Preci appartiene al Club de
I Borghi Piรน Belli d’Italia
Imboccando il sentiero 505 da Triponzo verso Visso, si risale il tortuoso corso di un torrente. Lo chiamano lu raiu de la scafa, laddove raiu, derivato da gravarium, indica una deiezione di pietrisco. A tratti sarร necessario guadare il fiume, cercando di non scivolare sulle rocce bagnate, e cercando di distinguere gli ostacoli dai giochi dโombra della cupola di fronde sopra la propria testa. Poi le pareti di roccia, dritte e lisce come se fossero state tagliate con una lama, ci attireranno in una forra angusta, richiamandoci con lโipnotico suono dellโacqua scrosciante.

La cascata de Lu Cugnuntu, foto di Maurizio Biancarelli
Lu Cugnuntu
Siamo in Valnerina, a pochi chilometri dal borgo di Preci, dove il fosso di San Lazzaro e il Fosso Acquastrino si gettano in quella che รจ una vera e propria ferita negli strati calcarei di Scaglia Rossa che caratterizzano la zona. Non a caso, la forra รจ chiamata Lu Cugnuntu, la congiunzione โ dal latino coniunctio, anche se non si esclude una derivazione volgare di coniuntius, una sorta di condotto idraulico. Giunti ai piedi della congiuntura, si viene investiti da una nube di aerosol, sprigionata dallโacqua che precipita per ben ventiquattro metri.
A monte, le calcareniti โ rocce piuttosto resistenti allโerosione –ย hanno infatti creato un dislivello tale da dare origine a uno spettacolo maestoso, quasi soverchiante per quellโangusta fenditura. Sebbene le guide consiglino di intraprendere questa escursione in primavera, quando la prospettiva di bagnarsi non crea piรน particolari problemi, รจ in inverno che la forra sprigiona tutta la sua magica atmosfera. Non รจ solo per la gittata maggiore propria della stagione, ma anche per le basse temperature che, congelando lโaerosol, creano arazzi di ghiaccio a decorazione delle ripide pareti.
Acque miracolose
In tempi antichi si credeva che queste acque avessero poteri terapeutici, come quelle vicine di Triponzo e di Madonna della Peschiera. La convinzione era tale che, nel 1218, venne persino creato un lebbrosario, favorito anche dalla posizione isolata. In una pergamena del 1342, si legge come Razzardo di Roccapazza โ Roccapazza era un castello che fu completamente distrutto dal terremoto del 1328 โ avesse donato un terreno, in parte coltivato e in parte adibito a pascolo, al borgo di San Lazzaro in Valloncello. Per alcuni Razzardo fu influenzato da San Francesco, o almeno dallโideologia francescana che cominciava a prendere piede; in ogni caso la struttura che venne costruita, annessa allโomonima chiesa, fu affidata dapprima ai monaci dellโAbbazia di SantโEutizio, poi ai frati minori e ai francescani.
Dalla stessa pergamena si evince che i malati potevano vivere nel lebbrosario con le proprie famiglie, ma non potevano in nessun caso allontanarsi, figurarsi lasciarlo. Veniva servito del cibo ritenuto prodigioso, come la carne di vipera di montagna. Allo stesso modo, sappiamo che i superiori godevano del privilegio di ordinare il ricovero ai malati delle diocesi di Spoleto, Camerino e Ascoli, anche se i parenti non approvavano.
Il lebbrosario โ di cui sono ancora visibili le navate centrali della chiesa annessa โ fu soppresso nel 1490 da Papa Innocenzo VIII, perchรฉ fortunatamente i casi di lebbra stavano scomparendo.

La mappa
Cascata de Lu Cugnuntu:
Latitudine 42ยฐ51’04”N Longitudine: 12ยฐ59’19”E
Quota massima: 620 m
Tempo di percorrenza: 2h
Lunghezza: 1,75 km
Dislivello: +220 m / -220 m
Punti d’acqua: 3
Valore scenico: alto
Sito panoramico: basso
Modalitร di accesso
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- a piedi: facile
- in bici: difficile
- A cavallo: media
- In auto: non consentito
Stagioni consigliate: tutte
Consigli per l’escursionista: munirsi di scarpe impermeabili e di caschetto
Fonti:
R. Borsellini, Riflessi dโAcqua โ Laghi, fiumi e cascate dellโUmbria, Cittร di Castello, Edimond, 2008.
M.Biancarelli, LโUmbria delle Acque, Ponte San Giovanni, Quattroemme, 2003.
Int.Geo.Mod srl (a cura di), Parco geologico della Valnerina, Spoleto, Nuova Eliografica s.n.c..