina del lago, che i locali cuociono in modo molto originale: la presentano in porchetta. Cioè, è cotta al forno con un ripieno di pane e aromi umbri di campagna. Il lago, comunque offre anche molti altri pesci e pesciolini che vengono che costituiscono il tegamaccio. Insomma, attorno al Trasimeno si trovano prodotti di nicchia molto buoni che bisogna gustare almeno una volta prima che spariscano.
L’ultima tappa di Walter Nilo era Orvieto. Su Orvieto è stato scritto di tutto, sullo splendore del Duomo e del sole al tramonto che accende la sua facciata d’oro. Per non parlare della cappella di San Brizio affrescata dal Beato Angelico, Benozzo Gozzoli e Luca Signorelli. Tardo gotico e rinascimento si sposano benissimo. Il Duomo sovrasta la città e lo si vede anche da lontano, invece è più difficile scovare il Fagiolo Secondo del Piano di Orvieto. Proprio quello che veniva scambiato col sale di Cervia. È un legume, certo è un fagiolo, secondo perché veniva piantato nei campi di grano dopo la trebbiatura, quindi di seconda semina. Tanta gente è sopravvissuta con il Fagiolo Secondo che non si è limitato a fare il fagiolo, ma è servito come moneta di scambio con l’olio sulle rive del fiume Paglia e con il sale di Cervia.
Tutti i percorsi segnalati da Walter Nilo Ciucci, in Umbria e non solo, sono punteggiati da presidi Slow Food dove ciclisti e trekker possono sostare godendo il territorio anche da un punto di vista culinario assolutamente speciale come il loro andare.
Purtroppo il caldo limita la produzione di questi presidi, ma l’intento dei presidi Slow Food è proprio quello di salvaguardare i prodotti in via estinzione perché non si perdano nel nulla.
Per conoscere più dettagli del percorso basta andare sul canale Youtube di Walter Nilo Ciucci
Renata Covi
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