Castelbuono, Brufa e lo Yorkshire Sculpture Park

Apparentemente l’Umbria e lo Yorkshire sembrano non avere niente in comune, ma in realtà questi luoghi, caratterizzati da magnifici paesaggi, arte, natura e spiritualità, offrono la possibilità di visitare tesori d’arte attraverso gli incredibili parchi scultorei.

Lo Yorkshire Sculpture Park

Fondato nel 1977, lo Yorkshire Sculpture Park è la più grande galleria all’aperto d’Europa ed è stato insignito del prestigioso premio Art Fund Museum nel 2014 per la sua audace visione artistica, il vivace programma di mostre e per le numerose attività dinamiche che vi si svolgono. È situato in un pittoresco paesaggio nei pressi di Wakefield e con 500 acri (circa 200 ettari) di parco storico, boschi e laghi, ospita oltre 100 sculture all’aperto e quattro gallerie al coperto. Sembra davvero che sia il luogo perfetto per interagire con l’arte e la natura, sperimentando qualcosa di nuovo. Ci sono opere di incredibili artisti internazionali e il sostegno ad artisti nuovi ed emergenti.
Mi piace ricordare La famiglia dell’uomo di Barbara Hepworth, opera composta da nove sculture ognuna della quale rappresenta una fase della vita, La Roi e Le Reine di Sophia Vari, opere con evidente riferimento al gioco degli scacchi dove tra l’altro il bianco e il nero si uniscono in modo armonioso e La Borsa delle Aspirazioni di Kalliopi Lemos, in pratica una gigantesca borsa in acciaio rappresentante il desiderio e l’ambizione del consumismo. Nonostante questo splendore di Parco possiamo facilmente affermare che anche in Umbria e precisamente a Castelbuono e Brufa abbiamo dei parchi scultorei che non hanno (forse) niente da invidiare a quello dello Yorkshire.

La Borsa delle Aspirazioni di Kalliopi Lemos

Castelbuono

L’Umbria dell’arte non è solo il Perugino e il Pinturicchio, solo per citare i massimi esponenti del Rinascimento umbro, ma anche quella contemporanea che possiamo trovare nei Parchi scultorei. Dal 2010 si erge, infatti, sulle colline di Bevagna, nella campagna di Castelbuono, un parco scultoreo che altro non è che un Cammino tra arte, natura e spiritualità. Il luogo è un continuo divenire e la sua dinamicità si esplicita nelle diverse forme di astrazione, figurazione e scultura monumentale. Il Parco della Scultura di Castelbuono ha un carattere unificante con il territorio, orientato a riscoprire le radici del luogo con la peculiarità dell’accoglienza e del dialogo.

Le opere presenti nel Parco sono realizzate in marmo, pietra, bronzo, acciaio, legno e resina e osservandole ti invitano alla riflessione, alla contemplazione, al raccoglimento e all’introspezione. Un’esperienza da fare assolutamente! Il Parco della Scultura di Castelbuono è un contenitore di arte, di memoria, di rispetto dell’ambiente e delle idee. Il Parco contribuisce a esaltare il contesto generale esaltandone i valori artistici, paesaggistici e spirituali.
Lo scultore bevanate Paolo Massei, le cui opere sono presenti anche nella lontana Australia, è stato l’ideatore ed è tuttora il curatore del Parco e di lui mi piace citare quello che ha scritto sul sito della proloco Cantalupo Castelbuono: “La scultura non è improvvisazione, ma è, attraverso un vero e proprio tormento, una vibrazione continua con cui l’artista convive…”, e ancora “E così che, immerso nella complessità del processo creativo, lo scultore non è più solo con se stesso: egli è come un profeta che parla agli altri, un messaggero di ritorno da un viaggio nell’idea-forma, che ci regalerà ciò che spesso noi, abituati all’arte dentro la cornice, non vediamo”.
Lungo il percorso delle opere troviamo anche il Carapace, sommo esempio di architettura-scultura progettato da Arnaldo Pomodoro, uno dei più grandi scultori contemporanei, che ci ha lasciato proprio nei giorni scorsi.

Zaura dell’artista Agapito Miniucchi

Forse l’opera più importante, o meglio quella che dà più emozioni del parco, è Zaura dell’artista Agapito Miniucchi deceduto nel 2023 alla veneranda età di 100 anni. Così viene descritta dal curatore Paolo Massei: “Rito sacrale, ragione del panta rei eraclideo della frenesia universale che dà vita al bacio fecondante che il cielo e la terra si scambiano fin dalla nascita della prima luce. Miniucchi, artista umbro, con un forte respiro internazionale presenta un progetto in cui la materia prima è la pietra, rude e parlante, attraverso un intervento minimale come poteva essere nella civiltà contadina del luogo, mentre la forma in acciaio al corten che è posizionata a rombo al di sopra della pietra, nella sua vigorosa e pur semplice presenza, è come una metafora concettuale nella scomparsa nella civiltà contadina di un tempo e dei suoi attrezzi. La presenza di questa forma è testimonianza dell’uso del metallo nello sviluppo della civiltà umana”.

Brufa

Poi c’è il Parco delle Sculture di Brufa nel Comune di Torgiano. Nato nel 1987 da un’iniziativa della Proloco e del Comune, il progetto Scultori a Brufa. La strada del Vino e dell’Arte, si snoda lungo il crinale della collina fondendo natura, paesaggio urbano e arte scultorea. Il Parco si arricchisce ogni anno grazie alla partecipazione dei più grandi scultori nazionali e internazionali che, dopo aver studiato il territorio, sono capaci di creare opere che stabiliranno un costante dialogo con il visitatore.

L’uomo di Brufa di Massimo Pierucci

Nel corso degli anni i risultati sono stati sorprendenti e hanno creato un’esperienza artistica originale e moderna. Sì, possiamo certamente affermare che si tratta, come quello di Castelbuono, di un Museo en plein air. Le sculture pertanto risultano un vero e proprio arricchimento dell’ambiente circostante creando un nuovo itinerario culturale.

Broken Circle di Beverly Pepper

Fra le diverse opere scultoree emergono: L’uomo di Brufa dello scultore Massimo Pierucci, Il Grande Segno di Loreno Sguanci, Broken Circle di Beverly Pepper e Contro tutti i Terrorismi di Ettore Consolazione.

Contro tutti i Terrorismi di Ettore Consolazione

Concludo nel suggerire a tutti gli umbri, che ancora non lo hanno fatto, e ai visitatori forestieri di programmare un itinerario turistico fuori dagli schemi tra suggestive colline, vigneti e uliveti partendo da Brufa e arrivare a Castelbuono. Cosa c’è di meglio che scoprire o riscoprire luoghi con il loro patrimonio artistico, architettonico, ambientale e in questo caso specificatamente scultoreo. Anche la ricerca di aneddoti e curiosità possono impreziosire la giornata per poi tornare a casa e sentirsi enomermente più ricchi perché la cultura è il pane dell’anima. Non dimentichiamoci mai che la cultura nutre lo spirito e la mente e che è essenziale per comprendere meglio il mondo che ci circonda che così distopico non me lo sarei mai immaginato. Mi preme infine ringraziare Sergio di Brufa per l’ospitalità che ha riservato a me e mia moglie e per le indicazioni e suggerimenti che mi ha offerto nel visitare il Parco.

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Domenico Arcangeli

Nato a Pistoia nel 1962, dopo il diploma di maturità scientifica si laurea in Scienze Politiche – indirizzo politico sociale – all'Università degli studi di Firenze. Lavora per oltre venti anni come consulente finanziario per poi seguire la tabaccheria di famiglia. Nel 2020 si trasferisce in Umbria alla ricerca di nuove avventure. Nonno delle bellissime Alma e Giada, è articolista, ghostwriter e scrittore di "romanzi ingialliti".