I bambini provenienti da famiglie piรน povere hanno, rispetto ai loro coetanei, una maggiore probabilitร di fallimento scolastico, rischiano di lasciare precocemente la scuola e di non raggiungere i livelli minimi di apprendimento. A loro volta, questi minori soffriranno, con tutta probabilitร , di una condizione di privazione, anche economica, nella loro vita da adulti.
Queste le allarmanti considerazioni apparse in un rapporto del maggio 2018 pubblicato da Save the Children Italia, secondo cui la povertร educativa – cioรจ la privazione dellโopportunitร , per bambini e adolescenti, di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacitร , talenti e aspirazioni – tende a interessare diverse dimensioni. Impedisce loro, infatti, non solo di acquisire le competenze necessarie per vivere nel mondo odierno costruendo relazioni interpersonali e sociali, ma anche di avere stima in se stessi e nelle proprie capacitร , cosรฌ come di mantenere un controllo dei propri sentimenti anche in situazioni di difficoltร e di stress.
I numeri
In Italia, di quasi mezzo milione di studenti quindicenni oltre 100.000 non raggiungono i livelli minimi di competenze in matematica e in lettura: non riescono, insomma, a utilizzare formule matematiche relativamente semplici per descrivere la realtร che li circonda, nรฉ a interpretare correttamente il significato di un testo. La disuguaglianza รจ talmente marcata che gli studenti provenienti da famiglie svantaggiate ottengono, ai test somministrati, risultati tra i piรน bassi in Europa, mentre i loro coetanei, provenienti perรฒ da famiglie piรน abbienti, si attestano allo stesso livello dei top performer mondiali.
Ma non รจ tutto perduto
Esistono perรฒ bambini che, pur provenendo da situazioni svantaggiate, trasformano la difficoltร in unโoccasione di crescita e sviluppo personale: si tratta dei minori resilienti che, reagendo positivamente, innescano un meccanismo di apprendimento continuo, vita natural durante, utile a vivere serenamente le sfide che il mondo odierno presenta loro. Il loro numero soffre, purtroppo, di flessioni temporali e geografiche: da nord a sud della Penisola, la percentuale dei bambini resilienti cala notevolmente, senza contare che lโItalia รจ, tra i Paesi europei, quello con processi di resilienza meno sviluppati.
Stimolare la resilienza
ร indubbio, infatti, che la resilienza scaturisce non solo da un ambiente scolastico stimolante, dove gli insegnati dialogano proficuamente con i genitori e gli alunni si muovono tra infrastrutture di qualitร , ma anche da luoghi in cui sia possibile svolgere attivitร sportive, ricreative e culturali, capaci di arginare il pericolo della criminalitร , della disoccupazione e della povertร . ร importante anche una predisposizione individuale alle relazioni sociali e all’autonomia, come pure la capacitร di risolvere i problemi e di darsi degli obiettivi.
Viene da sรฉ che, al contrario, una comunitร degradata, che soffoca la motivazione e lโimpegno e che deprime il talento, sia un vero e proprio ostacolo alla resilienza, cosรฌ come le discriminazioni di genere, che si delineano addirittura come fattore predittivo della povertร educativa.
Al contrario di quanto si crede, non hanno influenza sulla capacitร di resilienza nรฉ la provenienza da una famiglia migrante, nรฉ la composizione familiare o la condizione lavorativa dei genitori.
E lโUmbria, quanto รจ povera?
Rispetto alle regioni meridionali, quelle del centro-nord, seppure avvantaggiate, restano gravemente carenti dal punto di vista delle attivitร ricreative e culturali. La partecipazione dei minori a uno spettacolo teatrale almeno una volta allโanno non supera mail il 40%; nella nostra regione, inoltre, lโ80,3% dei minori non ha mai partecipato a concerti di musica classica – e questo รจ un dato superiore persino a quello delle regioni del centro sud, che in generale offrono meno opportunitร per attivare percorsi di resilienza educativa.
Edu Sostenibile
Analizzare questi meccanismi costituisce la chiave di volta per sviluppare politiche efficaci a contrasto della povertร educativa. Con queste premesse nasce il progetto Edu sostenibile: la comunitร nella sostenibilitร educativa per lโinfanzia, che verrร presentato il 22 novembre 2018 alla Sala dei Notari di Perugia (evento).
Rivolgendosi a oltre 10.000 bambini tra gli zero e i sei anni, ai loro genitori, ai loro famigliari di riferimento – senza contare i 2.000 studenti di Scienze dellโEducazione, Consulenza Pedagogica, Scienze della Formazione Primaria e Psicologia, e gli oltre 400 professionisti del campo dellโinfanzia – il progetto intende creare un sistema incentrato sulla corresponsabilitร educativa.
Attraverso dei CET (Centri Educativi Territoriali) e una campagna informativa generalista, cercherร di rendere consapevoli le famiglie dellโimportanza di un ambiente stimolante per lo sviluppo dei bambini e di proporre, conseguentemente, attivitร calibrate sui loro bisogni, come laboratori, focus group e attivitร di prossimitร .
Passo dopo passo
Lโattivitร sperimentale dei CET, volta a produrre un cambiamento culturale e la formazione di comunitร educanti fortemente inclusive, dopo una prima fase di co-progettazione – volta alla sensibilizzazione della comunitร , anche tramite la distribuzione di kit informativi – proseguirร con la mappatura di tutte le risorse sociali, sanitarie, culturali e associative che svolgono una funzione educativa nel territorio, al fine di coinvolgerle nella progettazione dellโattivitร dei CET stessi. Queste iniziative – offerte a prezzi accessibili o sostenute tramite lโintegrazione con lโapposito fondo di sostenibilitร – daranno particolare enfasi al coinvolgimento delle famiglie; e tale processo, moltiplicato in tutta la comunitร , tenderร a costituire dei patti di collaborazione che sanciscano formalmente la cooperazione tra pubblico e privato a tutela di un imprescindibile bene comune: il valore educativo di una comunitร .