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Foligno, cittร  dantesca grazie anche a un progetto innovativo e a percorsi urbani accessibili a tutti.

ยซVien dietro a me e lascia dir le gentiยป. Questa citazione dantesca (Purgatorio, canto V) รจ il leitmotive del progetto Divina Foligno, un invito rivolto direttamente al turista a immergersi in una esperienza suggestiva, alla scoperta di una cittร  ricca di tesori artistici e culturali, spesso poco conosciuti.

Foligno ha presentato, lunedรฌ 20 giugno, presso la corte di Palazzo Trinci questo innovativo progetto che punta su una sua caratteristica storicamente importante, quella di essere una delle cittร  dantesche, caratteristica suggellata nel 2021 dal conferimento della medaglia da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

 

Gabriele Lena, Stefano Zuccarini, Michela Giuliani e Roberto Silvestri

 

Foligno รจ stata infatti sede, nel 1472, della stampa della prima edizione della Divina Commedia e, per celebrare questo importante evento, ha deciso di realizzare un progetto di promozione turistica e culturale collegando i suoi percorsi, in base alle caratteristiche salienti o a semplici suggestioni, alle tre Cantiche del poema dantesco attraverso unโ€™applicazione digitale, a una nuova segnaletica urbana e a itinerari tematici urbani ed extraurbani in grado di fornire una visione completa ed esaustiva della grande offerta turistica del territorio.

Il progetto Divina Foligno รจ stato realizzato dalla rete di imprese Landmark โ€“ Int.Geo.Mod, Corebook Multimedia & Editoria, Studio Naturalistico Hyla, Ing. Marco Zaroli –ย  e sviluppato in sinergia con il Comune di Foligno nellโ€™ambito del programmaย  Agenda urbana di Foligno Smart community – Comunitร , Sostenibilitร  โ€“ Foligno 2020, intervento OT.6 INT_01 Realizzazione della rete di attrattori culturali attraverso la realizzazione di itinerari culturali e tematici.

Circa dieci chilometri dei tre percorsi tematici e accessibili โ€“ Inferno, Purgatorio e Paradiso โ€“ partono dalle porte della cittร  e attraversano il centro, snodandosi tra oltre ottanta punti di interesse identificati da targhe esplicative. A queste si aggiungono circa: centoventi pannelli con la segnaletica di accompagnamento, cinque leggii installati nelle piazze principali con spiegazioni anche in braille e cinque pannelli di grandi dimensioni posti nei punti di accesso alla cittร , che introducono il visitatore allโ€™esperienza di visita e sui quali si trova il QR code per scaricare lโ€™app e collegarsi al sito dedicato.

 

Inoltre, per chi volesse scoprire caratteristici e affascinanti itinerari esterni alla cittร , sono disponibili 13 itinerari extraurbani, pensati per essere percorsi a piedi o in bicicletta, che toccano i piรน suggestivi luoghi del territorio folignate, tra paesaggi unici, borghi antichi, parchi naturali e archeologici ed emergenze naturalistico-ambientali.

Lโ€™assessore al turismo Michela Giuliani, dopo aver ricordato la grande sinergia che ha reso possibile il raggiungimento di questo importante obiettivo e che ha visto partecipi varie aree dellโ€™amministrazione comunale, coordinate dallโ€™architetto Roberto Silvestri, ha sottolineato lโ€™importanza del progetto che consente al turista una fruizione innovativa attraverso una segnaletica moderna e coordinata, unโ€™applicazione tecnologicamente avanzata e una minuziosa attivitร  di censimento dei siti di interesse che sono finalmente messi in rete e agevolmente fruibili.

Un progetto inclusivo che non dimentica le esigenze delle persone con disabilitร  motoria e sensoriale che, come poi approfondito da Gabriele Lena, rappresentante della rete LandMark, possono fruire dei leggii accessibili sopra menzionati, e di un sistema di notifiche automatiche da parte dellโ€™applicazione che dopo lโ€™avvio iniziale, si attiva autonomamente ogni volta ci si trovi nei pressi di un sito dโ€™interesse.

Il sindaco di Foligno, Stefano Zuccarini, ha espresso: ยซGrande soddisfazione per il risultato raggiuntoยป. Ha sottolineato come finalmente anche Foligno possa disporre di una segnaletica turistica adeguata al luogo e ai numerosi attrattori che caratterizzano la cittร , una segnaletica che mancava ma che รจ di fondamentale importanza e che, integrata alla nuova APP, rappresenta ยซun passo ulteriore attraverso le nuove tecnologie per valorizzare ancora di piรน la cittร  di Folignoยป.

Questo progetto รจ un motivo in piรน, non solo per i turisti ma anche per gli umbri, per visitare Foligno e scoprire la cittร , come non lโ€™avete mai vista.

Oggi, il “DanteDรฌ” ha un sapore molto particolare, perchรฉ il 2021 รจ lโ€™anno di Dante, dei 700 anni dalla sua morte. Per questo il 25 marzo 2021 – la data in cui prende il via il viaggio letterario nellโ€™aldilร  della “Divina Commedia” โ€“ va celebrato con ancora piรน devozione.

Vista di Assisi, foto di Enrico Mezzasoma

 

Il Sommo Poeta amava lโ€™Umbria. La descrive nellโ€™XI canto del Paradiso della Divina Commedia quando incontra San Francesco nel cielo del Sole con gli spiriti sapienti. In due terzine ci parla di Gubbio e Santโ€™Ubaldo, del clima di Perugia, di Nocera e di Gualdo Tadino e naturalmente di Assisi, cittร  natale del Santo, che dovrebbe chiamarsi Oriente perchรฉ ha dato alla luce il Sole.
ยซIntra Tupino e lโ€™acqua che discende / del colle eletto dal beato Ubaldo, / fertile costa dโ€™alto monte pende, / onde Perugia sente freddo e caldo / da Porta Sole; e di rietro le piange / per grave giogo Nocera con Gualdo. Di questa costa, lร  dovโ€™ ella frange/piรน sua rattezza, nacque al mondo un sole/come fa questo talvolta di Gange. / Perรฒ chi dโ€™esso loco fa parole, / non dica Ascesi, chรฉ direbbe corto, / ma Orรฏente, se proprio dir vuoleยป.
Si dice che questa parte fu scritta nel territorio eugubino, allโ€™interno del castello di Colmollaro dove risiedeva il Conte Bosone Novello Raffaelli, amico di Dante.

Il colophon della Divina Commedia stampata a Foligno.

La prima stampa a Foligno

Lโ€™Umbria e la Divina Commedia sono legate anche in modo piรน materiale: a Foligno infatti, lโ€™11 aprile del 1472 viene stampata lโ€™editio princeps dellโ€™opera del Sommo Poeta. La prima copia a stampa sembra essere nata nella casa dellโ€™orafo e zecchiere pontificio Emiliano Orfini, fondatore, assieme al trevano Evangelista Angelini, della prima societร  tipografica della cittร  di Foligno.

Un Dante inedito a Orvieto

Proprio in questi giorni a Orvieto รจ stato individuato un quadro โ€“ che era sfuggito probabilmente per secoli โ€“ che raffigura un Dante inedito, sempre di profilo nella sua iconica posa, ma con la barba. Lโ€™opera, di autore ignoto, sarebbe databile tra il 1500 e il 1600. ย La raffigurazione sembra prendere spunto dalla dettagliata descrizione che Giovanni Boccaccio fa del volto di Dante Alighieri nel Trattatello in laude di Dante scritto tra il 1351 e il 1355. Boccaccio scrive: ยซIl suo volto fu lungo, e il naso aquilino, e gli occhi anzi grossi che piccioli, le mascelle grandi, e dal labro di sotto era quel di sopra avanzato; e il colore era bruno e i capelli e la barba spessi, neri e crespi, e sempre nella faccia malinconico e pensosoโ€ยป Ulteriori indagini daranno risposte piรน certe.
Orvieto giร  conservava a suo modo pezzi di Divina Commedia: nel Duomo, infatti, sono raccontate scene tratte dai canti del Purgatorio e dipinte dal Signorelli.

 

Foto di Comune di Orvieto

Dolenti note

Lโ€™unica nota dolente nel rapporto fra Dante e lโ€™Umbria รจ Cante Gabrielli di Gubbio che, in veste di podestร  di Firenze (1298), emanรฒ due sentenze di condanna contro Dante: con la prima lo condannรฒ a una multa pecuniaria, al divieto a vita di partecipare al Governo di Firenze e allโ€™esilio per due anni dalla Toscana. Con la seconda sentenza, non avendo il poeta ottemperato a quanto stabilito, lo condannรฒ al rogo, alla distruzione delle sue case e alla confisca dei suoi beni.

Sono nato a Pistoia, vivo a Pistoia e lavoro a Pistoia. Ho letto Dante e la sua Divina Commedia e ho fatto una scelta, ho preso una decisione: mi trasferirรฒ in Umbria. E vi spiego il perchรฉ!

Descrizione della mia Umbria

Per noi beceri toscani l’Umbria รจ pace, tranquillitร  e spiritualitร . Per noi polemici toscani l’Umbria รจ per essere tolleranti con gli altri. Per noi sbruffoni toscani l’Umbria รจ per appropriarsi del sentimento della commiserazione. Come avete notato ho sottolineato piรน volte e Pistoia e toscani perchรฉ poi alla fine siamo i piรน campanilisti di tutti. L’Umbria รจ per me la regione per far star bene il cuore e la mente; รจ la terra di San Francesco, Santa Chiara, Santa Rita da Cascia. Per me l’Umbria รจ la terra del Perugino e dell’arte grottesca di Pinturicchio e della piana piรน bella del mondo, la Piana di Castelluccio. Ma a darmi il La, la spinta definitiva รจ stato Dante Alighieri.

Pistoia

Toponomastica di Pistoia

Abito in via dell’Anguillara nei pressi della Volta del Pesce. Vicino alla mia abitazione c’รจ via Abbi Pazienza, nome che deriva dall’assassinio, per errore, di un uomo da parte della famiglia avversaria che pare si scusasse con un semplice: ยซAbbi pazienzaยป. Nei dintorni c’รจ via delle Pappe, dove si gettavano l’avanzi del cibo dell’Ospedale del Ceppo. Ancora vicina รจ via dei Fuggiti, che si trova dietro il tribunale e deve l’appellativo a chi riusciva a sfuggire alla giustizia. Anche da questa toponomastica si evince un passato storico fatto di divisioni e parcellizzazioni persino all’interno di una stessa famiglia. Le contrapposizioni, peraltro comuni a tutte le cittร  medievali, sembrano non finire mai e le ombre del passato non di rado abbracciano eventi contemporanei soprattutto su storie legate alla Massoneria.

Dante, l’Inferno e Pistoia

ยซAhi Pistoia, Pistoia, chรฉ non stanzi d’incenerarti sรฌ che piรน non duri, poi che ‘n mal fare il seme tuo avanzi?ยป (Perchรฉ Pistoia non deliberi di non esistere piรน riducendoti in cenere?). Questa รจ l’invettiva che Dante scrive contro la cittร  di Pistoia – patria di cittadini malvagi – dopo aver incontrato nel suo Inferno Vanni Fucci.
Vanni Fucci, detto Bestia, รจ un lestofante con cui Pistoia ha avuto a che fare verso la fine del 1200. Viene indicato come uomo di temperamento violento e predisposto alla rissa. Si rese protagonista di futili atrocitร  e scellerati comportamenti. Dopo aver depredato la cappella di San Jacopo durante le feste di Carnevale del 1293, fu condannato dal Comune di Pistoia anche per omicidio, ma di lui si persero le tracce. La sua fama รจ legata soprattutto all’essere stato citato proprio da Dante Alighieri, che probabilmente ebbe modo di conoscerlo.
Il pistoiese Vanni Fucci รจ forse il personaggio piรน negativo di tutto l’Inferno dantesco. รˆ collocato nella bolgia dei ladri e si presenta cosรฌ: ยซIo piovvi di Toscana, poco tempo รจ, in questa gola fiera. Vita bestial mi piacque e non umana, sรฌ come a mul ch’รฌ fui; Vanni Fucci bestia, e Pistoia mi fu degna tanaยป. Poi continua:ยซIn giรน son messo tanto perch’io fui ladro a la sagrestia d’รฌ belli arrediยป.
Nel canto successivo Vanni Fucci rincara la dose e con le mani rivolte verso al cielo, facendo il gesto delle fiche, dice: ยซTogli, Dio, ch’a te le squadro!ยป (Tiรฉ, Dio, queste sono per te!).
Il Focaccia a dispetto del suo soprannome (buono come il pane, buono come una focaccia) รจ stato un altro dei piรน facinorosi personaggi pistoiesi. Il suo vero nome era Vanni de’ Cancellieri e nacque a Pistoia nella seconda metร  del XIII secolo, siamo quindi in pieno Medioevo.
Nelle Storie Pistoiesiย viene ricordato come violento e fazioso, nobile di parte bianca in mezzo alle lotte sanguinose in cui si manifestรฒ la divisione tra bianchi e neri. Un anonimo autore delle Storie Pistoiesi dร  di lui questo ritratto: ยซProde e gagliardo molto di sua persona, del quale forte temeano quelli della parte nera per la sua pervesitร , perchรฉย  none attendea ad altro che a uccisioni e feriteยป.
Nell’inferno dantesco il Focaccia non รจ immerso nel Flegetonte e tormentato dai Centauri (primo girone del settimo cerchio), proprio di chi ha commesso omicidi ma nel nono cerchio dove ci stanno i traditori dei parenti. Avrebbe meritato la contemporanea presenza nei cerchi danteschi!

 

Pagina della Divina Commedia

L’Umbria nella Divina Commedia

Innanzitutto c’รฉ da sottolineare una data storica: 11 aprile 1472 quando viene stampata a Foligno la prima copia della Divina Commedia. Dante doveva conoscerla molto bene l’Umbria sia per i viaggi che vi ha fatto che per gli amici che lo ospitavano e anche per queste due righe dedicate a Perugia.
Dante nell’XXI canto (siamo nel Paradiso) infatti scrive: ยซIntra Tupino e l’acqua che discende del colle eletto del beato Ubaldo, fertile costa d’alto mondo pende, onde Perugia sente freddo da Porta Sole: e di rietro le piange per grave giogo Nocera con Gualdoยป. Si dice che questa parte fu scritta nel territorio eugubino all’interno del castello di Colmollaro dove risiedeva il Conte Bosone Novello Raffaelli, amico di Dante.

Dunque il primo momento di Dante con l’Umbria รจ il clima di Perugia e quello di immortalare e tramandare per sempre il ricordo del vescovo di Gubbio, Ubaldo Baldassini vissuto fra il 1085 e il 1160. Ubaldo nella sua vita terrena rinunciรฒ alle ricchezze di famiglia e scelse un’esistenza improntata all’austeritร  e alla povertร  anche quando ricoprรฌ le vesti di vescovo.

E poi c’รจ San Francesco che Dante include ovviamente tra i beati del Paradiso, mostrandolo seduto nella rosa celeste illustrata nei Canti XXXI e XXXII. E ancora Oderisi da Gubbio, famoso miniaturista del XIII secolo. Dante lo include nella prima cornice del Purgatorio, quella dei superbi.

L’esilio proposto da un eugubino

L’unica nota dolente nel rapporto fra Dante e l’Umbria รจ Cante Gabrielli di Gubbio. Guardiamo brevemente cosa successe. Cante Gabrielli, detto il Gran Cantaccio, nacque a Gubbio in una famiglia tradizionalmente fedele alla Chiesa e apertamente schierata con il partito guelfo. Fin da giovane ricoprรฌ incarichi politici e diplomatici per poi divenire podestร  di Pistoia (1290) e podestร  di Firenze (1298). In questa sua veste Cante Gabrielli emanรฒ due sentenze di condanna contro Dante Alighieri. La prima lo condannรฒ a una multa pecuniaria, al divieto a vita di partecipare al Governo di Firenze e all’esilio per due anni dalla Toscana. La seconda sentenza, non avendo il poeta ottemperato a quanto stabilito, lo condannรฒ al rogo, alla distruzione delle sue case e alla confisca dei suoi beni; praticamente tutto ciรฒ equivaleva all’esilio perpetuo. Il tutto fu scatenato per la lotta al potere tra guelfi e ghibellini e dalla infamante accusa di concussione e baratteria. All’eugobino Cante Gabrielli bisogna perรฒ dare un’attenuante; il fatto di aver ricoperto il ruolo di podestร  di Pistoia per alcuni anni non gli deve aver fatto molto bene!

Fra veritร  ed esagerazioni la scelta รจ comunque fatta

Ho volutamente intervallato considerazioni personali, fatti storici e citazioni dantesche; ho forse esagerato sugli aspetti negativi di una cittร  che in veritร  ha anche tanti aspetti positivi, fra cui quello di essere stata la capitale italiana della cultura 2017; ho tracciato un percorso che sto per iniziare.
La scelta รจ comunque fatta: mi trasferirรฒ in Umbria e con me verrร  anche mia moglie e qui scatta l’aggravante, in quanto lei รจ pisana. Dante infatti diceva (Inferno, canto XXXIII): ยซAhi Pisa vituperio de le gentiยป, augurando che le due isole di Capraia e Gorgona si muovano e blocchino l’Arno sulla foce sino a farlo straripare, portando all’annegamento tutti i cittadini della crudele cittร , definita appunto ยซvergogna degli italianiยป.

Inaugura oggi la XIX edizione della Mostra Mercato Nazionale del Libro Antico e della Stampa Antica, al Palazzo Vitelli a Santโ€™Egidio di Cittร  di Castello.

La manifestazione, in programma fino a domenica 1 settembre, non รจ solo lโ€™occasione per ammirare manoscritti e stampati di pregevole foggia provenienti da tutta la Penisola, ma anche per ricordare la grande tradizione tipografica tifernate come della regione intera. รˆ cosรฌ che anche noi ci apprestiamo a ricordarne le pietre miliari, in un elenco che non ha la pretesa di essere esaustivo, ma solo uno stimolo per la curiositร  del lettore.

Il museo vivente: la Tipografia Grifani-Donati

L’interno della Tipografia Grifani-Donati

A Cittร  di Castello lโ€™attivitร  di stampa fa rima con la Tipografia Grifani-Donati, che nel 1799 si impianta nei locali soprastanti la chiesa di San Paolo a seguito del trasferimento da Assisi di Francesco Donati e di Bartolomeo Carlucci. Fino a quel momento, la produzione era stata di carattere esclusivamente religioso, nonchรฉ piuttosto scarsa.
La tipografia si distinse ben presto per le pubblicazioni di pregio, a seguito anche dellโ€™introduzione โ€“ nel 1817 โ€“ dei caratteri bodoniani; nel 1842, con il torchio di legno, comincia a stampare Le Memorie Ecclesiastiche e Civili di Cittร  di Castello, ventotto fascicoli scritti dal vescovo Giovanni Muzi.
Attualmente, la tipografia รจ il museo vivente piรน antico dellโ€™Umbria, nonchรฉ lโ€™unico in Europa ancora in attivitร  a usare la calcografia, la litografia e la tipografia, condotte con metodi artigianali. Oltre ai numerosi torchi antichi, la Tipografia Grifani-Donati puรฒ vantare ben 536 casse di caratteri in lega, legno e rame, fregi clichรฉ, silografie e galvanotipie, tutti originali.

 

Immutato nel tempo: il Museo dello Stabilimento Tipografico Pliniana

Una delle macchine conservate presso il museo dello Stabilimento Tipografico Pliniana

Poco piรน a nord, a Grifani-Donati si affianca il Museo dello Stabilimento Tipografico Pliniana di Selci Lama, nel Comune di San Giustino, certamente piรน recente (nasce infatti nel 1913), ma non per questo meno pregevole. Nel 1922 si aggiudica la stampa della rivista ยซIl Foro Venetoยป, alla quale succederanno lโ€™Archivio Segreto Vaticano, lโ€™Istituto Storico per il Medioevo, il Centro Storico Benedettino, il Seminario Vescovile di Padova e la Deputazione di Storia Patria per lโ€™Umbria.
Oggi, tutti i vecchi macchinari sono lรฌ al loro posto, cosรฌ come lโ€™inchiostro che ancora impregna il rullo della macchina a piombo, dismesso negli anni Novanta di fronte alla modernizzazione. Sono ancora lรฌ le cassettiere ripiene di caratteri di piombo divisi per tipologia e dimensione, le matrici provenienti dallโ€™Inghilterra, i clichรฉ in zinco, i manuali e gli strumenti per la manutenzione.

 

Lโ€™editio princeps della Divina Commedia

Il colophon della Divina Commedia stampata a Foligno.

Ma la storia della produzione tipografica in Umbria inizia molto prima, almeno lโ€™11 aprile del 1472, quando viene stampata a Foligno lโ€™editio princeps della Divina Commedia. La prima copia a stampa dellโ€™opera dantesca sembra aver visto la luce nella casa dellโ€™orafo e zecchiere pontificio Emiliano Orfini, fondatore, assieme al trevano Evangelista Angelini, della prima societร  tipografica della cittร . Per molto tempo si รจ ritenuto che socio fondatore fosse anche il maguntino Johannes Numeister, ma da un contratto per la fornitura di carta recentemente rinvenuto sembra che fosse solo un abile copista, sebbene i debiti che contrasse furono la causa della fine dellโ€™attivitร .
Ma torniamo alla splendida editio princeps della Commedia. Nei rari esemplari completi, usciti originariamente dai tipi folignati in 800 copie di 252 carte โ€“ di cui la prima e lโ€™ultima bianche, cosรฌ come quelle terminali della prima e della seconda Cantica โ€“ si nota il nitido disegno in chiaroscuro delle maiuscole romane, senza dubbio opera dellโ€™orafo Orfini. Pregevoli sono anche lโ€™architettura della pagina, divisa in tre colonne di trenta righe โ€“ corrispondenti a dieci terzine โ€“ con spaziature e interlinee che la rendono compatta e solenne, cosรฌ come la carta, ordinata appositamente da Numeister ai monaci benedettini che gestivano le cartiere di Pale e Belfiore.
La stessa qualitร  non risulta perรฒ nella composizione, dove appaiono numerosi refusi, errori di lettura, ripetizioni, trasposizioni di versi e lacune, specie nellโ€™ultima parte del testo. Mancano altresรฌ i segni di interpunzione. Tutto ciรฒ รจ dovuto al fatto che lโ€™opera fu copiata dal cosiddetto Codice Lolliano, conservato nella biblioteca del Seminario di Belluno.

In arte scripturarum librorum: il primato trevano

La societร  tipografica folignate fu perรฒ solo la seconda in Umbria. รˆ infatti a Trevi, piccolo borgo produttore di olio, che si deve il primato mondiale, almeno dal punto di vista dellโ€™assetto societario: il notaio che si occupรฒ della redazione dellโ€™atto, data lโ€™assenza di precedenti, non sapeva come identificare la produzione della costituenda e cosรฌ scrisse semplicemente ยซin arte scripturarum librorumยป, cioรจ lโ€™arte di scrivere libri. Che la societร  sia durata soltanto un anno, o che abbia edito solo due incunaboli, รจ di rilevanza secondaria: ciรฒ che conta รจ che, accanto ai centri di produzione nazionale come Venezia, Roma e Subiaco che in quegli anni si andavano affermando, pure lโ€™Umbria tentรฒ di far sentire la sua voce e, puntando piรน sulla qualitร  che sulla quantitร , in qualche modo sembrรฒ riuscirci.

ยซIl sol, la luna ed ogni sfera or misura Barbanera, per poter altrui predire, tutto quel che ha da venireยป: lโ€™almanacco di Barbanera

ยซUscito dalla stamperia di Pompeo Campana, con la bisaccia stretta al corpo, il venditore raggiunse con passo rapido Piazza Grande. Brulicante di gente, la Piazza accoglieva quel giorno i banchi della Fiera di Santo Manno. Era il 15 settembre del 1761. Tra mercanzie di ogni genere, broccati e monili, l’ambulante decise di attendere il momento migliore per tirare fuori quel carico per lui tanto prezioso. Una giornata calda e limpida aveva infatti spinto compratori e curiosi, di Foligno e di fuori cittร , a trascorrere alla fiera le prime ore del mattino. La campana della Cattedrale battรฉ le dieci. All’ultimo rintocco un richiamo attraversรฒ l’aria: Barbanera! Barbanera di Foligno! Santi, fiere, tempo e lune. E per tutti, il Discorso generale del famoso Barbanera, per l’anno 1762ยป.

Un almanacco Barbanera del 1780

รˆ impossibile parlare di Foligno senza citare Barbanera, lunario uscito per la prima volta nel 1761 dai tipi di Pompeo Campana. Barbanera, in quanto astronomo, astrologo e filosofo eremita era rappresentato con compasso, cannocchiale, mappa coeli, libri e sguardo rivolto al cielo, secondo lโ€™iconografia del solitario misuratore del tempo che osserva le stelle per dedurre i ritmi dellโ€™anno e previsioni di pratica utilitร , che realmente egli dispensava a chi gli avesse chiesto consiglio.
Nel 1761 decise di affidare le sue considerazioni a un unico foglio da affiggere alla parete, un lunario ricco di informazioni e decorato da pregevoli xilografie che, in poco tempo, trovรฒ ampia diffusione in tutta Italia come strumento per le attivitร  agricole e per la conoscenza delle previsioni del tempo, dei santi, delle feste e degli eventi. Dal 1793, allโ€™unico foglio da parete si aggiunse il libretto, piรน ricco di contenuti e di maggiore maneggevolezza.
Specchio dei tempi, il Barbanera contava, tra i piรน affezionati lettori, nientemeno che Gabriele Dโ€™Annunzio, che cosรฌ sorprendentemente scrisse in una lettera del 1934 indirizzata al parroco di Gardone Riviera:

ยซLa gente comune pensa che al mio capezzale io abbia l’Odissea o l’Iliade, o la Bibbia, o Flacco, o Dante, o l’Alcyone di Gabriele D’Annunzio. Il libro del mio capezzale รจ quello ove s’aduna il โ€œfiore dei Tempi e la saggezza delle Nazioniโ€: il Barbanera.ยป

Nel 2015, lโ€™UNESCO ha iscritto la Collezione di almanacchi Barbanera, conservata a Spello presso la Fondazione omonima, nel Registro della Memoria Mondiale.

 


FONTI:

http://www.unicaumbria.it/musei/museo-della-tipografia-grifani-donati/
http://www.tipografiagrifanidonati.it/
http://www.unicaumbria.it/musei/museo-dello-stabilimento-tipografico-pliniana/
http://www.pliniana.it/it/photogallery/il-museo_15.html
https://www.sistemamuseo.it/ita/3/mostre/647/trevi-umbria-trevi-culla-del-libro/#.XWT1WXtS9PY
www.barbanera.it