Al Ristorante Dรจco di Ponte San Giovanni a Perugia – un luogo dove lโarte รจ di casa poichรฉ ha sempre ospitato eventi artistici e vanta una interessante collezione dโarte contemporanea – fino a gennaio 2024 Teresa Chiaraluce espone i suoi dipinti negli ambienti interni e Daniele Covarino ha portato le sue sculture in terracotta nel giardino che circonda i locali. Lโesposizione รจ curata da Antonella Pesola, storica e critica dellโarte.
Lโartista Chiaraluce vive e lavora a Corciano (PG). Dopo aver conseguito la maturitร artistica all’Istituto d’Arte Bernardino di Betto, nella sezione Disegnatori di Architettura e Arredamento, ha frequentato il corso di nudo del Maestro Franco Venanti, all’Accademia di Belle Arti, e il corso di Arte della Stampa all’Istituto d’Arte. Dal 2007 ha esposto i suoi lavori in innumerevoli mostre collettive in Umbria e allโestero.

Opere di Teresa Chiaraluce
La pittura di Teresa Chiaraluce si ispira alla quotidianitร e alla natura, in una visione fantastica e trasfiguratrice. Le opere dellโartista parlano un linguaggio comune, ma in accostamenti di scene dellโassurdo: non cโรจ fuga dalla realtร ma rappresentazioni di una concretezza piรน profonda indagata dalla categoria del contrasto. Daniele Covarino, artista nato a Roma, vive e lavora a Perugia. Diplomatosi allโIstituto d’Arte di Deruta nel 1996, sezione ceramica, successivamente si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Perugia, sezione scultura, dove si diploma nel 2004. Lo scultore ha iniziato un percorso di ricerca legato allo studio delle forme primarie in relazione all’utilizzo dell‘argilla, specializzandosi nella scultura in ceramica. Le sue prime esposizioni si svolgono fra Perugia e Deruta, e in seguito, su invito e selezione, partecipa a numerose collettive. Le sculture dellโartista sono lavorate con lโargilla e ambientate in un luogo che le riconduce al loro elemento naturale, come la terra. Dalle caratteristiche forme organiche e biomorfe, esse evocano processi formativi biologici come fossili primitivi, forgiati dalle mani dellโartista con lโantica sapienza del ceramista.

Opere di Daniele Covarino
Intervista ad Antonella Pesola, curatrice della mostra
Una mostra รจ a tutti gli effetti un progetto e un sistema di rappresentazione in cui lo spazio espositivo diventa il luogo in cui convergono e dialogano tra loro opere dโarte e lavori, che vengono ricollocati e riconfigurati. Ci puรฒ raccontare come รจ nata lโidea della mostra di Teresa Chiaraluce e Daniele Covarino?
Apparentemente non esiste un filo conduttore che unisce le esperienze dei due artisti. Il mio intento era di proporre un linguaggio espressivo diversificato, dopo la mostra inaugurale della stagione svoltasi in estate dedicata a Danilo Fiorucci, che ha esposto bellissime opere astratte sia in pittura che in scultura. Lโimmediatezza dei dipinti di Teresa Chiaraluce mi รจ sembrata adatta per offrire un altro punto di vista. Lโidea inoltre era sempre quella di affiancare opere di scultura accanto alla pittura e ho pensato alle opere di Covarino, che si possono apprezzare al meglio nellโimmediato spazio esterno del ristorante.
Quali sono state le principali difficoltร , se ci sono state, nella realizzazione ed esposizione della mostra?
Trovare un giusto equilibrio nellโesposizione dei dipinti: gli ambienti interni offrono spazi vissuti con molti elementi di arredo che possono renderne difficile lโapprezzamento, tenendo conto che ci sono due inamovibiliย e impegnative opere di Domenico Bruschi di fine XIX secolo.
Comโรจ articolata la mostra essendo esposta presso il Ristorante Dรฉco?
Teresa Chiaraluce espone dipinti della sua ultima produzione che sono raggruppati in temi, riguardanti la natura, gli animali e la musica. La natura รจ lโelemento preponderante di opere come Giardino interiore, che invade stanze e case abbandonate, in un gioco di rimandi di geometrie visionarie alla Escher, un procedimento adottato anche per opere che trattano di animali e musica, o meglio strumenti musicali. In un divertito contrasto, gli strumenti musicali sono raffigurati in un paradosso, diventando abitazioni o stanze dove rifugiarsi, spesso dalle dimensioni giganti fanno da sfondo a paesaggi immaginari. Lโanimale piรน raffigurato รจ il gatto, presenza costante nei suoi dipinti, dalla vivida coscienza di essere parte di rappresentazioni. Ecco la caratteristica piรน spiccata della pittrice, la teatralitร , per raccontare infatti rappresenta in un chiaro intento scenografico. Covarino invece allestisce sculture in simbiosi con la natura, perfette nellโambiente naturale dove sono messe, quasi ad indicare la strada al visitatone nellโavvicinarsi allโingresso. La semplicitร delle forme evoca archetipi di immagini biomorfe, sono animali o rifugi, o bozzoli o larve o vasi veri propri, che armoniosamente si collocano naturalmente, associazioni offerte anche dalla tecnica del colombino adottata dallโartista e lโilluminazione notturna non fa che esaltarne le forme.
Una mostra si presenta agli occhi del visitatore come una visione dโinsieme, in cui collaborano piรน artisti, in questo caso Teresa Chiaraluce e Daniele Covarino. Il percorso fisico che lo spettatore compie รจ un percorso narrativo che il curatore pensa. Come si lavora a questo?
Sin dallโesterno con le sculture di Covarino, lo spettatore scopre man mano un percorso che lo introduce gradualmente verso gli ambienti interni, quasi possa essere un bosco o giardino animato da strane, ma familiari presenze che nella loro semplicitร ci riportano a immagini primordiali dellโinconscio comune, infatti riuniscono esperienze della specie umana e della vita animale che la precedette, costituendo elementi simbolici delle favole, delle leggende e dei sogni. Gli spazi interni dellโingresso, le due sale principali e la parete di fondo della scalinata ospitano i dipinti di Chiaraluce che allestisce vere e proprie rappresentazioni che esprimono stati dโanimo, impressioni, o riflessioni in vere e proprie scene teatrali, sempre improntate ad una pittura di veritร . Accomuna questi artisti cosรฌ diversi, il desiderio di alludere alla soglia, allโattraversamento, infatti cโรจ sempre un pertugio, una ferita, uno spiraglio, una porta, una finestra che non fa che simboleggiare che cโรจ un oltre che puรฒ essere in ognuno superamento della realtร .