Panicale

PROVINCIA:
Perugia
WEB:
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Panicale

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alla scoperta del borgo
Adagiata comodamente sul Monte Petrarvella e definita la più bella terrazza naturale sul lago Trasimeno, Panicale offre al visitatore bellezze naturalistiche, testimonianze storiche e preziosi ricami.
Conserva ancora oggi l’aspetto medievale sia nelle caratteristiche strutturali sia in quelle architettoniche, con due punti d’accesso: Porta Perugina e Porta Fiorentina. La sua pianta a cerchi concentrici rappresenta uno dei sistemi più avanzati di difesa militare tipici di quell’epoca e il suo castello ha sempre resistito ai numerosi assedi a cui è stato sottoposto.
Nel corso dei secoli sono passate sul territorio popolazioni indoeuropee, umbre, etrusche e romane che hanno più volte mutato l’aspetto del borgo. Per molto tempo Panicale ha legato le sue vicende a Perugia: ciò si vede anche nello stemma araldico dove, accanto al simbolo del castello, c’è il grifo perugino. Nel 1037, resosi indipendente dal feudatario, diventa il primo Comune libero d’Italia, in anticipo rispetto agli altri.
Il Rinascimento è un periodo di sviluppo economico, urbanistico e artistico, che vede la realizzazione di opere d’arte di pregio, grazie a presenze come il Perugino e i suoi allievi. Nel 1416 Panicale è assoggettata dal condottiero Fortebraccio da Montone, mentre nel 1503 viene saccheggiata dalle truppe di Cesare Borgia e nel 1540 passa allo Stato Pontificio, sotto il quale resta fino al Regno d’Italia.
Curiosa è l’origine del suo nome: il più verosimile è Luogo dove ardono are al dio Pan (Pani calet), quello poetico è Dove tutto è bello (Pan Kalon), mentre il significato nello stemma è Luogo dove si coltiva il pani’co (pan colis).
Il punto migliore da dove iniziare la visita di Panicale è la Chiesa di S. Sebastiano, che conserva l’affresco di Pietro Vannucci detto il Perugino, Il martirio di S. Sebastiano (1505). In Piazza Umberto I, invece, si può ammirare la fontana del 1473, in travertino: era l’antica cisterna che forniva acqua alle famiglie che vivevano all’interno del castello; dalla piazza si vede anche l’imponente Collegiata San Michele Arcangelo, risalente al XI secolo. Il suo interno barocco contiene la tavola L’Adorazione dei pastori di Giovanni Battista Caporali, allievo del Perugino, e l’organo del maestro Morettini (1835). Di fronte alla collegiata è posta la dimora del valoroso capitano di ventura Giacomo Paneri detto Boldrino da Panicale, «Fausto agli amici, infausto ai nemici». Salendo verso il punto più alto del borgo, Piazza Masolino, si ha una vista mozzafiato su Umbria e Toscana: qui domina il Palazzo del Podestà, sede dell’archivio storico e notarile, con atti risalenti al 1312. Scendendo attraverso le viuzze si arriva al Teatro Cesare Caporali, sorto tra il XVII e il XVIII secolo e ricostruito poi dall’architetto Caproni nel 1858: si tratta di uno dei teatri più piccoli d’Italia, con i suoi 154 posti.
Fuori dalle mura – usciti da Porta Fiorentina – c’è l’ex Chiesa di S. Agostino: i resti di affreschi attribuiti alla scuola del Perugino e l’altare di Giambattista di Cristoforo da Cortona fanno da cornice ai numerosi manufatti ricamati. L’ex chiesa infatti ospita il Museo del Ricamo su Tulle dedicato alla sua ideatrice, Anita Belleschi Grifoni; un’arte che negli anni Cinquanta diede lustro a Panicale e aiutò le famiglie nel Dopoguerra. Poco distante svetta la Chiesa della Madonna della Sbarra, così chiamata perché sorta nel luogo dove si praticava il controllo del dazio.
Panicale va vissuta anche a tavola, con l’olio e il vino prodotti nella zona. A settembre la Festa dell’Uva celebra con carri allegorici, cantine aperte e degustazioni proprio i vini del lago Trasimeno.
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