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ยซIl lago Trasimeno, pur nella sua vastitร , per effetto della sua scarsissima profonditร  soffre di una grande precarietร  e debolezza nel fronteggiare sia gli eventi climatici sia le opere dellโ€™uomoยป.

Ho conosciuto Romano Rinaldi qualche anno fa e ci siamo intesi fin da subito con degli argomenti che abbiamo sentito nostri e condiviso fin dalle prime battute. Ma un tema, in particolare, ci ha sempre fatto da comun denominatore nelle nostre amabili chiacchierate: il beneamato lago Trasimeno. A questo proposito ho chiesto a Romano questa intervista perchรฉ, dal suo punto di vista, di cose interessanti ne ha da raccontare davvero tante.

Professor Romano Rinaldi

Ma prima di leggere le sue esplicative parole, รจ dโ€™uopo una sua breve presentazione, da cui si potranno evincere i sui trascorsi professionali: il prof. Romano Rinaldi รจ lโ€™ex titolare della Cattedra di Mineralogia dellโ€™Universitร  di Perugia (dal 1990 al 2014). In precedenza รจ stato docente e ricercatore presso gli atenei di Cagliari, Modena, Berkeley (USA), Chicago (USA) e Manitoba (Canada). Ha coordinato e partecipato a gruppi e progetti di ricerca nel suo campo in molti Paesi, oltre che in Italia (UK, SE, DK, CH, FR, DE, ES, PT, US, JP). Attualmente vive e lavora (per diletto) in prossimitร  del lago Trasimeno ed รจ quindi interessato alle vicissitudini e alla storia del lago, sia recenti, sia in ambito geologico-ambientale, data anche la sua prima laurea in Scienze Geologiche.

Possiamo dire che il Trasimeno รจ stato sempre di grande interesse per l’Universitร  di Perugia, a testimonianza una recente iniziativa dellโ€™UNIPG: il Brainstorming sul Lago Trasimeno, del 3-4 febbraio 2021. Un convegno telematico (in tempi di Covid) che ha visto una nutrita, assidua e attenta partecipazione del pubblico, che dimostra quanto sia vivo lโ€™interesse per il Lago e quante competenze siano necessarie per comprendere le varie tematiche per questo delicato, suggestivo e antico specchio lacuale. La partecipazione di ricercatori e studiosi afferenti a tutti e 14 i Dipartimenti dellโ€™ateneo, ne รจ una conferma palese. Ma veniamo allโ€™intervista.

Professor Rinaldi, ci puรฒ dare unโ€™idea della storia e dell’evoluzione geologica del lago Trasimeno?

Lโ€™unicitร  del lago Trasimeno รจ dovuta alla sua storia geologica alquanto singolare, di cui si occupรฒ per primo Leonardo da Vinci, sempre avido di conoscere a fondo quanto sollecitava la sua curiositร . A differenza degli altri grandi laghi Italiani che sono o di origine glaciale (laghi Alpini e del nord Italia, per esempio Como, Maggiore, Garda) oppure di origine vulcanica (laghi laziali di Bolsena, Vico e Bracciano), il Trasimeno si รจ formato durante la nascita della catena montuosa dellโ€™Appennino Centrale (orogenesi Appenninica) in una era geologica piรน antica di quelle che hanno dato luogo alla formazione di tutti gli altri laghi italiani.
La formazione del Lago inizia una decina di milioni di anni fa (Medio Miocene) con lโ€™orogenesi dellโ€™Appennino centrale: una catena di monti disposta in direzione NE, che si forma dalla convergenza tra lโ€™orogene Alpino e il fronte del promontorio adriatico (parte della placca africana). A partire da quei lontani tempi geologici si avvia la formazione di un bacino sedimentario marino che era il precursore del Mar Tirreno (Pliocene inferiore: 4 milioni di anni fa). Nella depressione che comprendeva la Val di Chiana e il bacino del Trasimeno si accumularono dunque sedimenti marini per alcuni milioni di anni. Poi, quando queste depressioni interne rimasero isolate allโ€™interno della terraferma, circa due milioni di anni fa, si formarono dei grandi bacini lacustri che furono via-via riempiti dai sedimenti continentali (fiumi, laghi), tranne che per un residuo velo dโ€™acqua che persiste tuttโ€™ora a formare il nostro Lago, anche in virtรน dello svuotamento del bacino della Val di Chiana per effetto dellโ€™inclinazione che questo assunse in direzione del bacino del Trasimeno. Per questi motivi si dice che il Lago รจ di origine tettonica. Lโ€™esiguitร  della profonditร  del lago (max. 5-6 metri raggiunti solo in alcuni punti), pur con una grande estensione che ne fa il secondo lago italiano (superficie di circa 120 km2), comporta la definizione di lago laminare con vaste estensioni che possono rapidamente impaludarsi per effetto di piccole oscillazioni (in meno) del livello dellโ€™acqua, soprattutto nella zona compresa tra le rive di San Savino e Santโ€™Arcangelo e lโ€™isola Polvese.

Il Trasimeno รจ dunque un lago laminare. Cosa significa in termini di equilibrio idrico e precarietร ?

Il lago Trasimeno, pur nella sua vastitร , per effetto della sua scarsissima profonditร  soffre di una grande precarietร  e debolezza nel fronteggiare sia gli eventi climatici sia le opere dellโ€™uomo. Questo deve essere ben presente a tutti coloro che intendano usufruire del Lago, dei suoi prodotti e del suo ambiente naturale e della sublime bellezza del suo paesaggio. Grande cura, impegno e studio sono richiesti per mantenere questi luoghi, utilizzarli con profitto e poterli tramandare alle generazioni future. I cambiamenti climatici in atto rendono il tema di assoluta e urgente attualitร . Lโ€™equilibrio idrico del Lago non รจ affatto garantito non avendo immissari o emissari naturali. I canali artificiali attualmente in funzione non sono in effetti sufficienti a garantire la stabilitร  del livello del lago, soprattutto per quanto riguarda gli apporti idrici. Sono dunque necessari interventi idraulici di connessione con bacini artificiali o corsi dโ€™acqua naturali che possano garantire gli apporti necessari in regime di magra. Per quanto riguarda lโ€™emissario artificiale, una recente prova di funzionamento ha dimostrato che รจ comunque possibile far fronte abbastanza agevolmente a situazioni di piena. Anzi, sarebbe il caso di dire troppa grazia San Savino!

 

lago-Trasimeno

Lago Trasimeno

Il Trasimeno non รจ solo acqua. Cosa ci puรฒ dire sulla relazione che c’รจ tra acqua e terre circostanti.

Ritornando alla dinamica geologica ma relativa ai nostri giorni, il Lago รจ tuttโ€™ora soggetto allโ€™apporto di sedimenti per effetto del dilavamento del suo bacino imbrifero e questo comporta un costante innalzamento del fondo che, pur se apparentemente impercettibile nellโ€™arco degli anni, deve essere tenuto in considerazione nellโ€™arco dei decenni e soprattutto dei secoli. Infatti รจ stato calcolato un apporto di circa 1 cm ogni 3-4 anni. Questo significa che il fondo puรฒ innalzarsi di 10 cm in 30-40 anni ovvero di 1 metro in 300-400 anni. Il che porterebbe il nostro Lago a finire la sua esistenza naturale in tempi piuttosto rapidi, considerando che questi fenomeni, una volta avviati, si svolgono in modo molto accelerato, non certo con la progressione aritmetica riportata allโ€™inizio del ragionamento. Un orizzonte temporale possibile per lโ€™estinzione del Lago puรฒ essere dunque ipotizzato, in mancanza di interventi di cura e manutenzione, in poche centinaia di anni. Questo, a fronte di una etร  minima del lago, cosรฌ come oggi lo conosciamo, di alcuni milioni di anni, puรฒ essere paragonato a un paio di secondi nellโ€™arco di una giornata!

Il Trasimeno, nel suo oscillante equilibrio idro-ecologico, deve fare i conti con una molteplicitร  di fattori condizionanti. Secondo lei, quali dovrebbero essere gli accorgimenti e le iniziative da intraprendere per tutelare e preservare la bellezza naturale che caratterizza questo raro fenomeno naturalistico-ambientale?

Come giร  accennato, una prima preoccupazione deve essere il mantenimento di un equilibrio idrico che smorzi gli effetti delle cicliche magre, storicamente molto piรน protratte nel tempo delle piene. Questo puรฒ essere attuato solamente disponendo di apporti da laghi artificiali (es.: Monte Doglio) o da fiumi (es.: Tevere) che compensino lโ€™evaporazione (estiva e invernale โ€“ anche la tramontana ha un effetto notevole sullโ€™evaporazione) e la ciclica mancanza di piogge. Questo deve essere associato alla manutenzione del fondo, con la rimozione degli eventuali accumuli di melme composte da frazione organica e inorganica che portano a un inesorabile sollevamento del fondo come detto in precedenza. Esperimenti preliminari con questi depositi sembra abbiano fornito materiale adatto per la coltivazione; questo potrebbe essere un incentivo per ottenere due risultati, il mantenimento di un buon livello del fondo e la reclamazione di aree agricole altrimenti soggette a periodici impaludamenti nei periodi di piena. Devono poi essere considerati molti altri aspetti che ricadono nelle competenze di biologi, botanici ed ecologisti per quanto riguarda le specie utili e meno utili allโ€™equilibrio ecologico-ambientale del lago. Ma questi sono argomenti che richiedono competenze diverse da quelle di un geologo.