“Ugualmente diversi” di Federika Ponnetti, arriva in Umbria e sarà presentato, domenica 15 dicembre alle 21.00, al cinema Sala Pegasus di Spoleto, con ingresso gratuito nell’ambito del programma del Decennale.
Ugualmente Diversi è un’opera che celebra la diversità e riflette sull’unicità dell’individuo attraverso le storie di tre giovani camerieri autistici. Racconta la storia di Lorenzo, Andrea e Gabriele, tre camerieri che lavorano in una nota pizzeria in Italia gestita da ragazzi autistici. Gabri studia Storia all’università, Lori impiega due ore con i mezzi per andare al lavoro e non vede l’ora di essere assunto a tempo indeterminato e Andrea, che in poco tempo è diventato un violinista, per la prima volta suonerà a un matrimonio. Nel mentre gli studenti di un liceo fanno un percorso sul valore della diversità, anche attraverso il Mobile-FilmMaking, e si affrontano in un dibattito. Le storie si intrecciano con l’esperienza della classe con i nostri protagonisti che diventano tutor speciali per insegnare il mestiere del cameriere, e si apre una riflessione. Non avrebbe più senso oggi parlare di unicità dell’individuo, invece che di diversità? Il film sarà accessibile a tutti grazie all’app MovieReading, che consente la visione audio-descritta per ciechi e ipovedenti, e ai sottotitoli per persone sorde e ipoudenti, offrendo un’esperienza inclusiva.
Al termine della proiezione Q&A moderato da Roberto Lazzerini, scrittore e programmer di eventi cinematografici, durante il quale il pubblico potrà confrontarsi con la regista sul significato della diversità e sul valore del lavoro come strumento di integrazione sociale. Il documentario, scritto dalla stessa Ponnetti, è prodotto da Zoom srl, con il sostegno del Ministero della Cultura Direzione Cinema, della Regione Emilia – Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission, di BPER Banca, il patrocinio di Comune di Modena, FIADDA, UICI, FISH Onlus e Banca Etica. L’anteprima italiana ha avuto il patrocinio di Parlamento Europeo, Commissione Europea e Ministero per le disabilità.
Un aspetto molto importante è l’attenzione all’accessibilità del film. La regista e la società di produzione hanno voluto fino in fondo rendere questo film il più accessibile possibile. I sottotitoli per non udenti, le audio-descrizioni per non vedenti e i titoli del film sono stati realizzati con particolare cura e attenzione.
Per questi ultimi è stato scelto un carattere tipografico ad alta leggibilità (Dyslexia/ADHD-friendly) e la loro scelta grafica è andata verso i cartelli fissi, la cui lettura è molto più comprensibile e riposante rispetto a quelli classici che scorrono. I titoli del film, che di prassi non vengono audio-descritti se non per i primissimi nomi, hanno una durata più ampia per permetterne la fruizione anche da chi ascolta le audio-descrizioni e questo è diventato un cartello-manifesto per non discriminare gli ipovedenti e agire nella direzione dell’accessibilità. Le persone cieche e ipovedenti potranno andare al cinema e ascoltare il film attraverso la app MovieReading.
Si vuole dunque sensibilizzare il pubblico, i produttori, gli esercenti delle sale e i direttori dei festival a proiettare le pellicole con i sottotitoli per non udenti impressi sul film e a rendere obbligatoria la comunicazione delle accessibilità del film su tutti i canali di comunicazione che diffondono il film, per una sua concreta fruibilità da parte di tutti, anche al cinema.
“Ho scelto di raccontare questa storia– dichiara la regista – perché madre di figli con dislessia e ADHD, e con un percorso di accettazione delle loro caratteristiche e di faticoso adattamento in un ambiente scolastico basato su uno standard da cui loro differivano, come del resto la mamma. Questo film è un modo positivo di raccontare le differenze per un’evoluzione culturale e di sguardo per tutti, soprattutto per quelli che ancora si considerano normali rispetto a qualcun altro. La camera diventa quasi invisibile, alla Wiseman, per raccontare le vite dei tre ragazzi con autismo osservando il loro modo di stare al mondo con difficoltà e soddisfazioni, esattamente come i ragazzi e le ragazze della classe ognuno con le proprie caratteristiche e fragilità. Il racconto d’osservazione è arricchito dal linguaggio degli adolescenti, quello più intimo e spontaneo che usano davanti alla fotocamera del loro smartphone”.
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Redazione
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