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Situata a una ventina di chilometri da Perugia, Assisi รจ una delle cittร  piรน famose e visitate dellโ€™Umbria. Importante centro economico e sociale di epoca romana, deve la sua fama alla figura di San Francesco, che ha reso Assisi una cittร  sacra per il cattolicesimo, meta di pellegrini provenienti da tutto il mondo.

Lโ€™emblema di Assisi รจ la Basilica di San Francesco. Cominciata a costruire nel 1228, a soli due anni dalla morte di San Francesco e in seguito alla sua santificazione, venne ultimata in soli due anni. Il complesso basilicale, che esternamente somiglia a una roccaforte, si compone di due chiese sovrapposte, la basilica inferiore (1228-1230) e quella superiore (1230-1253), e di una cripta, scavata nel 1818, con la tomba del Santo. Dalla Piazza Inferiore, adornata con uno splendido porticato quattrocentesco, si entra nella Basilica Inferiore, a forma di croce egizia, affrescata dai piรน grandi pittori del XIII secolo: Giotto, Simone Martini, Pietro Lorenzetti, Maestro di San Francesco e Cimabue. Dalle scale laterali dellโ€™abside della Basilica Inferiore si esce sul chiostro di Sisto IV dal quale si accede al Museo del Tesoro, alla Collezione Perkins e infine alla Basilica Superiore. Costruita in stile gotico, รจ molto piรน luminosa di quella inferiore e accoglie uno dei cicli pittorici piรน famosi al mondo, le Storie di San Francesco ad opera di Giotto. A questi affreschi, nella parte inferiore della navata, si uniscono quelli di Cimabue nel presbiterio, oggi molto rovinati, e quelli nella parte superiore della navata, raffiguranti episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento, realizzati da altri famosi artisti dellโ€™epoca.

 

Basilica di San Francesco

 

Uscendo dalla Basilica Superiore ci si ritrova in via San Francesco, strada che ospita Palazzo Vallemani, una dimora nobiliare che attualmente ospita la Pinacoteca Comunale. Tra le opere piรน importanti, tutte di epoca medievale e rinascimentale, vi sono una Maestร  attribuita a Giotto e alcuni affreschi del Perugino. Inoltre, alcune sale del primo piano ospitano il Museo della Memoria, Assisi 1943-1944, una mostra che racconta come i frati francescani abbiano salvato circa trecento ebrei dalla deportazione.
Continuando a camminare lungo via San Francesco, si arriva a Piazza del Comune, la piazza principale di Assisi. Costruita sui resti del Foro Romano, attualmente visitabili, ospita la Torre del Popolo, il Palazzo dei Priori, sede del municipio, e il Tempio di Minerva. Questโ€™ultimo รจ unโ€™importante testimonianza di epoca romana e presenta una facciata intatta con sei colonne corinzie. Nonostante sia denominato Tempio di Minerva, a causa del ritrovamento di una statua della dea, originariamente era dedicato al culto di Ercole. Nel Medioevo venne trasformato in una chiesa con il nome di Santa Maria sopra Minerva, che nel XVII secolo venne infine dedicata a San Filippo Neri.

 

Vicoli di Assisi, foto di Eleonora Cesaretti

 

Nei pressi di Piazza del Comune vi sono altre tre chiese legate alla figura di San Francesco dโ€™Assisi: la Chiesa Nuova, costruita nel 1610 sopra il luogo nel quale sorgeva la casa natale del Santo, la Basilica di Santa Chiara, nella quale รจ conservata la salma della Santa seguace di San Francesco e fondatrice delle Clarisse, e il Duomo di San Rufino. La cattedrale della cittร  venne costruita tra lโ€™XI e il XIII secolo e presenta una facciata romanica con tre portoni sovrastati da altrettanti rosoni, mentre lโ€™interno ha subito una ristrutturazione nel 1571 ad opera di Galeazzo Alessi. Lโ€™elemento piรน importante della chiesa รจ la fonte battesimale situata nella prima campata della navata destra, che si ritiene sia il luogo nel quale sono stati battezzati San Francesco, Santa Chiara e forse anche Federico II di Svevia. Si narra, infatti, che quando Assisi passรฒ sotto il dominio imperiale, questโ€™ultimo visse per qualche anno nella Rocca Maggiore.

Rocca Maggiore

La Rocca sorge su una collina che sovrasta Assisi e da cui si puรฒ ammirare una splendida vista sulla cittร . Presumibilmente di origini longobarde, venne ricostruita nel 1174 dagli Svevi e adibita a castello feudale. Venne distrutta nel 1198 in seguito a una rivolta popolare contro il dominio imperiale, per poi essere ricostruita nel 1365 dal cardinale Egidio Albornoz, e da allora contesa dai vari signori e governi di Assisi. Attualmente lโ€™interno ospita ricostruzioni tematiche ispirate alla vita medievale.
Tra le feste cittadine piรน famose vi รจ Calendimaggio. Festa di origine pagana di celebrazione della primavera, vede la contrapposizione delle due parti della cittร  di Assisi, la Parte de Sotto e la Parte de Sopra, in una serie di gare di forza e abilitร . Le due parti si sfidano, inoltre, in una rievocazione medievale con cortei e sfilate in abiti tipici dellโ€™epoca.
Da non perdere la Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli. A circa quattro chilometri dal centro di Assisi, รจ stata costruita fra il 1565 ed il 1685 su disegno di Galeazzo Alessi con lo scopo di conservare al suo interno la chiesina della Porziuncola. Dal latino portiuncola ovvero piccola parte di terreno, รจ la piccola chiesa prediletta da San Francesco e nella quale fondรฒ lโ€™ordine francescano. Allโ€™interno della Basilica รจ presente anche la Cappella del Transito, luogo nel quale il Santo morรฌ il 3 ottobre 1226 e finรฌ di comporre il Cantico delle Creature. In unโ€™ala della Basilica รจ conservato il roseto, luogo emblematico per la vita di San Francesco. Secondo la tradizione, una notte il Santo, preso dal rimorso del peccato, si rotolรฒ nudo nel roseto spinoso che, a contatto con il suo corpo perse tutte le spine e non gli recรฒ alcuna ferita. Ancora oggi in questo luogo fiorisce una particolare rosa senza spine, chiamata Rosa Canina Assisiensis.

Curiositร : ogni due/tre anni tra settembre e ottobre si svolge la Marcia per la pace PerugiAssisi. รˆ una manifestazione pacifista ideata da Aldo Capitini, che prevede una camminata di 24 chilometri che collega le due cittร .


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Conclusa la quarantena del Coronavirus sono uscita e sono andata in giro per la mia cittร : Roma. Vuota. Nessun turista e nessun cittadino in giro, solo io.

Camminando adagio attraverso il centro ho riscoperto la sua maestosa bellezza, di solito velata da strati sovrapposti di turisti che fotografano qualsiasi cosa a qualsiasi ora, anche mentre stanno mangiando. Allora ho pensato che fare un salto indietro nel tempo e immedesimarsi nelle vesti ingombranti di una viaggiatrice del Grand Tour sarebbe stato interessante.

 

Todi, Piazza del Popolo

 

Mentre mangio un gelaro seduta al bar, cerco di immaginare le emozioni di una fantomatica viaggiatrice ottocentesca come Madame de Staรซl e di vedere con occhi curiosi e ammirati una piazza italiana. Non ho scelto una piazza a caso, ma Piazza del Popolo a Todi, piccola e perfetta. Cโ€™รจ tutto quello che ci deve essere e niente stona, nemmeno gli ombrelloni.
Non passano macchine e oggi non ci sono neppure i bambini che corrono e lanciano gridolini. La piazza รจ il cuore pulsante di ogni piccola cittร  e di ogni borgo italiano: ne รจ il centro politico, commerciale e religioso. รˆ cosรฌ da quando le cittร  sono state fondate e i centri commerciali non avevano ancora sostituito la piazza. Piazza del Popolo รจ la piazza dei tuderti e dei molti popoli che si sono succeduti nei millenni, che lโ€™hanno attraversata parlando e mangiando.
Mentre sono seduta qui al bar, considero che i miei piedi, cosรฌ come quelli della de Staรซl prima di me, poggiano dove hanno passeggiato Etruschi e Romani che, mentre facevano politica, si muovevano tra i monumenti della piazza, di cui non vi รจ piรน traccia poichรฉ sono stati incorporati o riutilizzati. Mi guardo attorno e cerco di catturare la bellezza di ciรฒ che vedo.

Palazzo dei Priori con lโ€™aquila di bronzo

Laggiรน a destra, sul muro del palazzo dei Priori, cโ€™รจ lโ€™aquila di bronzo con la sua tovaglia tra gli artigli; le faccio un sorriso, se รจ unโ€™aquila lo vedrร . Io ho con me uno zainetto, ma se fossi una dama dei primi dellโ€™Ottocento avrei un ombrellino da sole, una grande borsa di tappeto come quella di Mary Poppins e un blocco da disegno con matite e acquerelli. Il blocco da disegno era un must che non poteva mancare a nessuna persona colta mentre era in viaggio: era lโ€™unico modo per fissare i ricordi. Paesaggi e monumenti si tracciavano sulla carta; i tramonti, cosรฌ fotogenici, non si prestavano a schizzi e acquarelli, e nessuno si sarebbe sognato di disegnare i piatti con le pietanze.
Il pezzo forte della piazza di Todi sono due palazzi in travertino chiarissimo: il palazzo del Capitano e quello del Popolo, maestosi e leggeri, con quelle finestre gotiche che sembrano merletti. Sono due palazzi che, essendo uniti da una scala, danno lโ€™impressione di essere uno solo, ma, se si osservano attentamente, si nota che anche le loro finestre sono diverse.
Il popolo che viveva in capanne o tuguri doveva estasiarsi davanti a tanta bellezza. Mi lascio prendere dal suo fascino mentre mi godo il gelato. Penso che se fossi stata Madame de Staรซl avrei notato subito le differenze e avrei iniziato a disegnare ogni minimo particolare.
Allโ€™epoca non si potevano fare selfie e non si poteva fotografare a raffica tutto quello che entrava nellโ€™obbiettivo dicendo: ยซpoi lo guardo a casa!ยป. Chi disegna assorbe i particolari, anche i piรน minuti, mentre oggi, quando si fotografa, ci si chiede se sia meglio una foto oppure un video: ma facciamoli tutti due! Come viaggiatrice avrei ammirato il palazzo del Capitano, ma non mi sarei meravigliata piรน di tanto, poichรฉ a una svizzera che ha conosciuto tutta lโ€™Europa il gotico รจ familiare.
Mi lascerei invece sorprendere dal Duomo, lassรน in cima alla scala: mi affascinerebbe il colore rosa della pietra umbra, la pietra del Subasio, la pietra dellโ€™altopiano e la pietra con cui hanno costruito Spello, che mi riprometteri di andare a vedere quando il sole tramonta e batte sulle mura e sulle case e tutta la cittร  diventa rosa come un confetto. Il Duomo, con la sua facciata rosa e bianca, il portale scolpito e il rosone vetrato, รจ una chiesa molto italiana anzi, molto centro-italiana.

 

Palazzo del Capitano

 

Poi farei anche un giro della piazza per vedere i palazzi privati che la circondano e scoprire dettagli per me inediti. Se fossi stata Madame de Staรซl mi sarei incantata davanti ai quei palazzi antichi modificati mille volte. Le vecchie porte medievali sono state murate oppure trasformate da arco tutto sesto a porta rettangolare. Anche le finestre sono state modificate: le ogive, cosรฌ romantiche, sono state infatti squadrate e vi sono stati aggiunti i vetri e le persiane. Sicuramente mi sarei seduta a disegnarle. Lโ€™Italia รจ il paese dove passato e presente convivono, mi sarei detta.
Tutto cambia e niente si elimina completamente. Todi รจ una cittร  fatta di pietra, una montagna di pietre assemblate per creare un gioiello e, se fossi stata Madame de Staรซl, avrei probabilmente scritto nel mio diario: ยซOggi sono salita sulla collina di Todi, mi sono seduta sulla piazza e mentre osservavo quelle pietre ho sentito pulsare la vita degli italiani presenti e passatiยป.

Fino al 26 gennaio 2020 la Pala dei Decemviri di Pietro Vannucci, detto il Perugino, torna nel suo luogo d’origine, la Cappella dei Priori a Perugia.

La collaborazione tra i Musei Vaticani e la Galleria Nazionale dell’Umbria, sottolineata dai buoni accordi tra i rispettivi direttori, Barbara Jatta e Marco Pierini, ha permesso il ricongiungimento tra la cornice, la cimasa e la tavola centrale dell’opera. Il capolavoro, nella sua integritร , sarร  dapprima esposto nella Cappella dei Priori, sua dimora originaria e successivamente all’interno dei Musei Vaticani.

 

La Pala dei Decemviri di Pietro Vannucci, foto by Galleria Nazionale dell’Umbria

 

Ma procediamo con ordine. La Cappella dei Priori รจ stata costruita nel Quattrocento con materiali, decori e affreschi realizzati da mani sapienti e da geniali artisti, affinchรฉ fosse il luogo, all’interno del Palazzo dei Priori a Perugia, piรน magnificente e rappresentativo.
Lo splendore e l’autorevolezza artistica della Cappella dei Priori accrebbe maggiormente dopo che Pietro Vannucci, detto il Perugino, dapprima ridipinse la cimasa raffigurando il Cristo in pietร  e poi la pala per l’altare, detta dei Decemviri dal nome dei committenti, dove si possono ammirare dipinti la Madonna col Bambino tra i Santi Ercolano, Costanzo, Lorenzo e Ludovico.
L’opera rimase all’interno del Palazzo dei Priori fino alla fine del XVIII secolo, quando le truppe napoleoniche francesi requisirono la pala lasciando, inspiegabilmente, al loro posto la cimasa col Cristo in croce e la cornice in legno intagliato e dorato.
Nel 1816, terminato il periodo napoleonico, Antonio Canova, inviato del Papa Pio VII, riuscรฌ a recuperare la pala e riportarla da quello che รจ l’odierno Museo del Louvre in Italia.
Canova, sempre accompagnato dal prezioso capolavoro pittorico, al suo rientro prese la direzione di Roma anzichรฉ di Perugia. Nonostante le sentite proteste perugine, la tavola fu accolta nella Pinacoteca Vaticana, dove รจ rimasta gelosamente custodita per circa due secoli, fin quando รจ tornata, ma solo temporaneamente, nella sua originaria collocazione umbra, ricongiungendosi alla cornice e alla cimasa.
A seguito dell’esposizione perugina, l’opera nella sua interezza sarร  esposta nel 2020 nei Musei Vaticani, in concomitanza dell’anniversario, dopo cinque secoli esatti, dall’anno della morte di un altro grande artista, Raffaello Sanzio da Urbino, allievo del Maestro Pietro di Cristoforo Vannucci.