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ยซDefinire รจ limitareยป sosteneva Oscar Wilde tracciando il profilo di un Dorian Gray, tanto dannato quanto reale. Cristallizzare in una sterile definizione ciรฒ che i sensi riescono a percepire, equivale a svuotare la realtร  della sua essenza prima, quel fondamento ontologico inteso nella sua piรน profonda accezione filosofica.  

Eppure, sin dai primordi della specie, lโ€™essere umano ha sempre avvertito il bisogno di definire, di fissare. Dopo migliaia di anni tutto ha un nome. Un nome statico, che difficilmente cambierร . Eppure questa castrante catalogazione affonda le sue aride radici nel timore piรน grande che atterrisce lโ€™animo umano, la paura per ciรฒ che egli non riesce a definire e dunque comprendere. Definizioni di carta, nel vero senso della parola. Ma ci sono luoghi e visioni che si sottraggono a questa dura legge definitoria, luoghi che sembrano nascondersi e poi riapparire tra queste nebbie tanto fitte quanto rivelatrici. Ed รจ proprio da un luogo chiave del peregrinare umano che inizia la traversata: da uno stazzo, porto alpestre che da luogo di sosta diventa arrivo e partenza di nuove rotte, in un mare di nebbia che nasconde una terra ricca e sconfinata, abitata da abili contadini e celebri artigiani: la Piana di Santa Scolastica

Piana di Santa Scolastica

Delineare cosa sia uno stazzo nel suo aspetto fenomenico non รจ difficile. Linee semplici che celebrano il trionfo della funzionalitร  sullโ€™estetica, in quegli ambienti tanto spartani quanto vissuti. Ma nessuno si รจ mai soffermato su cosa rappresenti realmente, su quel fondamento ontologico che tutti schivano perchรฉ incapaci di comprendere. Lo stazzo: epopea di una civiltร  senza tempo. Definizione straordinariamente calzante che richiama alla memoria lโ€™eroico peregrinare di Ulisse. Stazzi sorti in luoghi estremi, che non sono i luoghi dellโ€™abitare, ma invitano lโ€™uomo alla contemplazione del creato. Visioni che qui si manifestano con una forza quasi titanica, con una chiarezza che sembra rendere vano non solo ogni tentativo di definizione da parte dellโ€™uomo, ma anche la sua stessa presenza. 

Eretta su fondamenta di sangue di sudore la chiesa Madonna della Neve – rudere di Castel Santa Maria e vittima dellโ€™atroce terremoto del 1979 – sembra quasi capitolare sotto i colpi dโ€™ascia di un laconico silenzio. Una grandiositร  tanto imponente quanto muta, dove i volumi ispirano soggezione. Una pianta ottagonale in cui lโ€™otto รจ universalmente considerato espressione dellโ€™equilibrio cosmico e al tempo stesso simbolo dellโ€™infinito, se ruotato di novanta gradi. Cicli pittorici di bramantesca ispirazione sembrano supplicare il piccolo uomo di non lasciarli nella solitudine muta dellโ€™universo, di non abbandonarli in quei giorni di metร  ottobre che annunciano lโ€™arrivo dellโ€™inverno. 

Piano di Santa Scolastica

Eppure nonostante i terremoti questa รจ un terra nella quale si riconosce una netta impronta del passato, un distacco abissale da una modernitร  che da queste parti viene quasi esorcizzata. E allora viene istintivo pensare a quel borgo medievale in cui architettura e memoria diventano i termini imprescindibili che ne forniscono una precisa connotazione spazio-temporale, a quel paese addormentato che prende il nome di San Marco. ยซPax tibi Marce evangelista meusยป, recita il libro che, nellโ€™iconografia tradizionale, il santo sembra difendere a spada tratta. Una pace che riecheggia forte tra queste antiche mura, tonante come il ruggito del leone che lo rappresenta. Immobile nella sua monumentalitร , la cinta muraria del paese sembra quasi dissuadere lo straniero dallโ€™espugnarla e invitare chi la osserva a scavalcare questi muri di medioevale memoria. Ed รจ proprio questo lโ€™atteggiamento migliore, quello di aprirsi allโ€™inaspettato, a sensazioni nascoste dietro ostacoli che non ne precludono la visione, ma la proteggono da sguardi indiscreti. Sentieri che si arrampicano tra questi colli, ma dove portano? Charles Peguy rispondeva con una domanda ยซChe senso ha una strada se non porta ad una Chiesa?ยปโ€ฏGiร , perchรฉ quella stradina conduce proprio a un santuario, quella di Santa Maria Annunziata, tempio mariano immerso in un laconico silenzio, tra muretti a secco e querce brulicanti di formiche. Rappresentazioni sacre che si mescolano a elementi architettonici di altissimo spessore, in un santuario che ispira beatitudine; una beatitudine che non รจ semplice assenza del dolore, ma consapevolezza di una vita eterna, che trascende una realtร  che sembra ancorarci a terra. Ma il nostro viaggio non si ferma di certo a San Marco: ricomincia proprio da quelle campagne in cui รจ fiorita la regola benedettina dellโ€™ora et labora

San Marco

Proprio lasciandoci alle spalle il paese di San Marco sembra quasi che nella mente tuoni lโ€™addio ai monti di Lucia, un addio che perรฒ รจ piรน un arrivederci. Perchรฉ lโ€™animo umano avverte il bisogno di tornare su quei passi, di dare continuitร  a quelle esperienze che lo hanno delicatamente scosso, di respirare nuovamente lโ€™essenza di questa terra, di una natura che sa essere diversa in contesti differenti. Verosimilmente la forma armonica della cittร  di Norcia rivive in quella perfezione geometrica di campi fortificati da siepi e querce, nellโ€™eleganza lineare di chiese e palazzi che connota quel mosaico di paesi sparsi nella campagna e uniti tra loro da un comune passato; un filo sottile che non รจ astensione dal futuro, ma consapevolezza della propria storia. Paesi in cui storie di vergini e santi si mescolano a sinistre manifestazioni di esseri demoniaci che la tradizione ritrae in prossimitร  di una quercia secolare, quella di Nottoria, a cui la comunitร  del posto deve la propria fama. Eppure in pochi conoscono ciรฒ che si nasconde sotto questa terra, quel fondamento ontologico inteso nella sua piรน stretta accezione materiale che qui assume la forma di unโ€™antica necropoli, luogo che trasuda unโ€™eternitร  vissuta in maniera diversa, ma che conserva la sua connotazione piรน intima. Necropoli e cimiteri, archรจ e telos dellโ€™investigare umano, di quel continuo porsi domande che accompagnerร  lโ€™uomo fino alla fine dei tempi. E forse anche oltre. 

Piano di Santa Scolastica