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รˆ curioso che una delle feste piรน sentite e festeggiate del mondo sia collegata non solo alla misteriosa agiografia del santo da cui trae il nome, ma che la figura stessa del martire sia ancora, in larga parte, confusa con quella di altri santi omonimi, generando una confusione non trascurabile sullโ€™origine della festa e sulla diffusione fino ai giorni nostri. Ma andiamo per ordine.

Le fonti ci dicono che un certo vescovo Valentino, nato a Interamna Nahars (lโ€™odierna Terni), venne convocato a Roma dal filosofo greco Cratone affinchรฉ ne curasse il figlio Cerimone, affetto da una grave patologia neurologica. Sembra che Valentino godesse della fama di taumaturgo perchรฉ, qualche tempo prima, aveva curato con successo un giovane nelle stesse identiche condizioni.

La guarigione di Cerimone spinge tutta la sua famiglia a convertirsi al Cristianesimo; si convertono anche alcuni discepoli di Cratone, tra cui Abbondio, figlio del Prefetto Furioso Placido. A quel punto interviene il Senato, che fa arrestare nel bel mezzo della notte Valentino e, di nascosto, lo fa giustiziare. La stessa fine fanno tre dei suoi discepoli che, nel riportarne le spoglie a Terni, vengono fatti arrestare e giustiziare dal Magistrato locale.

 

chiese di terni

Basilica di San Valentino

 

Altri dettagli, come la data della morte (14 febbraio) e la cittร  di sepoltura (Terni), si ritrovano in un documento ufficiale della Chiesa chiamato Martyrologium hieronymianum (V-VI secolo), mentre nella Passio Sancti Valentini episcopi et martiri (VI sec.) si indugia sui dettagli relativi alla tortura e alla morte per decapitazione. Le fonti ci permettono di ricostruire lโ€™epoca in cui avviene la vicenda, presumibilmente tra il 346 e il 347, in piena etร  post-costantiniana. Questo spiegherebbe anche lโ€™agire di nascosto: i magistrati non avevano piรน la facoltร  di perseguire legalmente i cristiani. Il vescovo e suoi discepoli furono poi sepolti sulla collina di Terni, al LXIII miglio della via Flaminia; qui sorse in seguito una basilica che, dopo essere stata distrutta e ricostruita piรน volte, รจ ricordata per aver ospitato lโ€™incontro, nel 792, tra Papa Zaccaria e il re longobardo Liutprando, che cosรฌ donรฒ alla Chiesa di Roma numerose cittร , tra cui Sutri. Il luogo fu scelto proprio perchรฉ i Longobardi tenevano in grande considerazione le capacitร  taumaturgiche che avevano accompagnato la figura del santo in vita come nella morte.

La basilica, cosรฌ come la vediamo oggi, รจ frutto di una ricostruzione seicentesca fatta a seguito della rivalutazione delle figure dei primi martiri fatta da Papa Paolo V. Vennero infatti promossi degli scavi per recuperare le spoglie di Valentino, che riposarono per circa tredici anni nella cattedrale di Terni, in attesa che i lavori di ristrutturazione venissero terminati. Oggi sono conservate in unโ€™urna posta sotto lโ€™altare.

 

San Valentino

La storia dโ€™amore tra Sabino e Serapia

Non lontano dalla basilica, vi รจ anche una necropoli, detta delle Acciaierie. Nel 1909 vi fu ritrovato un sarcofago bisomo, cioรจ con due corpi, il cui corredo funerario presentava, tra le altre cose, anche due braccialetti intrecciati. Qualcuno lo interpretรฒ come il simbolo dellโ€™amore eterno di due figure molto apprezzate dalla tradizione popolare, ovvero Sabino e Serapia che, con la benedizione di Valentino, si sarebbero amati per sempre. Da qui qualcuno ha fatto derivare lโ€™associazione tra il Santo e la festa degli innamorati. In realtร  le analisi hanno dimostrato che si tratta dei corpi di due bambine, antecedenti di 8 secoli rispetto a San Valentino: la loro tomba รจ stata ricreata completamente allโ€™interno della sezione archeologica del CAOS (Centro Arti Opificio Siri).

Lโ€™altro Valentino

In realtร  della figura di Valentino sappiamo davvero poco, soprattutto se pensiamo ai casi di omonimia e alle tante e controverse teorie secondo cui sarebbe diventato il patrono degli innamorati. Si รจ parlato infatti anche di un altro Valentino, martirizzato sempre il 14 febbraio, che perรฒ era un prete di Roma. Le date perรฒ non corrisponderebbero: sembra che la vicenda del Valentino romano si sia svolta sotto lโ€™impero di Gallieno, tra il 253 e il 268, e che il suo corpo sia stato inumato ai piedi dellโ€™attuale collina dei Parioli. Cosรฌ, per diverso tempo, gli studiosi hanno ritenuto che si trattassero semplicemente di due persone diverse.

Per altri, invece, lโ€™appellativo di santo sarebbe stato dato al finanziatore della basilica soprastante la catacomba di San Valentino, a Roma: era prassi comune, infatti, ringraziare i benefattori con appellativi altisonanti, come nel caso di Santa Prassede o di Santa Cecilia. Solo recentemente รจ stata accolta lโ€™idea che i due Valentino siano stati in realtร  la stessa persona, il cui culto si sarebbe diffuso da Roma fino alla cittร  natale del santo, non cosรฌ distante, dove i concittadini lo avrebbero tributato del titolo di episcopus.

Lo zampino degli inglesi

Questo perรฒ non spiega come abbia fatto un santo, famoso per le sue capacitร  di guaritore, a diventare il patrono degli innamorati. Per alcuni la Festa di San Valentino deriverebbe dai Lupercalia, festeggiamenti sfrenati afferenti alla venerazione del dio pagano della fertilitร  Luperco, che cadevano il 15 di febbraio. Nel 496 d.C. Papa Gelasio decise di trasformare la connotazione dei festeggiamenti in modo da renderla piรน aderente alla morale cristiana e di anticipare tutto al 14, cosรฌ che coincidessero con il giorno dedicato a San Valentino. Questa tradizione venne rinforzata dai Benedettini, i primi custodi della basilica ternana, ma fu consacrata da una cultura che potremmo definire di massa โ€“ sebbene ante litteram – da Geoffrey Chaucher. Il poeta inglese, nella sua opera Il Parlamento degli Uccelli, associa la ricorrenza di Valentino al fidanzamento di Riccardo II dโ€™Inghilterra con Anna di Boemia e chiama il santo a sovrintendere alla ยซfesta dellโ€™amoreยป che a febbraio inoltrato sโ€™impadronisce di tutte le creature disseminate sulla Terra da madre Natura, uccelli compresi. La stessa immagine viene poi ripresa da Shakespeare e da alcuni poeti francesi, che la traghettarono verso i tempi moderni sempre piรน simile alla forma in cui la conosciamo oggi.

San Valentino in Umbria

Al Santo, in Umbria, sono dedicati diversi edifici e luoghi di culto, nonchรฉ numerosi toponimi. Uno di questi รจ San Valentino della Collina, frazione del Comune di Marsciano citata giร  nel 1163 nel diploma imperiale concesso da Federico I al vescovo di Perugia.

Chiesa di San Valentino, Casteldilago

La chiesa principale del borgo รจ dedicata proprio a Valentino. In Valnerina, a Scheggino, vi รจ invece il castello di San Valentino โ€“ sempre arricchito dallโ€™omonima chiesa โ€“ sorto come villa dipendente dal feudo abbaziale di San Piero in Valle. Nella chiesa sono conservati degli affreschi votivi in cui San Valentino ora compare ai piedi della croce con Santa Caterina dโ€™Alessandria e ora attornia la Beata Vergine assieme a San Biagio.

Scendendo verso Terni, una chiesa dedicata a San Valentino si trova anche a Casteldilago, piccolo borgo posto nel Comune di Arrone. Qui una statua del santo tiene tra le mani, con fare protettivo, una riproduzione in miniatura del borgo.

Uno degli edifici sacri piรน antichi di Bastia Umbra – e anche uno dei piรน cari ai bastioli – รจ la minuscola chiesa di San Rocco, che sorge nel punto dove si incrociano via Veneto e via Roma, due importanti arterie della cittadina.

 

Chiesa di San Rocco

 

La chiesa fu edificata nel XVII secolo per volontร  del popolo bastiolo grato al Santo[1] per aver preservato Bastia dallโ€™epidemia della peste che aveva invece colpito duramente i paesi limitrofi. Fu innalzata probabilmente in vista del Giubileo presso Porta Romana da dove partiva la strada che univa Bastia alla Porziuncola.
Gravemente danneggiata dal terremoto del 1832, fu riaperta al pubblico dopo lunghi lavori di restauro, nel 1856. Nel 1924, in seguito alla demolizione di Porta Romana, la lapide con lโ€™iscrizione commemorativa della sua costruzione venne trasferita sulla facciata della chiesa, dove attualmente si trova: ยซIMMINENTE CONTAGIO ADORNA / TUM PRAESIDIUMQUE ROMANAE / INSULAE PORTAM HANC DIVI / PETRINA VIGILA(m) REGENTE / URBANO Vili P.O.M. / ANGELUS PERLA I UD. P(rae)TOR / PRIORE(sqm) BASTINE CONSTRU / ENDAM CURA VERE A. D. 1633ยป.
Nel 1925 ci fu un altro restauro che arricchรฌ la chiesa di un nuovo apparato decorativo realizzato dal pittore Elpidio Petrignani (1878-1964). Entrata in disuso in seguito alla costruzione della nuova chiesa parrocchiale di S. Michele Arcangelo (1962), rischiรฒ fra gli anni Settanta-Ottanta la demolizione, a cui si oppose un comitato cittadino che si adoperรฒ per un ampio restauro sia strutturale sia pittorico, che portรฒ alla riapertura al pubblico il 15 settembre 1991. La chiesa รจ sede religiosa della Confraternita di San Rocco (istituita nel 1604) e dellโ€™omonimo rione che ha come stemma proprio la sua facciata.

 

Madonna con Gesรน Bambino fra San Sebastiano e San Rocco

Madonna con Gesรน Bambino fra San Sebastiano e San Rocco, foto di Enrico Mezzasoma

Uno scrigno da scoprire

Allโ€™interno รจ conservata una pregevole statua lignea raffigurante il Santo realizzata dal Maestro di Magione[2], uno dei migliori intagliatori dellโ€™Italia Centrale della prima metร  del Cinquecento. Nella scultura San Rocco รจ raffigurato con la fronte sporgente, il naso affilato, capelli ondulati che lasciano cadere boccoli ai lati del volto e restituisce lโ€™immagine di un uomo forte e atletico intento nel suo pellegrinaggio. Nel 2002 la statua fu esposta in una mostra nazionale a Pergola dedicata alla scultura e allโ€™arredo ligneo fra Marche e Umbria, organizzata dalla Soprintendenza ai Beni artistici e storici di Urbino. Nella chiesa รจ conservato anche il gonfalone processionale realizzato da Dono Doni e raffigurante la Madonna con Gesรน Bambino fra San Sebastiano e San Rocco e il gonfalone processionale con la Madonna della Misericordia fra Santโ€™Antinio Abate e Santโ€™Antonio da Padova realizzato da Bernardino di Mariotto.
Ogni anno, il 16 agosto, a Bastia si svolge la festa dedicata al Santo che vede lโ€™esposizione della statua lignea allโ€™interno della chiesa parrocchiale e la processione che riaccompagna la statua nella chiesetta. In occasione della festa di San Rocco, durante le celebrazioni religiose di tutta la parrocchia, viene distribuito il pane di San Rocco[3], il pane salvifico simbolo di guarigione e speranza.
Speriamo che questa storia sia di buon auspicio, e invitiamo tutti, dopo che questo difficile periodo sarร  finito, a fare una visita alla piccola Chiesa di San Rocco: per i credenti sarร  una nuova occasione per ringraziare il Santo, per gli altri lโ€™opportunitร  per visitare una cittadina umbra che avrร  bisogno, come le altre, di tutto il nostro sostegno.

 


[1] San Rocco, medico nato a Montpellier nel 1295, aiutรฒ gli appestati che incontrรฒ nel suo cammino durante un pellegrinaggio a Roma. La tradizione vuole che in punto di morte chiese a Dio il potere di guarire dalla peste tutti coloro che colpiti dal terribile morbo, lo avessero invocato. Dio esaudรฌ la sua richiesta e fu cosรฌ che san Rocco divenne il protettore degli appestati, oltre che di emarginati, ammalati, viandanti e pellegrini, operatori sanitari, farmacistiโ€ฆ โ‡‘
[2] Romano Alberti, detto Nero Alberti da Sansepolcro, conosciuto precedentemente come Maestro di Magione (Sansepolcro, 1502 โ€“ 1568), รจ stato un intagliatore italiano attivo nell’Italia centrale. โ‡‘
[3] La leggenda narra che anche San Rocco si ammalรฒ di peste e rifugiatosi in un capanno, riuscรฌ a sopravvivere grazie allโ€™aiuto di un cane che gli portรฒ ogni giorno un tozzo di pane. Per questo il santo รจ anche il patrono dei cani. โ‡‘


Bibliografia:

http://www.luoghidelsilenzio.it
https://www.lavoce.it
http://www.valcenoweb.it