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ยซQuando si suona uno strumento si cerca sempre di comunicare al pubblico le proprie sensazioni musicali, arrivando ad avere una vera simbiosi con chi ascoltaยป.

Il maestro Guido Arbonelli suona il clarinetto da quando ha 14 anni e per lui รจ un compagno di vita. Con lui ha ottenuto premi prestigiosi, ha suonato nelle piรน grandi orchestre del mondo – orchestre della Rai di Torino e Napoli, Metro Chamber Orchestra a Brooklyn (USA) Orchestra di Sanremo, NIS Simphony Orchestra (Serbia), Orchestra Sinfonica di Perugia e dellโ€™Umbria, I Solisti di Perugia, Arturo Toscanini Orchestra e Queenโ€™s College orchestra (USA), Orchestra Sinfonica di Constanta (Romania) e Orchestra Teatro di Bologna โ€“ e ha avuto collaborazioni con compositori contemporanei di livello internazionale. Solista e performer perugino, oggi insegna al Conservatorio di Perugia, dove la sua carriere รจ iniziata.
Domani (24 gennaio alle ore 16.00) lo potrete ascoltare in concerto con la clarinettista Natalia Benedetti nella cappella dellโ€™Ospedale di Perugia, in occasione del progetto Donatori di musica, associazione nazionale che organizza concerti nei reparti ospedalieri per il pubblico e i pazienti. ยซFarร  parte del concerto anche un mio studente cileno che si chiama Luis Insulza Diaz. Eseguirร  un brano dedicato alla musica modernaยป.

 

Guido Arbonelli

Maestro, qual รจ il suo legame con lโ€™Umbria?

รˆ un legame molto profondo. Sono un umbro di Perugia โ€“ di Pila, per la precisione โ€“ e ho avuto la fortuna di studiare con il maestro Ciro Scarponi, una vera eccellenza della nostra regione e del panorama musicale italiano ed europeo. Mi ha introdotto in questo mondo e con lui ho fatto le prime esperienze concertistiche.

Quando ha deciso di iniziare a suonare il clarinetto?

Ho cominciato per colpa del calcio. Ora vi spiego meglio. I ragazzi che studiavano musica e che suonavano nella banda di Pila, finita la lezione andavano tutti a giocare a pallone: io ero lโ€™unico escluso perchรฉ non facevo parte di questo gruppo. Allโ€™epoca la musica non mi interessava, ma volevo giocare a pallone, cosรฌ sono entrato nella banda per poter poi entrare anche nella squadra di calcio. Mi sono messo a studiare musica e sono progredito abbastanza facilmente in questo campo, anche in quello sportivo devo dire: mi chiamavano il bomber (ride). Poi mi sono iscritto al Conservatorio di Perugia e da quel momento tutto รจ iniziato.

A quanti anni ha scoperto che la musica avrebbe fatto parte della sua vita?

Avevo circa 14 anni. Ho avuto un percorso piรน maturo, che รจ evoluto e cresciuto giorno dopo giorno.

รˆ tornato mai a suonare nella banda di Pila?

Sรฌ, dopo 30 anni sono tornato a suonare dove sono nato artisticamente. Dopotutto, il clarinetto รจ uno strumento che nasce proprio dalla banda e quindi suonarlo lรฌ รจ sempre emozionante. Gli altri componenti mi vedono come un musicista famoso, ma ci scambiamo comunque consigli proprio come facevamo da ragazzi.

E con il calcio invece comโ€™รจ andata a finire?

Ho giocato sempre in modo amatoriale, ma devo dire che me la sono sempre cavata. Nelle partite al Conservatorio docenti contro alunni, un paio di gol li facevo sempre.

Quando suona cosa le passa per la testa, quali sono le sensazioni che prova?

รˆ una domanda interessante. Posso dire che, quasi tutti i miei gruppi, si chiamano namastรฉ come il saluto indiano che indica lโ€™unione tra due persone: quando si suona uno strumento si cerca sempre di comunicare al pubblico le proprie sensazioni musicali, arrivando ad avere una vera simbiosi con chi ascolta. Io faccio uscir fuori ciรฒ che ho dentro per poterlo comunicare a chi ho davanti.

Nel 1995 ha vinto Gaudeamus International Interpreters Award che lo ha annoverato tra i piรน abili esecutori a livello internazionale. Cosa vuol dire vincere questo premio?

รˆ stata unโ€™esperienza veramente unica, perchรฉ รจ uno dei premi piรน importanti che esistono in questo campo: una sorpresa che non mi aspettavo assolutamente. Inoltre, sono venuto in contatto con grandi musicisti dotati di una vera e sana umiltร , tutti con la voglia di capire e scoprire nuovi linguaggi musicali. Devo dire che รจ stato un ottimo biglietto da visita per la mia carriera.

Siete solo due italiani ad averlo portato a casaโ€ฆ

Sรฌ, รจ vero. Oltre a me, รจ stato vinto solo dal contrabbassista Fernando Grillo.

Vanta anche delle esperienze allโ€™estero: รจ diverso rispetto allโ€™Italia?

Il clarinettista in Italia suona quasi sempre in unโ€™orchestra, non esegue pezzi solisti: questo non รจ negativo, ma i ragazzi non sono piรน stimolati alla ricerca di nuovi repertori. Il clarinetto รจ relegato sempre alle stesse composizioni classiche, quando ce ne sarebbero tantissime da suonare e scoprire.

Cโ€™รจ una sua composizione di cui รจ piรน orgoglioso?

Immagini da Auschwitz. รˆ una composizione per quartetto di clarinetto. Io non sono un compositore, ma questโ€™opera mi รจ venuta spontanea dopo un periodo di letture dedicate alla Shoah. Ci tengo molto perchรฉ รจ una composizione in memoria di persone che hanno sofferto molto.

Secondo lei, la musica classica in Umbria ha il giusto spazio?

Si puรฒ sempre fare di piรน. Non cโ€™รจ ad esempio unโ€™orchestra sinfonica e questo รจ un peccato, perchรฉ lโ€™Umbria se la meriterebbe. Le associazioni di settore ci sono e di soldi ne girano molti, ma se poi guardiamo chi viene a suonare qui, ci rendiamo conto che sono per lo piรน musicisti stranieri che tolgono spazio ai talenti umbri e italiani. Sarebbe bello che una parte del budget venisse riservata ai giovani musicisti italiani, anche solo per incoraggiarli.

Facciamo un gioco: se lโ€™Umbria fosse una musica, quale sarebbe?

Una moto Honda agile – come la mia – che sale per le colline e per le montagne fino a legare la regione alle altre, con molta dolcezza collinare ma anche con aggressivitร . Un Beethoven.

Come descriverebbe lโ€™Umbria in tre parole?

Bellissima bruma, aria pulita, percorsi sconosciuti.

La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโ€ฆ

La torta al testo.