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Il festival scientifico, sottotitolato Dove la scienza fa spettacolo, è stato organizzato da Psiquadro all’insegna del divertimento intelligente. La manifestazione si è tenuta dal 30 agosto al 1 settembre ed è stata accolta tra la natura sull’isola del Trasimeno, dove un ricco programma denso di attività ha attirato numerose famiglie trascinate dalla curiosità dei bambini. Divulgatori, scienziati e artisti hanno raccontato la scienza con il linguaggio dello spettacolo.

 

Certamente Cesare Agabitini, detto Cesarino, il guardiacaccia della Polvese che dal 1966 l’abita con la moglie Filodelma Mattaioli e i loro figli Genni, Elisa, Chiara, Omar e Sonia e di cui fu anche il custode fino al 1997, non si sarebbe mai immaginato di vedere sulla sua isola tanta gente tutta insieme e che la moltitudine di persone giunte fin lì andasse come un’instancabile sciame d’api da un fiore del sapere a un altro.

L’evento

Moltissime persone, soprattutto giovani famiglie con i loro bambini, si sono imbarcate sui traghetti da San Feliciano o da Castiglione del Lago per raggiungere la Polvese e partecipare alla bellissima manifestazione L’Isola di Einstein, la Scienza fa Spettacolo, che per tre giorni ha tenuto banco sul Lago Trasimeno, attirando persone da tutta la regione e numerosi visitatori provenienti da ben oltre i confini Umbri. Formatori, divulgatori, insegnanti, esperti, istruttori, genitori, nonni, fisici, geologi, ingegneri, biologi, naturisti, turisti, curiosi, ricercatori, scienziati, e soprattutto loro, i giovani cuccioli umani, hanno vissuto e partecipato a esperimenti, laboratori, racconti, presentazioni, narrazioni e spiegazioni sotto l’egida del rispetto per la natura, l’ecologia, la tutela e lo studio della madre terra, attraverso una sana curiosità per la conoscenza scientifica. Il tutto è stato ammantato da un ambiente unico e magico come quello isolano. Proprio così, l’isola Polvese è stata da sempre un’attrattrice di anime e di sguardi per la sua accoglienza e fertilità del territorio; gli Etruschi e gli antichi Romani lo avevano capito e l’hanno abitata, come alcune testimonianze archeologiche qui ritrovate ci ricordano.

L’antica locuzione avverbiale polvento, cioè protetto dal vento, darebbe il nome all’isola. Ricca di olivi e lecci, è stata prolifica per contadini e pescatori, che l’hanno rispettosamente albergata per lungo tempo. La presenza della Rocca, dell’Abbazia di San Secondo e della sua adiacente chiesa, della Chiese di San Giuliano e di Santa Maria della Cerqua, testimonia il vissuto storico certo e ritmato di questi luoghi, così come la villa, la piscina con il giardino acquatico realizzata dal Porcinai, l’ostello, il bar e due ristoranti e altre costruzioni del secolo scorso, depongono a favore e arricchiscono l’isola, dichiarata dall’attuale proprietaria, la Provincia di Perugia, dapprima un’Oasi di Protezione Faunistica, poi un Parco Scientifico Didattico e quindi inserita nel Parco naturale regionale del lago Trasimeno.

Le caratteristiche ambientali e strutturali della Polvese si prestano in modo ideale ad accogliere l’evento L’Isola di Einstein, la scienza fa spettacolo, dove oltre cento appuntamenti, tra il 30 agosto e il 1 settembre, hanno intrattenuto e divertito il numeroso pubblico di ogni età. Gli intervenuti hanno impreziosito la manifestazione con la loro presenza: Ian Russell, Science Made Simple, Michael Bradke, Hisa Eksperimentov, Copernicus Science Centre, Big Van Ciencia, l’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), l’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) e l’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche). Ci sono stati spettacoli dedicati alla fisica, alla chimica, al suono, alla biologia, alla meccanica quantistica e ai cambiamenti climatici, che hanno dettato conoscenze e suggerito riflessioni sul delicato ecosistema terrestre.
Scienza all’improvviso, un Museo a Cielo Aperto, l’Isola dei Disegnatori, Einstein Light Painting, la storia dell’Apollo 11, l’Universo in una scatola, un Tetto di Stelle, le due facce di Einstein, sono alcuni titoli di accattivanti eventi accaduti durante il festival.
Un esteso e vasto successo di pubblico elevato all’ennesima potenza!

 

I ragazzi dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia)

L’ex monastero di San Secondo

Si è notato che molti operatori e addetti dell’organizzazione si sono mostrati gentili e disponibili a dare spiegazioni e informazioni senza lesinare sorrisi di benvenuto. Tra questi l’attivissimo ed energico Michele Sbaragli, che ha edotto i presenti sulla novità della crociera astronomica lacustre (in collaborazione con INAF) e sugli incontri circa l’ambiente, organizzati da ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) o come i gentili e precisi Leonardo Alfonsi e Irene Luzi di Psiquadro che hanno dispensato cortesi ed efficaci indicazioni scientifiche a tutti quelli che l’hanno richiesto; Erika Di Silvestre, Rosalba Padula e Luca Nicoletti, capaci operatori presenti presso l’ex Monastero di San Secondo si sono adoperati e messi a disposizione per la buona riuscita dell’evento.

Erika Di Silvestre

Recentemente l’ex Monastero è stato oggetto di un recupero architettonico curato dalla Provincia e oggi rappresenta la sede del Centro ARPA dell’Umbria per il Cambiamento climatico e biodiversità in ambienti lacustri e aree umide. L’edificio è ubicato in un contesto paesaggistico straordinario con annessi laboratori, sala convegni e pertinenze e una bellissima sala esposizioni ha ospitato una mostra sugli antichi mestieri e arti del Trasimeno nella fotografia al collodio umido – illustrata dal fotografo Stefano Fasi – e uno spazio dedicato all’INGV, rappresentato da Luca Pizzimenti, Carlo Alberto Brunori, Federica Murgia e Aladino Govoni che, con i loro racconti e spiegazioni coadiuvati da sistemi informatici dedicati, hanno condotto bambini e genitori alla scoperta della crosta terrestre, vulcani e terremoti.

Spettacoli in ogni angolo

Lì accanto, tra i resti dalla diruta ma suggestiva Chiesa di San Secondo, è stata presentata la favola lacustre Avventure a Borgo Gioioso, contenente messaggi ecologici, naturistici e ambientalisti con gli interventi della casa editrice Morlacchi nella persona di Gianluca Galli, dello storico lacustre Ermanno Gambini e dell’attore Mirko Revoyera. Mirko poco prima aveva tenuto il suo spettacolo, Il Regno delle Foglie, in un’area vicino al pontile, dove era stato applaudito da un folto pubblico di bambini, che abilmente affabulava con storie appassionanti e divertenti.

 

Mirho Revoyera, Ermanno Gambini, Gianluca Galli e Michele Sbaragli

 

Lì, una bella coppia assisteva allo spettacolo con la splendida figlia Greta; al termine, la dolce madre Renilda nonché brava fotografa con entusiasmo ha raccontato che la manifestazione offriva talmente tante opportunità che la loro bambina li conduceva energicamente da un luogo all’altro, sedi degli spettacoli, dove grandi e piccini potevano partecipare attivamente ed essere coinvolti negli esperimenti. I due genitori erano esausti ma felici, così come parevano tutti quelli delle altre famiglie partecipanti alla manifestazione. Poco più in là si trovava l’Einstein Village, luogo dedicato allo sport in relazione alla componente scientifica e salutare e nella stessa area non poteva mancare Avanti Tutta Onlus, l’associazione fondata dal compianto Leonardo Cenci per la lotta contro il cancro.
Altresì si sono notati 20 bravissimi disegnatori che, sparsi per l’isola, hanno documentato graficamente lo svolgersi degli eventi. Questi fantastici illustratori fanno parte del collettivo Becoming X art and sound collective, che hanno realizzato l’accattivante e vasto reportage disegnato di tutti gli eventi.
Nell’occasione lo spazio enogastronomico, oltre i confermati e consueti ristoranti locali, è stato distribuito tra i vari luoghi dell’isola. L’offerta è stata all’altezza della situazione e, in un punto ristoro vicino a San Secondo, si sono potuti apprezzare alcuni sfizi culinari composti da ottimo pesce di lago fornito dalla Cooperativa Pescatori del Trasimeno accompagnato dai profumati vini di una rinomata cantina di Castiglione del Lago.

 

Michele Sbaragli

 

Sfilando accanto alla struttura del Poggio e proseguendo verso il pontile dei traghetti per il rientro, si passa vicino all’ex casa del custode; qui si può immaginare di vedere Cesarino e Filodelma, che abitavano questi meravigliosi declivi con i loro figli, che per tutto l’anno li avevano a disposizione per giocare, sperimentare e conoscere. Un’intera isola godibile da un pugno di ragazzi fortunati, un sogno per tutti quelli delle loro età. I cinque ragazzi, insieme ai cugini Matteo e Tiziano, tutti e sette isolani, hanno in qualche modo precorso e presagito la naturale e immensa sala giochi scientifica che l’Isola di Einstein ha poi sublimato.
Il traghetto serale ha fatto rientrare a San Feliciano molti degli ultimi scienziati irriducibili; il comandante dell’imbarcazione, Giordano Sportellini, era felice di trasportare tanta gente stancamente soddisfatta che, attraverso l’evento organizzato da Psiquadro, era divenuta partecipe ambasciatrice e promotrice del magnifico e, vista l’ora, dell’ormai sonnecchiante Lago Trasimeno.

Un libro di post-it collegati attraverso una favola: così lo definisce l’autore, ma Avventure a Borgo Gioioso è molto di più. Inno all’ecologia e al Trasimeno, è una splendida favola di formazione per bambini e non.

 

Borgo Gioioso è un borgo ideale attorno al lago. Lì si svolgono le avventure di Svassino e Gamberello, di Tinchella e Canneto, cui ne capiteranno delle belle.
Una favola ad alta leggibilità, in italiano e in inglese, per trasmettere l’amore e la passione per un territorio anche ai più piccoli, grazie a note e approfondimenti storici che gli adulti possono utilizzare per far conoscere le peculiarità del lago Trasimeno.
Abbiamo intervistato l’autore, Marco Pareti.

 

Come ti è venuta l’idea di scrivere un libro per bambini?
Ho una certa esperienza del lago e, parlando con le persone – soprattutto i più giovani – mi sono reso conto che molte cose non si conoscevano. C’erano addirittura luoghi di cui non si conosceva l’esistenza, ormai dimenticati. Era veramente un peccato, dal punto di vista della conservazione del patrimonio lacustre. Per questo, ho cercato di trasmettere un messaggio  – legato alla natura, alla storia, alle leggende, alle tradizioni e, in generale, alla cultura – attraverso uno strumento più semplice: una favola, ambientata sul posto, che potesse arrivare però anche ai cuori dei grandi.

 

Il sottotitolo sembra fare riferimento alla famosa poetica del fanciullino di Pascoli, e sembra riallacciarsi al filone capeggiato da Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry. Perché hai scelto quel sottotitolo? Immagino che non sia solo per la presenza delle note.  
No, ovviamente. Come dicevo, cercavo uno strumento semplice che potesse raggiungere i bambini, ma anche i grandi. Quando ho immaginato il libro, ho visualizzato anche un nonno, davanti al caminetto, intento a leggerlo al nipote, oppure un genitore che, seduto su una panchina del lungolago, ne raccontasse le vicende al figlio. Ma ho immaginato anche un insegnante che, grazie alle note, diffonde la cultura anche verso altri adulti.

A proposito delle note: non temi che i bambini possano spaventarsi? Stesso discorso per l’appendice storica. 
No, non credo. Il libro ha una struttura ripartita che non ne interrompe la sequenzialità: la prima parte è la favola, seguita dalle note e anticipata dalle illustrazioni. Il primo impatto è quindi visivo, ma le note e l’appendice storica non disturbano, sono in realtà un valore aggiunto.

 

La scelta degli argomenti e del genere favola, insieme a quella del font ad alta leggibilità Biancoenero – in modo da non escludere chi soffre di D.S.A. – parlano di semplicità e benessere. È questa la sensazione che trasmette a te il Lago Trasimeno? 
Sì, me la trasmette anche la sola vista del lago. Sento di essere immerso nella storia e nella cultura, che si rivelano anche solo facendo una passeggiata. Basta vedere i pescatori pescare con tecniche vecchie di secoli o parlare con gli abitanti – ognuno di loro è un genius loci, posto l’egida del Trasimeno

 

L’ecologia è senza dubbio uno dei macrotemi su cui si fondano i diversi episodi. Deduco che per te sia un argomento importante.
Certo che lo è: il Trasimeno è un lago antico, laminare e con profondità minime, che si alimenta con acqua piovana e esigui inserimenti di altre acque interne. È dunque un sistema particolare, con un ricambio piuttosto basso, che richiede attenzione. Il rispetto della natura è fondamentale, tanto che in Avventure a Borgo Gioioso parlo di fosfati, nitrati e di biopastiche, affinché arrivi a tutti il messaggio che il Trasimeno è un luogo che deve essere conservato.

 

Come è nata la collaborazione con l’illustratrice Sara Belia? È stato difficile riprodurre fedelmente le imbarcazioni o le reti usate dai pescatori?
Prima di incontrare Sara, avevo altri contatti, ma lei aveva la mano giusta. Sara però era titubante: pur essendo un’illustratrice di professione, non si era mai cimentata in un libro. La lettura – poi ripetuta più volte, per rendere fedelmente i tofi, le barche e altre piccole caratteristiche del nostro lago – ha subito suscitato in lei lo spirito creativo, e alla fine ha accettato. Le illustrazioni rappresentano quindi la realtà, anche se rielaborata; quella raccontata dalle persone che vivono il lago che, raccontandosi, mostrano la bellezza del tesoro che si portano nell’animo.

Qual è il personaggio che preferisci?
Ai personaggi, soprattutto ai quattro principali, ne succedono di tutti i colori. Mettono così a nudo le loro paure e debolezze, le loro sensazioni; sicuramente però quello a cui tengo di più è Tarsminass, saggio regolatore dei ritmi lacustri, aiuta chi ha voglia di fare e acquieta gli animi.

 

Puoi raccontarci qualche aneddoto curioso legato al libro?
Una madre mi ha chiamato dicendomi: «Marco, tu mi hai creato un problema!» Alla mia richiesta di spiegazioni, mi ha raccontato che la figlia, che avrebbe dovuto accompagnarla a fare delle commissioni, si era rifiutata di staccarsi dalla lettura del libro. Doveva assolutamente finire di leggerlo. Voleva anche riconoscere i pesci e gli uccelli citati in Avventure a Borgo Gioioso – e approfonditi nelle note – su un poster che aveva a casa. Non l’ho detto alla madre, ma era quello che auspicavo il mio libro scatenasse nei lettori. (ride) Anche le associazioni turistiche e le scuole elementari e medie, infatti, hanno iniziato a usare il libro per i laboratori di scienze, così come per laboratori linguistici, anche per adulti che si accingono a imparare l’inglese. Si è pensato, per la primavera, di studiare dei percorsi storici che coinvolgano il lago e gli artigiani, e di usare il libro per preparare i partecipanti alla visita.


Avventure a Borgo Gioioso – Favola lacustre scritta per i grandi, ma da leggere quando si è ancora bambini

Marco Pareti

Illustrazioni di Sara Belia

Morlacchi Editore, Perugia 2018