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Valentino Martinelli, storico dellโ€™arte, pubblicรฒ nel periodico “Storia dellโ€™Arte” n. 19 del 1973 un saggio sulla presenza di Giotto ad Assisi.

Lโ€™unico documento che testimonia la presenza di Giotto ad Assisi si trova nellโ€™Archivio Storico Comunale di Bevagna e fu scoperto nellโ€™ottobre dello stesso anno da don Mario Sensi, il quale dava riservata notizia e indicazione del documento notarile a p. C. Cenci, noto studioso di documenti dโ€™archivio francescani. Il Martinelli fornisce la collocazione del documento a: ยซBevagna archivio storico comunale. Protocollo di Giovanni Alberti (1303-1317). Frammento E, c. 13v. Assisi ,1309, gennaio 4ยป.

Il documento รจ un atto estratto dal ยซliber sive quaternus rogationum protocollorum scriptorumยป di mano del notaio Giovanni Alberti di Assisi, che attesta come ad Assisi il 4 gennaio 1309 alla presenza dello stesso notaio rogante Giovanni Alberti, testimoni Lippo di Tomasuccio e Finuccio Gilioli, Iolo Giuntarelli dava quietanza e dichiarava piena soddisfazione a Palmerino di Guido, stipulante per sรฉ e per Giotto di Bondone da Firenze, per la somma di cinquanta libbre di denari cortonesi, che gli erano dovuti a causa di un prestito, il cui strumento di mano del notaio Bene Passari veniva cosรฌ annullato con tutte le relative promesse di rito e garanzie di legge da parte del creditore, con le quali si conclude lโ€™atto notarile.

La carta dโ€™archivio menziona, quindi, chiaramente e per esteso, il nome di Giotto di Bondone da Firenze e la identificazione con il grande pittore fiorentino รจ provata dalla diretta ed esplicita indicazione del nome, della esatta paternitร  e della sua cittร  di provenienza.

Accettando tale deduzione ne consegue che Palmerino di Guido era probabilmente un pittore locale e, comunque giร  attivo in Assisi da molto tempo. Che tale nome si trovi nellโ€™atto notarile del 1309 accanto a quello di Giotto di Bondone da Firenze rafforza la convinzione che si tratti proprio di due pittori: lโ€™uno, forse umbro, e lโ€™altro il famoso Giotto da Bondone, verosimilmente associati insieme in quegli anni in unโ€™impresa pittorica in Assisi.

Il notaio Giovanni Alberti fino al 1316 stipulava ancora regolarmente nella sua abitazione nella piazza del Comune di Assisi. Dopo il 1316 egli non si trovava piรน in Assisi bensรฌ a Limigiano, una frazione del Comune di Bevagna, dove si era rifugiato in seguito al bando da Assisi, probabilmente per aver aderito alle rivolte ghibelline. Stabilitosi a Limigiano, lโ€™Alberti vi esercitava la funzione di notaio, probabilmente con buoni proventi dato che nel dicembre del 1339 acquistava per sรฉ i suoi eredi un terreno nel distretto di Limigiano. Ai tempi dellโ€™Alberti la frazione di Limigiano faceva parte della giurisdizione amministrativa di Assisi e con il passaggio del suo territorio da Assisi a Bevagna (nel 1827 Limigiano viene annesso a Bevagna, con cui rimarrร  sino allโ€™unitร  dโ€™Italia, per poi diventarne una frazione) tutto il materiale documentario entrรฒ a far parte dellโ€™Archivio Storico Comunale di Bevagna.

 


Fonti

Valentino Martinelli: โ€œStoria dellโ€™arte n. 19. 1973โ€

Dante, Purgatorio, XI, vv. 94-96.

Giorgio Vasari, โ€œLe vite dei piรน eccellenti pittori, scultori e architettori

Situata a una ventina di chilometri da Perugia, Assisi รจ una delle cittร  piรน famose e visitate dellโ€™Umbria. Importante centro economico e sociale di epoca romana, deve la sua fama alla figura di San Francesco, che ha reso Assisi una cittร  sacra per il cattolicesimo, meta di pellegrini provenienti da tutto il mondo.

Lโ€™emblema di Assisi รจ la Basilica di San Francesco. Cominciata a costruire nel 1228, a soli due anni dalla morte di San Francesco e in seguito alla sua santificazione, venne ultimata in soli due anni. Il complesso basilicale, che esternamente somiglia a una roccaforte, si compone di due chiese sovrapposte, la basilica inferiore (1228-1230) e quella superiore (1230-1253), e di una cripta, scavata nel 1818, con la tomba del Santo. Dalla Piazza Inferiore, adornata con uno splendido porticato quattrocentesco, si entra nella Basilica Inferiore, a forma di croce egizia, affrescata dai piรน grandi pittori del XIII secolo: Giotto, Simone Martini, Pietro Lorenzetti, Maestro di San Francesco e Cimabue. Dalle scale laterali dellโ€™abside della Basilica Inferiore si esce sul chiostro di Sisto IV dal quale si accede al Museo del Tesoro, alla Collezione Perkins e infine alla Basilica Superiore. Costruita in stile gotico, รจ molto piรน luminosa di quella inferiore e accoglie uno dei cicli pittorici piรน famosi al mondo, le Storie di San Francesco ad opera di Giotto. A questi affreschi, nella parte inferiore della navata, si uniscono quelli di Cimabue nel presbiterio, oggi molto rovinati, e quelli nella parte superiore della navata, raffiguranti episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento, realizzati da altri famosi artisti dellโ€™epoca.

 

Basilica di San Francesco

 

Uscendo dalla Basilica Superiore ci si ritrova in via San Francesco, strada che ospita Palazzo Vallemani, una dimora nobiliare che attualmente ospita la Pinacoteca Comunale. Tra le opere piรน importanti, tutte di epoca medievale e rinascimentale, vi sono una Maestร  attribuita a Giotto e alcuni affreschi del Perugino. Inoltre, alcune sale del primo piano ospitano il Museo della Memoria, Assisi 1943-1944, una mostra che racconta come i frati francescani abbiano salvato circa trecento ebrei dalla deportazione.
Continuando a camminare lungo via San Francesco, si arriva a Piazza del Comune, la piazza principale di Assisi. Costruita sui resti del Foro Romano, attualmente visitabili, ospita la Torre del Popolo, il Palazzo dei Priori, sede del municipio, e il Tempio di Minerva. Questโ€™ultimo รจ unโ€™importante testimonianza di epoca romana e presenta una facciata intatta con sei colonne corinzie. Nonostante sia denominato Tempio di Minerva, a causa del ritrovamento di una statua della dea, originariamente era dedicato al culto di Ercole. Nel Medioevo venne trasformato in una chiesa con il nome di Santa Maria sopra Minerva, che nel XVII secolo venne infine dedicata a San Filippo Neri.

 

Vicoli di Assisi, foto di Eleonora Cesaretti

 

Nei pressi di Piazza del Comune vi sono altre tre chiese legate alla figura di San Francesco dโ€™Assisi: la Chiesa Nuova, costruita nel 1610 sopra il luogo nel quale sorgeva la casa natale del Santo, la Basilica di Santa Chiara, nella quale รจ conservata la salma della Santa seguace di San Francesco e fondatrice delle Clarisse, e il Duomo di San Rufino. La cattedrale della cittร  venne costruita tra lโ€™XI e il XIII secolo e presenta una facciata romanica con tre portoni sovrastati da altrettanti rosoni, mentre lโ€™interno ha subito una ristrutturazione nel 1571 ad opera di Galeazzo Alessi. Lโ€™elemento piรน importante della chiesa รจ la fonte battesimale situata nella prima campata della navata destra, che si ritiene sia il luogo nel quale sono stati battezzati San Francesco, Santa Chiara e forse anche Federico II di Svevia. Si narra, infatti, che quando Assisi passรฒ sotto il dominio imperiale, questโ€™ultimo visse per qualche anno nella Rocca Maggiore.

Rocca Maggiore

La Rocca sorge su una collina che sovrasta Assisi e da cui si puรฒ ammirare una splendida vista sulla cittร . Presumibilmente di origini longobarde, venne ricostruita nel 1174 dagli Svevi e adibita a castello feudale. Venne distrutta nel 1198 in seguito a una rivolta popolare contro il dominio imperiale, per poi essere ricostruita nel 1365 dal cardinale Egidio Albornoz, e da allora contesa dai vari signori e governi di Assisi. Attualmente lโ€™interno ospita ricostruzioni tematiche ispirate alla vita medievale.
Tra le feste cittadine piรน famose vi รจ Calendimaggio. Festa di origine pagana di celebrazione della primavera, vede la contrapposizione delle due parti della cittร  di Assisi, la Parte de Sotto e la Parte de Sopra, in una serie di gare di forza e abilitร . Le due parti si sfidano, inoltre, in una rievocazione medievale con cortei e sfilate in abiti tipici dellโ€™epoca.
Da non perdere la Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli. A circa quattro chilometri dal centro di Assisi, รจ stata costruita fra il 1565 ed il 1685 su disegno di Galeazzo Alessi con lo scopo di conservare al suo interno la chiesina della Porziuncola. Dal latino portiuncola ovvero piccola parte di terreno, รจ la piccola chiesa prediletta da San Francesco e nella quale fondรฒ lโ€™ordine francescano. Allโ€™interno della Basilica รจ presente anche la Cappella del Transito, luogo nel quale il Santo morรฌ il 3 ottobre 1226 e finรฌ di comporre il Cantico delle Creature. In unโ€™ala della Basilica รจ conservato il roseto, luogo emblematico per la vita di San Francesco. Secondo la tradizione, una notte il Santo, preso dal rimorso del peccato, si rotolรฒ nudo nel roseto spinoso che, a contatto con il suo corpo perse tutte le spine e non gli recรฒ alcuna ferita. Ancora oggi in questo luogo fiorisce una particolare rosa senza spine, chiamata Rosa Canina Assisiensis.

Curiositร : ogni due/tre anni tra settembre e ottobre si svolge la Marcia per la pace PerugiAssisi. รˆ una manifestazione pacifista ideata da Aldo Capitini, che prevede una camminata di 24 chilometri che collega le due cittร .


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Unโ€™incredibile quantitร  di opere acquisite da fondazioni e istituzioni bancarie, quasi โ€œUn museo paralleloโ€ come lo definisce Vittorio Sgarbi sul catalogo e nel video che accoglie i visitatori allโ€™entrata della mostra a Palazzo Baldeschi in corso Vannucci a Perugia, inaugurata lโ€™11 aprile e aperta fino al 15 settembre.

Un tesoro conservato in antichi Palazzi di rappresentanza a parziale vocazione museale e oggi fruibile al grande pubblico. 100 opere selezionate tra le circa 13 mila a disposizione, tra dipinti e sculture, โ€œda Giotto a Morandiโ€ entrate nelle collezioni bancarie talvolta con lโ€™obiettivo di compensare una carenza dello Stato nella integrazione delle collezioni pubbliche comunali, provinciali o regionali. Un patrimonio fondamentale che per la sua varietร  e stratificazione temporale, puรฒ essere considerato il volto storico e culturale delle diverse regioni italiane.

La mostra, che apre proprio quest’anno in occasione dei 25 anni dalla nascita delle Fondazioni di origine bancaria, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e organizzata dalla Fondazione CariPerugia Arte con il contributo di Unicredit, vuole essere un incentivo per attrarre visitatori in Umbria dopo il terremoto e per questo parte degli incassi sarร  destinato al restauro dei beni storico-artistico danneggiati. Un motivo ulteriore per visitare questo โ€œmuseo dei museiโ€, che inizia nella Sala I con un prezioso tondo con San Francesco dโ€™Assisi di Giotto, realizzato nel 1315 ca., dopo gli affreschi della Cappella degli Scrovegni.

Un percorso che in modo cronologico ci fa conoscere sette secoli di storia dellโ€™arte attraverso opere di maestri piรน o meno noti appartenenti alle principali โ€œscuoleโ€, tra i molti nomi: Beato Angelico, Perugino, Pinturicchio, Matteo da Gualdo, Dosso Dossi, Ludovico Carracci, Giovanni Francesco Guerreri, Ferraรน Fanzoni, Giovanni Lanfranco, Guercino, Guido Cagnacci, Pietro Novelli, Giovanni Domenico Cerrini, Mattia Preti, Luca Giordano. Lโ€™Ottocento รจ rappresentato dalle opere del Piccio, Giovanni Fattori, Giuseppe De Nittis, Giuseppe Pelizza da Volpedo, un piccolo ma meraviglioso ritratto di donna di Giovanni Boldini, sinuosa e avvolta in un abito fatto di veloci pennellate e colori sfumati.

Tra le opere contemporanee sono felice di aver ritrovato uno dei volti dissolti nella materia di Medardo Rosso, accanto alla simbolista levigatezza del marmo di Adolfo Wildt. E ancora Vincenzo Gemito e un capolavoro della scuola romana: la piovra furiosa e bruciante di Scipione. Colpisce anche il confronto inevitabile tra le bottiglie sfaldate dalle pennellate veloci in una grande natura morta di Filippo de Pisis a fianco alla meditata pittura di Giorgio Morandi.

Il viaggio si conclude con due splendidi gessi di Quirino Ruggeri, e il monumentale โ€œMadre e figlioโ€ di Carlo Carrร  del 1934 una delle opere che segna il โ€œRitorno allโ€™ordineโ€ di questo maestro del futurismo, che siamo lieti essere vicino al nostro Gerardo Dottori.

La mostra che vale senzโ€™altro la pena essere vista (e non soltanto per lโ€™intento benefico e il biglietto ridotto!) talvolta non dร  respiro alle numerose opere, poste troppo vicine o in angoli nascosti, mentre invece meriterebbero per il loro valore di essere ben ammirate.

Il catalogo della mostra (italiano/inglese), curato da Vittorio Sgarbi e Pietro Di Natale, รจ edito da Fabrizio Fabbri Editore.

Gli orari di apertura sono: dal martedรฌ al venerdรฌ dalle 15 alle 19.30; sabato e domenica dalle 11.00 alle 19.30. Lunedรฌ chiuso. il costo dei biglietti รจ intero 6 euro; ridotto 4 euro (gruppi con piรน di 10 persone; over 65; studenti con piรน di 18 anni). Ingresso gratuito per studenti fino a 18 anni. Per i visitatori รจ stata attivata una convenzione con il parcheggio Saba-Sipa di Piazza Partigiani che permette di avere una tariffa scontata per le prime due ore di sosta.

Per informazioni visitare il sito;

tel. 075. 5734760.

 

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