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Il Giardino delle Rose

Oggi ho passeggiato in un giardino incantato.
Un grande prato con alberi, fiori e rose di tutti i colori.
Rose selvatiche con solo cinque petali e rose ibride con un numero infinito di petali, rose profumate e senza profumo, bianche, rosse, gialle, rosa, screziate e tinta unita.
Una tavolozza sterminata di sfumature di colori.

Mi sono venute in mente tante parole dedicate alle rose, ma forse quelle che sono rimaste nella testa e nel cuore di milioni di persone sono solo rosa, rosae, rosae… La prima declinazione latina che rappresentava l’ambito passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Diventavamo grandi con le rose senza profumo di una civiltà lontana.
Rosa, rosae. Le conoscenze botaniche sono venute dopo. Un giardino spontaneo come quello che ho visto, non nasce per caso; ci vuole studio, conoscenza dell’ambiente e la capacità di attendere.

Che crescano spontanee!

Questa meraviglia è stata realizzata dalla signora Helga Brichet, che in poco spazio ha raccolto l’intero mondo. La signora Helga viene dal Sud Africa, vive in Umbria in zona Torri dove coltiva rose cinesi e di altre parti del mondo. Dimenticavo. Il marito è belga.
Insomma i cinque cerchi olimpici sono fatti.

 

coltivazione rose in umbria
Il giardino

Non aspettatevi il solito giardino delle rose con cespugli ordinati e con passaggi romantici coperti da roselline rampicanti. La signora Helga ha lasciato che i cespugli di rosa mantenessero una forma spontanea, la forma che ha dato loro la natura. E se si devono arrampicare, trovano alberi e pareti su cui salire. Per esaltarne la bellezza le ha accompagnate con altri fiori, come i papaveri, le pervinche e le campanelle azzurre.
Nel giardino fioriscono due tipi di rose, quelle selvatiche e quelle ibride cinesi, che sono antiche, ma sono arrivate in Europa solo verso la fine del 1700 e gli inizi del secolo successivo, subito dopo l’arrivo della porcellana. Da quel momento l’Europa ha conosciuto le rose rosse, quelle della festa degli innamorati. E se ne è innamorata, perciò le ha dipinte ovunque – nei quadri nelle cartoline e sulle porcellane. La moglie di Napoleone, Giuseppina di Beauharnais, volle allestire un giardino di rose al Castello di Malmaison, che sorprendeva per la grande varietà di fiori, e perché le rose cinesi rifioriscono, diversamente da quelle già presenti sul vecchio continente.

La rosa gigante dell’Himalaya

Il giardino delle antitesi

Entrando in giardino mi sono trovata di fronte alla Rosa gigantea dell’Himalaya. Grandi i fiori e grandi le foglie, non ha uno stelo ma un tronco e si arrampica su per un albero altrettanto grande. Poi si passa al suo opposto, un cespuglio di rose selvatiche cinesi bianche, piccolissime, con foglie piccolissime. Si chiama Rosa sericea pteracantha ma una particolarità per me assolutamente nuova: ha spine giganti, rossicce, alate e trasparenti. In controsole sembrano una pietra preziosa.

Rosa sericea pteracantha

Se Giuseppina Beauharnais aveva il suo giardino di rose, al marito è stata dedicata una rosa rosso violacea che cresce come un cespuglio. La signora Helga, con malizia, ha piantato accanto alle rose Napoleone un cespuglio di rose più chiare, un ibrido dedicato al suo nemico acerrimo: l’imperatore di Prussia.
Profumi? Pochi. Le rose cinesi non sono indicate per la profumeria, ma se vi avvicinate, sentirete un odore gentile e inebriante.
La signora Helga è un’ottima guida, abituata a mostrare ai visitatori le sue meraviglie con una grande conoscenza della materia, anche per il suo ruolo di ex presidentessa della World Federation of National Rose Societies. Per vedere il giardino basta telefonare e prendere un appuntamento. Poi si aspetta che le rose rifioriscano.

La signora Helga

Per maggiori informazioni:
Helga Brichet – 0742/99288

 

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Renata Covi

Figlia del profondo nord, cresciuta a Roma, sposata con un meridionale. Laureata in Farmacia e in Scienze biologiche, ha lavorato a Parigi e in Inghilterra. Adora la storia, in particolare la storia della farmacia. Da quando ha raggiunto la pensione, scrive e gioca a golf.