Lunghezza: 4 km
Durata: 2 ore circa
Dislivello +354 m / -347 m
Quota: max. 541 / min. 315
Difficoltà: T
L’itinerario prende avvio dal parcheggio posto poco oltre l’abitato di Belfiore, nel comune di Foligno. Il percorso si svolge completamente nel Parco dell’Altolina, uno dei siti coinvolti nel Piano di sviluppo rurale per l’Umbria 2014-2022 per il miglioramento del patrimonio paesaggistico e all’accessibilità dei territori rurali. Nel parco si sviluppano ben quattro percorsi e noi ne percorreremo due, che in alcune parti coincidono con sentieri storici e/o percorsi a tappe che danno testimonianza di quanto la zona sia ricca di emergenze naturalistiche, paesaggistiche, storiche e culturali, tutte concentrate nell’arco di pochi chilometri.
La prima deviazione a sinistra ci condurrà ad ammirare l’ultimo dei tre salti del fiume Menotre (la cascata bassa), che cela una piccola grotta naturale e che è noto come il velo della sposa; ripreso il sentiero principale, ben visibile, ci si presenteranno due deviazioni consecutive che porteranno rispettivamente alla Cascata intermedia e alla Cascata alta che, con le loro rocce calcaree e travertini, completano i ben 200 metri di salto del fiume.
Il sentiero sterrato termina ai piedi del paese di Pale, nel quale entreremo costeggiando le Grotte dell’Abbadessa e percorrendo le viuzze che si snodano attraverso casupole in pietra rosa. Questo primo tratto corrisponde al percorso rosso dei quattro individuati all’interno del Parco dell’Altolina e attraversa quello che era il giardino della nobile famiglia degli Elisei, insediata nel centro di Pale con un palazzo fin dal 1268. Il giardino divenne una vetrina di varietà botaniche e zoologiche che venne visitata da personaggi illustri come la regina Casimira di Polonia nel 1699 e il granduca di Toscana Cosimo III nel 1695.
Lambiva appunto le Grotte dell’Abbadessa, che a oggi si estendono per 58 metri e si sono formate grazie all’azione delle acque del Menotre su rocce di natura carsica; le camere più famose sono quella del Laghetto, quasi perfettamente circolare, e la Camera delle Colonne a Terra, che deve il nome alle sue maestose colonne e stalagmiti, una delle quali ricorda un fiero leone di roccia. Una piccola curiosità: l’ecosistema ipogeo delle grotte potrebbe sembrare refrattario allo svilupparsi della vita, eppure nelle grotte non solo cresce una tipologia di licheno – completamente bianco – ma vi sono anche dei curiosi grilli dalle lunghe antenne che si sono adattati per sopravvivere anche in assenza di luce.
Giunti alla piazzetta principale – circoscritta dalle mura del Castello di Pale e da una vasca di decantazione dell’acquedotto romano – proseguiamo lungo il Sentiero degli Ulivi in direzione della cartiera posta lungo la statale 77 della val di Chienti. È grazie alla presenza monastica – in particolare dei monaci dell’Abbazia di Sassovivo – che ebbe avvio l’industria della carta, forte della presenza del fiume e antecedente di una trentina di anni rispetto a quella di Fabriano. Il binomio fu vincente a tal punto da far contare, nel 1850, ben 12 cartiere solo tra Belfiore e Pale.
Torniamo indietro verso il centro del paese e, giunti alla vasca di decantazione, prendiamo a destra per via dell’Eremo, imboccando quello che è il percorso arancione dei quattro tematici del Parco dell’Altolina. Seguitiamo per il sentiero del Pianello che, rimanendo sulla mezzacosta, ci porterà ai gradoni che giungono all’Eremo di Santa Maria Giacobbe, noto fin dal 1295 come uno dei numerosi santuari terapeutici della montagna folignate. Il santuario è incastonato nel fianco dell’aspro Sasso di Pale, molto frequentato anche dagli amanti dell’arrampicata che, proprio nei pressi dell’eremo, testano le proprie capacità.
Una volta lasciato l’Eremo, percorriamo a ritroso i gradoni e, al bivio, prendiamo il sentiero sulla destra che ci ricondurrà alle macchine.
Per visitare le Grotte dell’Abbadessa: www.paledifoligno.it
Per visitare l’Eremo di Santa Maria Giacobbe: https://www.paledifoligno.it/tours/eremo-di-santa-maria-giacobbe/
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