«Il terremoto raccontato dai media è stata una vera fake news per l’Umbria. L’ha danneggiata nell’immagine e nel turismo».
Giornalista, scrittore, autore tivù. Matteo Grandi è tutto questo. Ma soprattutto è un attento osservatore dell’Umbria: nei suoi post sui social, la bacchetta e la coccola, come fa chi vuol bene veramente a qualcuno. Una terra che definisce unica, ma in cerca di un’identità.
Qual è il suo legame con l’Umbria e Perugia?
Affettivamente strettissimo. A Perugia ho casa e la mia attività principale. Anche se spesso sono fuori e non sempre mi godo la mia terra, i miei luoghi e le mie abitudini come e quanto vorrei.
Lei che è un esperto di comunicazione, come potrebbe l’Umbria comunicare al meglio e far conoscere le sue potenzialità e le sue bellezze?
Non è una domanda a cui si può rispondere su due piedi. Occorre una strategia, un piano a monte che sappia valorizzare le diverse nature e le varie inclinazioni della nostra terra, che ha uno straordinario patrimonio artistico e culturale, che a livello naturalistico è unica, che custodisce un misticismo unico, ma che è anche connotata dal dinamismo di manifestazioni culturali di primo livello, da attrattori come le dimore d’epoca e i percorsi del cashmere, da prodotti agroalimentari d’eccellenza e da ottimi vini.
Su cosa dovrebbe puntare?
Senza ombra di dubbio sulla sua unicità.
Il suo libro Far Web affronta il tema delle fake news: qual è la più grande bufala uscita sull’Umbria? (Se c’è)
Quella veicolata da tutti i media mainstream sul terremoto. L’Umbria è stata colpita seppur in maniera drammatica davvero in una piccolissima parte. Eppure per mesi giornali e telegiornali non hanno fatto altro che raccontare e parlare di un’Umbria terremotata. Questa pessima informazione ha danneggiato in maniera incredibile la nostra immagine e il nostro turismo.
L’Umbria dal di fuori è vista come un’oasi felice da molti, poi la realtà è diversa: questo potrebbe essere considerata una fake news, in un certo senso?
L’Umbria credo che sia un’isola felice in cerca di identità. Diciamo che più che una fake news potremmo vederla come una dichiarazione d’intenti.
Ovviamente ha anche dei lati positivi…
Qualità della vita come in poche altre regioni in Italia.
Direttore della rivista Piacere Magazine, autore tv, scrittore: qual è il mestiere che le piace più fare?
Più che un mestiere un atto: quello di scrivere. In qualsiasi forma. Non so se è la cosa che mi riesce meglio, ma sicuramente è quella che mi piace di più e che non a caso fa da comune denominatore a tutte le cose che faccio.
Come descriverebbe l’Umbria in tre parole?
Unica, intrigante, verde.
La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regione…
Che andrebbe collegata meglio: strade, treni e arei. Sul fronte dei trasporti, se vogliamo fare il salto di qualità.
Agnese Priorelli
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