G7 Disabilità: un summit utile o una goffa sfilata? Punti di vista differenti che guardano allo stesso evento

Ne abbiamo parlato con Valentina Tomirotti, giornalista e attivista, e con Valentina Iacucci Ostini, presidente de “La Brigata Indipendente”. Ci hanno dato la loro diversa opinione sull’evento appena concluso.

Stesso nome, diversa opinione. Due modi differenti (e ben venga) di vedere il G7 Inclusione e Disabilità che si è appena concluso qui in Umbria e che ha coinvolto i ministri di competenza delle grandi economie mondiali (Stati Uniti, Canada, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito e Italia) più degli invitati come Vietnam, Kenya, Tunisia e Sudafrica.

Foto credit Sacro Convento di Assisi

È stato un summit utile per il confronto? Servono veramente questi incontri internazionali? O sono solo una vetrina compassionevole che mette in mostra tanta teoria e poca concretezza? Lo abbiamo chiesto a Valentina Tomirotti, giornalista e attivista, e a Valentina Iacucci Ostini, presidente de La Brigata Indipendente, un’associazione nata con lo scopo di aiutare l’emancipazione di giovani adulti con disturbi dello spettro dell’autismo. Due visioni differenti di uno stesso soggetto e di un argomento che coinvolge loro, ma anche tante persone nel mondo.

Su una cosa le due Valentine concordano: la scelta della location. Assisi strutturalmente non è comoda e non è completamente accessibile. Decisamente un passo falso verso l’inclusione. «Già il luogo è un errore ma, metti anche che riusciamo a salire fino in cima, grazie al potere di San Francesco: a che serve? Cosa mi racconti di nuovo che io già non so?» spiega Valentina Tomirotti. Le fa eco Valentina Iacucci Ostini, che il 14 ottobre era al summit. «Assisi è una città un po’ complicata a livello strutturale; ci sono state tante persone in sedie a rotelle, o con difficoltà nella deambulazione, che hanno avuto grandi problemi per raggiungere i diversi luoghi. Muoversi è stato complicato, anche perché non tutti avevano i pass per accedere ovunque. Noi, con i nostri ragazzi, siamo saliti tranquillamente fino alla Basilica Superiore, ma persone con difficoltà motorie non ci sono potute arrivare. Non era la location migliore per un evento del genere».

Valentina Tomirotti

Timirotti però non boccia solo Assisi, ma anche la scarsa risonanza che l’evento ha avuto nei media e social italiani. «Questa estate c’è stato il G7 in Puglia e sapevamo persino quanti maccheroni mangiavano, di questo G7 non lo sa nessuno, sembra una sagra paesana, il compleanno della ministra, una goffa sfilata. Nonostante siano coinvolti i grandi del mondo, di disabilità e dell’evento nessuno ne parla. Ancora non ho capito perché sia stato organizzato, come quello dello scorso anno a Rimini. Lei deve dimostrare di essere utile a qualcosa (sapendo benissimo di non esserlo) per questo organizza queste feste goliardiche che però non portano da nessuna parte. È un ministero senza portafoglio – questo la dice lunga – e già la sua creazione è discriminante; un ministero dovrebbe parlare a tutti. Ma facciamo finta che mi convinca della sua utilità: allora voglio che faccia interventi istituzionali, burocratici e concreti; non voglio carezze, voglio delle risposte che vadano oltre questi eventi».

Di tutt’altra opinione è Valentina Iacucci Ostini che, grazie all’invito dell’Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità, ha vissuto con La Brigata Indipendente la giornata di lunedì aperta a tutti.

Valentina Cimbali, Valentina Iacucci Ostini, Matteo e Federica

«L’invito ci ha reso molto felici perché siamo un’associazione giovane, ma soprattutto perché è stata l’occasione per ritrovare vecchie conoscenze, come lo staff di PizzAut, e per stringere nuove amicizie così da realizzare dei progetti insieme. Ci siamo detti: “Sarebbe bello avere un evento annuale aperto al pubblico dove far incontrare gli enti del territorio per un confronto costante”. Penso che siano occasioni produttive per fare rete tra associazioni, enti del terzo settore e cooperative: più siamo a chiedere allo Stato dei cambiamenti, più lo Stato deve ascoltarci. Questo di Assisi è stato un primo passo e la ministra Alessandra Locatelli si sta impegnando molto, ci ascolta e sta facendo sentire la nostra voce, non è così scontato. L’abbiamo incontrata, ha parlato con noi (che non siamo nessuno), si è fatta capire dai nostri ragazzi con un linguaggio semplice e ha chiesto la nostra opinione su come poter migliorare la situazione: questo per noi è fondamentale perché, sono anni che viviamo nell’ombra. Grazie a questo G7 nella nostra regione abbiamo avuto la possibilità di farci vedere a livello mondiale. Cavolo, non è poco! Non serve solo protestare, occorre anche dare importanza ai piccoli cambiamenti, fermo restando che la strada è ancora lunga».

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Agnese Priorelli

Laureata in Scienze della comunicazione, è giornalista pubblicista dal 2008. Ha lavorato come collaboratrice e redattrice in quotidiani e settimanali. Ora collabora con un giornale online e con un free press. È appassionata di cinema e sport. Svolge attività di inserimento eventi e di social media marketing e collabora alla programmazione dei contenuti. Cura per AboutUmbria Magazine, AboutUmbria Collection e Stay in Umbria interviste e articoli su eventi.