L’Istituto Serafico di Assisi, in occasione del G7-Inclusione e Disabilità (dal 14 al 16 ottobre), sarà un punto di riferimento e di accoglienza e aprirà le porte il 14 ottobre per una giornata di inclusione e divertimento.
«Se potessi sedermi al tavolo del G7, come prima cosa direi ai ministri di guardare la persona, come già prevede la Convenzione ONU; ciò è possibile cambiando lo sguardo così da vedere l’individuo in tutte le sue dimensioni. Gli Stati sono chiamati a colmare in opportunità quelli che sono a volte i limiti dovuti alla disabilità: una persona con disabilità incontra delle difficoltà oggettive, che non sono solo legate alle barriere architettoniche, spesso sono limiti culturali dovuti al fatto che i servizi, lo sport, i musei non vengono progettati pensando a tutti; dobbiamo cambiare lo sguardo. Inoltre, chi ha una disabilità gravissima è spesso invisibile» queste le parole di Francesca Di Maolo, presidente dell’Istituto Serafico di Assisi.

Proprio Assisi e il Castello di Solfagnano, dal 14 al 16 ottobre, ospiteranno il G7-Inclusione e Disabilità, voluto dalla ministra Alessandra Locatelli. Si tratta del primo summit al mondo dedicato a queste tematiche e cercherà di portare un faro su aspetti che coinvolgono tante persone nel mondo, anche con la firma di un documento (Carta di Solfagnano) in cui verranno esplicitate le priorità e gli impegni che i Paesi prenderanno in futuro.
Per questa occasione il Serafico di Assisi – in particolare il 14 ottobre – sarà un punto di riferimento nella rete socio-sanitaria che è stata organizzata intorno all’evento così da accogliere al meglio tutti i partecipanti, garantendo svago e anche quei bisogni che non sono necessariamente sanitari o medici.
Quel giorno le porte dell’Istituto saranno aperte a tutti con un programma ricco di attività. Ci sarà l’arte all’interno del chiostro in cui persone con disabilità, insieme ad alcuni artisti, potranno realizzare un’opera collettiva che avrà come tema l’inclusione: «L’arte è un veicolo di comunicazione per tutti e una via straordinaria per esprimere talenti; è un potente percorso d’inclusione» spiega la direttrice.
Saranno presenti anche degli spazi dedicati allo sport, anch’esso un ambito fondamentale nella vita di una persona: lo sport può essere e – deve essere – un diritto per tutti. Per questo è stato invitato l’EISI (Ente Italiano Sport Inclusivi) che monterà un piccolo campetto in cui sarà possibile mettersi alla prova. Infine, da non perdere il campione di Freestyle motocross, Vanni Oddera con la sua mototerapia.
«Tutto questo serve a ricordare quanto siano importanti le attività che si affiancano a quelle socio-sanitarie: la salute, la cura e l’integrazione non passano solo attraverso gli aspetti clinici e sanitari. La persona con disabilità è una persona, quindi è importante tener conto che il suo benessere si concretizza attraverso dimensioni relazionali che riguardano l’ambiente, la natura, lo sport e l’arte; se vogliamo prenderci cura della vita di tutti è importante capire che i diritti fondamentali si esplicitano anche attraverso la garanzia di tutto questo. È un qualcosa a cui noi teniamo molto» illustra la presidente Di Maolo.
La tre giorni umbra ha come slogan: Il diritto di tutti alla piena partecipazione alla vita civile, sociale e politica e la stessa Locatelli ha assicurato che: «Non sarà un G7 simbolico», per questo gli Stati partecipanti sono chiamati ad agire concretamente non solo con sussidi e con politiche assistenzialistiche: «Il messaggio che deve essere portato alla luce dalle più grandi economie del mondo, è che lo sviluppo di uno Stato passa attraverso l’inclusione. Occorre un sistema economico che includa e che non lasci nessuno indietro: non servono solo interventi assistenziali, ma una vera partecipazione che agisca in maniera circolare; questo modo di agire dovrebbe certificare lo sviluppo o meno di un Paese. Sarebbe utile anche un documento che sancisca gli obiettivi da raggiungere perché l’inclusione è una tessitura che ha bisogno sia di movimenti verticali (dagli Stati) che orizzontali e tutto deve partire dalle famiglie che vanno aiutate in questo» conclude Di Maolo.
L’istituto Serafico
L’Istituto Serafico per sordomuti e ciechi (fondato nel 1871) è un ente ecclesiastico senza scopo di lucro convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale che promuove e svolge attività riabilitativa, psicoeducativa e assistenza socio-sanitaria per bambini e giovani adulti con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali. Attualmente sono seguite circa 130 persone di cui 86 residenziali e 20 semiresidenziali. L’istituto svolge 2/3 valutazioni a settimana a pazienti che arrivano da tutta Italia. Il Centro di Riabilitazione è aperto a un pubblico diversificato: sportivi, fisioterapisti e tutti coloro che cercano percorsi riabilitativi personalizzati; ognuno può seguire un percorso che coinvolge e integra tutte le aree, per raggiungere una riabilitazione globale.
L’ammissione agli ambulatori avviene in due modalità: tramite autorizzazione ASL (la tipologia e al numero dei trattamenti è indicata nella valutazione effettuata dallo specialista del S.S.N.) oppure in forma privata. La mission è: “Ci prendiamo cura della persona nella sua totalità coniugando principi etici, evidenze scientifiche ed esperienza clinica”.
Per maggiori informazioni: www.serafico.org

Agnese Priorelli

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