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Al Festival delle Nazioni di Cittร  di Castello, in unโ€™epoca in cui tutto tende a dividere, la musica unisce con armonia e rispetto delle reciproche identitร . La nazione omaggiata questโ€™anno รจ la Cina, che ricambia con la nota grazia orientale e unโ€™esecuzione musicale con strumenti tipici.

 

Si รจ conclusa la cinquantaduesima edizione del Festival delle Nazioni, che in Umbria rappresenta ormai lโ€™anima culturale dellโ€™Alta Valle del Tevere. Il progetto ogni anno ha indirizzato l’attenzione verso una nazione diversa, partendo da quelle europee piรน vicine fino ad arrivare, in questa edizione, a rendere omaggio alla Cina.
Il concerto cui ho partecipato e che mi ha colpito รจ stato quello tenutosi nella tanto antica quanto preziosa Chiesa di San Francesco, intitolato Suonare insieme, per crescere con la musica, frutto di una sinergia tra il Festival e le scuole a indirizzo musicale di Cittร  di Castello e Trestina, ma anche il liceo musicale Angeloni di Terni e alcuni allievi della scuola media musicale Morlacchi di Perugia. La particolaritร  del concerto era proprio lโ€™armonia tra cultura orientale e occidentale, tra musicisti neofiti e professionisti affermati.

 

Il maestro Alessandro Bianconi

 

Intervistando il maestro Alessandro Bianconi, รจ emerso il grande impegno usato nel creare trascrizioni musicali che consentissero a ognuno, in base al livello di preparazione raggiunto, di apportare il proprio contributo e di partecipare a un importantissimo lavoro d’insieme, senza le asperitร  di gap generazionali o di logici livelli professionali.
Il maestro Bianconi, inoltre, ha effettuato unโ€™attenta selezione dei brani da eseguire che rappresentassero sia lโ€™identitร  culturale occidentale sia brani musicali cinesi, i quali potessero dialogare in un contesto musicale inclusivo delle rispettive sonoritร  di appartenenza. Quindi sono stati eseguiti brani come Lo schiaccianoci di Tchaikovsky, brani della tradizione musicale popolare cinese e, per finire, il piรน internazionale dei nostri compositori, Puccini, con un brano tratto dalla Turandot (Lร  sui monti dellโ€™Est).
Gli arrangiamenti dei maestri Claudio Becchetti, Alessandro Bianconi e Francesco Mastriforti hanno fortemente emozionato gli ascoltatori e le concertiste cinesi, che hanno suonato due degli strumenti tradizionali della loro cultura.

 

Fu Wanying e Fu Yidan

 

Le artiste Fu Yidan e Fu Wanying hanno suonato rispettivamente lโ€™erhu, lo strumento ad arco piรน diffuso in Oriente assimilabile al nostro violino, e il guzheng, uno strumento a pizzico con ventuno corde.
Entrambe le artiste si sono dichiarate vivamente emozionate dal sentire la loro musica in Italia – evento rarissimo – e felicissime della dedica fatta dal Festival alla loro nazione.
Il pubblico non poteva che condividere questa grande emozione. Ormai si parla cosรฌ tanto di contaminazioni artistiche che questo termine รจ quasi usurato. In realtร  in questo evento molto speciale sono state rappresentate entrambe le identitร , che riuscivano a stare insieme con rispetto e totale armonia come solo il linguaggio universale della musica sa fare.