fbpx

Davide Venturi, Executive Director di BNI Umbria: “Qui le aziende possono crescere e creare economia”

Un’organizzazione mondiale che è presente in 78 Paesi e conta circa 330.000 membri. In Umbria sono 360 gli iscritti.

BNI è la più grande organizzazione di business networking a livello mondiale. Il suo obiettivo è quello di supportare professionisti e imprenditori a sviluppare la propria attività grazie a referenze qualificate e all’opportunità di costruire relazioni professionali a lungo termine che generino business in modo continuativo. Conta circa 330.000 membri in tutto il mondo – in 78 Paesi diversi e provenienti da oltre 300 diversi tipi di professioni – che hanno tutti beneficiato dell’aumento del business attraverso le referenze.
Abbiamo fatto una chiacchierata con Davide Venturi, Executive Director di BNI Umbria, per capire meglio come funziona questa organizzazione nella nostra regione.

Davide Venturi, Executive Director di BNI Umbria

Chiariamo subito: che cos’è BNI?

È la più grande organizzazione al mondo di marketing referenziale. Siamo presenti in 78 nazioni con 11.000 gruppi attivi, composti da circa 330.000 imprenditori e professionisti che si incontrano per fare economia collaborativa. L’obiettivo è quello di supportare queste realtà nello sviluppo della propria attività grazie a referenze qualificate e all’opportunità di costruire relazioni professionali a lungo termine che generano business in modo continuativo.

Quali sono i valori su cui si basa BNI?

Abbiamo dei core values che definiscono la nostra filosofia. Il principale è il Givers Gain (detta in maniera semplice: aiutare per essere aiutati): io ti do una mano e tu poi la darai a qualcun altro del gruppo, creando così un circolo virtuoso. Potremmo definire BNI come una palestra dove le persone imparano ad essere aiutate. Il secondo valore è l’apprendimento permanente che significa aggregare persone aperte, interessate a imparare cose nuove e ad aggiornarsi; troviamo poi tradizione e innovazione: partendo dalle nostre radici fatte da una storia quarantennale, l’organizzazione guarda al futuro e si evolve grazie all’innovazione tecnologica e all’intelligenza artificiale. Un altro valore molto importante è quello dell’atteggiamento positivo, cioè vedere il lato migliore di una persona e la luce che emana. Si entra poi nel quinto che serve a costruire relazioni: le persone vogliono stringere affari con chi conoscono e con altre persone di cui si fidano; segue il valore della responsabilità, responsabilità di garantire la qualità che si pretende dagli altri. Per concludere, troviamo il riconoscimento che non è solo per celebrare il migliore della settimana o del mese, ma riconoscere a coloro che stanno contribuendo in modo più attivo lo stesso impegno. A supervisionare il tutto c’è il divertimento nel mettere in pratica la nostra vision di cambiare il modo di fare affari, cioè migliorare il nostro modo di lavorare attraverso il metodo BNI, applicandolo con passione e, appunto, divertendosi.

Ci racconti il suo percorso in BNI: come e quando l’ha conosciuta?

Nel 2016, su suggerimento di amici, ho partecipato alla prima riunione di BNI; ammetto che non avevo trovato i valori che mi aspettavo, ma si sa, le migliori storie d’amore spesso non iniziano con un colpo di fulmine. Infatti, partendo proprio da ciò che mi stonava e intraprendendo un percorso, col tempo sono cresciuto come persona e ho avuto l’occasione di entrare in questa organizzazione come imprenditore del settore edile (ancora oggi è la mia attività principale). Questo sistema ha portato più lavoro alla mia azienda, clienti migliori e mi ha dato la possibilità di lavorare in maniera diversa, grazie anche all’incontro con persone che mi sono state d’esempio.

Dalla Romagna com’è arrivato in Umbria?

Ho sempre avuto una passione per questa regione. L’ho scoperta venendoci in vacanza: si percepisce un’energia particolare; sarà il verde sarà la storia, non lo so. Nel 2008 ho conosciuto Orlando Perini, proprietario dell’agriturismo Il Cantico di San Francesco ad Assisi che, con i suoi racconti, mi ha fatto ancora più innamorare dell’Umbria; così ho deciso di venirci a vivere per metà del mio tempo. Mi divido tra la Romagna e l’Umbria. Nel 2016 mi hanno proposto di portare qui BNI: è stata una bella sfida, sia perché non conoscevo quasi nessuno, sia perché è un territorio diffidente e difficile da sviluppare; nel maggio del 2017 è iniziato l’incarico professionale come imprenditore consulente per sviluppare BNI in Umbria.

Oggi quante sono le aziende che appartengono a questa rete?

Tra le provincie di Terni e Perugia sono attivi 13 capitoli con circa 360 membri.

È rivolta solo a professionisti o anche ad aziende più strutturate?

BNI è rivolta a tutti, imprenditori di piccole-medie aziende, artigiani e professionisti, ma anche a grandi aziende o gruppi, con le più disparate specializzazioni: dal negozio di abbigliamento allo studio professionale, dal ristorante alla struttura che organizza eventi, fino l’impresa di costruzione e progettazione, dal consulente finanziario all’esperto di marketing. Insomma, è multidisciplinare.

Quali caratteristiche occorrono per poter aderire?

Devi essere una persona che ha voglia di crescere, che non ha paura del cambiamento e che vuole imparare o migliorare il gioco di squadra che, per fare rete, è fondamentale. Che vuole puntare a perfezionare l’attività, il che non significa solo guadagnare di più ma lavorare meglio con i clienti. Non siamo un’organizzazione che fa pubbliche relazioni, siamo un’organizzazione che attraverso il networking fa squadra, sviluppando relazione solide per raggiungere meglio il nostro target-market, con una strategia di marketing referenziale.

Quest’impostazione, tipicamente americana, funziona nel territorio umbro?

BNI cerca persone che credono nel futuro e in Umbria ce ne sono molte. Di eccellenze ne abbiamo tante (dico: «abbiamo» perché oramai mi sento umbro) e non serve invidiare altre regioni. Per me l’Umbria è la California d’Italia con il mare a un’ora di distanza, e tanti talenti ed eccellenze che possono rendere questo luogo non solo un posto da visitare come turisti, ma anche per farci business. Le realtà con esperienza, che sono diverse, devono essere da esempio e ispirazione per le giovani generazioni.

Ha trovato un ambiente favorevole o ha incontrato difficoltà e reticenze?

Posso raccontarvi questo aneddoto. Il primo a cui ho proposto BNI nel 2017 è stato un famoso studio di avvocati di Perugia che non ha creduto nel progetto e che salutandomi mi ha detto: «Non ce la farai mai». Io ho risposto: «Tra circa 10 anni in Umbria ci saranno oltre 500 imprenditori iscritti». Dopo sei mesi è partito il primo gruppo ad Assisi, oggi siamo a 13 e abbiamo in programma l’apertura di altri capitoli. Ho intorno anche tante persone che mi aiutano a promuovere questo progetto sul territorio, ma voglio ribadire che BNI non è per tutti. Se un imprenditore o professionista si trova in difficoltà seria, ha una priorità che non può essere trovare il tempo per aiutare gli altri, perché si deve salvare. Possiamo essere un acceleratore per giovani imprenditori che vogliono fare rete, per quelli che hanno poca esperienza, per imprenditori e professionisti che da soli non riescono ad avere tutte le risorse per crescere, ma non possiamo essere un’opportunità per chi fatica ad arrivare a fine mese. BNI non sarebbe la soluzione.

Non è troppo semplice interfacciarsi solo con aziende che non hanno difficoltà?

Voglio spiegare meglio. Noi aiutiamo, e supportiamo, raccontando storie di successo e parlando con gli imprenditori: io stesso dopo il 2013 sono dovuto ripartire da zero e la mia storia, come quelle di molti altri, può essere d’ispirazione ed esempio. In BNI c’è la possibilità di aiutare, non con i soldi ma con il tempo. I nostri imprenditori non sono dei capitani d’industria, non possiedono capitali per finanziare chi è in difficoltà, ma posso condividere il loro tempo raccontando le loro esperienze e motivando gli altri con la loro esperienza. Questo spesso, vale molto di più.

Ci sono progetti ideati o promossi che hanno ricadute sul territorio dal punto di vista sociale, culturale, economico?

C’è SeiBenefit, una startup fondata da me e altri nove soci, che si sono incontrati, conosciuti e messi insieme grazie a BNI, con l’obiettivo di creare fondi con un impatto sociale per supportare le associazioni locali e le aziende con valore etico, così da valorizzare le persone in un’ottica di crescita comune. Abbiamo anche la BNI Foundation, che raccoglie fondi e sostiene progetti di solidarietà, e Business Voices (voce del business). Quest’ultimo è un movimento di restituzione al territorio ispirato da BNI che parte dalla consapevolezza che la comunità imprenditoriale locale possa e debba giocare un ruolo sociale per ispirare i bambini e i ragazzi che saranno i professionisti e gli imprenditori di domani. Gli imprenditori e professionisti mettono a disposizione dei bambini e dei ragazzi la loro esperienza, il loro entusiasmo e il loro tempo per condividere esperienze e ispirarli nelle loro scelte future, attraverso il supporto, il mentoring e l’impegno sul territorio. Un altro aspetto sociale è la possibilità di ospitare in ogni gruppo un’associazione culturale o di volontariato senza farle versare la quota annuale. Oggi ne abbiamo sei. Infine, come region BNI abbiamo creato cinque borse di studio finanziare una parte della quota di iscrizione annuale, di giovani che hanno appena aperto la partita IVA.

Quali sono i prossimi obiettivi della Region Perugia – Terni?

La Region Perugia-Terni è una Region virtuosa, sia nel panorama italiano sia in quello mondiale. Nel 2019 il fondatore Ivan Misner è venuto in visita in Umbria; portiamo avanti un approccio personalizzato e quest’anno saremo presenti con uno stand (prima region italiana) alla conferenza alle Hawaii. Portiamo l’Umbria nel mondo e il mondo in Umbria. Stiamo lavorando anche per costituire altri due capitoli, a Gubbio e in Valnerina, così da coprire quasi tutta la regione. La sfida vera, incui crediamo molto, è la Valnerina, dove chi ha esperienza si dovrà maggiormente interfacciare con i giovani del luogo. In Valnerina vorremmo mettere a disposizione un’agevolazione una sorta di no tax zone per la situazione post sisma, per fare in modo che l’ingresso abbia un’importante riduzione; attiverò, inoltre, dei centri d’ascolto per poter conoscere i reali bisogni degli imprenditori locali.

Per lei che non è umbro, cosa rappresenta l’Umbria?

È un luogo dove esprimermi, dove ho trovato talenti. L’Umbria per me è stata un regalo.

Qual è la prima cosa che le viene in mente pensando a questa regione?

La storia. Qui si respirano storie di successo, storie accadute e storie di resilienza. Le posso raccontare quella della proprietaria di una pasticceria di Perugia che un anno e mezzo fa ha perso il marito, restando sola con un bambino piccolo. È stata membro di BNI per due anni: l’altro giorno mi ha mandato un messaggio in cui mi ha ringraziato della carica che spesso gli ho dato, e che gli do ancora, con i miei post e insegnamenti. Ecco, questo per me è un dono, è l’essenza di aver lasciato il segno; lei è un esempio per tutti quelli che sono dovuti ripartire da zero. L’Umbria è un luogo dove si può ripartire e creare economia.

The following two tabs change content below.

Agnese Priorelli

Laureata in Scienze della comunicazione, è giornalista pubblicista dal 2008. Ha lavorato come collaboratrice e redattrice in quotidiani e settimanali. Ora collabora con un giornale online e con un free press. È appassionata di cinema e sport. Svolge attività di inserimento eventi e di social media marketing e collabora alla programmazione dei contenuti. Cura per AboutUmbria Magazine, AboutUmbria Collection e Stay in Umbria interviste e articoli su eventi.