fbpx
Home / Posts Tagged "happening"

Sotto la cittร , allโ€™interno delle mura sotterranee della Rocca Paolina, allโ€™epoca ancora non aperta al pubblico, due dei piรน importanti artisti del nostro tempo si confrontarono e lasciarono due opere fondamentali nel loro percorso artistico: le sei lavagne tematiche ยซsumma dellโ€™arte cripto-concettualeยป del tedesco Joseph Beuys e il Grande Nero, il monumento del massimo artista contemporaneo umbro Alberto Burri.

Raccontando oggi queste opere e quellโ€™incontro, soprattutto in questo momento che la terra trema e che viviamo nell’incertezza degli eventi, si ha la sensazione che questi due artisti – lontani tra di loro e distanti anche nel modo di concepire arte ed estetica – siano in realtร  legati da un tema fondamentale: il rapporto inevitabile e sostanziale dellโ€™uomo con la forza della natura.

Lo sciamano tedesco

Locandina dell’evento

Joseph Beuys giunse a Napoli per lโ€™inaugurazione della mostra-incontro con Andy Warhol alla Galleria Lucio Amelio il 1 aprile 1980; approfittando della sosta italiana Italo Tomassoni organizzรฒ lโ€™evento di Perugia. Incontri necessari, tra i grandi artisti che contribuirono alla nuova autonomia della cultura artistica europea rispetto allโ€™egemonia del modello americano, che a partire dal secondo dopoguerra era stata depositaria dei valori della cultura.
La sera del 3 aprile Beuys, allโ€™interno della Sala Cannoniera della Rocca, con un gessetto bianco, di getto realizzรฒ i suoi disegni, schemi e simboli sopra sei grandi lavagne. Una โ€œscultura socialeโ€ che rompe qualsiasi schema con lโ€™arte tradizionale. Oggi, protette da teche di vetro, sono esposte al Museo civico di Palazzo Penna in modo sequenziale rispettando il percorso illustrato dallโ€™artista nella sua performance.

 

 

 

 

 

Le sei lavagne tematiche di Beuys

Lโ€™arte secondo Beuys รจ trasformazione, trasmissione di energia vitale allโ€™interno del continuum della materia informe. Insegnante allโ€™Accademia di Dรผsseldorf, attraverso la didattica, cercava di far emergere le facoltร  creative come mezzo di rifondazione del linguaggio. Piรน volte definito sciamano per il tipo di ritualitร  delle sue azioni, rivela la forza occulta, lโ€™energia segreta della materia. Tra i fondatori di Fluxus, con i suoi happening va alla ricerca dellโ€™astrazione, la proprietร  dellโ€™intelletto su cui si basa il linguaggio; emozionando lo spettatore, parla ai sensi, abbinando ogni sorta di materiale e oggetti.

La lavagna n.1

Lavagna n. 1, Beuys

Nel catalogo a cura di Tomassoni, realizzato in occasione del nuovo allestimento nel 2003, troviamo la descrizione di ogni lavagna. Per il nostro discorso, la piรน rappresentativa e forse fulcro del pensiero di Beuys รจ la Lavagna n. 1, dove si affronta il rapporto con la natura.

Scrive Tomassoni: ยซlโ€™arte si deve ampliare in senso socio-antropologico, e lโ€™economia e la politica devono essere valutate con il metro dello spirito. Beuys ritiene lโ€™arte lo strumento piรน idoneo per una solidarietร  che protegga la vita anzichรฉ distruggerla.ยป

Due figure umane sopra al sole: รจ la Cittร  del Sole di Campanella nella quale gli ordinamenti e le istituzioni non sono il frutto di consuetudini ereditate dalla tradizione, ma lโ€™espressione della ragione naturale dellโ€™uomo.โ€ฏLo stesso Beuys scriveva: ยซSe voglio dare allโ€™uomo una nuova posizione antropologica, devo anche dare una nuova posizione a tutto quanto lo concerne, collegarlo verso il basso con gli animali e le piante, con la natura, cosรฌ come verso lโ€™alto, con gli angeli o gli spiriti[โ€ฆ]. Nelle mie azioni ho sempre esemplificato arte=uomo.ยป

L'artista della natura

Superando cosรฌ il concetto ideologico delle avanguardie (arte=vita), Beuys diventa lโ€™artista della natura anche grazie a numerose performance tra cui la piรน famosa, nel 1982 a Kassel in Germania, in occasione di Documenta VII. 7000 querce: nellโ€™arco di quattro anni vennero piantate 7000 querce, ciascuna affiancata da una stele di basalto in un rapporto tra roccia e pianta in continua evoluzione. Ma รจ nel 1981, a mio avviso, che Beyus riesce a rappresentare meglio il significato piรน profondo e tragico del rapporto tra materia ed energia, tra la forza della natura e la creativitร  dellโ€™uomo. In occasione del progetto Terrae Motus alla Galleria Amelio per il terremoto dellโ€™Irpinia del 1980, Terremoto in palazzo – che ho avuto modo di vedere nella ricostruzione fatta al MADRE di Napoli nel 2015- Beuys mostra la fragilitร  umana allestendo una stanza con strumenti di lavoro recuperati dai centri colpiti dal sisma.

Vasi di vetro sotto i piedi del tavolo e frammenti sparsi tuttโ€™intorno, un uovo in equilibrio su un tavolo deformato: queste immagini scorrono in un video proiettato su una parete: Beuys sotto uno un tavolo disegna su una carta per elettrocardiogramma le onde sismiche, mettendo in relazione il battito della scossa con quello del cuore.
ยซCโ€™era dellโ€™energia nellโ€™arte, tanta energia da potersi contrapporre a quella scatenata dalla Terraยป cosรฌ scriveva Lucio Amelio.ยป

ยซOgni uomo possiede il Palazzo piรน prezioso del mondo nella sua testa, nel suo sentimento, nella sua volontร ยป, afferma Beuys, individuando nella forza creativa dellโ€™uomo la possibilitร  di un nuovo e autentico riscatto.

 

Burri e la continua metamorfosi dell'uomo

Mentre Beuys illustrava le sue lavagne, Burri scelse lโ€™angolo piรน nascosto tra le volte della Rocca per sistemare unโ€™imponente scultura nera alta piรน di 5 metri, il Grande Ferro o Grande Nero. Unโ€™opera cinetica, misteriosa e silente che cerca di esprime la condizione dellโ€™uomo in continua metamorfosi dopo le ferite e i mutamenti inflitti dalla natura e dalla storia. Questo rapporto profondo con la natura รจ espresso diversamente in Burri rispetto a Beuys: i sacchi e le sperimentazioni con nuovi materiali sono una ricerca tesa alla sublimazione degli oggetti usati e logorati, ne evidenzia tutta la carica poetica come residui dellโ€™esistenza umana.

Grande Cretto di Gibellina, Burri

A partire dagli anni Settanta i suoi cretti bianchi o neri, realizzati con misture di caolino e vinavil, hanno lโ€™aspetto della terra essiccata; li userร  nelle sue opere piรน imponenti, come il Grande Cretto di Gibellina, unโ€™opera di land art nata anchโ€™essa come risposta alla distruzione e alla tragedia del terremoto, ma terminata solo nel 2015. Sempre insieme allโ€™architetto Zanmatti, giร  intermediario per lโ€™incontro di Perugia, nel 1984 si recรฒ a Gibellina, vicino Trapani, dove il sindaco vide nell’arte una possibilitร  di riscatto dopo molti anni dal sisma, che demolรฌ la cittร  nel 1968.

Chilometri quadrati di cemento formano un enorme cretto sopra la cittร  vecchia. Il visitatore attraversa le crepe del cretto, non piรน case ma blocchi bianchi informi, un paesaggio surreale dopo la scomparsa della vita. Scrive Burri dopo il sopralluogo: ยซMi veniva quasi da piangere e subito mi venne lโ€™idea: ecco, io qui sento che potrei fare qualcosa. Io farei cosรฌ: compattiamo le macerie che tanto sono un problema per tutti, le armiamo per bene, e con il cemento facciamo un immenso cretto bianco, cosรฌ che resti perenne ricordo di questโ€™avvenimentoยป.

Per Beuys e Burri la natura non รจ distruttrice, nรฉ maligna, รจ lโ€™uomo che deve, attraverso un rinnovato rapporto con essa, creare piรน intelligenti forme di convivenza. Lโ€™arte puรฒ concretamente cambiare il mondo e il nostro modo di agire, rendere eterne le cose del mondo destinate alla caducitร .

 


Guido Montana in ยซLโ€™Umanitร ยป, 3 maggio del 1980
Italo Tomassoni, a cura di, Beuys/Burri Perugia, Rocca Paolina, 3 aprile 1980, in collaborazione con Lucio Amelio, Alberto Zanmatti, Litostampa, Perugia 1980.
Stefano Zorzi,โ€ฏParola di Burri, Torino, Allemandi, 1995
Joseph Beuys: difesa della natura diary of Seychelles, testi di Lucrezia De Domizio Durini, Italo Tomassoni, Giorgio Bonomi, ed. Charta, Milano 1996
Italo Tomassoni, a cura di, Beuys a Perugia, ed. Silvana, Cinisello Balsamo 2003
Guida alla raccolta Beuys Museo Palazzo della Penna, Liomatic, Perugia 2008
Andrea Viliani, a cura di, Lucio Amelio dalla Modern Art Agency alla genesi di Terrae Motus (1965-1982): documenti, opere, una storia…, Mondadori Electa, Milano 2015