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Come ogni anno Food’n’Love festival è un evento a ingresso gratuito che porterà a Terni 15 Chef da tutta Italia con le loro cucine su ruota. Cucine regionali ma anche specialità internazionali!

Il Food’n’love Festival di Terni che si terrà a Largo Frankl dal 1 al 4 giugno 2023 arriva alla quinta  edizione. Patrizio Grimaldi il curatore (nonché inventore) del Festival ci dice: «Siamo arrivati alla quinta edizione di questo Festival che ha sempre avuto un enorme successo. La qualità che portiamo ogni anno aumenta sempre di più e quest’anno abbiamo deciso di puntare tutto sul gusto e lo spettacolo naturalmente sempre a ingresso gratuito e si… non chiamateci street food, siamo veri cuochi!».

Saranno presenti specialità trentine con Luciano Gioseffi e la sua specialità, il Tortèl di patate condito con formaggio fuso di malga. Dal Centro Italia, Abruzzo on the Road che ha fatto del suo nome un marchio di qualità con arrosticini e olive all’ascolana fatte artigianalmente. Food Shack una esplosione di gusto con i suoi burger amercian style tutti lavorati a mano e cotti al momento! Noatri un Food Truck emergente con la sua rivisitazione del panino gourmet! Davide Taglieria un grande esperto di insaccati (e inventore della mortadella verde!) che porterà la Puglia con bomebette di Martinafranca e cacio cavallo appeso! Ma ancora le Ribs cotte al barbecue nella miglior tradizione del Texas, le pizze fritte dello chef Massimo Benvenuto e tutto il sapore della Sicilia tra cannoli e arancine di Pietro e Simone direttamente dall’isola più mangereccia d’Italia. Il Bomber Truck Toscanaccio che porta il la sua carne di cinghiale, ancora La Marianna con le sue prestigiose Piadine Romagnole conditissime e impastate artigianalmente… insomma tutti i palati anche i più sopraffini saranno soddisfatti! Tante le emozioni anche in musica con una rassegna di artisti e musicisti buskers coordinata dall’Associazione Ephebia Festival.

 

Non solo cibo, ma anche musica

Inoltre, in stretta collaborazione con artisti del territorio, lo staff di Food’n’love, darà vita a una rassegna artistica di musicisti e dj umbri che racchiuderanno, nelle loro esibizioni, più generi musicali adatti a ogni tipo di pubblico e che accompagneranno le 4 serate in un percorso musicale a 360 gradi. Nei giorni di sabato e domenica a partire dalle ore 17,30 è prevista anche un’area dedicata all’animazione per bambini a cura de I fiori della Meraviglia.

La direzione artistica dell’iniziativa è curata da Eleonora Castellani e Thomas El Honasli, storici membri dell’Associazione Ephebia e dell’Associazione Attenti al kane, che spiegano: «Un evento come lo steet food di Largo Frankl rappresenta per Terni un’occasione di aggregazione e divertimento fondamentale per la crescita del territorio. Il nostro scopo, in questa occasione, è quello di creare momenti musicali che siano in linea con la vocazione dell’evento stesso, volti alla spensieratezza e alla voglia di fare gruppo attraverso il canale comunicativo che meglio ci rappresenta e cioè la musica. L’alternarsi di band, cantautori e cantautrici e dj set ci permette di creare una proposta varia e adatta a una buona fetta di pubblico, il tutto, naturalmente, a ingresso gratuito».

 

 

Programma:

Giovedì 1 giugno si esibirà la Clyto Band, formazione tutta locale che propone un repertorio italiano vario e divertente, dallo swing degli anni 40 alla musica pop.

Venerdì 2 giungo la serata inizierà con un live set di ROSEWOOD dalle ore 20.00 e terminerà poi con un mega dj set a cura di DJ Blonde, vera icona made in Terni.

Sabato 3 giungo on stage troveremo gli “Slalom”, trio pop e soul che attraversa le decadi musicali dagli anni 70 ad oggi, a seguire dj set a cura di Unison Apollo che ci accompagnerà in un caldo sabato notte.

Domenica 4 giungo lo stage vedrà come prima ospite Marta La Noce, cantautrice della scuderia Lunatika, a seguire i “Friz in wonerland”, vero Family trio acustico pop e rock. La serata terminerà con il dj set di Dj Pagey a suon di surf, rockabilly, beat & soul music.

 


Per saperne di più

Il prossimo 30 maggio lo storico Palazzo Cesi nel comune di Acquasparta farà da scenario a un evento culturale organizzato dall’Associazione I Borghi più Belli d’Italia.

Un’iniziativa in collaborazione con la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell’Umbria che prevede la presentazione di due importanti progetti. Il primo, quello realizzato dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell’Umbria che presenterà gli Statuti Comunali Digitalizzati Umbri, è uno dei più importanti progetti di tutela e valorizzazione che ha elaborato e sta realizzando la Soprintendenza. Il secondo è la presentazione del progetto per la realizzazione del Centro di Documentazione dei Borghi più Belli d’Italia a Palazzo Cesi.

 

Una idea lanciata dalla Giunta guidata dal sindaco Giovanni Montani e recentemente approvata dal consiglio direttivo dell’Associazione Nazionale I Borghi più Belli d’Italia. Interverranno illustri ospiti tra cui la dott.ssa Giovanna Giubbini Soprintendente Archivistico e Bibliografico dell’Umbria e del Lazio e segretario del Ministero della Cultura per l’Umbria, il presidente Nazionale dell’Associazione I Borghi più Belli d’Italia Fiorello Primi, la prof.ssa Maria Grazia Nico dell’Università per gli Studi di Perugia e Alessandro Bianchi della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell’Umbria. Saranno inoltre presenti i sindaci dei comuni di Acquasparta, Arrone, San Gemini, Stroncone e Massa Martana che sono i 5 Borghi Umbri sui quali verrà focalizzata la presentazione degli Statuti Comunali Digitalizzati.

Le sue 26 sale contengono opere dal XIV al XX secolo: Ghirlandaio, Della Robbia, Pomarancio, Guttuso, De Chirico e molti altri.

Preziose opere d’arte, affreschi e il fantasma di una donna che, nelle notti di luna piena, si aggira per le sue stanze. Tutto questo lo troviamo nel cinquecentesco Palazzo Vitelli alla Cannoniera sede della Pinacoteca Comunale di Città di Castello, secondo maggior contenitore d’arte della regione dopo la Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia.

Pinacoteca di Città di Castello

 

La sobria struttura, realizzata tra il 1521 e il 1543 per celebrare le nozze del condottiero Alessandro Vitelli con Angela Paola de’ Rossi, è arricchita sulla facciata che dà sul giardino da eleganti monocromi di Cristoforo Gherardi, su probabile disegno di Giorgio Vasari. Le sue 26 sale contengono opere dal XIV al XX secolo: la più antica è la pala della Madonna in trono col Bambino del Maestro di Città di Castello, fedele seguace di Duccio di Boninsegna, che risale alla prima metà del ‘300.

Martirio di San Sebastiano

Ma sono i primi lavori di Luca Signorelli e Raffaello Sanzio che catturano maggiormente l’attenzione dei visitatori.
Del cittadino onorario Signorelli (nel 2023 si celebrano i 500 anni dalla morte) spicca il Martirio di San Sebastiano, realizzato dall’artista nel 1498 per la Chiesa di San Domenico, dove colpisce la fisicità di arcieri e balestrieri e il corpo martoriato di Sebastiano; altro pezzo pregiato è lo Stendardo di San Giovanni Battista, di scuola Signorelli, commissionato dall’omonima confraternita per la loro chiesa a Città di Castello; e un frammento dell’affresco del 1474 proveniente dalla Torre Civica della città tifernate, raffigurante il volto di San Paolo a testimonianza della sua vicinanza a Piero della Francesca.
«Il Martirio di San Sebastiano si trova nella Sala della Contemplazione accanto allo Stendardo processionale della Santissima Trinità, l’unica opera mobile di Raffaello rimasta in Umbria. I due quadri dialogano tra loro in un vis-à-vis inedito. Ma la Pinacoteca conserva anche lavori di Domenico Ghirlandaio, Andrea Della Robbia, Lorenzo Ghiberti, Antonio Vivarini, Raffaellino del Colle, Santi di Tito, il Pomarancio, Mario Mafai, Renato Guttuso, Giorgio De Chirico, Carlo Carrà e molti altri. È possibile ammirare anche una ricca collezione di bronzi di Bruno Bartoccini, donata al Comune di Città di Castello direttamente dall’artista, mentre nella gipsoteca sono custoditi i gessi realizzati come bozzetti dallo scultore tifernate Elmo Palazzi: da menzionare Allegoria dell’Umbria, una scultura che rappresenta la regione, la cui opera originale si trova nell’Altare della Patria a Roma» illustrano gli operatori della Cooperativa Sociale Poliedro, che gestisce la Pinacoteca.

 

 

Stendardo processionale della Santissima Trinità, Raffaello

 

L’arte si manifesta e prende vita nella Pinacoteca anche negli affreschi delle diverse stanze del palazzo: vasi, mascheroni, motivi vegetali, putti, cornucopie, uccelli affiancano stemmi e simboli della famiglia tifernate dei Vitelli. Lo scalone che dà accesso al piano nobile è anch’esso affrescato con una complessa decorazione a carattere celebrativo e simbolico: Sibille e Profeti, Apollo e le Muse, Sapienti e Imperatori dell’antichità che sono attribuiti a Cola dell’Amatrice e a Cristoforo Gherardi.
Il mobilio esposto nelle diverse sale non appartiene all’arredamento originale del palazzo, ma fa parte della donazione che Elia Volpi, responsabile dell’ultimo restauro dell’edificio e proprietario, fece al Comune di Città di Castello nel 1912. Tavoli cinquecenteschi di fattura tipicamente umbra o di provenienza conventuale, una serie di sedie e seggioloni sei-settecenteschi ne sono un esempio. I pezzi di maggior pregio e interesse sono gli arredi provenienti da chiese e monasteri castellani.

 

Interno della Pinacoteca

La leggenda di Laura

Ogni antico palazzo ha una leggenda e un fantasma che torna ad aggirarsi nelle sue sale durante le notti di luna piena. A Palazzo Vitelli alla Cannoniera si racconta la storia di Laura (Sora Laura), dei suoi amanti e dei suoi fazzoletti. Siamo nel ‘500, il condottiero Alessandro Vitelli viveva in questa dimora a Città di Castello con la moglie Angela Paola de’ Rossi, figlia di Bianca Riario e nipote di Caterina Sforza. Il loro non era stato certo un matrimonio d’amore, ma più un accordo politico; per questo Angela, poco interessata al marito, lascia presto la dimora. La leggenda vuole che Laura – minuta, con lunghi capelli corvini e molto bella – incontri Alessandro fuori da palazzo: i loro sguardi si incrociano e lei, sfrontata, lo guarda dritto negli occhi, nonostante all’epoca una donna del popolo non poteva comportarsi in quel modo con un uomo del lignaggio di Vitelli.
Lui rimane colpito dalla sua sfrontatezza e arroganza, per questo la manda a cercare dai suoi uomini. Laura così entra a palazzo. Ma nei lunghi periodi in cui Alessandro è via lei resta sola, prigioniera di quelle stanze e così per passare il tempo inizia a ricamare fazzoletti.
Un giorno annoiata si affaccia all’unica finestra che dà fuori dalla proprietà e, al passaggio di un giovane, fa cadere il fazzoletto. Il ragazzo prontamente lo raccoglie ed entra in casa per restituirglielo, ma si trattiene più del dovuto, così lei gli consiglia di non uscire dalla porta principale, perché le serve avrebbero raccontato tutto ad Alessandro. Esorta quindi il giovane a uscire da una porticina nascosta dagli affreschi. Laura tralascia però un particolare: la porta conduce in un pozzo, per questo si esce rapidamente e senza essere visti (mai più).
Secondo la leggenda, questo fazzoletto bianco, immacolato e puro – ma che così puro non era – le sfugge più volte di mano e quella porta si apre molto spesso. È per questo motivo che, nelle notti di luna piena, lei, presa dal rimorso, torna all’interno del palazzo a cercare le anime dei tanti giovani che per colpa sua non hanno fatto più ritorno a casa.
«Il palazzo è molto affascinante e particolare, venire di notte quando è buio e non ci sono rumori incute un po’ di timore. Si può avere la sensazione di non essere soli, di avvertire una presenza. Sarà vero? È solo suggestione? Tutto questo mistero lo rende così affascinante» raccontano i gestori della Pinacoteca.

 

 


Pinacoteca al chiaro di luna –  speciale Luca Signorelli (venerdì 26 maggio ore 21)

Tornano le tanto attese aperture serali di Palazzo Vitelli alla Cannoniera. Quest’anno, in occasione di “La Valle di Signorelli”, le visite guidate saranno focalizzate particolarmente sulla vita e le opere dell’artista cortonese conservate nel museo.
È necessario prenotare: 0758554202 / 0758520656; cultura@ilpoliedro.org

Raccontare il Perugino è la mostra a Palazzo Sorbello a Perugia, a due passi dalle 70 opere esposte nella Galleria nazionale dell’Umbria, visitabile fino al 31 dicembre 2023.

Cominciare da qui prima di entrare tra le opere garantisce emozioni, svela segreti, rimette ordine nella Storia e scolpisce ricordi. Le opere d’arte hanno un contesto complesso di cui sono anche espressione e, nel caso di Perugino questo riconosciuto, è indispensabile sapere anche il silenzio di cui hanno sofferto per il mancato sguardo, frutto di una pessima informazione delle fonti. Eccone alcuni cenni.

Madonna degli Alberelli, Casa Museo Palazzo Sorbello, Perugia

Questa remise en forme è stata possibile grazie a una divulgatrice ante litteram del Novecento: Maria Maddalena de Vecchi Ranieri (Marilena, madre di Ruggero Ranieri) che ha curato, raccolto e tramandato la ricca biblioteca dei marchesi Ranieri Bourbon di Sorbello. Biblioteca che ospita un ricco fondo di opere dedicate al Viaggio e quindi ai viaggiatori del Settecento e dell’Ottocento che hanno visitato l’Italia e l’Umbria. «Sono passati anni» afferma Diego Brillini «dalla pubblicazione della prima edizione di Viaggiatori stranieri in Umbria, risultato di quella che forse fu la principale tra le fatiche intellettuali di Marilena de Vecchi Ranieri».

Si parte così alla scoperta e riscoperta di Pietro Vannucci detto il Perugino. Tutti gli autori che hanno collaborato alla mostra e alla stesura del catalogo scrivono come gli insigni viaggiatori siano stati influenzati, a torto, dalle Vite di Giorgio Vasari, aretino, pittore poco richiesto, di sicuro il primo critico d’arte che racconta degli artisti del suo tempo sulla base di valutazioni soggettive e spesso campanilistiche. Così danneggiò anche Pintoricchio, apostrofandolo come «decoratore a metraggio». E danneggiò Perugino e Perugia in quanto i grandi viaggiatori nei rispettivi diari fecero riferimento prevalente proprio al Vasari. Lo scrive Isabella Nardi citando Lalande, astronomo e intellettuale che nel suo Voyage d’un françois en Italie fait dans les années 1765 et 1766 cita la povertà infantile del pittore a cui avrebbe fatto da contraltare l’avidità di guadagno e l’invidia per Michelangelo. Continua la Nardi: «Una attribuzione sbagliata, da Perugino a Raffaello, è appunto argomento di conversazione tra Adriano Meis e la pettegola signorina Caporale nel Fu Mattia Pascal, pubblicato a puntate nel 1904 sulla Nuova Antologia».

Perugino è stato un pittore molto richiesto, riceveva commesse a non finire in tante città d’Italia, fino a Napoli. Per questo meraviglia la poca accuratezza sull’attribuzione delle sue opere o forse anche la poca curiosità, un controsenso per un viaggiatore spesso alla ricerca di percorsi non battuti. Alberto Sorbini nel suo saggio Perugino e i viaggiatori del Grand Tour: «Per la stragrande maggioranza degli intellettuali che venivano a visitare il Bel Paese, ciò che era degno di ammirazione partiva dal divino Raffaello e poco o nulla degli artisti che l’hanno preceduto… La damnatio memoriae del pittore di Città della Pieve precede i viaggiatori che vengono in Italia. Si prenda ad esempio il Viaggio pittoresco… del 1671 opera del francese Giacomo Barri… riguardo alla città di Perugia si citano l’opera di Barocci nel Duomo, del «gran Raffaello» nella chiesa di San Severo… e infine un «quadro nobilissimo» di Guido Reni nella Chiesa nuova di San Filippo Neri; non vi è traccia delle opere del Perugino».

 

 

Perugino muore nel 1523. Per farla breve bisognerà aspettare il 1907 con l’Esposizione d’antica arte umbra nella pinacoteca della città. «Fu offerta un’occasione in più» così Diego Brillini «per poter ammirare i capolavori della scuola umbra e del Perugino, molti dei quali concessi in prestito per l’occasione da collezionisti privati, tra i quali figurano i fratelli Ruggero Ranieri Bourbon di Sorbello e Emanuele Ranieri, quest’ultimo al tempo proprietario della celebre Annunziazione Ranieri, opera giovanile del Perugino attualmente in deposito presso la Galleria Nazionale». La differenza tra le opere di Perugino, Pintoricchio e Raffaello è forse evidente a chi ha avuto una frequentazione più ravvicinata. Una per tutte la postura delle figure: nel Perugino una maggiore compostezza rispetto all’accenno di movimento di Pintoricchio che in Raffaello diventa quasi danzante, come fosse un anticipo del Cinema.

Sta di fatto che: «Nessun quadro venne attribuito a Perugino» così Francis Russel «nell’inventario di Van Der Doort dell’eccezionale collezione di re Carlo I…» Un’altra data topica per la ricostruzione storica è il 22 aprile del 1945. «Uno degli ultimi importanti momenti della presenza alleata» scrive Ruggero Ranieri «fu l’organizzazione della mostra Quattro secoli di pittura in Umbria. Mostra celebrativa del V centenario della nascita di Pietro Perugino, aperta il 22 aprile del 1945 alla Galleria Nazionale dell’Umbria, frutto della collaborazione fra i Monuments Men e il Soprintendente per le Gallerie e i Monumenti, Achille Bertini Colosso… Fu un evento di grande risonanza con la presenza dell’allora Ministro della Pubblica Istruzione Vincenzo Arangio-Ruiz… un catalogo stampato sia in versione italiana che inglese, 51 opere di cui ben 40 erano della Galleria nazionale stessa…».

Tante storie nelle storie: «L’iconografia della Madonna degli Alberelli Ranieri di Sorbello» così Claudia Pazzini «con le figure dagli sguardi rivolti in direzioni opposte e la particolare posa sinuosa dell’infante… ripete un fortunato schema compositivo che il Perugino propose per la prima volta nella Pala dei Decemviri… la fortunata invenzione fu copiata dalla maggioranza dei seguaci umbri e toscani del Vannucci». Dal danno alla beffa. «…questo rinato interesse per la conservazione delle pitture del Cambio» scrive Cristina Galassi «il 1797 si rivelò un anno terribile per le opere di Perugino: è noto che il pittore Jaques-Pierre Tinet fu inviato a Perugia allo scopo di ampliare la esigua lista di dipinti in precedenza predisposta da Jean-Antoine Gros e col fine di selezionare nuove opere, non comprese tra le cento indicate nel trattato di Tolentino, destinate al museo del Louvre. Perugino, nei famigerati elenchi delle requisizioni compilati in quell’anno, finirà malauguratamente, con l’occupare un posto di assoluto privilegio».

 


  • Mostra Raccontare il Perugino dal 4 aprile al 31 dicembre 2023

Palazzo Sorbello, piazza Piccinino a Perugia.

Catalogo Raccontare il Perugino, impressioni e resoconti di viaggiatori stranieri in Umbria alla scoperta di Pietro Vannucci (Campisano editore)

 

  • Mostra Il meglio maestro d’Italia. Perugino nel suo tempo

In esposizione 70 opere dal 4 marzo all’11giugno 2023.

Galleria nazionale dell’Umbria. Corso Vannucci, Perugia

Il catalogo di Dario Cimorelli Editore

 

  • Il Perugino a Porta S. Angelo, mostra di cartoline e documenti fino al 27 maggio

Biblioteca di San Matteo degli Armeni

Orario: Dal lunedì al venerdì 9.30-13.00 e 15.00-19.30

 

 

Esistono opere che più di altre hanno un ruolo significativo e identitario nella città per cui sono realizzate: il Reliquiario del Santo Anello è certamente una di queste. 

In occasione del quinto centenario della morte di Pietro Vannucci detto il Perugino e dell’esposizione straordinaria del Reliquiario, visibile fino all’11 giugno, presso il Museo del Capitolo della Cattedrale di Perugia, l’Isola di San Lorenzo organizza mercoledì 24 maggio alle ore 17.30 una conferenza dal titolo Raffaello e l’arte dell’oreficeria. Un’ipotesi per il Reliquiario del Santo Anello della Cattedrale di Perugia, che sarà tenuta dal dott. Gabriele Barucca, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova. Al centro della conferenza ci saranno gli esiti di una nuova ricerca, in cui si indaga il rapporto tra Raffaello e le arti minori, analizzando un capolavoro dell’oreficeria rinascimentale, realizzato dalla bottega degli orafi perugini Federico e Cesarino del Roscetto nel 1511.  Il prezioso manufatto, all’interno del quale ancora oggi viene esposto il Santo Anello, fu realizzato per l’omonima cappella della Cattedrale di San Lorenzo, in cui si trovava lo Sposalizio della Vergine dipinto da Pietro Vannucci detto il Perugino tra il 1501 e il 1504.  

Il Reliquiario, in bronzo parzialmente dorato e argento, è un’opera che ci permette di conoscere e approfondire una pagina importante delle committenze artistiche della Cattedrale perugina nel corso dell’età rinascimentale, in cui fede, devozione e potere si uniscono insieme, per continuare a sorprendere ancora oggi, l’occhio di fedeli e visitatori. Un viaggio in cui la storia del prezioso monile e delle committenze artistiche che ruotano intorno ad esso, incontra Perugino e volge lo sguardo a Raffaello. 

Raffaello è erede della grande tradizione artistica italiana tre e quattrocentesca che si fonda sul ruolo vitale della bottega, luogo fisico della produzione artistica nonché di trasmissione del sapere e dei procedimenti pratici. Questa componente artigianale, era così profondamente radicata nella cultura artistica dell’Umanesimo, che proprio Raffaello, diversamente dai suoi grandi contemporanei Leonardo e Michelangelo, mostra costantemente nel corso della sua carriera un interesse particolare e una grande curiosità per i processi di lavorazione artistica e per gli oggetti prodotti dall’abilità degli artefici. Un’opportunità per mettere in luce l’impegno creativo di Raffaello verso le ‘arti minori’ illustrando il rapporto privilegiato che ebbe con gli orafi, gli intagliatori di gemme e la loro arte. 

Al termine della conferenza sarà possibile visitare la sala del Museo del Capitolo all’interno della quale è esposto il Reliquiario del Santo Anello. Occasione unica per poterlo ammirare come generalmente non è possibile fare e poter cogliere i numerosi dettagli che caratterizzano. 

Tante le iniziative previste legate ai sani stili di vita, all’inclusione sociale e alla lotta contro la violenza di genere. Musica in programma tutte le sere con special guest il rapper milanese Shiva.

Quattro giorni dedicati alla musica, alle attività sportive e ludiche, dibattiti e workshop, solidarietà e gastronomia. Tutto questo è Natura Music Festival, il festival differente per natura, la manifestazione in programma dal primo al quattro giugno 2023 presso il campo da rugby del percorso verde Leonardo Cenci di Pian di Massiano di Perugia (dalle ore 17 alle 01). L’evento è organizzato dal Centro Sportivo Libertas Perugia, Amatori Nuoto e Natura Club con il patrocinio del Comune di Perugia.

La presentazione del festival si è svolta alla presenza del presidente del Centro sportivo Libertas Mauro Brugnoni, degli ideatori e organizzatori del festival Gregorio Brugnoni e Guglielmo Duranti, del direttore del festival Francesco D’Arcangelo, del direttore comunicazione Rodolfo Laura e dell’assessore allo sport Clara Pastorelli, moderati da Simona Cortona. 

 

Gregorio Brugnoni e Guglielmo Duranti

 

Gregorio Brugnoni e Guglielmo Duranti hanno ricordato la loro appartenenza al gruppo storico che ha dato vita, insieme anche a Edoardo Gentili, presente in sala, alla manifestazione Color Run e hanno spiegato che “questa nuova iniziativa, oltre che dalla nostra passione per la musica, nasce dalla volontà di offrire agli artisti del posto un’occasione per emergere e per entrare in contatto con nomi già affermati, come il rapper Shiva che si esibirà la sera del 3 giugno. Siamo orgogliosi che abbia scelto proprio Perugia per la sua prima tournée”.

“Questi ragazzi mi hanno ridato la voglia di fare eventi in città – ha invece detto Francesco D’Arcangelo, direttore di produzione -. Utilizziamo uno spazio pubblico per cui ringraziamo l’amministrazione comunale, che ne è proprietaria, e il Perugia Rugby, che lo ha in gestione. Presteremo particolare cura alla pulizia e all’illuminazione. Il nostro obiettivo è far sì che il festival diventi un appuntamento continuativo al percorso verde intitolato a Leonardo Cenci”. Anche Mauro Brugnoni ha detto di essere rimasto “colpito dal grande entusiasmo dei ragazzi nel creare questo evento” e ne ha sottolineato lo scopo benefico, visto che “parte del ricavato andrà a Libertas Margot, Asda Superteam Libertas e Fortitudo”.

L’assessore Clara Pastorelli ha ringraziato: “I ragazzi della Color Run che con caparbietà hanno portato avanti un progetto necessario per Perugia. La città ha bisogno di iniziative culturali rivolte specificamente ai giovani. E’ doveroso da parte dell’amministrazione sostenere manifestazioni come questa, che nasce dal basso e, spaziando dalla musica a momenti sportivi alla sensibilizzazione su temi importanti, offre un divertimento sano e semplice. Speriamo – ha concluso Pastorelli – che questo festival diventi una tappa fissa”.

Musica

Ospite d’onore di questa prima edizione della kermesse è Shiva, milanese classe ’99, è il volto di riferimento nel rap italiano, con oltre 4 milioni di ascoltatori mensili, si esibirà sabato 3 giugno dalle ore 22,30. Il rapper, già noto per le sue produzioni innovative e per i suoi fantastici live set, è diventato uno dei nomi più influenti nel mercato mainstream musicale nazionale ed internazionale. Ha all’attivo collaborazioni con Sferaebbasta, Guè, Geolier, Lazza e artisti internazionali come Lil Baby e Headie One. Il live set di Shiva sarà anticipato (ore 21) da una selezione di artisti emergenti che porteranno la loro energia e creatività sul palco. L’etichetta Milano Ovest di Shiva, infatti, è diventata un punto di riferimento per molti artisti emergenti nel panorama della musica mainstream. In programma, quindi, anche le esibizioni di Cancun e Reed ed il DJ set del produttore italiano Finesse, fresco della suo nuovo brano Gelosa, nel suo palmares una candidatura ai Grammy Awards, produzioni per artisti del calibro mondiale di BadBunny, Cashmoney AP. I live set saranno anticipati alle ore 18 con delle esibizioni live di artisti del panorama umbro tra cui Giacomo Bianconi dj, Lolly G, Kotch, Santos, Lil shooter, Panama Era, Fuckpietro + Shark34, Mash, Darn, Kali, Lobe, Pilato, Lorenzo Paparelli

Gli appuntamenti con la musica si apriranno il pomeriggio del primo giugno (dalle ore 18) con “Futuring, la festa d’ingegneria” con Male Minore, Lobe, Luca Evangelisti, Kali, Memmy, Andrea Vitali, Mattia Mangiabene, Giacomo Bianconi dj, Mr. Mara con Francesco Checcarelli voice. Venerdì 2 giugno sarà la volta di “Random, #unafestaacaso” con un pre-show (dalle 18 alle 21) con Lill (dj e voice). Seguiranno Giacomo Bianconi dj, Kali, Lobe, Marquis Oliver, Benincasa.

Domenica 4 giugno alle ore 17 sarà la volta della “Sweet Babes” con dj Sossa, Robert Owens, Federico Grazzini, The Looping Project, David easy b2b Artside, Gianluca Catra. Alle 21 sarà la volta d “Reverse” con Anna Reusch, Frankie Watch, Vincenzo Favale, Iaz.

Attività sportive e ludiche

All’interno della manifestazione è prevista un’area dove ci saranno attività sportive e ludiche come giochi di squadra, fitness e pilates. In programma anche un’area relax che offrirà la possibilità di partecipare a sessioni di meditazione e yoga, perfette per rilassarsi e trovare la propria pace interiore.

Dibattiti e workshop

L’evento prevede anche momenti di riflessione e di confronto, attraverso conferenze, dibattiti e workshop, tenuti da esperti e professionisti del settore, organizzati con alcune associazioni del territorio come Libertas Margot. Momenti di approfondimento fondamentali per sensibilizzare il pubblico su temi sociali importanti come l’inclusione sociale e la violenza di genere.

Solidarietà

Natura Music Festival non è solo un evento divertente e culturalmente rilevante ma ha anche uno scopo benefico. Infatti, i ricavati saranno destinati ad organizzazioni impegnate nella lotta contro la violenza e per l’inclusione sociale. Partecipare non solo rappresenta un’esperienza unica ed indimenticabile, ma anche un modo per fare la differenza nel mondo e contribuire ad una causa importante.

Enogastronomia

Per quanto riguarda il cibo, ci sarà un’ampia varietà di piatti della cucina locale e internazionale, che saranno disponibili nel food corner dell’evento. L’area beverage offrirà, invece, una selezione di bevande di ogni tipo, dal vino alla birra, fino ai cocktail esclusivi e analcolici per i più piccoli.

Staff, Sponsor e Partner

Lo staff che ha collaborato alla riuscita dell’evento è composto da: Safari, Move & Damage, Nice, Reload, Inside, Drip Hall,  Red Zone, Reverse. Mentre gli sponsor e i partner sono: Adisu, L’Antica Bottega,  Ducati, Assicurazioni Generali, Photo Veg Video, Academy, Red Bull, Grafox, Le Fucine, 150\152 Barbers Club, ticket Sms.

 


Facebook: @naturamusicfestivalpg

Istagram: naturamusicfestival

Dal 25 al 29 maggio: 5 spettacoli, 1 progetto speciale, 5 laboratori e le matinée. In cinque giorni di eventi riusciremo a coinvolgere una platea di 700 giovani spettatori e spettatrici.

Andrà in scena la prima edizione dell’Umbria Danza Festival Kids, la kermesse, in programma dal 25 al 29 maggio 2023, che rappresenta una novità assoluta a livello regionale e un unicum a livello nazionale: un festival nel festival, essendo una nuova e innovativa sezione del più ampio Umbria Danza Festival.

Cinque giorni di eventi, performance, spettacoli, laboratori e incontri dedicati ai giovani e alle infanzie: un’occasione di educazione, fruizione e crescita culturale, indirizzato alle varie fasce di età, dall’infanzia all’adolescenza. Ogni spettacolo ha la sua “età di partenza”, ma sicuramente non una massima, perché la qualità artistica e i temi trattati sono fonte di riflessione per tutte le età. Diretto da Valentina Romito e realizzato da Dance Gallery si rivolge a bimbe, bimbi, giovani, famiglie e scuole e ha l’ambizione di offrire una visione trasversale dei generi che permeano i confini della danza contemporanea e far dialogare lo spettacolo dal vivo con la didattica.

 

“Cheering Carpet” © Pierre Borasci

 

Cinque giorni intensi di spettacoli e formazione in diversi luoghi della città, dagli spazi del complesso Sant’Anna, al Parco Santa Margherita e nella sala Cutu del quartiere Borgo Bello. Spettacolo dal vivo, didattica e un ricco programma di laboratori con gli artisti presenti al festival per sensibilizzare i giovani alle arti sceniche.

Come spiega Valentina Romito, direttrice artistica del Festival: “Sarà un’esperienza per-formativa importante per le famiglie e i giovani. Un’occasione da non perdere per aprirsi alla bellezza, ad una riflessione sul mondo attraverso il linguaggio della danza. Un linguaggio che i giovani e giovanissimi colgono in maniera naturale e senza filtri una volta che lo praticano e lo conoscono, superando tutti gli stereotipi che la parola danza porta ancora con sé. Una cosa importante a cui teniamo è che siamo riusciti a coprire tutto il ciclo scolastico, dall’infanzia alle medie. Dai piccolissimi delle materne agli adolescenti. In cinque giorni di eventi riusciremo a coinvolgere una platea di 700 giovani spettatori e spettatrici. Un risultato che nel tempo lascerà i suoi frutti”.

Il programma

Venendo agli spettacoli proposti alla sala Cutu. Si comincia il 25 maggio con due matinée per le scuole e il 26 pomeriggio alle 18.30, (aperto al pubblico), con lo spettacolo dal titolo Luna e il suo Mostrogiramondo di e con Valentina Dal Mas. La storia dell’incontro tra una bambina di nome Luna e un mostro di nome Mostrogiramondo. Attraverso la parola, la danza e le illustrazioni i piccoli spettatori si immergeranno e si lasceranno portare pienamente dalle variegate correnti emotive che soffiano all’interno della narrazione. Il 26 maggio, matinée per le Scuole, con Swollen Bodies – progetto in residenza di Matteo Marchesi in collaborazione con Federica Tardito. Restituzione pubblica del laboratorio con gli studenti della scuola San Paolo. Progetto performativo che vuole esplorare e andare a fondo dell’esperienza della libertà e del potere attraverso il corpo: che cos’è il potere? da cosa lo percepiamo? Che cosa serve per creare un luogo dove si possa manifestare questa qualità che riempie i corpi senza danneggiare chi ci è accanto? L’obiettivo artistico, di cui i ragazzi e le ragazze sono co-autori, è la raccolta di un immaginario sul corpo potenziale, veicolo di un cambio di prospettiva in atto, e di qualità di sguardi e di pelle, come una risorsa condivisa di senso e azione. Sabato 27 maggio, alle 17 e alle 18.30 (aperto al pubblico), Il Giardino Giapponese della compagnia TPO. Lo spettacolo è un racconto per immagini e danza dedicato alla bellezza del giardino giapponese. Il giardino è ricostruito attraverso immagini proiettate a terra su di un grande tappeto da danza, un tappeto “magico”, sensibile al tatto. Grazie alla presenza di sensori a pressione nascosti, le immagini e i suoni si animano ed i bambini sono invitati ad entrare in scena ed esplorare i diversi ambienti naturali. I ragazzi individualmente o a piccoli gruppi, giocano nel giardino e si immergono nelle sensazioni visive e sonore vissute da Shiro, il protagonista, nel suo viaggio.

 

 

Il 28 e 29 maggio in scena Il Colore Rosa, ideazione, coreografia, regia Aline Nari. Spettacolo di danza-teatro, in cui attraverso la metafora del colore si affrontano i temi della crescita, della costruzione della propria identità e soprattutto della necessità di preservare uno spazio intimo in cui accettarsi semplicemente per quello che si è, al di là degli stereotipi. Attraverso una scrittura coreografica globale (danza, gesto, voce) lo spettacolo Il colore rosa, nato anche grazie a percorsi laboratoriali sulla questione di genere, parla in modo ironico, evocativo e affettuoso del cammino difficile per riconoscersi nella propria diversità, nella possibilità di cambiare e trasformarsi.

Lunedì 29 maggio, al parco Santa Margherita, Playground (aperto al pubblico) di Marta Bichisao e Vincenzo Schino/Pin Doc, Opera Bianco. Spettacolo programmato in partenariato con il Teatro Stabile dell’Umbria. Playground è un dispositivo coreografico che fa parte del progetto Madrelingua, ricerca sonora e performativa site-specific che attiva processi di coinvolgimento delle comunità in una prospettiva di permeabilità con l’ecosistema.

Molti i laboratori gratuiti, come detto. Il 27 maggio, presso Studio Dance Gallery, Piccolo Uovo- laboratorio creativo a cura delle Famiglie Arcobaleno A.P.S.per la fascia 3-6 anni. Il 28 maggio, sempre presso Studio Dance Gallery, W il rosa! /lab di movimento per 7-11 anni a cura di Aline Nari. Il rosa è un colore ricco di sfumature (rosa fucsia, rosa pesca, rosa shocking,…) e ognuno può essere rosa a modo suo. Durante il laboratorio, attraverso esercizi di movimento e proposte teatrali, giocheremo il rosa e i suoi significati: un colore non per maschi o per femmine, ma un colore per l’anima.

Umbria Ecologia Artificiale è un progetto in corso che mira a immaginare i piccoli borghi e le città dell’Umbria attraverso gli occhi di famosi architetti, designers e artisti del passato, utilizzando l’intelligenza artificiale.

 

Il progetto si concentra sull’approccio agli aspetti sostenibili e allo stile, immaginando come apparirebbero questi borghi storici se fossero progettati e costruiti dai grandi maestri. Esplorando le possibilità della tecnologia AI, il progetto cerca di creare un dialogo tra il passato e il presente, favorendo una comprensione e un apprezzamento più profondi del patrimonio culturale unico della regione. Attraverso questo approccio innovativo, Umbria Ecologia Artificiale spera di ispirare nuove idee e visioni per uno sviluppo urbano sostenibile che rispetti l’ambiente e il patrimonio culturale, abbracciando al contempo il design e la tecnologia contemporanei. Attraverso vari articoli faremo un viaggio nel tempo ed esploreremo l’influenza che le menti creative del passato potrebbero aver avuto sull’architettura e sull’estetica di questi antichi borghi. Dalle stradine tortuose di Allerona ai maestosi panorami collinari di Trevi, esamineremo le caratteristiche uniche di ogni villaggio e come potrebbero essere state trasformate dall’immaginazione di un maestro architetto o artista.

 

Allerona attraverso gli occhi di Gaudì

Gaudí incontra l’Italia medievale ad Allerona

Immerso nelle colline umbre, Allerona è un incantevole borgo medievale che ha mantenuto il suo fascino storico nel corso dei secoli. Con le sue strade acciottolate, le antiche mura e i tetti in terracotta, il paese trasporta i visitatori indietro nel tempo, in un’epoca passata. Ma cosa sarebbe successo se questo villaggio fosse stato rigenerato dal famoso architetto spagnolo Antoni Gaudì? Come sarebbe stata Allerona se il genio catalano avesse lasciato la sua impronta su questo pittoresco borgo umbro?

Le origini di Allerona risalgono all’epoca etrusca, che si trovava sull’antica strada romana nota come Cassia. Nel Medioevo il paese fu un importante castello alleato di Orvieto. I resti delle sue mura fortificate e le due porte – Porta del Sole e Porta della Luna – e il Palazzo Visconteo, sono testimoni di un passato prospero. Se Gaudì avesse ridisegnato Allerona, potremmo immaginare l’aggiunta dei suoi tocchi caratteristici alle strutture del paese, incorporando le forme organiche e i colori vibranti per cui è famoso. Il Palazzo Visconteo, ad esempio, sarebbe stato trasformato in un capolavoro unico ed estroso, con le finestre e i balconi che assumono forme sinuose e ondulate ispirate alle forme organiche presenti in natura. I colori vivaci del palazzo sarebbero forse stati ispirati dal paesaggio circostante, con sfumature di verde, blu e giallo creando un effetto armonioso e giocoso.

Anche le due chiese, Santa Maria Assunta e San Michele Arcangelo, avrebbero subito una trasformazione significativa sotto le mani di Gaudì. Le facciate di entrambe le chiese sarebbero state decorate con intricati mosaici di vetro colorato, riflettendo la luce del sole in un caleidoscopio di colori. Gli interni delle chiese sarebbero stati progettati per creare un senso di movimento e di flusso, con pareti e soffitti ondulati e percezione dinamica dello spazio.

Tuttavia, mi piace pensare che il vero capolavoro che Gaudì avrebbe realizzato è la chiesa della Madonna dell’Acqua, situata appena fuori dal paese. Questa piccola chiesa rurale, costruita all’inizio del XVIII secolo, è stata costruita in pietra e mattoni seguendo una pianta ottagonale. La chiesa si trova vicino a una sorgente miracolosa e si ritiene che l’acqua abbia proprietà curative. Un vero e proprio santuario, con la forma accentuata da pareti curve e da un intricato sistema di vetrate colorate, che proiettano un arcobaleno di luce all’interno della chiesa. L’esterno invece sarebbe stato ricoperto di mosaici e adornato con sculture e piastrelle colorate.

 

Scorci di Allerona

 

Se Antoni Gaudì avesse davvero rigenerato questo borgo meraviglioso, le forme organiche della cittadina, i colori vivaci e i dettagli intricati avrebbero richiamato il mondo naturale e il verde lussureggiante circostante, una testimonianza del genio e della sua creatività. Queste immagini, in alcuni pixels provocanti, invocano futuri interventi a introdurre ancora più verde, colori vivaci e forme sinuose.

«In Umbria ci sono 26.000 persone che ricevono il nostro cibo e rappresentano il 2,5% della popolazione regionale; un numero in aumento – nel 2019 erano 20.000 – ma in linea con i dati nazionali».

Massimiliano Avogadri, da settembre 2022 è il direttore della sezione umbra del Banco Alimentare. In Italia ci sono 22 sedi regionali che sono nate nel corso degli anni a partire dal 1989, anno della costituzione della Fondazione Banco Alimentare nel nostro Paese. In Umbria la filiale è stata creata nel 1996.

Massimiliano Avogadri

La mission della Fondazione Banco Alimentare e di tutte le Food Bank in Europa è quella di contribuire ad attenuare il problema della fame, dell’emarginazione e della povertà, promuovendo la lotta allo spreco alimentare, in collaborazione con le istituzioni nazionali ed europee. Per raggiungere l’obiettivo coordina le donazioni e contribuisce al recupero delle eccedenze della filiera agroalimentare verso le Organizzazioni Banco Alimentare (OBA), le quali le distribuiscono gratuitamente alle strutture caritative. Sono 1.700.000 persone in Italia (dati 2021) che hanno ricevuto il cibo tramite la rete delle 7.600 strutture convenzionate. Ma qual è la situazione in Umbria? Ne abbiamo parlato con il direttore Avogadri.

Direttore, come prima cosa, per chi non lo sapesse: che cos’è il Banco Alimentare?

È un’organizzazione non profit di secondo livello che supporta l’operato delle strutture caritative convenzionate a cui spetta il contatto diretto con le persone indigenti e che si rivolgono a loro per chiedere aiuto. Noi in pratica ci occupiamo di recuperate il cibo, portando avanti la lotta contro lo spreco alimentare e contro la povertà alimentare.

Da dove lo recuperate?

Dalla grande distribuzione organizzata, dall’industria alimentare e dalla ristorazione; cibo che altrimenti andrebbe buttato, ma che è ancora buono per essere consumato. Faccio un esempio: i prodotti che la grande distribuzione – soprattutto quelli con scadenza breve – non riesce a smaltire, vengono recuperati da noi per essere poi distribuiti fra gli enti caritatevoli della regione. In Italia, ogni anno oltre 5.300.000 tonnellate di alimenti vengono sprecati, di cui oltre 3.600.000 gli sprechi di filiera. Il recupero delle eccedenze alimentari dà ai prodotti ancora buoni un nuovo valore.

Quali sono i dati dell’Umbria?

Nel 2022 sono stati recuperati, raccolti e distribuiti oltre 1.500 tonnellate di alimenti, suddivisi per le 206 strutture caritative.

Chi si rivolge a voi?

Forniamo il cibo alla Caritas, alla Croce Rossa, alla comunità di Sant’Egidio, al Volontariato Vincenziano e a tanti altri enti caritatevoli e strutture benefiche minori, come parrocchie e monasteri. La persona singola non si rivolge a noi. Ci potremmo definire come dei grossisti.

C’è un aumento di soggetti che usufruiscono del cibo del Banco Alimentare?

In Umbria ci sono 26.000 persone che ricevono il nostro cibo e rappresentano il 2,5% della popolazione regionale; un numero in aumento – nel 2019 erano 20.000 – ma in linea con i dati nazionali. Il dato italiano si aggira intorno a 1 milione e 7 mila persone.

 

Ci sono anche semplici cittadini che vengono a portarvi il cibo?

Dei piccoli donatori ci sono, ma chiaramente sono una minoranza. Però il singolo può farlo grazie alla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare (organizzata per la prima volta nel 1997) comprando al supermercato e donando direttamente al Banco Alimentare. Questo rappresenta il 10% delle nostre entrate. Nel 2021 sono stati quasi 5 milioni gli italiani che hanno partecipato alla Colletta e sono state raccolte 7 mila tonnellate di alimenti.

Che tipo di cibo raccogliete?

Prodotti a lunga conservazione e prodotti in scatola: olio, pasta, zucchero, pelati, legumi, carne in scatola e molto altro. Nella nostra sede in Umbria abbiamo celle frigorifere per alimenti freschi e congelati, siamo un vero e proprio magazzino alimentare ben attrezzato e in media smistiamo dalle 1.500 alle 2 mila tonnellate di cibo all’anno, per un valore di quasi 7 milioni di euro.

Quello che fate ha anche un forte impatto ambientale in positivo…

Assolutamente. Il recupero degli alimenti impedisce che questi diventino rifiuti, permettendo così un risparmio in risorse energetiche e un conseguente abbattimento delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. Nel 2021 le emissioni salvate ed evitate dal Banco Alimentare sono state di 97.118,7 tonnellate di CO2. Quindi, oltre a una riduzione dei costi di smaltimento, c’è anche una riduzione in termini di inquinamento.

 

I volontari all’opera

Come si diventa volontari? Lei come lo è diventato?

Di solito ci si presenta in sede spontaneamente. Così ho fatto io. Ad agosto 2021 sono tornato in Italia dopo quasi vent’anni all’estero; quando sono rientrato mi sono offerto volontario. Ho lavorato per vent’anni nel mondo del food in Cina, negli Stati Uniti e in Nord Africa, quindi conosco bene questo settore. Visto il mio curriculum mi hanno proposto di diventare direttore operativo della filiale dell’Umbria, ruolo che ricopro da settembre 2022.

Quanti sono i volontari in Umbria?

Sono circa 80 persone, a questi si aggiungono 4 dipendenti.

Portate avanti altri progetti oltre alla Colletta Alimentare?

Ci sono progetti più piccoli come il Siticibo, cioè il recupero di prodotti dai punti vendita della Grande Distribuzione Organizzata (GDO). In pratica il Banco Alimentare mette in contatto direttamente le strutture caritative e i supermercati più vicini, sviluppando la raccolta a chilometro zero: ciò consente di ridurre sensibilmente i costi. Collaboriamo anche con il tribunale per far svolgere lavori socialmente utili a persone che hanno ricevuto condanne leggere: vengono qui e prestano servizio gratuito; e grazie all’ufficio del Welfare del Comune di Perugia è possibile fare da noi anche tirocini formativi retribuiti per il reintegro lavorativo. Inoltre siamo parte della rete europea dei Banchi Alimentari (Food Banks) e per questo riceviamo prodotti anche dalla Comunità Europea. L’Europa produce cibo per essere utilizzato in caso d’emergenza o catastrofi, una parte di questo viene destinata anche ai banchi alimentari; la gestione di questi prodotti spetta a noi, tutto deve essere trasparente e tracciato, vengono verificati gli enti e l’utente finale che riceve la merce. Merce che ovviamente non è rivendibile e per questo ha un packaging particolare proprio per evitare il commercio privato.

 


Per maggiori informazioni e per sostenere il Banco Alimentare: www.bancoalimentare.it/it/umbria

Grande successo di pubblico per la seconda edizione de La Spesa nell’Orto, unico evento in Umbria dedicato all’orto e all’agricoltura sostenibile che, gli scorsi 6 e 7 maggio, ha riunito conferenze per esperti e curiosi, laboratori per adulti e bambini e amanti dei prodotti naturali e ecosostenibili.

«C’è stato un notevole salto qualitativo e quantitativo rispetto allo scorso anno.» afferma Filippo Fagioli, creatore del canale YouTube che ha dato il nome all’evento e organizzatore delle due giornate insieme a Visualcam APS, Philms e Corebook. «Questi due giorni ci hanno dato la possibilità di metterci alla prova come squadra e i molti complimenti ricevuti sono da stimolo per fare sempre meglio.»

 

 

Dopo il discorso inaugurale del vicepresidente di Slow Food Italia, Federico Varazi, Villa Pieve di Corciano, con il suo grande parco ottocentesco, ha visto infatti ingenti capannelli di persone riunirsi attorno a laboratori sul tutoraggio dei pomodori, sulla creazione e coltivazione dell’orto in un metro, sulla realizzazione di una compostiera domestica basata sulla tecnica del bokashi, sulla ricerca delle erbe spontanee, sul certosino intreccio di un cesto di vimini e sulla strutturazione di un particolarissimo keyhole garden. Nell’Area Meet, nel frattempo, una serie di esperti si alternavano per istruire la platea sulle possibilità di sviluppo dell’agricoltura, familiare e non, sulla rigenerazione del suolo, sulla riforestazione, sui costi da sostenere per avere un orto e sulle nuove frontiere di un’agricoltura sempre produttiva ma più attenta all’ambiente e alla biodiversità.
Gli organizzatori hanno espresso all’unanimità grande soddisfazione per la partecipazione ai laboratori e per la caratura dei meeting proposti. Allo stesso modo, sono orgogliosi di aver offerto anche un’area a uso e consumo dei bambini, che ha permesso anche alle famiglie, nella loro totalità, di avvicinarsi all’evento.

 

 

Gli avventori hanno anche potuto gustare birra umbra, gelato e preparazioni a base di pesce di lago e olio d’oliva del lago Trasimeno, nonché acquistare prodotti locali e biologici, tra cui cosmetici, miele, conserve, olio, zafferano, farine, legumi, gioielli con spezie ed erbe aromatiche, ortaggi, piantine, creazioni in legno e preparati per migliorare la fertilità del suolo, tutti rigorosamente rispettosi dell’ambiente. Anche se l’evento si è appena concluso, c’è già qualche idea per le prossime edizioni. «Ho già ricevuto richieste di collaborazione per i prossimi appuntamenti. Sarà sempre più un lavoro di squadra» conclude Filippo Fagioli. La Spesa nell’Orto è stato è realizzato con il patrocinio del Comune di Perugia, del Comune di Corciano e di Slow Food Italia.

 


Tag ufficiale dell’evento: #laspesanellorto

YouTube: https://www.youtube.com/@LaSpesanellorto

FB: https://www.facebook.com/laspesanellorto

Instagram: https://www.instagram.com/la_spesa_nell_orto/

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