Con la sua voce da mezzosoprano ha incantato i teatri d’Italia e non solo. Marina Comparato, cantante lirica e perugina DOC, vive da diverso tempo a Firenze ma porta l’Umbria nel suo cuore.
Lei vive a Firenze, qual è il suo legame con Perugia e l’Umbria?
Sono nata a Perugia e ci ho vissuto fino a 19 anni, poi mi sono trasferita a Firenze per motivi di studio e poi di lavoro, ma resto legata a questa terra, perché qui c’è la mia famiglia. Ho un legame affettivo e ovviamente familiare.
Crede che questa regione in questo ambito artistico è ben sfruttata?
Ha tante iniziative culturali legate al teatro e alla musica, ma il mondo della lirica, il mio mondo, non è quasi presente. Questo per me è una nota dolente. Perugia è, forse, l’unico capoluogo italiano a non avere una stagione lirica. L’interesse da parte del pubblico c’è e si vede nelle rare rappresentazioni, manca però quello della politica. C’è solo il Teatro Lirico Sperimentale “Abriano Belli” di Spoleto che punta sul quest’arte. Io sono molto legata a questo teatro perché ho vinto nel 1997 il loro concorso lirico, che è uno dei più importati d’Italia.
Come si potrebbe intervenire?
In molte regioni, penso alla Toscana, all’Emilia Romagna e alle Marche, i piccoli teatri si consorziano e danno vita a delle realtà liriche molto interessanti. A Perugia ci sono “Gli amici della lirica” che organizzano incontri ed eventi, ma sono costretti ad andare fuori regione per vedere le opere. Servirebbe un intervento concreto da parte della politica, che per ora non si è interessata di quest’ambito.
La scelta di lasciare la sua città è stata dettata dalla carriera. Si è mai pentita?
Dal punto di vista lavorativo sono stata costretta, ma mi manca sempre la mia città e torno ogni volta che posso. Però devo dire che non mi sono mai pentita della scelta fatta.
Lo stereotipo degli umbri chiusi lo ha mai avvertito, glielo hanno fatto mai notare?
A me no, perché sono stata educata ad essere aperta verso il mondo, ma da perugina ammetto che Perugia è una città chiusa verso chi non è nato o verso chi non vive la città. A volte mi sento io stessa un po’ tenuta fuori visto che non ci vivo da diverso tempo. Non c’è molta apertura verso l’esterno, ma è una caratteristica storica dei perugini: da sempre sono ombrosi e chiusi. La stessa città ha ben due cinta di mura che la difendono e l’apertura non è certo stata incoraggiata dai trasporti pubblici. Basta pensare alle linee ferroviarie che la rendono ancora più isolata.
Tre parole per descrivere l’Umbria…
Verde, golosa e sconosciuta.
La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regione…
San Francesco e i suoi viaggi. È partito da una piccola regione ed è arrivato in tutto il mondo.
Agnese Priorelli
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