fbpx

Todi

PROVINCIA:

Perugia

WEB:

Per informazioni turistiche:

Ufficio IAT di Todi
Piazza del Popolo, 29, 06059 Todi PG

Todi

Slide 6
Veduta di Todi
Foto di Enrico Mezzasoma
Slide 6
Duomo
Foto di Enrico Mezzasoma
Slide 6
Santa Maria della Consolazione
Foto di Enrico Mezzasoma
Slide 6
Piazza del Popolo
Foto di Enrico Mezzasoma
next arrow
previous arrow

todi è ISCRITTA A:

alla scoperta del borgo

Adagiata su di un colle che si affaccia sulla media valle del Tevere, Todi (da Tutere che significa confine) racchiude, all’interno delle sue mura, tesori e bellezze antiche. La leggenda narra che sia nata (nel VIII – VII secolo a.C.) per volere dei Veii Umbri e di un’aquila: gli Umbri volevano costruire la città ai piedi del colle, sulla riva sinistra del Tevere, ma la tovaglia con cui stavano facendo colazione fu rubata da un’aquila che la portò via, lasciandola cadere sulla cima del colle. Questo venne interpretato come un segno divino; fu così che i fondatori decisero di costruire Todi in cima al colle. Il legame con l’uccello rapace è resistito nel tempo: ancora oggi è presente nello stemma cittadino.

La storia invece vuole che Todi sia stata fondata dagli Etruschi tra il III e il I secolo a.C. che costruirono la prima cerchia di mura della città. Nel I secolo a.C. Todi diventa Municipio Romano e di questo periodo sono rimasti alcuni resti come le imponenti cisterne (seconda metà del secolo) che si trovano proprio sotto Piazza del Popolo. Con la caduta dell’Impero Romano, Todi affronta il periodo delle invasioni barbariche e della guerra gotica, dopo la quale viene annessa all’Impero Bizantino. Passato l’anno mille prospera e si espande, diventa libero Comune e poi Signoria sotto la famiglia degli Atti, per poi essere assorbita dallo Stato Pontificio.

Proprio in questo periodo storico (nel 1236) la città dà i natali al suo più celebre cittadino: Jacopone De Benedetti (meglio conosciuto come Jacopone da Todi), poeta ed ecclesiastico che è passato alla storia per le sue quasi cento laudi in volgare e per essere stato un acerrimo nemico di Papa Bonifacio VIII.

Nel XIV secolo per Todi inizia un periodo di lenta decadenza, ma grazie al vescovo Angelo Cesi la città ha un nuovo impulso e torna a rifiorire: sotto la sua guida vengono effettuati importanti lavori urbanistici e architettonici come la costruzione della Fontana della Rua o Cesia, la Chiesa del Crocifisso e il Tempio di Santa Maria della Consolazione, completato dopo la sua morte. Quest’ultimo si trova fuori le mura della città e costituisce uno degli edifici simbolo dell’architettura rinascimentale: la costruzione, iniziata nel 1508, si concluse solo un secolo più tardi e per la sua architettura si contrappone al centro storico in pieno stile medievale.

Passeggiando per l’acropoli ci si imbatte nel Tempio di San Fortunato, un edificio gotico iniziato alla fine del XII secolo e terminato nel 1465. Nella cripta della chiesa si trovano le tombe di quattro santi (tra cui San Cassiano) e, su una parete, un ovale con l’immagine ad affresco del beato Jacopone da Todi. Di particolare interesse è il portone centrale decorato da bassorilievi, molti dei quali realizzati dall’architetto dell’opera Giovanni da Santuccio di Fiorenzola e da suo nipote Bartolo.

La chiesa più importante è senza dubbio il Duomo, intitolato a Maria SS. Annunziata: un edificio in stile lombardo a croce latina edificato nel XII secolo nel luogo di un preesistente edificio romano. La facciata ha subito, nei secoli, numerosi restauri e rifacimenti a causa di un incendio nel 1190, di un terremoto nel 1246 e infine del crollo del tetto nel 1322. All’interno è conservato Il Giudizio universale di Ferraù da Faenza, d’ispirazione michelangiolesca. Nella cripta vi è un museo.

Il centro storico si snoda tra vie strette e ampie piazze: le principali sono Piazza Garibaldi – dove svetta la statua del condottiero – e Piazza Vittorio Emanuele –  conosciuta con il nome di Piazza del Popolo. Quest’ultima è senza dubbio il cuore della città sin dall’epoca romana. Poggia le sue fondamenta su grandi cisterne romane, ancora ben conservate e visitabili: non erano solo un’enorme riserva idrica, ma avevano molteplici funzioni come sostruzione, drenaggio e contenimento delle acque. La Piazza è circondata dai monumenti più insigni di Todi, testimonianza dell’epoca dei liberi comuni (il Palazzo del Capitano che ospita il Museo Civico, il Palazzo del Popolo, sede del Comune e Palazzo dei Priori).

È impossibile non notare anche i tre cerchi di mura che abbracciano Todi e che ne hanno definito l’espansione urbana: al primo cerchio etrusco (III sec. a.C.) segue quello romano e poi quello di epoca medievale. Lungo questi perimetri si aprono ancora oggi le porte di accesso: Porta Perugina, Porta Romana, Porta Fratta (già Amerina) e Porta Orvietana (di cui rimangono pochi resti), i cui nomi si riferiscono ai principali collegamenti viari). Altre porte sono: Porta Libera, Porta Aurea, Porta Catena o di Sant’Antonio.

Per una veduta panoramica di Todi e della Valle Umbra si può salire sul Parco della Rocca (411 m s.l.m.), il punto più elevato della città. La rocca, edificata da papa Gregorio XI nel 1373, dopo essere stata abbattuta è stata ricostruita nel 1395.

 

Da non perdere anche i Nicchioni romani in travertino (nel piazzale del Mercato Vecchio): secondo alcune ipotesi si tratterebbe di resti di un tempio dedicato a Marte; Santa Maria in Camuccia, una chiesa a due piani fondata nel VII-VIII secolo e oggetto di interventi e rifacimenti nel XIII secolo; le Fontane di Scannabecco (1241): vasche d’acqua sovrastate da un elegante portico sostenuto da sette colonne; e il Museo Lapidario, inaugurato nel 2009 presso il Polo Museale delle Lucrezie, dove è conservata una raccolta – tra le più antiche dell’Umbria – di materiali lapidei di età romana, medievale e moderna.

Infine, non si può non visitare il Teatro comunale di Todi che si trova in pieno centro, a significare l’importanza del luogo per la società tuderte dell’Ottocento. Nel 1894 ospitò per la prima volta il cinematografo con un filmato intitolato Un bagno di ragazzi. Dopo una fase di declino, il teatro e i locali sono stati restaurati a partire dal 1982 e dal 1992 è stato riaperto al pubblico, con una capienza di 499 spettatori.

Todi, volò dal Tevere sul colle

l’Aquila ai tuoi natali e il rosso Marte

ti visitò, se il marzio ferro or parte

con la forza de’ buoi l’acclivi zolle.

 

Ebbro de’ cieli Iacopone, il folle

di Cristo, urge ne’ cantici; in disparte

alla sua Madre Dolorosa l’arte

del Bramante serena il Tempio estolle.

 

Ma passa, ombra d’amor su la tua fronte

che infoscan gli evi, la figlia d’Almonte,

il fior degli Atti, Barbara la Bella.

 

E l’inno del Minor si rinnovella;

Amor amor lo cor sì me se spezza!

Amor amor tramme la tua bellezza!

 

Gabriele D’Annunzio