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Dal 15 al 17 settembre per lโ€™undicesima Mostra internazionale del merletto e del ricamo dedica speciale al โ€œmeglio maestro dโ€™Italiaโ€. Oltre 60 espositori e tante iniziative.

Non poteva che essere sotto il segno del Perugino, nellโ€™ambito delle iniziative per i 500 anni dalla morte, lโ€™undicesima edizione di โ€œFili in Tramaโ€, presentata questa mattina presso la sede della Giunta Regionale, che da venerdรฌ 15 (inaugurazione ore 15.30) a domenica 17 settembre torna ad accendere Panicale, elegante e suggestivo borgo con vista mozzafiato sul Lago Trasimeno.

Non solo una semplice dedica, ma unโ€™autentica celebrazione del โ€œmeglio maestro dโ€™Italiaโ€ cui sono legate tante iniziative che andranno ad impreziosire e a rendere altamente attrattiva la Mostra Mercato Internazionale del Merletto e del Ricamo, ormai tra le piรน celebri in Europa, se รจ vero che saranno oltre 60 gli espositori ospitati nelle caratteristiche taverne e botteghe della cittadina lacustre. Addetti ai lavori tutti pronti a mettere in risalto le piรน conosciute tecniche e scuole di ricamo e merletto del panorama nazionale, dando anche spazio a tessitrici e tintori di tessuti e filati, designer, artigiani e imperdibili collezioni vintage.

 

 

Allโ€™incontro sono intervenuti, Gionni Moscetti e Francesca Caproni, rispettivamente Presidente e Direttore del Gal Trasimeno-Orvietano che organizza lโ€™evento insieme allโ€™associazione โ€œLa Trama di Anitaโ€, presente il suo presidente Marco Mannarelli; e poi il consigliere regionale Eugenio Rondini, il consigliere provinciale Erika Borghesi, lโ€™assessore alla cultura del Comune di Panicale Giulia Mencarelli, la responsabile delle varie iniziative di โ€œFili in Tramaโ€ Anna Lisa Piccioni e Anna Buono, lโ€™ultima allieva vivente di Anita Grifoni che inventรฒ il celebre e difficoltoso ricamo su tulle, dando vita alla cosiddetta โ€œArs Panicalensisโ€. Sugli scudi (con quartier generale alle โ€œScuderie del castelloโ€) e con lโ€™obiettivo di evitare la scomparsa di questa tecnica, proprio questโ€™ultima, accanto alle altre tre tecniche di merletto del vasto comprensorio, candidate al riconoscimento come patrimonio immateriale Unesco: il โ€œMerletto di Orvietoโ€, il โ€œMerletto dโ€™Irlanda di Isola Maggioreโ€ e il โ€œFilet a Modanoโ€ di San Feliciano. โ€œUn patrimonio da salvaguardare โ€“ ha detto il consigliere regionale Rondini – con Panicale che deve fare da traino rispetto alle altre realtร  che hanno bisogno di altrettanti impulsi grazie alle realtร  associative delle cui esigenze il Gal puรฒ farsi interprete nella consapevolezza del supporto dellโ€™istituzione regionaleโ€. E a tal proposito Caproni e Moscetti, nel ringraziare tutti i collaboratori che rendono ogni anno unica la manifestazione, hanno anche annunciato che โ€œentro breve verrร  chiesto il riconoscimento nazionale di inserimento nel calendario delle fiere piรน importanti in Italia, che si puรฒ ottenere dopo 10 edizioni di attivitร . Unโ€™ulteriore occasione di valorizzazione per lโ€™intero settore che in Umbria รจ davvero fiorente, nel segno della tradizione, ma nella prospettiva di creare nuove opportunitร  lavorativeโ€.

Si diceva del connubio col Perugino: partendo dal fatto che proprio a Panicale si conserva il suo celebre affresco raffigurante il martirio di San Sebastiano, รจ prevista una serie di eventi a tema, sotto la direzione artistica di Anna Lisa Piccioni โ€œOgnuna delle tante iniziative previste โ€“ ha detto questโ€™ultima nel presentare il programma – sottolinea lo stretto legame delle arti applicate alla pittura del grande maestro del rinascimento italiano. Un percorso che parte dallโ€™allestimento di ben due mostre: โ€œIl Perugino. Intrecci di fili e fuseruoleโ€, ovvero unโ€™esposizione di fuseruole in maiolica di Deruta con particolari ripresi dai decori del Vannucci con nappe di tante maestre da tutta Italia; e โ€œLโ€™Umbria e il Peruginoโ€, mostra dโ€™arte contemporanea a cura della Casa degli Artisti presso il Museo del Tulle nella Chiesa di Santโ€™Agostino (orari di apertura e delle visite guidate insieme al programma completo sul sito internet www.filiintrama.it, n.d.r.). Ma la vera novitร  di questa edizione โ€“ ha incalzato Piccioni – anchโ€™essa legata al Perugino, รจ la grande attenzione ai piรน piccoli, con un itinerario di laboratori che puรฒ coinvolgere tutta la famiglia e a titolo gratuito, alla scoperta delle arti del ricamo e del merletto sempre con sullo sfondo il โ€œdivin pittoreโ€. โ€œPerugino amico mioโ€ รจ un laboratorio sulle tecniche artistiche del Perugino a portata di bambino (curato da La Casa degli Artisti, sabato 16, dalle 11 alle 13); โ€œCeramica e Peruginoโ€ comprende invece dimostrazioni e laboratori (anche per adulti) ed รจ a cura di Elisa Antognoni, Elisabetta Modica, Daniela Marcacci, Federico Munzi e lโ€™azienda โ€œLa miโ€™ coccaโ€ di Deruta (sabato e domenica dalle 15 alle 18); e ancora โ€œIl paesaggio del Perugino, 500 anni di Peruginoโ€, ovvero unaย  performance-laboratorio (gratuita e su prenotazione al 340/6225849; domenica alle 11 e alle 16) che prevede con i bimbi la realizzazione di elaborati con la tecnica dei gessetti policromi su carta paglia a cura dellโ€™educatore, scenografo e illustratore Cristiano Schiavoliniโ€.

 

 

Un cartellone di appuntamenti particolarmente apprezzato dal consigliere provinciale Erika Borghesi: โ€œFili in Trama โ€“ ha detto – ormai รจ garanzia di qualitร  per le produzioni esposte, per lโ€™alto livello di organizzazione raggiunto e per lโ€™ampia visione che sa esaltare lโ€™identitร  di una terra e della sua genteโ€. Delle significative e positive ricadute in tema di turismo hanno invece parlato lโ€™Assessore comunale panicalese Giulia Mencarelli, per la quale โ€œFili in Trama aggiunge valore allโ€™arte e alla cultura di un territorio ricco di tradizioni e peculiaritร  a cominciare proprio dallโ€™arte che appartiene alle donne di Panicale, un modello certamente da conoscere e visitareโ€; e Marco Mannarelli dellโ€™associazione โ€œLa Trama di Anitaโ€ che ha sottolineato come โ€œtutto il borgo e i suoi abitanti, anche con il coinvolgimento delle scuole, hanno lavorato sodo per accogliere i moltissimi visitatori e turisti e abbellire i percorsi espositivi. Allโ€™interno dei quali, tra vicoli, piazzette e fondi sarร  possibile ammirare la produzione umbra che spazia dal โ€œpunto Assisiโ€, al โ€œpunto umbroโ€ e al โ€œpunto Derutaโ€ passando per il โ€œpunto fiammaโ€; ma anche quella di ogni altra regione dโ€™Italia rappresentata dalle varie scuole di ricamatrici presentiโ€.

Tornando al programma, tanti gli appuntamenti di spessore, a cominciare dal singolare โ€œConcerto di fuselli per il Peruginoโ€ (sabato alle ore 12 in piazza San Michele Arcangelo) con merlettaie e merlettai al Tombolo coordinati dalla societร  M&F e con lโ€™animazione in costume, musiche e danze a cura de โ€œGli orti di mecenateโ€ di Castiglione del Lago. Oppure la Performance con maestre di Macramรฉ in arrivo da tutta Italia sotto la guida di Maria Luisa Tonello del Museo del Macramรจ e Margarete di Castelgomberto (VI), dal titolo โ€œLa Corda del San Sebastianoโ€ in cui verrร  realizzata (sabato dalle ore 10.30 alle 18) unโ€™opera sotto gli occhi del pubblico riprendendo il motivo a โ€œcordaโ€ presente nellโ€™ affresco di Panicale. E ancora una performance di nappe aperta a tutte le ricamatrici e merlettaie dal titolo โ€œNodi per il Peruginoโ€ a cura di Maria Rita Faleri (domenica, ore 11)

Oltra ad una serie di ulteriori laboratori e visite per le vie e le piazzette del paese, continuerร  la collaborazione con il Pan Opera Festival, che dedica a โ€œFili in Tramaโ€ presso la Collegiata di San Michele Arcangelo la tradizionale โ€œMessa in Musica degli Artisti e degli Artigianiโ€ (sabato alle 16) e un concerto dal titolo โ€œIl Cornetto del Dogeโ€ (canzoni e sonate del rinascimento veneziano) (domenica alle ore 12.15). Il Festival si affaccerร  poi su โ€œFili in Tramaโ€ con lo spettacolo al Teatro Caporali โ€œHistoire du Soldatโ€ di Igor Stravinsky (sabato, ore 18). Da non perdere, infine, la mostra โ€œArs Panicalensis in casa Nicchiarelliโ€ in cui verranno esposti vecchi pizzi e disegni in โ€œArs Panicalensisโ€ in esclusiva per Fili in Trama (ingresso in via Virgilio Ceppari, 35).

UN PROTOCOLLO Dโ€™INTESA PER LE CELEBRAZIONI DEI 500 ANNI DALLA MORTE DEL PERUGINO E DEL SIGNORELLI, IL GAL TRASIMENO ORVIETANO CAPOFILA DEL PROGETTO. LUNEDI 6 SETTEMBRE A CITTAโ€™ DELLA PIEVE LA PRESENTAZIONE CON BRUNO VESPA

Un protocollo dโ€™intesa tra istituzioni civili e religiose per il coordinamento e lโ€™organizzazione degli eventi del 500esimo anniversario della morte di Luca Signorelli e Pietro di Cristoforo Vannucci, noto come il Perugino, che si celebrerร  nel 2023.

Lโ€™accordo, che sarร  sottoscritto tra i Comuni di Cittร  della Pieve, Cortona, Orvieto, Todi, le relative Diocesi e il Gal Trasimeno-Orvietano che assumerร  il ruolo di capofila, sarร  presentato lunedรฌ 6 settembre alle ore 18 presso Palazzo della Corgna di Cittร  della Pieve.

Lโ€™appuntamento sarร  moderato dal noto giornalista nonchรฉ conduttore televisivo e saggista Bruno Vespa e vedrร  la presenza della Presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, del Magnifico Rettore dellโ€™Universitร  degli Studi di Perugia, prof. Maurizio Oliviero, dei sindaci di Cittร  della Pieve, Fausto Risini, di Cortona, Luciano Meoni, di Orvieto, Roberta Tardani, di Todi, Antonino Ruggiano, del presidente del Gal Trasimeno-Orvietano, Gionni Moscetti, e del direttore Francesca Caponi. Con loro anche il presidente del Consorzio di tutela del vino di Orvieto, Vincenzo Cecci, e Ruggero Parrotto della Fondazione Famiglia Cotarella, tra i principali partner del progetto.

โ€œLโ€™iniziativa – spiega il presidente del Gal Trasimeno-Orvietano, Gionni Moscetti – mette insieme non solo le istituzioni civili e religiose, ma anche prestigiose partnership private nellโ€™obiettivo di far conoscere e valorizzare il territorio, celebrare lโ€™opera che due grandi artisti hanno lasciato in terra umbra e toscana e organizzare eventi che attraggano un pubblico che ama conciliare la bellezza dellโ€™arte a quella dei luoghi. Il Gal Trasimeno Orvietano ha sposato e preso le redini di questo progetto, che sarร  presentato prossimamente anche a Roma e diffuso a livello nazionale ed internazionale, proprio in un momento di riflessione sulle misure e sulle iniziative da mettere in campo per il sostegno allโ€™economia traumatizzata da questa terribile pandemia. Riteniamo che bellezza e cultura possano essere infatti un veicolo per il sostegno allโ€™economia e in particolare al comparto turistico. Siamo convinti che il Rinascimento italiano, di cui Pietro Perugino e Luca Signorelli sono stati protagonisti, possa aiutare a comunicare questo magnifico lembo di terra tra lโ€™Umbria e la Toscana, renderlo attrattivo e proiettarlo verso un futuro di crescita sostenibileโ€.

In questa direzione va anche lโ€™evento โ€œOrvieto Cittร  del Gusto e dellโ€™Arteโ€ che si terrร  nella settimana dal 27 settembre al 3 ottobre 2021, cui seguirร  โ€œTrasimeno Cittร  del gusto dellโ€™Arteโ€ nel primo semestre 2022. Appuntamenti che vedranno il coinvolgimento del Gal e delle aziende dei due territori. โ€œDue eventi fondamentali – conclude il presidente Moscetti – per comunicare le sinergie tra arte ed enogastronomia e la collaborazione tra istituzioni pubbliche e impreseโ€.

Bernardino di Betto, noto come il Pinturicchio, nasce a Perugia nel 1454 da Benedetto di Biagio, nel quartiere di Porta Santโ€™Angelo.[1] Probabilmente venne chiamato Pinturicchio a causa della sua statura minuta.

Fu lโ€™erede di una tradizione pittorica e miniaturista di rilievo che ha i suoi precedenti in Bartolomeo Caporali, Fiorenzo di Lorenzo e Benedetto Bonfigli. Il Pinturicchio spiccรฒ come uno degli artefici della grande stagione rinascimentale di riscoperta della classicitร : infatti sarร  tra coloro che si avventureranno nel sottosuolo romano, copiando gli affreschi della Domus Aurea, dando inizio al gusto del revival archeologico e contribuendo alla diffusione delle grottesche. Entrรฒ a bottega dal Perugino e collaborรฒ con il maestro a Roma, tra il 1481 e il 1482, realizzando due affreschi: il Battesimo di Cristo e la Circoncisione dei figli di Mosรจ nella Cappella Sistina.
Nel 1486 eseguรฌ le Storie di S. Bernardino che decorano la cappella Bufalini in S. Maria in Ara Coeli. Tali affreschi sono stati commissionati al pittore da messer Niccolรฒ di Manno Bufalini, avvocato concistoriale, per ricordare la vicinanza avvenuta tra la sua famiglia e i Baglioni di Perugia, proprio per merito di S. Bernardino.
A Roma venne in contatto anche con la pittura del Ghirlandaio e del Botticelli, i quali contribuirono alla sua formazione artistica. Nella seconda metร  del Quattrocento, lโ€™artista realizzรฒ una piccola ma deliziosa tempera su tavola raffigurante la Madonna con il Bambino e San Giovannino, conservata nel Museo del Duomo a Cittร  di Castello.

 

Madonna con Bambino e San Giovanni. Museo del Duomo. Cittร  di Castello

 

La piccola tavola raffigura Maria, Gesรน bambino, in piedi sulle ginocchia della madre e San Giovanni Battista, che sostiene la scritta Ecce Agnus Dei. Le tre figure sono luminose su ampio sfondo, con un linguaggio stilistico composto e severo.
Lโ€™artista rientrรฒ a Perugia il 14 febbraio 1495, stipulando, con i religiosi del convento di S. Maria degli Angeli a Porta S. Pietro, il contratto per la realizzazione del Polittico di S. Maria deโ€™ Fossi, ora nella Galleria Nazionale dellโ€™Umbria. Il contratto per lโ€™opera, ci รจ pervenuto e contiene dettagliatissime istruzioni circa la realizzazione dell’opera, che era destinata all’altare maggiore per la chiesa, detta dei Fossi. Il pittore era all’epoca allโ€™apice del suo successo, favorito da Papa Alessandro VI per il quale aveva appena concluso la grande impresa della decorazione dellโ€™appartamento Borgia.

 

Pala di Santa Maria dei Fossi. Dettaglio

 

Anche per la cornice lignea le prescrizioni dei religiosi furono precise ed essa venne realizzata a imitazione dell’architettura della facciata della chiesa. Il Vasari non vide lโ€™opera, sebbene essa venne ampiamente lodata dagli studiosi locali anche nei secoli successivi. La pala รจ oggi composta da sette pannelli principali; al centro campeggia la Madonna con il bambino e san Giovannino, affiancata dai santiย Agostino, vestito con un riccoย piviale eย Girolamo, vestito daย cardinaleย e con un modellino della chiesa in mano, forse la stessa Santa Maria degli Angeli. Sopra di essi due riquadri con l’Angelo annuncianteย e laย Vergine annunciata. Sullaย cimasaย campeggia ilย Cristo morto sorretto da due angeliย e laย Colomba dello Spirito Santo.
Nel 1497 vennero eseguiti gli affreschi per la decorazione della cappella Eroli nel Duomo di Spoleto, raffigurante la Madonna con il Bambino tra San Giovanni Battista e Leonardo, immersa in un dolcissimo paesaggio lacustre tipico della scuola umbra.
Nel 1501 Pinturicchio realizzรฒ unโ€™altra delle sue opere migliori la cappella bella, ovvero la cappella Baglioni in Santa Maria Maggiore a Spello. La decorazione venne commissionata dal priore Troilo Baglioni, poi vescovo di Perugia. Lโ€™impresa fu l’ultima commissione importante del Pinturicchio in Umbria, prima di partire per Roma e Siena.

Autoritratto Pinturicchio. Cappella Baglioni a Spello

Lโ€™impresa, come uso del il pittore perugino, venne condotta con notevole rapiditร  grazie all’utilizzo di una ben organizzata bottega, con lโ€™impiego di altri maestri che dipingevano su suo disegno. Tali affreschi recano la firma Bernardius Pictoricius Perusinus e rappresentano sulle pareti: lโ€™Annunciazione, lโ€™Adorazione dei Magi, Gesรน fra i dottori, nelle vele invece le quattro Sibille e un Autoritratto.
La libreria Piccolomini a Siena, del 1502, รจ lโ€™opera considerata il suo capolavoro assoluto: potente cromatismo, gusto del particolare, grande attenzione allโ€™aspetto decorativo, caratterizzano lโ€™intervento di Pinturicchio nella biblioteca fatta edificare nel 1495 dal cardinale Todeschini Piccolomini in onore di Enea Silvio Piccolomini, poi papa Pio II.
Lโ€™ultima opera documentata dellโ€™artista รจ la Madonna in Gloria tra i Santi Gregorio Magno e Benedetto, per gli Olivetani della chiesa di Santa Maria di Barbiano presso San Giminiano. Fu Vasari, grazie a un aneddoto, a raccontare i suoi ultimi anni. Il pittore aveva trovato alloggio presso i Frati di San Francesco a Siena e chiese con insistenza di togliere dalla sua cella un cassone, ma durante il trasloco questo si ruppe rivelando il suo tesoro: cinquecento ducati dโ€™oro, i quali spettarono ai frati riempiendo il pittore di tristezza fino a condurlo alla morte.[2]
Lโ€™artista morรฌ lโ€™11 dicembre 1513 a Siena. Riposa nella parrocchia dei SS. Vincenzo e Anastasio.

 


[1] Giorgio Vasari, Le Vite deโ€™ piรน eccellenti pittori, scultori e architetti, a cura di G. Milanesi, III, Firenze 1878, pp. 493-531.โ‡‘

[2] Giorgio Vasari, Vite deโ€™piรน eccellenti pittori, scultori e architetti, edizione commentata del 1878, vol. III, pag. 503-505.โ‡‘

Lโ€™estate a Firenze รจ torrida, laggiรน in basso, sotto lโ€™Appennino e lontano dal mare. Anche Perugia รจ lontana dal mare, ma almeno รจ in cima a una collina e cโ€™รจ sempre una bavetta di vento che rinfresca.

Sicuramente in quel caldo luglio del 1503 Pietro Vannucci stava rimpiangendo la sua cittร . Lavoro e famiglia lo avevano portato a Firenze e lรฌ era costretto a sopportare il caldo. Ci sono dei momenti in cui il caldo toglie anche la forza di pensare, nemmeno sapere che a settembre lโ€™estate se ne va, riesce ad alleviare la sensazione di essere dentro un forno e di cuocere a fuoco lento.
Perรฒ lui doveva lavorare anche con il gran caldo e, mentre lavorava, succhiava i suoi confetti.ย  Il suo pusher di fiducia era Di Giovanni che gli procurava, a caro prezzo, quelle piccole delizie che rallegravano le lunghe ore da passare seduto davanti alle tele. Di Giovanni era lo speziale della farmacia Al Giglio, ed era abituato ad ascoltare le richieste degli artisti, e non stiamo parlando dโ€™imbianchini o spaccapietre, ma dellโ€™Olimpo dellโ€™arte italiana del Rinascimento.

Il pittore in nero

Nelle sfere piรน alte dellโ€™Olimpo cโ€™era lui, il pittore dal viso tondo e grassottello, fronte alta, capelli lunghi sul collo, berretto in testa, guance e naso rubizzi, e unโ€™elegante giacca di velluto nero. Il Perugino si รจ ritratto cosรฌ, nella Sala del Cambio a Perugia, si รจ ritratto come un uomo non giovane e sempliciotto. Sembra affetto da couperose, quella malattia che dilata i capillari facendo venire le guance rosse, ma forse soffriva di fragilitร  capillare oppure era stato molto allโ€™aria aperta. Questa seconda ipotesi รจ poco probabile, dato che allora i pittori lavoravano perlopiรน dentro lo studio oppure in chiesa.
Pietro Vannucci da Cittร  della Pieve, detto il Perugino, era stato uno dei piรน influenti pittori della sua epoca, e come tutti i migliori, aveva lavorato a Roma per il Papa e per le grandi committenze. Il Perugino e i suoi colleghi – i pittori del Rinascimento – non usavano molto il nero perchรฉ colore del lutto. Preferivano i colori delicati che si sposano meglio con la serenitร  annunciata da ยซquantโ€™รจ bella giovinezza… chi vuol esser lieto siaยป. Pietro Vannucci usa il nero nel Compianto del Cristo morto e nelle Deposizioni perchรฉ il dolore richiedeva anche tratti di nero. Invece nei suoi ritratti indossa sempre una giacca nera, forse perchรฉ era alla moda tra gli artisti. Anche nel ritratto fatto dal suo allievo, indossa una giacca nera molto elegante e in testa ha un berretto nero abbinato alla giacca. Quellโ€™allievo, che era Raffaello, ha dipinto con affetto il grande maestro mentre guarda lo spettatore con aria seria, con lo sguardo intenso di una persona intelligente. Raffaello e Perugino, allievo e maestro.

Il Perugino in un ritratto di Raffaello e Lorenzo di Credi, Galleria degli Uffizi

Confetti con un cuore

Nel luglio 1503 lโ€™artista lavorava e mentre lavorava succhiava i confetti con lโ€™anima di semi di coriandolo. I confetti si succhiano e in bocca il piacere dura a lungo. Dโ€™altronde il Perugino era un signore benestante che poteva permettersi i confetti e mantenere con larghezza la famiglia. I coriandoli confetti, che a lui piacevano, erano noti fin dai tempi dei romani perchรฉ ritenuti digestivi, tanto che li aveva fatti servire anche Lorenzo de’ Medici alla fine del suo pranzo di nozze.
Lo speziale Di Giovanni registra che in luglio i garzoni del pittore, una volta Donato unโ€™altra volta Jacopo, sono andati a prendere tre once di confetti, in tutto circa due etti, ma hanno portato a casa anche altre specialitร  medicinali: zuccheri rosati e violati, cotognate e altre squisitezze erano le preparazioni medicinali del tempo.
Se Mary Poppins cantava: ยซbasta un poco di zucchero e la pillola va giรนยป, allโ€™inizio del Cinquecento lo zucchero lavorato costituiva la pillola. Zucchero e mele cotogne erano la base da elaborare con spezie e sughi di piante, fino a formare dei solidi a forma di dattero, di manina, di tondino anche di morselletto.
Perugino si trattava come un ricco petroliere e non badava certo a spese per soddisfare il suo piacere e curare la sua grande famiglia, perchรฉ i prodotti che lui acquistava erano, come scritto nel Ricettario Farmaceutico Fiorentino del 1498: ยซsolo per ricchi e potentiยป.

I malanni della famiglia Vannucci

Purtroppo non tutto era roseo. Nel 1503 la sua fama di Vannucci vacillava perchรฉ avanzavano le nuove tendenze che volevano piรน forza e piรน tormento nella pittura e nella scultura. La serenitร  dellโ€™Umanesimo non era piรน di moda e non corrispondeva alla durezza dei tempi. Vedere di non essere apprezzato e addirittura criticato, comโ€™era accaduto alla corte dei Gonzaga, aveva lasciato il segno, e lui dormiva male. Di Giovanni gli prepara delle pilloline di Diacodio e altre di Fumosterno, che contenevano papavero per schiare lโ€™umor nero e conciliare il sonno. Cosรฌ almeno si credeva.
I registri dello speziale sono preziosi, perchรฉ lui ha annotato tutti gli acquisti dei suoi clienti permettendoci di conoscere, negli anni, le malattie che circolavano nella famiglia Vannucci. Apprendiamo cosรฌ che stomaco e intestino erano i suoi punti deboli e anche quelli della moglie. Mandavano spesso a prendere la polvere di Cassia e di Agarico agarico che sono piante lassative, e si permettono anche la Trifera persica.
Questo rimedio di antica origine persiana, da cui il nome Persica, era una preparazione molto complicata e conteneva tutte le piante che svolgono unโ€™azione lassativa: prugne e agarico, ma anche rose rosse, olio di viole e viole secche. Allora non si guardava alla ricerca o alla modernitร , allora si pensava che un rimedio antico fosse garanzia di efficacia. Infatti si usavano anche pezzetti di mummia, perchรฉ se la mummia aveva passato tanti millenni senza distruggersi voleva dire che era sicuramente efficace. Punti di vista.
Tante volte il maestro mandava a prendere ยซcose stomachicheยป cioรจ dei rimedi buoni per il curare lo stomaco della moglie. Di Giovanni consegna tante volte ai garzoni queste ยซcose stomachicheยป e prepara anche un ยซsacheto di erbe a lo stomacho della donnaยป. Chiara Fancelli, figlia di un famoso architetto fiorentino, era la moglie e la madre dei cinque figli del Perugino. Lui aveva dipinto decine di volte la Madonna. Lโ€™aveva dipinta al momento dellโ€™Annunciazione, lโ€™aveva dipinta mentre adorava il Bambino e con il Bambino in braccio. Per dipingere la Madonna si era servito sempre di modelle giovani e belle e forse, la piรน bella, รจ stata proprio Chiara Fancelli, che sembra essere stata di fragile costituzione. Forse erano stati i parti a debilitare la salute della donna.
I prodotti che uscivano dalle spezierie antiche erano dei rimedi con indicazioni varie, e molti erano considerati una panacea, cioรจ erano dei rimedi che curavano tutto – dalla peste al mal di testa, alle pulci del cane. A casa Vannucci entrano due preparati che sono quasi delle panacee, ma che potrebbero aver a che fare con il parto. Infatti la pomata Infrigidante di Galeno era considerata anche un aiuto per le doglie, mentre lโ€™acqua di capelvenere era ritenuta utile nel dopo parto. Sarร  vero? Non lo sapremo mai.
Perรฒ lo speziale Di Giovanni ha fatto scendere dallโ€™Olimpo il Perugino, lo ha portato vicino a noi che soffriamo di mal di stomaco, che prendiamo lโ€™influenza, che facciamo fatica a dormire e che amiamo succhiare delle cose buone. Quando vi troverete tra le mani dei confetti al coriandolo ricordatevi che hanno attraversato i secoli e che sicuramente piacevano al Divin Pittore dalla giacca nera.


  1. A. Covi, New sources for the study of italian Renaissance art., 1969.
  2. Covi, Tacuinum de’ spezierie, Perugia, ali&no, 2017.

Giovanni di Pietro detto Lo Spagna per lโ€™origine spagnola della sua famiglia (Spagna 1470 โ€“ Spoleto 1528) รจ tra i protagonisti dellโ€™arte pittorica umbra tra XV e XVI secolo. Meno conosciuto rispetto ad altri seguaci del Maestro umbro Pietro Vannucci (per citare i suoi allievi piรน celebri: Pinturicchio e Raffaello), รจ un artista interessante e molto gradevole che vale la pena approfondire.

Il Maestro

Il giovane Giovanni si trovava probabilmente a Firenze intorno al 1493 quando Pietro Vannucci, detto Il Perugino, era tra i quattro maestri piรน in vista della cittร  insieme a Botticelli, Filippino, e Ghirlandaio. Perugino assunse in quegli anni un ruolo di guida aprendo bottega presso lโ€™Ospedale di Santa Maria Nuova; il suo laboratorio era tra i piรน attivi e frequentati anche da numerosi allievi che da tutta Europa giungevano per imparare ยซla grazia che ebbe nel colorire in quella sua manieraยป (G.Vasari, 1568). Questo ci fa pensare che il nostro artista potrebbe essere entrato qui in contatto con il maestro umbro, diventandone in seguito allievo e collaboratore.

Influssi e primi lavori

Quando nel 1501 Perugino aprรฌ bottega a Perugia, ricco comune che voleva rinnovarsi nello stile e nel gusto contemporaneo che proprio lโ€™artista, originario del contado perugino, aveva con successo elaborato nella grande Firenze, Giovanni lo seguรฌ, entrando in contatto probabilmente anche con Raffaello, altro giovane seguace del Perugino. Col Maestro, Giovanni lavorerร  al ciclo di affreschi per il Convento francescano di Monteripido del quale rimane un affresco staccato con San Francesco che riceve le stimmate, conservato alla Galleria Nazionale dellโ€™Umbria, che si trovava sul timpano della facciata della chiesa.
La critica รจ concorde nel vedere nello stile pittorico di Giovanni di Pietro
un‘adesione forte a modelli perugineschi, passaggio fondamentale per la formazione del pittore e per ottenere commissioni, ma anche lโ€™abilitร  di saper raccogliere lโ€™influsso di Raffaello, mantenendo allo stesso tempo un linguaggio personale, semplice e ricco di finezze coloristiche e di grazia. Alcune sue opere sono oggi parte delle collezione dei musei piรน importanti del mondo, per citarne alcuni: Londra (National Gallery), Parigi (Musรจe du Louvre), Roma (Pinacoteca dei Musei Vaticani).

Dai primi passi al successo

Agli inizi del 1500 lโ€™ambiente perugino รจ sotto il controllo della bottega del Vannucci e, come altri collaboratori del Perugino โ€“ tra cui Pinturicchio โ€“ lo Spagna si dovrร  trasferire in cerca di lavoro per poter creare un proprio entourage. Sarร  in altri centri umbri che decollerร  la sua carriera artistica.

Rilevante รจ la cittร  di Todi, bella ed elegante cittadina che domina la valle del Tevere: nel 1507 venne stipulato a Todi il contratto tra il pittore e gli osservanti della chiesa di Montesanto per la creazione di una pala d’altare raffigurante lโ€™Incoronazione della Vergine (Todi, Museo civico) (fig.1), completata nel 1511 quando il pittore vi andrร  ad abitare e a costituire una societร . Oltre alla pala di Montesanto, Giovanni lavorรฒ nel duomo dove affrescรฒ diverse cappelle (tra gli anni 1513 e 1515) decorando anche l’organo (1516). Rimangono due tavole con S. Pietro e S. Paolo e un lacerto di affresco raffigurante una Trinitร  (quarta navata sulla destra, Cattedrale di Santa Maria Annunziata, Todi).

Altro importante centro umbro per la carriera de Lo Spagna รจ la cittร  di Trevi, borgo che da unโ€™altura del monte Serano, domina splendidamente la valle spoletina, dimora di potenti famiglie locali. Qui lโ€™artista รจ chiamato da Ermodoro Minerva, ambasciatore di Ludovico Sforza, per decorare la Cappella di San Girolamo nella chiesa di S. Martino. La lunetta con la Vergine in gloria con i Santi Girolamo, Giovanni Battista, Francesco e Antonio da Padova datata 1512 รจ un affresco con evidenti richiami perugineschi, paesaggio ideale e ameno, ma dai colori piรน decisi. Per la stessa chiesa realizzerร  nel 1522 una imponente pala d’altare con Incoronazione della Vergine (ora alla pinacoteca del Complesso museale di San Francesco) ricca di toni puri, raffinati e cangianti, solida costruzione delle figure, materie e oggetti attentamente descritti con resa illusionistica, derivata dal prototipo di Filippo Lippi nel Duomo di Spoleto (1467-69) e da unโ€™Incoronazione della Vergine del Ghirlandaio, che realizzรฒ a San Girolamo a Narni nel 1486; entrambe furono da riferimento anche per Raffaello nel 1505 per la pala di Monteluce a Perugia. Sempre a Trevi il maestro spagnolo, oramai richiesto e apprezzato in tutta lโ€™Umbria, decorerร  la chiesa della Madonna delle Lacrime tra 1518 e 1520 con riferimenti allo stile del richiestissimo Raffaello, in particolare nella scena del Trasporto di Cristo, dove cโ€™รจ un forte richiamo al capolavoro del maestro urbinate eseguito per la cappella Baglioni di Perugia nel 1507, oggi alla Galleria Borghese a Roma. Testimonianza dellโ€™evoluzione dellโ€™artista spagnolo quindi in continuo e rapido rinnovamento, stimolato da continuo studio e approfondimento, al passo con le richieste delle committenze piรน facoltose.

Nel 1516 gli venne concessa la cittadinanza spoletina, testimonianza del fatto che Giovanni risiedeva a Spoleto giร  da diversi anni. Il 31 agosto 1517 viene nominato capitano dell’Arte dei Pittori e degli Orefici, conferma del riconoscimento del ruolo di caposcuola. Dal 1516 in poi la sua attivitร  รจ attestata a Spoleto e nei centri circostanti, sia su base documentaria, sia attraverso un nutrito gruppo di opere, nelle quali traspare la presenza di aiuti e l’attivitร  di una bottega che ne aveva assimilato la maniera.
Tra le opere piรน
interessanti e significative, la Madonna Ridolfi, una Madonna con il Bambino tra i Santi Girolamo, Niccolรฒ da Tolentino, Caterina e Brizio, commissionata da Pietro Ridolfi, governatore di Spoleto dal 1514 al 1516 (Spoleto, Palazzo comunale) e le Virtรน dipinte per la Rocca, staccate nel 1824 e ricomposte in un monumento dedicato a Leone XII (Palazzo comunale). La disposizione e l’iconografia delle tre figure allegoriche, la Giustizia in alto, con la Caritร  e Clemenza ai lati, suggeriscono la destinazione verso un ambiente con funzioni giudiziarie.

Spoleto – San Giacomo

Nella Caritร , concepita secondo una composizione rotante, e nella Clemenza, caratterizzata da uno scorcio che conferisce efficacia retorica a gesti e posture, si riflettono soluzioni elaborate da Raffaello negli anni romani, suggerendo cosรฌ una cronologia abbastanza avanti nel tempo.
Lungo la via Flaminia, poco lontano da Spoleto, per la chiesa di
San Giacomo Apostolo, protettore dei pellegrini, nel 1526 Giovanni di Pietro รจ chiamato a decorare lโ€™abside e due cappelle. Nel catino raffigura una Incoronazione della Vergine e sulla parete San Giacomo e il Miracolo dellโ€™impiccato e il Miracolo dei galli. Straordinaria ricchezza di dorature, colori e ornamenti a grottesca, affollato di figure e scenicamente complesso: qui Lo Spagna raggiunge uno degli esiti piรน alti della sua attivitร , una rara testimonianza umbra della maniera moderna.

In questi anni, insieme alla bottega, Lo Spagna lavorรฒ in Valnerina: nella chiesa di S. Michele Arcangelo a Gavelli, ove vi sono affreschi datati 1518 e 1523; a Visso nella chiesa di S. Agostino; a Scheggino, dove, infine nel 1526 sottoscrisse il contratto per la decorazione della tribuna della chiesa di S. Niccolรฒ per la quale gli furono offerti 150 fiorini.

Ereditร 

Lo Spagna morรฌ forse di peste, nellโ€™ottobre del 1528: il decesso รจ attestato da una carta dell’Archivio capitolare di Spoleto che riferisce che nel giorno 9 di quel mese vennero ricevuti i ceri per la cerimonia funebre: ยซdie 9 octobris, havemmo per la morte dello Spagna pictore quatro torcieยป (Gualdi Sabatini, 1984, p. 395).

Dono Doni fu il seguace piรน noto, ma non il solo a raccoglierne il testimone, la sua fiorente bottega costituisce ancora oggi un aspetto caratterizzante del patrimonio artistico della zona spoletina e della Valle del Nera. Tra i collaboratori vanno ricordati Giovanni Brunotti e Isidoro di ser Moscato, Giacomo di Giovannofrio Iucciaroni (1483-1524 circa) attivo in Valnerina; Piermarino di Giacomo che nel 1533 terminรฒ gli affreschi di Scheggino.

 

PER INFO:

TodiMuseo civico (chiuso lunedรฌ, orari 10.00-13.00/ 15.00-17.30), Cattedrale di Santa Maria Annunziata (apertura orario continuato 9.00-18.00), uff. turistico tel. 075 8942526

Trevi โ€“ Pinacoteca complesso museale di San Francesco (aperto da venerdรฌ a domenica dalle 10.30-13.00/ 14.30-18.00), altri spazi apertura su richiesta. ProTrevi tel. 0742 781150

Spoleto โ€“ Palazzo Comunale (orari da lun a ven 9.00-13.00, lun e gio 15.00-17.00), uff. turistico tel. โ€ฏ0743218620/1

 

 


Fausta Gualdi Sabatini, Giovanni di Pietro detto Lo Spagna, Spoleto, Accademia Spoletina, 1984.
Pietro Scarpellini, Perugino, Electa, MIlano 1984.
Perugino: il divin pittore, cat. della mostra a cura di Vittoria Garibaldi e Federico Francesco Mancini, (Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria 2004), Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2004.
Giovanna Sapori, Giovanni di Pietro: un pittore spagnolo tra Perugino e Raffaello, Milano, Electa, 2004