La nuova vita del ponte Bailey

Lo riapriranno, questo è sicuro. Il progetto c’è. I soldi GAL ci sono, anche se ancora manca l’assegnazione dell’appalto che si dovrebbe fare in primavera.

Il ponte Bailey sul Tevere ritornerà così a vivere e con lui prenderà vita tutto Pian San Martino. E che vita! La nuova zona commerciale di Ponte Rio (Todi) sarà collegata con il mondo. Ci saranno strade, sentieri pedonali e piste ciclabili. Il turismo di prossimità acquisirà nuovi spazi: spazi che del resto erano usati cinquant’anni fa, ma andati poi in disuso.

 

 

Mai, come in questo caso, si può dire che il divenire fa suo il passato e che il vecchio diventa nuovo. Quando il ponte Bailey verrà riaperto, la pista ciclabile della piana assumerà un valore inatteso: collegherà infatti Pian San Martino con l’Europa. Si potrà andare in bici da Todi a Orvieto e da lì si potrà scegliere se andare verso il monte Peglia per immergersi nel selvaggio Parco dell’Elmo, oppure dirigersi verso l’estremo Nord, sino a Oslo, in Norvegia, perché la ciclabile umbra si collegherà alla ciclabile europea Eurovelo 7.
Chi opterà per il parco Elmo potrà percorrere la Foresta a galleria: un ambiente raro, dove la foresta, seguendo un corso d’acqua, crea una galleria verde. Chi invece non vorrà andare lontano, pedalando potrà raggiungere la Scarzuola: la villa surreale di Tommaso Buzzi, dove imperano esoterismo e simboli, ma anche fiori. Attualmente il ponte Bailey sul Tevere collega la nuova zona commerciale di Ponte Rio con il nulla e non è percorribile. Manca il fondo, la vegetazione ha preso il sopravvento e la strada si interrompe lì davanti.

Costruito durante la Guerra

È lì da quasi 70 anni, il ponte Bailey; è bello, lo si vede da lontano ed è un miracolo di tecnica e di ingegneria. Venne costruito velocemente a Incisa Valdarno in Toscana, per attraversare l’Arno. Era il 1944, c’era la guerra. I tedeschi si ritiravano e distruggevano i ponti. Gli alleati avanzavano, costruivano i ponti e i carri armati vi passavano sopra. Si chiamavano Bailey, quei ponti. Poi la guerra è finita, i ponti distrutti furono ricostruiti e i Bailey smontati.
Il Bailey di Incisa Valdarno invece restò lì per quasi 10 anni poi, visto che sarebbe stato più utile sotto Todi, venne smontato, traslocato, rimontato e utilizzato. Il Bailey di Ponte Rio, malgrado i suoi anni, ha una linea modernissima bella ed elegante, è lungo 150 metri e la sola campata centrale misura 86,4 metri. Sembra incredibile che lì sopra siano potuti transitare mezzi pesanti come i carri armati. La sera dell’inaugurazione, nel 1954, era illuminato come il Rex di Fellini.

L’inaugurazione

 

Per molti anni è stato utile agli abitanti della piana per raggiungere la via Tiberina, ma poi con la costruzione di nuove strade e l’entrata in funzione della E45 le zone commerciali sono state spostate in aree più comode e funzionali. Così un po’ per volta il ponte è stato dismesso, la natura ha preso il sopravvento.
Adesso la nuova zona commerciale di Ponte Rio verrà completata seguendo criteri all’avanguardia e attenti all’aspetto ecologico. Ci saranno negozi e palestre e soprattutto un parco fluviale di qua e di là del Tevere.
Nascerà così un luogo fondamentale per uscire da una situazione di urbanizzazione soffocante, una vera e propria valvola di sfogo per i tuderti che, attraversando il ponte, si troveranno con tutta Piana di San Martino da godere.

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Renata Covi

Figlia del profondo nord, cresciuta a Roma, sposata con un meridionale. Laureata in Farmacia e in Scienze biologiche, ha lavorato a Parigi e in Inghilterra. Adora la storia, in particolare la storia della farmacia. Da quando ha raggiunto la pensione, scrive e gioca a golf.