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Il ponte Bailey, la giunzione ciclopedonale tra le due sponde del Tevere

Il ponte di Todi

Il Comune l’aveva promesso nel 2021 e adesso è pronto. Todi gode di un nuovo ponte e di parco di qua e di là del Tevere, che va da Ponte Rio a Pian San Martino.

Il ponte si trova nella zona del centro commerciale, dove hanno creato un’area verde con l’area giochi per bambini e dove si può passeggiare con i cani e anche percorrere la sponda sinistra del Tevere. Ma la cosa più importante è il ponte Bailey – abbandonato per anni, semidistrutto e sepolto dalla vegetazione – è stato ripulito, ripristinato e inaugurato a dicembre 2023. Quando scende la sera è molto suggestivo. Una bella illuminazione a raso illumina il piano di calpestio mentre, altre luci illuminano le parti superiori e le due torri alle estremità.

La sua storia

Riepilogo rapidamente la storia di questo ponte, che come il ponte Morandi è dotato di cognome. Quando, durante la Seconda Guerra Mondiale, i tedeschi in ritirata hanno fatto saltare i ponti, gli alleati velocemente li hanno sostituiti con ponti metallici inventati dall’inglese Donald Bailey. Erano fatti da moduli metallici che si assemblavano rapidamente e sopportavano il passaggio dei carrarmati Sherman. Finita la guerra i ponti fatti saltare vennero ricostruiti velocemente e i Bailey furono trasferiti dove potevano ancora servire. Questo qui arrivò a Todi dalla Toscana nel 1954. Fino ad allora per andare da Pian San Martino e Ponte Rio ci voleva la barca di Giovanni. Con la costruzione del ponte, il traghettatore Giovanni perse il lavoro, ma le macchine finalmente poterono passare il fiume. Comunque il ponte subì delle modifiche rispetto all’originale: è l’unico nel suo genere perché è sostenuto anche da robuste funi laterali che, con le torri alle estremità, ne fanno un piccolo ponte di Brooklyn.

La sua nuova vita

La sua nuova vita lo ha trasformato in un luogo ciclopedonale e ha aperto uno spazio verde notevole per i tuderti e la grande comunità turistica che vive e che transita nella zona. Le opportunità sono legate soprattutto al cicloturismo, che partendo da qui conduce ovunque. Da qui iniziano infatti le piste per raggiungere le rapide del Furioso con due percorsi: uno blu, antiorario e di 16 km che segue la sponda destra del Tevere e uno più lungo, segnato in giallo, che va in senso orario per 30 km: il tratto è lungo ma, a metà percorso, si può fare una sosta a Doglio, grazioso paesino con un bel castello.

Il sentiero

Il sentiero

Sempre partendo dal ponte si può girare la bici verso Sud e collegarsi alla pista Amerina che unisce Todi ad Amelia: sono 100 km, andata e ritorno, fortemente voluti dai due comuni e dagli sportivi delle due ruote. Se invece si decide di andare a Nord, si raggiunge il tracciato della Media Valle Tour, che tocca 10 comuni e si snoda per 260 km. La ciclabile che inizia sul piccolo ponte Bailey prima attraversa l’Umbria poi si collega con la ciclabile nazionale e poi, volendo, anche con quella europea che arriva in Svezia e Finlandia.

Le ciclabili sono tutte pronte, percorribili e ben segnate e accessibili anche ai disabili. Naturalmente i percorsi che si fanno in bici si possano fare anche a piedi o a cavallo. Io ho percorso a piedi un tratto del circuito blu, di giorno feriale e verso le 12. Ho incontrato tanta gente: mamme con i passeggini, chi faceva jogging, chi passeggiava come me, ho visto le tracce del passaggio dei cavalli, ho incontrato una signora inglese con il suo cane. Il tratto che ho percorso è piano e qui e là ci sono delle panchine per riposarsi, ma la cosa che più mi è piaciuta e stata la pace e il contatto con la natura. Le macchine sono lontane e ho sentito solo il rumore del Tevere e delle piccole rapide in quel punto. Tutte queste piste, che assommano a 400 km, sono state tracciate da Walter Nilo Ciucci, presidente dell’associazione Uncover Umbria, con l’accordo di tutti i comuni. Comunque gli organizzatori di un simile lavoro hanno un sogno. Alla fine del 2024 verrà ripristinato il treno che collega Terni a Sansepolcro, che è fuori servizio da molti anni, e la ciclabile della Media Valle Tour lo incrocia in più punti.

Gli organizzatori delle ciclabili vorrebbero che ci fossero istituite anche delle carrozze per i ciclisti, come succede in Austria, a San Candido vicino al confine con l’Austria, e in molti altri Paesi europei. Quei treni che incrociano le piste ciclabili hanno delle carrozze dedicate solo alle biciclette, che vengono caricate, agganciate e bloccate. Ormai il ciclismo è diventato uno sport praticato da milioni di persone, che trascorrono qualche ora o qualche giorno sul sellino. Quindi è un nuovo turismo che va seguito e curato, per essere al passo con i tempi e mi sembra che Todi e gli altri comuni facciano tutto il possibile.

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Renata Covi

Figlia del profondo nord, cresciuta a Roma, sposata con un meridionale. Laureata in Farmacia e in Scienze biologiche, ha lavorato a Parigi e in Inghilterra. Adora la storia, in particolare la storia della farmacia. Da quando ha raggiunto la pensione, scrive e gioca a golf.