Barbara Petronio mostra orgogliosa il David di Donatello vinto, lo scorso marzo, per la miglior sceneggiatura originale del film Indivisibili diretto da Edoardo De Angelis.
Nata e cresciuta a Terni, ha iniziato giovanissima a lavorare come sceneggiatrice, per questo vanta già la scrittura di tante serie tivù e film di successo: da A.C.A.B. a Romanzo Criminale – la serie, da Suburra – la serie a Distretto di Polizia, da R.I.S. – Delitti imperfetti a Mozzarella Stories, fino al Mostro di Firenze e Le mani dentro la città. Ma il suo sogno nel cassetto è una storia su Terni, la sua città.
Qual è il suo legame con l’Umbria?
Sono nata e cresciuta a Terni anche se la mia famiglia non è di origini umbre, bensì per metà siciliana e per l’altra metà un misto di origini scozzesi, abruzzesi e anche un po’ romane.
Se l’Umbria fosse un film, quale film sarebbe?
La grande abbuffata.
Perché questo accostamento?
Ho sempre associato l’Umbria a grandi mangiate.
Le è mai venuto in mente di scrivere un soggetto o una sceneggiatura su Terni o l’Umbria?
Sì, l’Umbria è piena di bellissime storie, ho nel cassetto una storia proprio su Terni che mi piacerebbe raccontare. Ogni tanto la ritiro fuori e ci lavoro nei ritagli di tempo. Chissà che prima o poi non la finisca…
Da Terni al David di Donatello: è stata una strada lunga? Ho letto che tre personaggi fondamentali sono stati la maestra delle elementari, Roberto Benigni e il produttore cinematografico Pietro Valsecchi…
Beh sì, lo sono stati in tre momenti molto diversi della mia vita. La maestra ha dato l’incipit, mi ha fatto capire la bellezza delle storie e della fantasia, Benigni è stata la mia prima esperienza su un set. Lì ho capito cosa significa girare un film, quanto è complesso e quanti sforzi richieda. Valsecchi mi ha fatto esordire, mi ha messo in condizione di lavorare su serie importanti quando ero giovanissima. Una rarità per l’Italia.
Un pregio e un difetto del cinema italiano…
In passato il cinema italiano è stato originalità, potenza drammaturgica e verità. Ora lo è un po’ meno ma ogni tanto escono dei piccoli gioielli frutto della nostra tradizione cinematografica e della nostra fantasia. Il difetto del momento direi la ripetitività.
Come descriverebbe l’Umbria in tre parole?
Mistica, rigogliosa, forte.
La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regione…
Casa…
Agnese Priorelli
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