Ultimi giorni per ammirare le opere dell’artista Claudio Verna. Finissage 12 gennaio 2025, ore 18, a Foligno.
Claudio Verna è il protagonista della mostra pittorica in corso al CIAC di Foligno dal titolo “Claudio Verna. La profondità nella superficie” e visitabile fino al 12 gennaio 2025. Figura chiave e fondatore del movimento artistico “Pittura Analitica”, nelle sue opere domina il colore e la sua capacità di assumere i valori massimi della saturazione e della luce. Per il finissage della mostra è in programma domenica 12 gennaio, alle ore 18, una visita guidata a cura di Davide Ferri.
L’educazione artistica di Claudio Verna, classe 1937, ha preso forma in Umbria per proseguire poi con una lunga carriera in particolare a Firenze e Roma, numerose mostre collettive e rassegne internazionali. Le sue pitture si distinguono per un’espressività matura, caratterizzata da estremo rigore e intenso abbandono emotivo. La mostra, a cura di Italo Tomassoni, è promossa e sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno; l’organizzazione è realizzata in collaborazione con Maggioli Cultura e Turismo.
Spiega il curatore Italo Tomassoni: «Verna descrive la pittura in sé, nelle sue componenti, nella sua assiomatica, nei suoi principi fondanti rapportati al mondo. Ne esamina i valori di base; conferisce senso e istituisce collegamenti tra le componenti dell’opera e la fruizione esterna; torna incessantemente al centro della problematica fino a constatare quanto sia riduttiva la concezione di una pittura che si arresti solo alla superficie e al supporto. Lo intrigano le potenzialità profonde dello spazio e del colore, le molteplici virtualità visive e percettive che dalla superficie si dilatano all’esterno o all’interno, in altezza e in profondità, in successioni dinamiche e stasi che riguardano il fare e il contemplare, i pieni e i vuoti dello spazio figurale, l’opera compiuta e il Reale. Tutto avviene nell’officina della pittura o nella “cucina” della pittura. Nessun ricorso a materiali che non siano i pigmenti nobili del dipingere; insomma lascia che tutto derivi dal gioco delle sovrapposizioni e dei timbri su cui si dilatano il fascino e il senso delle possibilità espressive compresse nel corpo dell’opera».