«Oltre che con i “Musici Italiani” sto lavorando a un progetto con il maestro Giuseppe Lanzetta, il direttore dell’”Orchestra da Camera Fiorentina”. Il suo obiettivo è quello di allargare l’orchestra toscana in Umbria».
Elisa Mannucci è una giovane violinista non solo molto brava ma anche molto appassionata e con le idee ben chiare. Tra le sue tante collaborazioni in giro per l’Italia c’è quella con l’Orchestra da Camera Fiorentina diretta dal Maestro Giuseppe Lanzetta, che si sta allargando per coinvolgere anche musicisti umbri. A questo si aggiunge un nuovo progetto (Musici Italiani) con la direttrice d’orchestra Damiana Natali, nato proprio la scorsa estate e in via di sviluppo. Elisa – che suona il violino da quando ha 11 anni – è molto entusiasta di tutto e nella nostra chiacchierata ce lo racconta.
Elisa, come prima cosa le chiedo: qual è il suo rapporto con l’Umbria?
In Umbria ci sono nata e ci vivo, per la precisione a Spello. Per me è un posto rilassante, mi ricarica tra un concerto e l’altro. L’Umbria è sempre nel mio cuore anche perché offre tanta arte, piccoli borghi e paesaggi naturali unici.
E a livello musicale, cosa offre?
Le realtà musicali in Umbria non sono molte, una vera orchestra sinfonica non c’è. Per questo la scorsa estate la direttrice d’orchestra Damiana Natali mi ha contattato per realizzare un progetto insieme: raggruppare tutti i giovani talenti umbri sotto la sua associazione la Ars Armonica di Bergamo, per rappresentare il Centro Italia. Abbiamo fatto una prima esibizione lo scorso agosto a Spello in cui è stato presentato anche il progetto, un’iniziativa ben accolta dallo stesso Comune umbro.
Stiamo parlando dei Musici Italiani (MI come la terza nota della scala musicale): come si sta sviluppando?
Esatto, mi riferisco ai Musici Italiani. La scelta del nome, non solo richiama la terza nota, ma ha anche un respiro più ampio per identificarci con l’Italia intera. In questi mesi abbiamo presentato dei progetti e delle nuove iniziative in particolare nel comune di Spello. Speriamo riescano a partire… Oltre a questo sto lavorando a un altro progetto con il maestro Giuseppe Lanzetta, il direttore dell’Orchestra da Camera Fiorentina. Il suo obiettivo è quello di allargare l’orchestra toscana in Umbria per dare la possibilità ai giovani che si diplomano ai conservatori di Firenze e Perugia di avere un’orchestra sinfonica in cui esibirsi, senza per forza dover andare fuori. Per questo vorremmo creare una realtà stabile nella regione.
La fusione Umbria-Toscana è già avvenuta?
Sì, ci siamo già esibiti all’Auditorium di Foligno per due volte e in diversi concerti a Perugia. In un’occasione ha suonato con noi anche il famoso pianista Francesco Nicolosi.
Quando ha iniziato a suonare il violino?
Avevo 11 anni e ho iniziato un po’ per gioco.
Come mai la scelta di questo strumento?
Mio padre era molto amico di un violoncellista e un giorno mi ha portato a vedere dei ragazzi che si esibivano. Appena li ho ascoltati sono rimasta affascinata, in particolare quando suonavano tutti insieme in un’orchestra formata solo da archi. Allora ho detto: «Anche io voglio suonare così». Ho scelto poi lo strumento: le alternative erano il violino o il violoncello, ma vista la mia statura minuta, il violino era più adatto. Ricordo ancora che la prima volta che ho provato a suonarlo, non sono riuscita a fare nemmeno una nota e mi sono messa a piangere. Tutto questo è successo all’età di 9 anni. Nel frattempo mi avevano regalato un violino cinese: un giorno ho iniziato a farci qualche nota, da quel momento ho deciso di studiarlo seriamente. In questo modo è emerso il mio talento. A 12 anni avevo già le idee ben chiare: volevo fare la violinista e lavorare nel mondo della musica.
Quali studi ha fatto?
Ho iniziato il conservatorio a Perugia, per poi proseguire a Cesena; in questo momento mi sto perfezionando al conservatorio di Parma con la professoressa Maria Caterina Carlini, una persona eccezionale, sia dal punto di vista didattico sia umano. Le devo tutto. Inoltre seguo anche un corso a Perugia con il maestro Angelo Cicillini. La musica è uno studio continuo, non si finisce mai di impararla.
Quante ore studia al giorno?
Da piccola anche 6 al giorno, ora 3-4 ore.
Se l’Umbria fosse una musica, quale sarebbe?
Così al volo mi vengono in mente le musiche barocche di Giuseppe Tartini, che suonava dietro una tenda bianca nella Basilica di Assisi; oppure la Ciaccona di Bach per violino, che è un brano di cui mi sono appassionata. Mi suscita molto spiritualismo e l’Umbra è una terra spirituale.
Dove la troviamo nei prossimi mesi?
In questo periodo collaboro stabilmente con il maestro Lanzetta. Suono anche in diversi gruppi di musica da camera. Di progetti in giro per l’Italia ne ho tanti però – come dicevo prima – il mio obiettivo è quello di creare qualcosa di stabile in Umbria, così da far nascere una vera orchestra sinfonica.
Agnese Priorelli
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