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Ebbene sรฌ, stiamo parlando proprio del castoro e non della nutria. Sรฌ, proprio il castoro, quel simpatico roditore acquatico che ama abbattere i tronchi degli alberi per costruire delle vere e proprie dighe.

Ma facciamo un poโ€™ di ordine. Dal mese di marzo 2021, anche se sono stati raccolti indizi che confermano la presenza della specie giร  nel 2019, รจ stata documentata la presenza di piccoli nuclei di castoro eurasiatico (Castor fiber) in almeno quattro aree non collegate tra loro in Toscana e in Umbria, oltre a sporadiche segnalazioni nelle Marche al confine con la Toscana e singoli segni di presenza in Emilia Romagna e Lazio.
 

 

Il castoro eurasiatico รจ un grande roditore, strettamente erbivoro, che puรฒ raggiungere quasi i 40 kg di peso, perfettamente adattato alla vita semi-acquatica. Vive in piccoli gruppi familiari, territoriali, composti da 3-5 individui che occupano tratti di fiume o di lago di lunghezza variabile. Abbatte alberi, scava buche e canali, accumula rami per formare delle dighe che aiutano a mantenere il livello dellโ€™acqua al di sopra dellโ€™entrata delle tane, ciรฒ gli consente di mettersi al riparo dai predatori e di facilitare il trasporto dei rami pesanti e della vegetazione usata come cibo in inverno.

 

Tipico rosicchiamento doppio conico, Foto di Cristiano Spilinga

 

Anche se originariamente era distribuito in tutta lโ€™Europa e lโ€™Asia, all’inizio del 1900, a seguito di unโ€™intensa attivitร  di caccia che aveva lo scopo di recuperare la pelliccia, la carne e lโ€™olio prodotto dalle sue ghiandole perianali, la specie sopravviveva con sole otto piccole popolazioni. Nel XX secolo la specie si รจ ampiamente ripresa in Europa grazie allโ€™introduzione di norme di protezione, ai programmi di reintroduzione e alle sue capacitร  di dispersione attraverso la rete idrografica.
Nellโ€™Alto Medioevo il castoro eurasiatico era ancora ben diffuso in Italia, in particolare nella Pianura Padana, da dove scomparve nel corso del XVI o all’inizio del XVII secolo.
Dopo quattro secoli di completa assenza in Italia, nel 2018 un individuo in dispersione naturale dalla popolazione austriaca reintrodotta รจ stato rilevato nella zona di Tarvisio e nel 2020 la specie รจ stata segnalata anche in Val Pusteria.

 

Castoro eurasiatico (Castor fiber) ripreso con una fototrappola. Foto di Chiara Pucci e Davide Senserini

Ma alloraโ€ฆ come ci รจ arrivato il castoro in Umbria?

Potrebbe non essersi mai estinto, anche se questa ipotesi รจ molto inverosimile visto che dove la specie รจ presente รจ facilmente rilevabile dai caratteristici segni, derivanti dal rosicchiamento doppio conico, lasciati sugli alberi.
La seconda ipotesi, altrettanto poco probabile, รจ che la specie sia arrivata spontaneamente da altre aree. Poco probabile perchรฉ la distanza tra la Toscana e lโ€™Umbria e le attuali zone di presenza in Francia, Svizzera, Austria, Tarvisiano e Val Pusteria รจ pari ad almeno 400 km e nel mezzo non ci sono evidenze di altre popolazioni.
Potrebbe esserci stata una fuga di individui dalla cattivitร , ma la presenza di segnalazioni in aree diverse della Toscana e dellโ€™Umbria, implicherebbe diverse fughe di animali da varie strutture che li detenevano in cattivitร , oppure una fuga unica con successiva diffusione in aree diverse. Il tutto molto improbabile.

Particolare della coda del castoro eurasiatico (Castor fiber), Foto Chiara Pucci e Davide Senserini

Lโ€™ultima ipotesi, quella attualmente piรน accreditata dalla comunitร  scientifica, รจ che ci sia stato un rilascio illegale di animali in piรน aree. I teriologi, che sono gli zoologi che si occupano dello studio dei mammiferi, si stanno interrogando su come gestire questa situazione visto che nonostante il castoro eurasiatico sia una specie strettamente protetta dalla legislazione nazionale e internazionale, per la Commissione Europea, essendoci stato un precedente in Spagna, i nuclei originati da rilasci illegali non sono obbligatoriamente tutelati, almeno fino a quando non diano origine a popolazioni diffuse e naturalizzate.
Lโ€™Associazione Teriologica Italiana (ATIt) ritiene che i castori eurasiatici presenti in Italia centrale siano verosimilmente frutto di immissioni illegali e che comunque andrebbe predisposta unโ€™attenta valutazione della fattibilitร  della reintroduzione in relazione alla sua capacitร  di produrre alterazioni positive e negative agli ecosistemi.
Qualsiasi ulteriore decisione sul destino di questa specie in Italia centrale sarร  comunque subordinata a unโ€™attivitร  di monitoraggio su vasta scala per localizzare eventuali altri nuclei presenti e meglio chiarire la distribuzione attuale del castoro eurasiatico.
La stessa ATIt indica che nelle aree dove รจ accertata la presenza di castori dovrร  essere definito al piรน presto un piano per la rimozione degli stessi, da comunicare adeguatamente alla popolazione per far comprendere la necessitร  di tali interventi.


Bibliografia

  • Mori E., Viviano A., Brustenga L., Olivetti F., Peppucci L., Pucci C., Senserini D., Sergiacomi U., Spilinga C., Roversi P.F., Mazza G. 2021. Distribution and genetic analysis of wild-living Eurasian beavers in Central Italy. Redia, Journal of Zoology 104: 209-215.
  • Posizione dellโ€™ATIt sulla presenza del Castoro eurasiatico in Italia centrale. Documento approvato dal Consiglio Direttivo dellโ€™ATIt il 18 novembre 2021.