Tutti in carrozza: l’ex ferrovia Spoleto-Norcia tra storia e curiosità

Dalla Flaminia alla Strada delle Ferriere, viaggio alla scoperta delle strade della Valnerina.

Da tempo immemore, per la sua centralità geografica, la Valnerina ha avuto un ruolo strategico di grandissima rilevanza nella viabilità dell’Italia antica: non a caso è nota – a storici e non – la millenaria funzione della strada consolare Flaminia, ancora oggi arteria estremamente utilizzata da chi si trova a transitare nel cuore verde d’Italia. «Tra i secoli VII e IX» scrive Antonella Manni nel saggio intitolato Dagli antichi percorsi alla viabilità contemporanea «il ramo orientale della Flaminia divenne l’asse di collegamento tra Spoleto ed i territori del Ducato», a sottolineare l’importanza storica e socio-economica di questo antico camminamento. Secoli dopo, precisamente nel 1634, il pontefice Urbano VIII, sollecitato dalle pressioni del cardinale Fausto Poli – nativo di Usigni e intimamente legato a Poggiodomo e alla Valnerina – autorizzò la realizzazione di una nuova strada, collocata tra la Flaminia e Monteleone di Spoleto, che favorisse il transito dei materiali ferriferi estratti presso giacimenti di cui la Valle del Corno, a confine con la Provincia di Rieti, era estremamente ricca. Agli inizi del XIX secolo la carrabile voluta da Urbano VIII era ridotta poco più di una mulattiera.

Museo della Ferrovia Spoleto-Norcia

 

Pietro Ferrari e un progetto da realizzare

Nel corso della dominazione napoleonica, per far fronte alle esigenze della nascente borghesia, l’ingegnere -architetto spoletino Pietro Ferrari realizzò un progetto infrastrutturale estremamente innovativo che prevedeva la realizzazione di una nuova arteria stradale che collegasse Spoleto, Norcia ed Ascoli Piceno e che, al contempo, potenziasse le tratte già esistenti. Non a caso, in un documento d’archivio del 1823 si legge: «Tutte le strade provinciali sono carrabili, solo questa di Norcia è pericolosa anche a cavallo». Tuttavia, nonostante le innumerevoli proteste della Commissione Municipale di Norcia, fu necessario attendere oltre vent’anni per vedere realizzata la strada provinciale Nursina: correva l’anno 1856. Anni dopo, l’esigenza di maggiore celerità nei collegamenti con Norcia, indusse gli amministratori di Spoleto a cercare soluzioni alternative alle diligenze che battevano in lungo e largo la Valnerina. Fu così che il 12 ottobre del 1902 venne inaugurato il primo servizio di automobili a vapore, successivamente sostituito da veicoli a benzina.

Sui binari della storia, la Ferrovia Spoleto-Norcia diventa realtà

Vista la lentezza e i costi esorbitanti del servizio automobilistico, a partire dai primi anni del Novecento si concretizzò l’idea di una strada ferrata che favorisse i collegamenti tra Spoleto e Norcia. Il progetto originario fu redatto dall’ingegner Carosso nel 1909 e prevedeva la realizzazione di una ferrovia che facesse tappa a Eggi per poi giungere a Grotti passando attraverso una galleria collocata in località Forca di Cerro. Nel tentativo di semplificarne la realizzazione abbattendone costi e tempistiche, il progetto esecutivo fu affidato a Erwin Thomann, già progettista della famosa ferrovia svizzera del Lotschberg. Il cantiere della Ferrovia Spoleto Norcia fu inaugurato ufficialmente nel 1913 per poi essere interrotto dai bombardamenti della Prima Guerra Mondiale: il progetto, ultimato in maniera definitiva nel 1926, fece guadagnare alla pittoresca ferrovia il simpatico appellativo di Piccolo Gottardo dell’Umbria.

Ex ferrovia Spoleto-Norcia

Quando l’archeologia industriale si trasforma in greenway

Nel 1968 il notevole sviluppo postbellico della motorizzazione privata e dei trasporti su gomma, maggiormente competitivi rispetto agli spostamenti su rotaia, portarono alla soppressione della ferrovia. L’antica stazione spoletina da cui partiva l’azzurra locomotiva, divenuta icona della Valnerina nel dopo Guerra, è stata trasformata in un suggestivo spazio museale al cui interno è possibile ripercorrere le tappe che hanno consentito la realizzazione di questa straordinaria opera, esempio di archeologica industriale oggi reinterpretata in greenway e messa a disposizione dei nuovi viaggiatori.