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Andrea Camassei ha amato molto Bevagna, la sua patria. Famoso ai suoi tempi, oggi รจ un pittore oscuro ai piรน e dimenticato dai suoi concittadini.

ยซNelle belle arti puรฒ con gloria non comune vantare fra i suoi figli Andrea Camassei Pittore illustre. La cappella dedicata a Maria Vergine del Carmine, nella Chiesa Collegiata di S. Michele, fu dipinta dal Camassei nella sua prima gioventรนยป. (Giuseppe Bragazzi. Rosa dellโ€™Umbria, Ediclio Foligno 1973).

Andrea Camassei nacque a Bevagna da Lorenzo e Angelina Angeli il 30 novembre del 1602 e fu battezzato il 1ยฐ dicembre nella chiesa collegiata di S. Michele Arcangelo. Sia il padre sia il fratello maggiore esercitavano lโ€™arte dei canapai, tessitori di tele pregiate, per le quali Bevagna allora andava famosa (le famose Tele Bevagne).

Iniziรฒ a dipingere sotto la guida di Ascensidonio Spacca, piรน noto con il nomignolo di Fantino di Bevagna. Ben presto, desideroso di progredire nellโ€™arte, si trasferรฌ a Roma, dove entrรฒ a far parte della bottega del celebre pittore Domenico Zampieri, detto il Domenichino. Il Domenichino lo incoraggiรฒ a riprodurre alcune sue opere e quelle di Raffaelo.
Tornato a Bevagna nel 1626, affrescรฒ un Miracolo di san Domenico nel refettorio dei frati Predicatori, opera purtroppo andata perduta. Per un altare della chiesa dello stesso convento eseguรฌ una tela rappresentante La Madonna, Santa Caterina e la Maddalena mostrano unโ€™immagine di San Domenico. Sempre a Bevagna, negli stessi anni, completรฒ la sua prima opera di una certa consistenza: la decorazione di una intera cappella, dedicata alla Madonna del Carmine, nella chiesa di San Michele Arcangelo, commissionatagli dalla famiglia nobile locale dei conti Spetia. Nel 1628 di nuovo a Roma, eseguรฌ dipinti nella galleria del casale Sacchetti, in collaborazione con Pietro da Cortona e con altri pittori sconosciuti che non ebbero poi un avvenire, e soprattutto con un coetaneo di maggiori promesse, Andrea Sacchi.

 

L’Immacolata Concezione

 

A questo periodo sono anche assegnate opere eseguite a Bevagna, una grande tela con Lโ€™Immacolata concezione lโ€™Eterno e santi e unโ€™altra tela con lโ€™Estasi di san Filippo Neri: entrambe destinate alla chiesa del monastero agostiniano di Santa Margherita. A Roma ottenne il primo notevole incarico decorativo: dipingere la volta della galleria del palazzo del marchese Enzo Bentivoglio (che poi sarร  dei Rospigliosi Pallavicini). Vi dipinse la Favola di Amore e Psiche, opera purtroppo andata perduta, ma che gli aprรฌ la strada a successi piรน lusinghieri. Infatti, entrรฒ in contatto con i piรน grandi mecenati della Roma papale barocca, i Barberini e in particolare con Taddeo Barberini, nipote di papa Urbano VIII. Nel 1628 decorรฒ le volte di due sale del rinnovato palazzo Barberini: in particolare decorรฒ una volta con una scena rappresentante Apollo e le muse sul Parnaso, opera purtroppo andata perduta; in unโ€™altra sala dipinse pure a fresco la volta con la Creazione degli angeli, lโ€™opera giovanile piรน importante tra quelle pervenute.
Nel 1630 ottenne lโ€™incarico piรน prestigioso della sua carriera, quello ambitissimo di dipingere in San Pietro in Vaticano un affresco con San Pietro mentre battezza i santi Processo e Martiniano, altra opera andata perduta. Nel 1631 il suo nome comincia ad apparire tra quelli della prestigiosa Accademia romana di San Luca.

Nel 1633 dipinse il Martirio di San Sebastiano, commissionatogli direttamente da papa Urbano VIII per la chiesa omonima sul Palatino, fatta restaurare da Taddeo Barberini. Nel 1635, insieme agli artisti piรน quotati del momento ebbe lโ€™incarico di dipingere una Pietร  per uno degli altari della nuova chiesa della Concezione dei padri Cappuccini, fatta edificare dal cardinale Antonio Barberini, fratello del papa. Fecero seguito diverse altre commissioni barberiniane che procurarono allโ€™artista notevoli guadagni, per cui si trovรฒ ben presto in condizioni di poter investire somme di denaro considerevoli in proprietร  immobiliari nella nativa Bevagna.
Una consolidata celebritร  gli permise il fatto che diverse famiglie romane ambirono ad avere suoi quadri con cui ornare le loro gallerie: gli Altieri, i Colonna, i Costaguti, i Farnese, i Rospigliosi, i Rondanini. Nel 1647, la sua ultima potente protettrice, donna Olimpia Pamphili, gli commissionรฒ la decorazione del grande salone centrale del proprio palazzo a piazza Navona, con un fregio in cui furono rappresentate le Storie di Bacco e Arianna. Nel 1640 nacque il figlio Giuseppe, che continuerร  la discendenza e a cui seguirono Maddalena e Claudia. Nella Pasqua del 1649 ritroviamo il Camassei riunito con tutta la sua famiglia a Bevagna, non nella sua casa in vaita San Giorgio, ma in casa della suocera. Il 18 agosto 1649, allโ€™improvviso, a soli quarantasette anni, Andrea Camassei morรฌ, ricordato nellโ€™atto parrocchiale di morte come insigni pictor. Il giorno dopo fu sepolto nella chiesa di Santโ€™Agostino, nella tomba dei Barattelli. Molte sono le opere conservate, quelle perdute o disperse e di dubbia attribuzione; molti i disegni e le incisioni.

 


Bibliografia

SILVESTRO NESSI, Andrea Camassei. Un pittore del Seicento tra Roma e lโ€™Umbria, Quattroemme 2005.