ยซAvevo lโopportunitร di lavorare in Inghilterra, ma uno dei motivi che mi ha spinto a tornare รจ stato il legame che ho con lโUmbriaยป.
ยซNemo propheta in patria, per me non valeยป. Scherza cosรฌ il professor Brunangelo Falini – ex direttore (in pensione dallo scorso anno per limite dโetร ) della Struttura Complessa di Ematologia e Trapianto di Midollo Osseo dellโAzienda ospedaliera di Perugia e Professore Ordinario di Ematologia dellโUniversitร degli Studi di Perugia โ che tra i tanti premi e riconoscimenti ricevuti per le sue attivitร di ricerca vanta anche i Sigilli della Cittร di Perugia e lโiscrizione nellโAlbo dโoro del Comune.

Professor Brunangelo Falini
Ematologo e ricercatore di fama mondiale, con il suo importante lavoro ha fatto numerose scoperte nel campo degli anticorpi monoclonali per scopi diagnostici e terapeutici, oltre agli studi genomici sulla leucemia acuta mieloide (LAM)ย e leucemia a cellule capellute (HCL). Le sue ricerche sulle mutazioni di NPM1 nellโAML e BRAF-V600E nellโHCL hanno identificato nuovi meccanismi di leucemogenesi e hanno portato a un miglioramento della diagnosi, del monitoraggio molecolare e della terapia di queste neoplasie ematologiche. Ma non finisce qui. Come lui stesso ci ha raccontato ancora ha in piedi vari dei progetti ai quali sta lavorando con un gruppo di giovani ricercatori. Per tutto questo il professor Falini ha ricevuto numerosi e importanti premi internazionali: il Josรจ Carreras Award (il massimo riconoscimento in ematologia in Europa), il Karl Lennert Medal (prestigioso riconoscimento mondiale per la patologia dei tumori del sangue) e il Prize for Excellence in Medicine dellโAmerican Italian Cancer Foundation (AICF), lโHenry Stratton Medal, dellโAmerican Society of Hematology (ASH),ย ย uno dei riconoscimenti piรน prestigiosi al mondo nel campo delle malattie ematologiche, il Premio Celgene 2017 alla carriera per la ricerca clinica in ematologia e il Premio del Presidente della Repubblica Italiana, dellโAccademia Nazionale dei Lincei. E questi sono solo alcuni!
Professore, la prima domanda รจ dโobbligo: qual รจ il suo rapporto con lโUmbria?
ร un rapporto strettissimo, tantโรจ vero che, quando lavoravo a Oxford nei primi anni Ottanta, ho avuto lโopportunitร di rimanere in Inghilterra, ma uno dei motivi che mi ha spinto a tornare รจ stato proprio il legame con la mia terra.
Chi รจ il professor Falini quando toglie il camice?
Sono una persona normale, come sono una persona normale quando ho il camice. Mi piace lo sport, nel tempo libero pratico sci, tennis e nuoto. Inoltre sono un amante dellโarte: amo molto la pittura e la scultura.
Dipinge?
No, ma mi piacciono i quadri e cerco di acquistarli quando ne trovo qualcuno interessante.
Ora รจ in pensione per quanto riguarda lโazienda ospedaliera, perรฒ ancora non ha abbandonato la ricercaโฆ
Per limiti dโetร ho dovuto lasciare le mie responsabilitร dal punto di vista assistenziale. Non sono piรน un medico di corsia, perรฒ ho un contratto con lโUniversitร di Perugia e sono titolare di alcuni progetti di ricerca e lavoro allโinterno del CREO (Centro di Ricerca Emato-Oncologico) con un gruppo di giovani ricercatori.
Su cosa state lavorando?
In questo momento stiamo coinvolti in vari progetti: continuiamo lo studio della mutazione del gene NPM1 nella leucemia acuta mieloide per quanto riguarda i meccanismi molecolari che stanno alla base della trasformazione leucemica. Ci stiamo anche occupando dellโidentificazione di nuovi farmaci intelligenti che vadano a interferire con la mutazione di NPM1. Un altro progetto riguarda le cellule CAR-T: sono cellule del sistema immunitario che vengono prelevate dal paziente per essere ingegnerizzate, cioรจ armate con tecniche molecolari in modo da esprimere una molecola di superficie in grado di riconoscere le cellule tumorali e attaccarle. Una volta completato il processo di ingegnerizzazione, le cellule vengono reinfuse nel paziente cosรฌ che possano espletare la loro funzione antitumorale. Si tratta di una delle terapie piรน avanzate disponibili al momento contro i tumori ematologici, specialmente i linfomi B aggressivi e alcune forme di leucemia acuta linfoblastica.
Qual รจ la scoperta di cui va piรน fiero? Quella che รจ stata una vera svoltaโฆ
Il punto di svolta cโรจ stato nel 2005, quando il gruppo da me coordinato ha scoperto la mutazione del gene NPM1 detto anche gene della Nucleofosmina di cui parlavo prima. ร lโalterazione genetica piรน frequente nellโambito delle leucemie acute mieloidi, che sono la forma che colpisce di piรน lโadulto. Questa scoperta ha avuto una rilevanza incredibile, sia dal punto di vista biologico che clinico. Basti pensare che, proprio partendo da questa scoperta, siamo riusciti a mettere a punto un test genetico che permette di monitorare il paziente dopo la terapia e di valutare quante cellule leucemiche residue sono rimaste dopo il trattamento chemioterapico o dopo il trapianto con una sensibilitร che รจ circa un milione di volte superiore alla semplice osservazione al microscopio. Questo ci permette di prevedere non soltanto se il paziente guarirร , ma, in caso di recidiva, anche di intervenire tempestivamente dal punto di vista terapeutico, prima che la malattia si manifesti nuovamente.
A che punto รจ la ricerca in Italia per quanto riguarda i tumori?
LโItalia soffre da decenni della mancanza di finanziamenti da parte delle istituzioni pubbliche e di enti governativi, tantโรจ vero che il PIL dedicato alla ricerca รจ circa la metร di quello della Germania, per non parlare di quello della Cina che รจ cinque volte tanto. Fortunatamente ci sono delle organizzazioni e degli enti di solidarietร come lโAssociazione Italiana della Ricerca contro il Cancro (AIRC) – per quanto riguarda in nostro territorio – il Comitato Chianelli che finanziano piรน dellโ80% della nostra attivitร o lโAULL; usufruiamo anche di fondi della Comunitร Europea (grant ERC). La situazione italiana non cambia da decenni e non sono sicuro che cambi nemmeno con il piano PNRR se i soldi non verranno distribuiti in maniera razionale e secondo criteri meritocratici.
Ha mai pensato di mollare?
I momenti di sconforto e le sconfitte esistono per tutti, perรฒ ho sempre cercato di convertirli in carica per portare avanti le cose, tantโรจ vero che alcune scoperte importanti che ho fatto sono state precedute proprio da una sconfitta. Per cui, non sempre la sconfitta fa male. Non bisogna scoraggiarsi, lo dico sempre anche alle mie figlie, occorre armarsi e andare avanti.
Da ragazzo sognava di fare questo lavoro?
Fin da giovane ho sempre avuto passione per la ricerca, mi รจ venuto naturale fare questo lavoro, come naturale รจ stato collegare lโattivitร di laboratorio con lโattivitร clinica. In particolare, mi sono sempre dedicato alla ricerca traslazionale che potesse avere delle ricadute pratiche per i pazienti. Ecco, questa รจ una caratteristica centrale del mio lavoro.
Tra le due quale ha preferito, la corsia o il laboratorio?
Entrambe. Come dicevo, cโรจ sempre stata una sinergia tra le due attivitร : in corsia ho imparato cose che ho utilizzato in laboratorio e viceversa. I pazienti mi hanno insegnato ciรฒ che mi รจ servito anche nella mia attivitร di ricerca, per cui cโรจ sempre stato uno scambio tra questi i due mondi.

Il Professor Falini riceve l’Henry Stratton Medal
Grazie al suo lavoro ha ricevuto tantissimi riconoscimenti: qual รจ il premio al quale tiene di piรน?
Ce ne sono un paio a cui sono particolarmente affezionato. Uno รจ lโHenry Stratton Medal, che mi ha assegnato lโAmerican Society of Hematology ed รจ uno dei maggiori riconoscimenti a livello internazionale; un altro รจ il Leopold Griffuel dellโAssociazione Francese per la Ricerca sul Cancro che รจ il premio europeo piรน importante in questo settore.
ร anche Cavaliere di Gran Croceโฆ
Si, anche questo riconoscimento, che mi ha conferito il Presidente della Repubblica, mi ha fatto molto piacere.
Ha anche i Sigilli della Cittร di Perugia ed รจ iscritto nellโAlbo dโoro del Comune di Perugia: i massimi riconoscimenti per un peruginoโฆ
Sรฌ, ho avuto entrambi ed รจ stato un onore. Direi che nemo propheta in patria per me fondamentalmente non vale.
Insomma, le manca solo il Premio Nobel. Ci ha mai pensato?
Ora non esageriamo! (ride) Mi accontento di quello che ho ricevuto. Nel mio ramo – lโematologia โ ho portato a casa i maggiori riconoscimenti che ci sono.
Da poco migliaia di ragazzi hanno fatto il test per entrare alla Facoltร di Medicina: che consiglio darebbe per affrontare la carriera universitaria e poi quella medica?
Quello che consiglio a un giovane, sia che scelga la strada del ricercatore o sia che scelga quella del medico, รจ di fare il proprio lavoro con passione e dedizione, altrimenti le cose non riescono come dovrebbero. Fondamentale รจ mettere dentro qualcosa di proprio, essere innovativi, perchรฉ non รจ detto che quello che viene insegnato sia sempre giusto. ร importante abituarsi a pensare in maniera critica, sia nellโattivitร di corsia sia in quella di ricerca, perchรฉ aiuta a crescere. Una parte importante di questo percorso รจ anche fare unโesperienza allโestero, perchรฉ apre la mente – almeno per me รจ stato cosรฌ. Tutto questo, combinato insieme รจ la migliore ricetta per aspirare a diventare, una persona, un medico e un ricercatore di alto livello.