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Guardiamo e ammiriamo, attraverso alcuni dipinti famosi, i diversi tipi di matrimonio o eventi storici legati a esso partendo dalla “Proposta” di Frank Stone.

La proposta di matrimonio di Frank Stone

Frank Stone (1800-1859) รจ stato un pittore inglese autodidatta. Uno dei suoi maggiori successi fu The Proposal (La proposta di matrimonio), un olio su tela di 88 x 113 cm. Guardando attentamente il dipinto, possiamo notare molti particolari rappresentanti la vita e i valori dell’epoca. La scena รจ tipica di un interno vittoriano e puรฒ essere interpretata in due modi. Da una parte rappresenta una semplice relazione romantica dove l’uomo ha appena consegnato una rosa alla donna, due bambine che stanno leggendo e una cameriera che porta del tรจ con una fetta di torta (verosimilmente il pudding).

La proposta di matrimonio di Frank Stone

Dall’altra l’interpretazione รจ piรน suggestiva; la donna al centro รจ una madre rimasta vedova con le sue due figlie mentre l’uomo รจ un corteggiatore che si offre di sposarla. Piuttosto che una cameriera l’altra donna รจ la madre della vedova che spera nella loro unione.
Come si puรฒ ben notare l’uomo, elegante e raffinato, si protende verso l’amata per poi poterla accogliere nel suo amore. Il cane (simbolo di fedeltร ) posto accanto a lui rafforza ancor di piรน la serietร  della sua proposta. La ragazza impersona la modestia e la serenitร , si sente sicura nel suo spazio mentre sta cucendo. La sua posizione, il suo sguardo e la vicinanza con l’uomo non lasciano spazio ad altri spunti interpretativi: accetterร  la proposta di matrimonio.

 

Le nozze rosse dei Baglioni

Le nozze rosse dei Baglioni

Con Nozze rosse dei Baglioni si indica una congiura familiare ordita tra il 14 e il 15 luglio 1500 per eliminare dal potere i Signori di Perugia Astorre, Guido e Rodolfo Baglioni. La congiura รจ ricordata come la piรน crudele e violenta di tutto il Rinascimento. Il 28 giugno del 1500 si celebrรฒ il matrimonio tra Astorre (figlio del patriarca Guido Baglioni) e Lavinia Orsini Colonna. L’evento si festeggiรฒ con grande sfarzo per dodici giorni nella piazza principale di Perugia; vestiti sontuosi, gioielli ostentati, arredi, banchetti e canti coinvolsero tutta la cittร .
Il cugino dello sposo, Carlo Oddo Baglioni detto il Barciglia, mosso da una insaziabile sete di potere organizzรฒ una congiura per prendere il potere in cittร  eliminando i familiari. Il Barciglia, avido per gloria e invidioso dei suoi parenti potenti, ottenne la complicitร  del ventiquattrenne Grifonetto Baglioni, di Filippo Baglioni e di Girolamo della Penna. A loro si aggiunsero altri personaggi poco raccomandabili e privi di incarichi ma spavaldi e ambiziosi e decisi.
La notte torrida tra il 14 e il 15 luglio le residenze Baglioni furono attaccate e i Signori di Perugia assassinati. Compiuta la strage i congiurati si presentarono alla cittร  come i liberatori della tirannia, ma il popolo, inorridito, non li sostenne.
Gian Paolo Baglioni, sopravvissuto alla strage, con le proprie milizie costrinse i cospiratori alla fuga, ma non tutti ci riuscirono. Grifonetto Baglioni fu catturato e ucciso. La mamma di Grifonetto, Atalanta Baglioni, e la moglie Zenobia, lacerate dal dolore si gettarono sul suo corpo.
Atalanta, mamma di Grifonetto, commissionรฒ successivamente a Raffaello Sanzio un’opera da mettere nella chiesa di famiglia per ricordare il figlio. รˆย cosรฌ che nacque la Deposizione di Raffaello (1507) detta anche Pala Baglioni. Osservando il dipinto di Raffaello possiamo notare distintamente le espressioni di Atalanta (la Madonna) e di Zenobia moglie di Grifonetto (Maria Maddalena) che sembrano riprodurre quell’istante in cui morรฌ il loro congiunto. Il giovane che sostiene le gambe del Cristo รจ Grifonetto caratterizzato da un’espressione assente come se fosse estraneo al contesto. Il suo sguardo รจ perso nel vuoto. Al centro il Cristo morto sembra rappresentare il potere conteso da Roma e dai Baglioni.

 

Il matrimonio mistico di Pistoia di Kristian Zahrtmann

Il matrimonio mistico di Pistoia di Kristian Zahrtmann

Kristian Zahrtmann (1843-1917) รจ stato il pittore danese che ha realizzato, tra il 1893 e il 1894, l’opera denominata Il matrimonio mistico di Pistoia. Il pittore danese giunse in Italia negli anni Ottanta dell’Ottocento e visitรฒ piรน volte Pistoia, dove rimase fortemente suggestionato dalla bellezza della chiesa di San Pier Maggiore (oggi sconsacrata) tanto da sceglierla come ambientazione di un dipinto di genere storico. A Pistoia venne a conoscenza di una antica cerimonia che per secoli si svolgeva sul sagrato della Chiesa ogni volta che il neo nominato vescovo entrava per la prima volta in cittร . Si trattava di un matrimonio misticoย dove il vescovo di fronte a tutta la cittร  prendeva in sposa la badessa, del monastero benedettino di San Pier Maggiore, che simboleggiava la Chiesa pistoiese con la quale il vescovo si andava a legare in maniera indissolubile.
Nel quadro si fondono colori in maniera entusiasmante, e giochi di luce come quelli sulla facciata della Chiesa sono molto realistici. Da notare la presenza di persone completamente disinteressate all’evento, come spesso accade nelle grandi e lunghe cerimonie.
La scena che viene rappresentata รจ davvero grandiosa e caratterizzata da una folla composta e composita. Nella parte centrale troviamo sulla destra in ginocchio i monaci e sulla sinistra le monache. Membri dell’aristocrazia cittadina sparsi ovunque. In primo piano a destra un gruppo di belle ragazze e a sinistra ragazzi con abiti alla moda. Quello con i capelli lunghi rossi sembra molto interessato alla ragazza vestita di chiaro sulla destra. Al centro, in mezzo alla folla, sta il vescovo seduto sotto un baldacchino e ai suoi piedi, genuflessa, una giovane badessa. All’inizio della scalinata tappezzata di rosso e di spalle il celebrante la cerimonia. Quello che colpisce sono i vestiti eleganti, i tessuti lavorati e colorati, la luce e il gioco di prospettiva. รˆ veramente un bel dipinto. Forse le proporzioni sono alterate, come l’immensa facciata della Chiesa, ma probabilmente era proprio quello che voleva Zahrtmann, e cioรจ farla assomigliare a una cattedrale.

 

Il matrimonio contadino di Pieter Bruegel

Il matrimonio contadino di Pieter Bruegel

Il Matrimonio Contadino, meglio conosciuto come Banchetto Nuziale รจ un olio su tavola di 114 x 164 cm.ย รˆ opera del pittore olandese Pieter Bruegel il Vecchio e risale 1568. Pieter Bruegel ha come tema fondamentale nei suoi dipinti la realtร  contadina ritratta in episodi quotidiani. L’uomo di Bruegel รจ goffo e vizioso e quindi non ha niente d’ideale, anzi deformazioni fisiche e morali vengono riprodotte con occhio lucido e sovente sotto forma di caricatura.
Dentro un granaio si sta svolgendo il pranzo di una coppia di contadini appena sposati. La sposa รจ quella davanti al telo verde con aria un po’ assente, lo sposo come tradizione deve servire ai tavoli e lo troviamo sulla sinistra che versa della birra in una brocca per poi portarla ai tavoli. Come si puรฒ notare c’รจ molta gente in uno spazio abbastanza ristretto, ma la capacitร  pittorica del Bruegel ci mostra dettagli significativi per ogni personaggio. In primo piano una bambina con un ampio cappello rosso sta leccando qualcosa dal suo piatto e due camerieri portano un grande vassoio di legno con sopra le pietanze, con il vicino commensale seduto che prende e le smista. Un suonatore di zampogna sembra chiedersi se ci sarร  cibo anche per lui. Da notare che tutti indossano il cappello o la pezzola in caso di donna.

 

Il matrimonio combinato di William Hogarth

William Hogarth (Londra 1697- Londra 1764) รจ stato un pittore satirico del periodo Rococรฒ e Barocco. La serie di sei quadri denominata Marriage A la Mode raffigura ironicamente la societร  inglese del 1700 mettendo alla berlina i risultati disastrosi di un matrimonio d’interesse. Il ciclo Marriage A la Mode ruota intorno a un matrimonio combinato tra il figlio di un fallito Conte e la figlia di un mercante di cittร , che non esita ad agire per i suoi interessi di ascesa sociale. Nel primo quadro della serie, The Marriage Settlement (olio su tela di 69 x 89 cm), si notano molti elementi significativi. Attraverso la finestra si vede la costruzione della nuova dimora del Conte, interrotta probabilmente per mancanza di denaro; sulla destra il nobile affetto da gotta mostra al suo ospite l’albero genealogico di cui va fiero; il mercante esamina minuziosamente il contratto matrimoniale alla ricerca di qualche cavillo; fra il nobile e il mercante un usuraio negozia il prestito per la ripresa dei lavori; sulla sinistra i due giovani sembrano indifferenti a quello che succede. Il figlio del Conte si guarda allo specchio disinteressandosi alle faccende che lo riguardano, mentre la figlia del mercante viene consolata dall’avvocato che ha preparato il contratto di questo matrimonio combinato.

 

Ius primae noctis

Ius primae noctis

Un iniziale inconveniente del matrimonio poteva essere lo Ius primae noctis. Questa locuzione latina che indica il diritto della prima notte รจ probabilmente un luogo comune che riguarda il Medioevo, anche se forse qualcosa di vero c’รจ. In quel periodo storico – ma anche molto dopo – i signori feudali esercitavano oppure no il diritto di trascorrere con le mogli dei loro sudditi la prima notte di matrimonio?
Che fosse una pratica comune e in qualche modo accettata o sopportata non ci credo proprio, anche se probabilmente qualche abuso a danno delle spose c’รจ stato. Comunque, non esistono fonti che dimostrino l’esistenza di un simile diritto, anche se il filosofo scozzese Hector Boece riporta un decreto del re secondo cui ยซil signore delle terre puรฒ disporre della verginitร  di tutte le ragazze che vi abitanoยป. Comunque siano andate le cose dello ius primae noctis ne รจ piena la letteratura e anche la pittura con gli esempi di Jules Arsene Garnier e Vasilij Polenov dove viene rappresentata una giovane sposa portata dalla famiglia in casa del signore per passarvi la notte di nozze. Da notare in entrambi i dipinti lo sguardo rassegnato delle povere ragazze e la superbia dei signori che signori non lo erano affatto.

Il divorzio

Non di rado il matrimonio finisce con il divorzio. La pratica di tollerare l’infedeltร  non ha piรน ragione di esistere. In Italia la legge sul divorzio ha pochi decenni e nel resto d’Europa da sempre nobili e regnanti hanno trovato il modo per liberarsi di un coniuge scomodo.
Il caso forse piรน eclatante della storia in tema di divorzio riguarda il re inglese Enrico VIII (1491-1547) che spinto dal suo bisogno dinastico di un figlio maschio si sposรฒ sei volte. Enrico venne incoronato all’etร  di 18 anni e iniziรฒ a sposarsi subito e nel giro di trentasette anni lo rifece per altre cinque volte. La prima moglie fu Caterina d’Aragona dalla quale ebbe una figlia conosciuta poi come Maria la Sanguinaria o Bloody Mary. Il matrimonio durรฒ fino a quando arrivรฒ a corte una nuova damigella d’onore, Anna Bolena. Enrico VIII perse la testa per questa ragazza tanto da chiedere al Papa Clemente VII di annullare il suo matrimonio con Caterina. Il Papa rifiutรฒ e cosรฌ Enrico si nominรฒ capo della Chiesa anglicana, fece annullare il matrimonio dall’arcivescovo di Canterbury e sposรฒ Anna.
Quando nacque la figlia Elisabetta, il re, che voleva ostinatamente un figlio maschio, si era giร  stancato di lei. Accusata di adulterio, Anna fu decapitata. Jane Seymour fu la terza moglie che riuscรฌ finalmente a dargli quel figlio maschio tanto desiderato. La quarta moglie, Anna di Cleves, fu sposata per motivi politici, mentre la quinta Catherine Howard era la nipote del piรน importante esponente papista in Inghilterra. L’ultima moglie fu Caterina Parr, ultima perchรฉ questa volta fu lui a morire.

 

Le mogli di Enrico VIII

 

Concludo con una frase poetica di William Shakespeare: ยซAmore non รจ amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l’altro s’allontana. Oh no! Amore รจ un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai; รจ la stella che guida di ogni barca, il cui valore รจ sconosciuto, benchรฉ nota la distanza. Amore non รจ soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote dovran cadere sotto la sua curva lama; Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio; se questo รจ un errore e mi sarร  provato, io non ho mai scritto e nessuno ha mai amatoยป.