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Festa di San Francesco a Lugnano in Teverina. Tre le novità, visita all’antico refettorio

Domenica 6 ottobre, nell’ottavo centenario francescano dell’impressione delle stimmate, si svolgerà a Lugnano in Teverina la Festa di San Francesco, Compatrono della Terra di Lugnano come attesta l’antico Statuto del 1508.
La Festa di San Francesco ha qui origini antichissime e come ogni anno si rinnova la tradizione dei festeggiamenti di San Francesco d’Assisi, che i lugnanesi venerano da oltre 800 anni. Nel 1212, infatti, passando nella Valle Teverina, San Francesco operò un miracolo e i lugnanesi nel 1229, dopo la morte del santo, costruirono la chiesa in suo onore addirittura cronologicamente prima della Basilica di Assisi.
 E così che anche quest’anno, domenica 6 ottobre, il corteo storico partirà da Piazza S.Maria e arriverà alla chiesa di S.Francesco dove durante la Solenne Messa, ci sarà la rievocazione dell’offerta del cero con il corteo storico organizzato dall’Associazione Lugnano & Medioevo.
Durante la S.Messa il sindaco Alessandro Dimiziani rinnoverà la tradizione dell’accensione della lampada votiva all’antico altare della Chiesa di San Francesco, dove si trova l’affresco trecentesco che ricorda il miracolo. Dopo la messa, come da tradizione, è prevista la distribuzione del Bocconcello di San Francesco, classica ciambella al formaggio preparata per l’occasione dal Panificio Montagnetti. 
Novità di questa edizione è la riapertura dell’antico refettorio, utilizzato per anni come ristorante, che contiene antichi affreschi che potranno essere ammirati dopo tanto tempo.

IL MIRACOLO DI LUGNANO

La storia narra che Francesco nel predicare agli abitanti del luogo (1212), intenerito dalle grida strazianti del bimbo e della madre disperata, ordinò ad un branco di anatre selvatiche di liberare il fanciullo dalle fauci del lupo. Si narra infatti che un giorno San Francesco stava predicando alla folla, quando, improvvisamente, comparve un lupo che portò via un bambino.

L’AMERINO UNA TERRA FRANCESCANA CON IMPORTANTI TESTIMONIANZE DEL PASSAGGIO DEL POVERELLO DI ASSISI

Il comprensorio amerino è un territorio ricco di testimonianze del passaggio di San Francesco con importanti conventi, chiese ed eremi che andrebbero promossi e valorizzati in rete per una ulteriore offerta turistica alla luce dei prossimi eventi come il giubileo del 2025 e l’ottavo Centenario della morte di San Francesco.

Una importante relazione sulle importanti testimonianze francescane del nostro territorio, realizzata dal prof. Emilio Lucci.

Secondo quanto ipotizzato nel convegno tenuto ad Amelia nel 2009, San Francesco, insieme ai suoi primi compagni, passò per Amelia già nel 1209, di ritorno da Roma, dopo l’approvazione della Regola da parte del papa Innocenzo III: Tommaso da Celano parla della sosta a Orte da dove, è quasi naturale, i primi frati siano passati proprio per Amelia, sulla via del ritorno ad Assisi. Poi gli storici francescani (Wadding) mettono un altro suo passaggio nel 1213: da Alviano, dove è registrato il miracolo delle rondini, a Lugnano, dove il Santo salvò un bambino, rapito da un lupo, infine ad Amelia e a Sangemini.

Poco dopo la sua morte cominciarono a sorgere anche i primi conventi; il primo, anzi, quello di Sant’Angelo a Pantanelli, venne donato allo stesso Santo, quando era ancora in vita, dai Signori di Baschi. Nacquero poi quello di Lugnano, già nel 1227, sembra; poi quello di Amelia, poco dopo; poi quello di Santa Maria Maddalena di Canale, nei pressi dell’attuale paese di Collicello. Se poi dobbiamo credere alle leggende, anche il piccolo convento di Santa Illuminata nacque quando il Santo era ancora in vita, donatogli dai benedettini, che vi abitavano in precedenza; e a sant’Illuminata lo stesso Francesco sembra abbia usato l’acqua che gocciolava nella vicina grotta, considerata miracolosa per curare le malattie degli occhi; nella stessa grotta viene ancora indicato un giaciglio di pietra, sul quale il Santo avrebbe anche dormito; e a Sant’Illuminata abitarono anche diversi francescani della prima generazione (fra’ Ginepro).

Altri conventi francescani più tardi furono quelli di Santa Maria Annunziata di Monte Corvo (dietro Guardea) e dell’Annunziata, presso Amelia: ambedue abitati a lungo dai Clareni. Sorsero poi, nel Quattrocento, San Giovanni Battista, ad Amelia, degli osservanti; Sant’Antonio da Padova, a Lugnano, e San Giacomo, ancora ad Amelia, abitati dai Cappuccini; ultimo in ordine di tempo, Santa Maria di Gesù, nato a Giove nel 1626. Anche il ramo francescano femminile fu a lungo presente nella zona di Amelia: da antiche unioni di recluse nacque, nel Quattrocento, il convento di Sant’Elisabetta, in Amelia e, nel 1470, quello di Santa Chiara, a Lugnano, ambedue abitati da Terziarie francescane.