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Si è tenuto lo scorso sabato 15 ottobre 2022 Montagne Super-Abili, l’evento finale di Hi-Ability, progetto finanziato dal programma Erasmus+ mirato a sviluppare competenze sociali e professionali di adulti con disabilità intellettiva attraverso la pratica sportiva.

Pale di Foligno (PG) – con la sua Aula Verde Altolina e i suggestivi percorsi delle Cascate del Menotre e dell’Eremo di Santa Maria Giacobbe – ha accolto numerosi appassionati, curiosi e interessati al tema, nonché gli educatori e i ragazzi di diverse organizzazioni attive nell’ambito dell’inclusione di persone con disabilità intellettiva. Queste ultime, provenienti da Città di Castello (Cooperativa La Rondine), Foligno (Associazione Liberi di Essere e La Locomotiva), Perugia (Asd Viva) e Nepi (Cooperativa sociale Gea) si sono cimentati in escursioni e in laboratori volti alla fabbricazione della carta con il supporto degli organizzatori, i membri dell’ASD Trekkify, e dell’associazione Valle Umbra Trekking, che ha fatto gli onori di casa. In apertura della giornata sono intervenuti l’assessore alle politiche sociali e ambientali di Foligno Agostino Cetorelli, i rappresentanti delle organizzazioni e cooperative presenti che hanno condiviso i loro progetti e la loro esperienza, il presidente di Valle Umbra Trekking Carlo Valentini – che durante la mattinata ha inaugurato anche la panchina rossa contro la violenza sulle donne che colora l’ingresso dell’Aula Verde Altolina – e la presidentessa dell’ASD Trekkify Eleonora Cesaretti, che ha ripercorso i due anni di progetto e presentato i quattro risultati prodotti, ponendo l’accento sul ruolo comprimario delle persone con DI nella loro elaborazione.

 

Visita all’Eremo Santa Maria Giacobbe, foto di Elena Volterrani

 

In primis, è stato elaborato un Toolkit per gli educatori, un vero e proprio manuale diviso in otto moduli che presenta esercizi e tutorial affinché gli educatori abbiano gli strumenti e le competenze per mettere le persone con DI nelle condizioni di approcciarsi all’ambiente naturale e agli sport all’aria aperta con autonomia e sicurezza. Poi un’App (Hi-Ability, disponibile su App Store e presto anche su Google Play) creata con un linguaggio Easy to Read, coadiuvato da pittogrammi e immagini, che racchiude dodici percorsi accessibili (quattro per ogni Paese partner, e cioè Italia, Croazia, Belgio e Grecia) individuati dai partecipanti al progetto con l’aiuto degli educatori; una Guida Verde, strumento a disposizione del turismo naturalistico accessibile, che riporta i suddetti dodici percorsi pilota, disponibile in inglese nella sua versione integrale e nelle quattro lingue dei partner nella sua versione semplificata, sempre concepita con un linguaggio Easy to Read. Infine, un documento con raccomandazioni per le politiche, che consenta di esportare il modello Hi-Ability al di fuori del progetto e di riprodurlo in maniera sistematica.

 

Laboratorio della carta, foto di Elena Volterrani

 

La giornata è proseguita con i tre gruppi di partecipanti che si sono dati il cambio nell’ammirare, sia la mattina sia il pomeriggio, le bellezze storico-naturalistiche del paese di Pale, del Sentiero dei Vecchi che lo costeggia, delle Cascate del fiume Menotre e dell’Eremo di Santa Maria Giacobbe, apprezzando la zona anche per sua tradizione cartiera, attraverso la partecipazione al laboratorio di fabbricazione della carta, e culinaria, attraverso la condivisione di un momento conviviale.

Attività outdoor, laboratori e una tavola rotonda sull’attività sportiva come strumento inclusivo a supporto delle persone con disabilità intellettiva

Il 15 ottobre 2022, presso l’Aula Verde Altolina di Pale (Foligno), si svolgerà Montagne super-Abili, l’evento finale del progetto europeo Hi-Ability, finanziato dal programma della Commissione europea Erasmus+ e incentrato sullo sviluppo di competenze sociali e professionali di adulti con disabilità intellettiva attraverso la pratica sportiva, con un focus particolare sul trekking.

Durante l’evento, organizzato dall’ASD Trekkify con il supporto di Valle Umbra Trekking e con il patrocinio del Comune di Foligno, verranno presentati i risultati del progetto – un Manuale di educazione ambientale, una Guida di percorsi escursionistici accessibili a persone con disabilità e un’App per la fruizione di tali percorsi – che intendono supportare non solo le persone con disabilità, ma anche le loro famiglie e gli educatori nell’acquisizione di competenze atte a utilizzare l’ambiente naturale come strumento a supporto del benessere psico-fisico.

In apertura della giornata interverranno rappresentanti dell’ASD Trekkify, di Valle Umbra Trekking e della FIE Umbria – Federazione Italiana Escursionismo, nonché dell’ASD Viva, de La Rondine e di Liberi di Essere di Foligno. Seguiranno alcune semplici escursioni, a cura di Valle Umbra Trekking e dell’ASD Trekkify, per scoprire le Cascate del Menotre, l’Eremo di Santa Maria Giacobbe e le Grotte di Pale, così da valorizzare il territorio e il patrimonio naturalistico della Montagna folignate.

Dopo il pranzo offerto, la giornata proseguirà con alcuni laboratori ambientali a cura degli operatori di Valle Umbra Trekking e con intrattenimento musicale a cura di Young Jazz.

In un’ottica di totale inclusione sociale, tutte le attività (presentazioni, escursioni, laboratori) sono gratuite e rivolte sia a persone con disabilità sia alle loro famiglie, educatori o altre persone interessate ai temi dell’evento.

Iscrizione obbligatoria su www.trekkify.it, da effettuarsi entro e non oltre il 7 ottobre 2022.

«Il mio ultimo libro è un racconto minimale in bianco e nero dove disegno i paesaggi mistici dell’Umbria, dal santuario di Santa Maria Giacobbe al Bosco Sacro di Monteluco».

Francesco Gaggia si divide tra insegnamento e disegno con lo pseudonimo di Kuiry, con cui firma le tavole. Con un tratto ricercato e minimale, che alterna colore e bianco e nero, ci porta con le sue storie tra i paesaggi dell’Umbria o nelle città noir ispirate all’America degli anni Cinquanta e Settanta. Il suo ultimo libro è Pale – l’anima della terra che ci porta in un bosco sacro, in un eremo incastonato in una parete di roccia dove un uomo, solo e febbricitante, vive una drammatica esperienza metafisica, tra oscure presenze fluttuanti e il retaggio di antichi culti pagani. A breve arriverà anche un nuovo episodio del detective Dog Kane dal titolo La maestra sbagliata, in cui avrà a che fare con dei clienti davvero particolari.

 

Francesco Gaggia

Come prima domanda: chi è Francesco Gaggia?

Principalmente sono un professore e un architetto. Ho studiato architettura a Firenze e poi sono diventato un insegnante. Il fumetto fa parte della mia vita da sempre, ho imparato a leggere anche prima di andare a scuola, con Topolino, e ho sempre amato moltissimo disegnare. Ma il vero punto di svolta c’è stato negli anni Novanta, quando con Claudio Ferracci – presidente della Biblioteca delle Nuvole di Perugia – abbiamo realizzato FLIT Comics, una rivista di fumetti e critica. Da qui si è concretizzata la mia passione, anche con mostre ed eventi. Poi dal 2013 ho iniziato l’autoproduzione, diventando editore di me stesso e pubblicando le mie opere.

Kuiry invece chi è? Il tuo alter ego?

Oramai ho fatto pace con questa cosa: Kuiry è un soprannome che ho fin da ragazzo e lo uso come nome d’arte per firmare le tavole, mentre Francesco Gaggia è l’editore. Il doppio nome in questo caso è utile.

Da dove nasce l’ispirazione? C’è un momento particolare della giornata in cui disegni?

La parte operativa si svolge chiaramente a tavolino anche se, usando molto il digitale – disegno prevalentemente con un tablet – potrei lavorare ovunque, ma preferisco farlo nel mio studio o a casa. Invece, l’idea per una storia… ogni momento è buono. Ad esempio, quando vado in bici, quando passeggio e in tutti quei momenti in cui libero la mente dai pensieri quotidiani. Spesso l’idea risolutiva arriva quando meno me lo aspetto.

 

Parliamo del tuo ultimo libro Pale – l’anima della terra, un racconto grafico dedicato a una divinità pagana e ambientato in uno dei luoghi più suggestivi dell’Umbria: l’eremo di Santa Maria Giacobbe presso Pale (Foligno).

È un racconto di 64 pagine con dialoghi minimali in cui prevale l’immagine; è un fumetto particolare perché il parlato è espresso con delle didascalie e non con dei veri e propri fumetti che escono dalla bocca. Il protagonista è un eremita che parla con sé stesso, quindi ho cercato di non essere verboso. Il mio obiettivo era trasmette al lettore le sensazioni e le suggestioni di un uomo che vive solo.

 

Questo si manifesta anche con la scelta del bianco e nero?

Esatto. In questo modo rappresento un pensiero ascetico, più asciugato. L’ascetismo in qualche modo è o bianco o nero. Non ha sfumature.

In Pale dominano anche i paesaggi dell’Umbria…

Il luogo principale è appunto l’eremo di Pale (da qui il titolo), che si trova sopra Foligno, il cui toponimo deriva da una dea pagana molto antica. Una divinità pastorale il cui culto nella zona è continuato fino alla prima metà del Novecento. È dedicato a Santa Maria Giacobbe e ha all’interno affreschi che richiamano la maternità. Un altro luogo di snodo del fumetto il Bosco Sacro di Monteluco, un posto particolarissimo in cui c’è una dimensione sensoriale unica: quando si entra è come entrare in una cattedrale, un luogo diverso da quello esterno, in cui viene automatico parlare sottovoce.

Recentemente è uscito anche Salomè NOIR, un fumetto liberamente tratto dall’opera teatrale di Oscar Wilde…

È una trasposizione della Salomè di Wilde, ambientata però negli anni Settanta, in America, reinterpretata in chiave noir. Questo, rispetto a Pale, è un fumetto molto parlato e dove il testo è fondamentale.

 

Il genere noir lo esprimi anche con il personaggio di Dog Kane?

Sì, è una mia grande passione questo genere. Per Dog Kane ho creato una città immaginaria tipo la Gotham di Batman, ispirata a diverse città americane.

Quanto ti assomiglia questo personaggio?

Fisicamente quando è nato era una mia caricatura, poi lui è rimasto trentenne e io sono invecchiato (ride). I suoi pensieri sono simili ai miei e quando scrivo penso a cosa farei io in quel momento. È un qualcosa che viene in automatico, ogni autore credo trasferisce parte di sé nei personaggi che crea.

 

Hai in cantiere nuovi progetti?

Sto lavorando a un’altra avventura di Dog Kane. Inizierà a indagare anche nel suo passato: in questa storia ci saranno dei flashback in cui ritornerà nella sua infanzia. Lui è operativo, come detective, negli anni Cinquanta, ma vorrei farlo muovere nel corso del Novecento, così da poter rappresentare diversi periodi storici. Finora l’ho raccontato trentenne negli anni Cinquanta, ora mi piacerebbe spostarlo negli anni Settanta, quando ha 50 anni, o negli anni Trenta, quando ancora è un bambino. La maestra sbagliata è un primo esperimento: avrà come clienti due bambini che andranno da lui perché secondo loro insegnante non è più lei e quindi, con dei flashback, tornerà quand’era lui stesso ragazzino.

Se dovessi rappresentare l’Umbria con un fumetto, come la disegneresti?

L’Umbria è unica perché, in uno spazio limitato e piccolo c’è una varietà incredibile di paesaggi: da quelli aspri, quasi alpini, della Valnerina, alle dolci colline, fino al lago Trasimeno, con i cipressi che sembra già di stare in Toscana. Nel giro di pochi chilometri ci sono tanti scenari e quindi, in un eventuale fumetto, cambierei stile a ogni capitolo, usando il colore, il bianco e nero, linee rotonde o spigolose.

I fumetti che peso hanno nel raccontare la realtà?

Secondo me sono uno strumento eccezionale per rappresentare la realtà, Zerocalcare ne è un ottimo esempio. Lui racconta la sua esperienza personale e ha realizzato anche dei reportage di guerra, è molto bravo a utilizzare questo strumento per raccontare la realtà delle cose. Non dimentichiamo anche Maus, il fumetto di Art Spiegelman sull’Olocausto che ha vinto il Premio Pulitzer. Io, come sensibilità, fatico a fare una cosa di questo genere, probabilmente perché sono più portato a traferire nei miei lavori la parte emozionale e fantasiosa, sicuramente anche a causa della mia formazione.

 


Per scoprire tutti i suoi lavori: Kuiry, Dog Kane

Inaugura oggi la XIX edizione della Mostra Mercato Nazionale del Libro Antico e della Stampa Antica, al Palazzo Vitelli a Sant’Egidio di Città di Castello.

La manifestazione, in programma fino a domenica 1 settembre, non è solo l’occasione per ammirare manoscritti e stampati di pregevole foggia provenienti da tutta la Penisola, ma anche per ricordare la grande tradizione tipografica tifernate come della regione intera. È così che anche noi ci apprestiamo a ricordarne le pietre miliari, in un elenco che non ha la pretesa di essere esaustivo, ma solo uno stimolo per la curiosità del lettore.

Il museo vivente: la Tipografia Grifani-Donati

L’interno della Tipografia Grifani-Donati

A Città di Castello l’attività di stampa fa rima con la Tipografia Grifani-Donati, che nel 1799 si impianta nei locali soprastanti la chiesa di San Paolo a seguito del trasferimento da Assisi di Francesco Donati e di Bartolomeo Carlucci. Fino a quel momento, la produzione era stata di carattere esclusivamente religioso, nonché piuttosto scarsa.
La tipografia si distinse ben presto per le pubblicazioni di pregio, a seguito anche dell’introduzione – nel 1817 – dei caratteri bodoniani; nel 1842, con il torchio di legno, comincia a stampare Le Memorie Ecclesiastiche e Civili di Città di Castello, ventotto fascicoli scritti dal vescovo Giovanni Muzi.
Attualmente, la tipografia è il museo vivente più antico dell’Umbria, nonché l’unico in Europa ancora in attività a usare la calcografia, la litografia e la tipografia, condotte con metodi artigianali. Oltre ai numerosi torchi antichi, la Tipografia Grifani-Donati può vantare ben 536 casse di caratteri in lega, legno e rame, fregi cliché, silografie e galvanotipie, tutti originali.

 

Immutato nel tempo: il Museo dello Stabilimento Tipografico Pliniana

Una delle macchine conservate presso il museo dello Stabilimento Tipografico Pliniana

Poco più a nord, a Grifani-Donati si affianca il Museo dello Stabilimento Tipografico Pliniana di Selci Lama, nel Comune di San Giustino, certamente più recente (nasce infatti nel 1913), ma non per questo meno pregevole. Nel 1922 si aggiudica la stampa della rivista «Il Foro Veneto», alla quale succederanno l’Archivio Segreto Vaticano, l’Istituto Storico per il Medioevo, il Centro Storico Benedettino, il Seminario Vescovile di Padova e la Deputazione di Storia Patria per l’Umbria.
Oggi, tutti i vecchi macchinari sono lì al loro posto, così come l’inchiostro che ancora impregna il rullo della macchina a piombo, dismesso negli anni Novanta di fronte alla modernizzazione. Sono ancora lì le cassettiere ripiene di caratteri di piombo divisi per tipologia e dimensione, le matrici provenienti dall’Inghilterra, i cliché in zinco, i manuali e gli strumenti per la manutenzione.

 

L’editio princeps della Divina Commedia

Il colophon della Divina Commedia stampata a Foligno.

Ma la storia della produzione tipografica in Umbria inizia molto prima, almeno l’11 aprile del 1472, quando viene stampata a Foligno l’editio princeps della Divina Commedia. La prima copia a stampa dell’opera dantesca sembra aver visto la luce nella casa dell’orafo e zecchiere pontificio Emiliano Orfini, fondatore, assieme al trevano Evangelista Angelini, della prima società tipografica della città. Per molto tempo si è ritenuto che socio fondatore fosse anche il maguntino Johannes Numeister, ma da un contratto per la fornitura di carta recentemente rinvenuto sembra che fosse solo un abile copista, sebbene i debiti che contrasse furono la causa della fine dell’attività.
Ma torniamo alla splendida editio princeps della Commedia. Nei rari esemplari completi, usciti originariamente dai tipi folignati in 800 copie di 252 carte – di cui la prima e l’ultima bianche, così come quelle terminali della prima e della seconda Cantica – si nota il nitido disegno in chiaroscuro delle maiuscole romane, senza dubbio opera dell’orafo Orfini. Pregevoli sono anche l’architettura della pagina, divisa in tre colonne di trenta righe – corrispondenti a dieci terzine – con spaziature e interlinee che la rendono compatta e solenne, così come la carta, ordinata appositamente da Numeister ai monaci benedettini che gestivano le cartiere di Pale e Belfiore.
La stessa qualità non risulta però nella composizione, dove appaiono numerosi refusi, errori di lettura, ripetizioni, trasposizioni di versi e lacune, specie nell’ultima parte del testo. Mancano altresì i segni di interpunzione. Tutto ciò è dovuto al fatto che l’opera fu copiata dal cosiddetto Codice Lolliano, conservato nella biblioteca del Seminario di Belluno.

In arte scripturarum librorum: il primato trevano

La società tipografica folignate fu però solo la seconda in Umbria. È infatti a Trevi, piccolo borgo produttore di olio, che si deve il primato mondiale, almeno dal punto di vista dell’assetto societario: il notaio che si occupò della redazione dell’atto, data l’assenza di precedenti, non sapeva come identificare la produzione della costituenda e così scrisse semplicemente «in arte scripturarum librorum», cioè l’arte di scrivere libri. Che la società sia durata soltanto un anno, o che abbia edito solo due incunaboli, è di rilevanza secondaria: ciò che conta è che, accanto ai centri di produzione nazionale come Venezia, Roma e Subiaco che in quegli anni si andavano affermando, pure l’Umbria tentò di far sentire la sua voce e, puntando più sulla qualità che sulla quantità, in qualche modo sembrò riuscirci.

«Il sol, la luna ed ogni sfera or misura Barbanera, per poter altrui predire, tutto quel che ha da venire»: l’almanacco di Barbanera

«Uscito dalla stamperia di Pompeo Campana, con la bisaccia stretta al corpo, il venditore raggiunse con passo rapido Piazza Grande. Brulicante di gente, la Piazza accoglieva quel giorno i banchi della Fiera di Santo Manno. Era il 15 settembre del 1761. Tra mercanzie di ogni genere, broccati e monili, l’ambulante decise di attendere il momento migliore per tirare fuori quel carico per lui tanto prezioso. Una giornata calda e limpida aveva infatti spinto compratori e curiosi, di Foligno e di fuori città, a trascorrere alla fiera le prime ore del mattino. La campana della Cattedrale batté le dieci. All’ultimo rintocco un richiamo attraversò l’aria: Barbanera! Barbanera di Foligno! Santi, fiere, tempo e lune. E per tutti, il Discorso generale del famoso Barbanera, per l’anno 1762».

Un almanacco Barbanera del 1780

È impossibile parlare di Foligno senza citare Barbanera, lunario uscito per la prima volta nel 1761 dai tipi di Pompeo Campana. Barbanera, in quanto astronomo, astrologo e filosofo eremita era rappresentato con compasso, cannocchiale, mappa coeli, libri e sguardo rivolto al cielo, secondo l’iconografia del solitario misuratore del tempo che osserva le stelle per dedurre i ritmi dell’anno e previsioni di pratica utilità, che realmente egli dispensava a chi gli avesse chiesto consiglio.
Nel 1761 decise di affidare le sue considerazioni a un unico foglio da affiggere alla parete, un lunario ricco di informazioni e decorato da pregevoli xilografie che, in poco tempo, trovò ampia diffusione in tutta Italia come strumento per le attività agricole e per la conoscenza delle previsioni del tempo, dei santi, delle feste e degli eventi. Dal 1793, all’unico foglio da parete si aggiunse il libretto, più ricco di contenuti e di maggiore maneggevolezza.
Specchio dei tempi, il Barbanera contava, tra i più affezionati lettori, nientemeno che Gabriele D’Annunzio, che così sorprendentemente scrisse in una lettera del 1934 indirizzata al parroco di Gardone Riviera:

«La gente comune pensa che al mio capezzale io abbia l’Odissea o l’Iliade, o la Bibbia, o Flacco, o Dante, o l’Alcyone di Gabriele D’Annunzio. Il libro del mio capezzale è quello ove s’aduna il “fiore dei Tempi e la saggezza delle Nazioni”: il Barbanera

Nel 2015, l’UNESCO ha iscritto la Collezione di almanacchi Barbanera, conservata a Spello presso la Fondazione omonima, nel Registro della Memoria Mondiale.

 


FONTI:

http://www.unicaumbria.it/musei/museo-della-tipografia-grifani-donati/
http://www.tipografiagrifanidonati.it/
http://www.unicaumbria.it/musei/museo-dello-stabilimento-tipografico-pliniana/
http://www.pliniana.it/it/photogallery/il-museo_15.html
https://www.sistemamuseo.it/ita/3/mostre/647/trevi-umbria-trevi-culla-del-libro/#.XWT1WXtS9PY
www.barbanera.it