Alla scoperta della cittร umbra e dei suoi monumenti: un luogo di confine tra Perugia e Terni.
Adagiata su di un colle che si affaccia sulla media valle del Tevere, Todi (da Tutere che significa confine) racchiude, allโinterno delle sue mura, tesori e bellezze antiche. La leggenda narra che sia nata (nel VIII – VII secolo a.C.) per volere dei Veii Umbri e di unโaquila: gli Umbri volevano costruire la cittร ai piedi del colle, sulla riva sinistra del Tevere, ma la tovaglia con cui stavano facendo colazione fu rubata da unโaquila che la portรฒ via, lasciandola cadere sulla cima del colle. Questo venne interpretato come un segno divino; fu cosรฌ che i fondatori decisero di costruire Todi in cima al colle. Il legame con lโuccello rapace รจ resistito nel tempo: ancora oggi รจ presente nello stemma cittadino.
La storia invece vuole che Todi sia stata fondata dagli Etruschi tra il III e il I secolo a.C. che costruirono la prima cerchia di mura della cittร . Nel I secolo a.C. Todi diventa Municipio Romano e di questo periodo sono rimasti alcuni resti come le imponenti cisterne (seconda metร del secolo) che si trovano proprio sotto Piazza del Popolo. Con la caduta dellโImpero Romano, Todi affronta il periodo delle invasioni barbariche e della guerra gotica, dopo la quale viene annessa allโImpero Bizantino. Passato lโanno mille prospera e si espande, diventa libero Comune e poi Signoria sotto la famiglia degli Atti, per poi essere assorbita dallo Stato Pontificio.
Proprio in questo periodo storico (nel 1236) la cittร dร i natali al suo piรน celebre cittadino: Jacopone De Benedetti (meglio conosciuto come Jacopone da Todi), poeta ed ecclesiastico che รจ passato alla storia per le sue quasi cento laudi in volgare e per essere stato un acerrimo nemico di Papa Bonifacio VIII.
Nel XIV secolo per Todi inizia un periodo di lenta decadenza, ma grazie al vescovo Angelo Cesi la cittร ha un nuovo impulso e torna a rifiorire: sotto la sua guida vengono effettuati importanti lavori urbanistici e architettonici come la costruzione della Fontana della Rua o Cesia, la Chiesa del Crocifisso e il Tempio di Santa Maria della Consolazione, completato dopo la sua morte. Questโultimo si trova fuori le mura della cittร e costituisce uno degli edifici simbolo dellโarchitettura rinascimentale: la costruzione, iniziata nel 1508, si concluse solo un secolo piรน tardi e per la sua architettura si contrappone al centro storico in pieno stile medievale.
Passeggiando per lโacropoli ci si imbatte nel Tempio di San Fortunato, un edificio gotico iniziato alla fine del XII secolo e terminato nel 1465. Nella cripta della chiesa si trovano le tombe di quattro santi (tra cui San Cassiano) e, su una parete, un ovale con lโimmagine ad affresco del beato Jacopone da Todi. Di particolare interesse รจ il portone centrale decorato da bassorilievi, molti dei quali realizzati dallโarchitetto dellโopera Giovanni da Santuccio di Fiorenzola e da suo nipote Bartolo.
La chiesa piรน importante รจ senza dubbio il Duomo, intitolato a Maria SS. Annunziata: un edificio in stile lombardo a croce latina edificato nel XII secolo nel luogo di un preesistente edificio romano. La facciata ha subito, nei secoli, numerosi restauri e rifacimenti a causa di un incendio nel 1190, di un terremoto nel 1246 e infine del crollo del tetto nel 1322. Allโinterno รจ conservato Il Giudizio universale di Ferraรน da Faenza, dโispirazione michelangiolesca. Nella cripta vi รจ un museo.
Il centro storico si snoda tra vie strette e ampie piazze: le principali sono Piazza Garibaldi โ dove svetta la statua del condottiero – e Piazza Vittorio Emanuele –ย conosciuta con il nome di Piazza del Popolo. Questโultima รจ senza dubbio il cuore della cittร sin dallโepoca romana. Poggia le sue fondamenta su grandi cisterne romane, ancora ben conservate e visitabili: non erano solo unโenorme riserva idrica, ma avevano molteplici funzioni come sostruzione, drenaggio e contenimento delle acque. La Piazza รจ circondata dai monumenti piรน insigni di Todi, testimonianza dellโepoca dei liberi comuni (il Palazzo del Capitano che ospita il Museo Civico, il Palazzo del Popolo, sede del Comune e Palazzo dei Priori).
ร impossibile non notare anche i tre cerchi di mura che abbracciano Todi e che ne hanno definito lโespansione urbana: al primo cerchio etrusco (III sec. a.C.) segue quello romano e poi quello di epoca medievale. Lungo questi perimetri si aprono ancora oggi le porte di accesso: Porta Perugina, Porta Romana, Porta Fratta (giร Amerina) e Porta Orvietana (di cui rimangono pochi resti), i cui nomi si riferiscono ai principali collegamenti viari). Altre porte sono: Porta Libera, Porta Aurea, Porta Catena o di SantโAntonio.
Per una veduta panoramica di Todi e della Valle Umbra si puรฒ salire sul Parco della Rocca (411 m s.l.m.), il punto piรน elevato della cittร . La rocca, edificata da papa Gregorio XI nel 1373, dopo essere stata abbattuta รจ stata ricostruita nel 1395.
Da non perdere anche i Nicchioni romani in travertino (nel piazzale del Mercato Vecchio): secondo alcune ipotesi si tratterebbe di resti di un tempio dedicato a Marte; Santa Maria in Camuccia, una chiesa a due piani fondata nel VII-VIII secolo e oggetto di interventi e rifacimenti nel XIII secolo; le Fontane di Scannabecco (1241): vasche dโacqua sovrastate da un elegante portico sostenuto da sette colonne; e il Museo Lapidario, inaugurato nel 2009 presso il Polo Museale delle Lucrezie, dove รจ conservata una raccolta – tra le piรน antiche dellโUmbria – di materiali lapidei di etร romana, medievale e moderna.
Infine, non si puรฒ non visitare il Teatro comunale di Todi che si trova in pieno centro, a significare lโimportanza del luogo per la societร tuderte dellโOttocento. Nel 1894 ospitรฒ per la prima volta il cinematografo con un filmato intitolato Un bagno di ragazzi. Dopo una fase di declino, il teatro e i locali sono stati restaurati a partire dal 1982 e dal 1992 รจ stato riaperto al pubblico, con una capienza di 499 spettatori.
Todi, volรฒ dal Tevere sul colle
lโAquila ai tuoi natali e il rosso Marte
ti visitรฒ, se il marzio ferro or parte
con la forza deโ buoi lโacclivi zolle.
Ebbro deโ cieli Iacopone, il folle
di Cristo, urge neโ cantici; in disparte
alla sua Madre Dolorosa lโarte
del Bramante serena il Tempio estolle.
Ma passa, ombra dโamor su la tua fronte
che infoscan gli evi, la figlia dโAlmonte,
il fior degli Atti, Barbara la Bella.
E lโinno del Minor si rinnovella;
Amor amor lo cor sรฌ me se spezza!
Amor amor tramme la tua bellezza!
Gabriele DโAnnunzio