Milano: finanza, moda, editoria, televisione, panettone, Duomo, teatro alla Scala. Foligno: lu centru de lu munnu, come da delibera comunale.
Foligno e Milano non sono gemellate, ma sono unite da un sottile fil rouge – che poi tanto sottile non รจ – che si chiama Giuseppe Piermarini. Milano deve molto a questo figlio di Foligno. Dire Piermarini vuol dire vuol dire palazzo Reale, palazzo Belgioioso, vuol dire villa reale di Monza, ma soprattutto vuol dire Teatro alla Scala. Quel folignate ha fatto di Milano lu centru de lu munnu per la Lirica.
Il gioco di pieni e vuoti messo in opera dal Piermarini ha un equilibrio matematico, con il risultato che lโacustica della Scala รจ ancora perfetta.

Teatro alla Scala
Una vita da archistar
Arriva a Milano come assistente dellโarchitetto piรน in voga del momento, lโolandese Van Wittel da noi conosciuto come Vanvitelli. Venivano da Caserta, dove Vanvitelli aveva appena finito di costruire la magnifica Reggia di Caserta. Gli Asburgo vogliono il meglio e lo convocano per restaurare il palazzo Reale. Milano รจ finita sotto lo scettro dellโImpero austriaco e giustamente la corte di Vienna vuole una residenza moderna e prestigiosa nei suoi possedimenti meridionali.
Il progetto Vanvitelli non piace, viene rigettato. Viene approvato invece quello del giovane Piermarini. A 30 anni fu subito un archistar del Neoclassicismo. Come Renzo Piano, che a 30 anni costruรฌ il Beaubourg e fu subito archistar. Dieci anni dopo, nel 1779, allโetร di 45 anni, Piermarini venne nominato Imperial Regio Architetto e tale restรฒ fino allโarrivo di Napoleone.
Gli eventi politici lo costrinsero a tornare a Foligno. Ormai ha 64 anni, non ha commesse da portare avanti ed รจ giร fuori moda; il Neoclassicismo รจ soppiantato dallo stile impero portato da Napoleone. Finalmente trova il tempo da dedicare ai suoi studi amati matematici. Quando muore, nel 1808, Foligno non se ne accorge e la sorte contribuisce a cancellare le sue tracce.
Riposava tranquillo nella chiesa di Santa Maria Maddalena, quando giovani sostenitori della Repubblica Romana – siamo nel 1848 – distrussero la chiesa e dispersero le ossa dei morti fuori dalla cittร . Impossibile quindi dargli una sepoltura autorevole.
L'omaggio di Foligno
Finalmente – e siamo giร nel 1897 – Foligno decide di dedicare il teatro Apollo allโImperial Regio Architetto, chiamandolo Teatro Piermarini. Poi, i bombardamenti alleati nella Seconda Guerra Mondiale, hanno raso al suolo anche il teatro.

Il monumento dedicato a Piermarini
Malgrado gli sforzi fatti, il tempo e la storia non hanno raso al suolo la sua memoria. Gli รจ sopravvissuta la casa di via Pignatara dove ha abitato, che รจ diventata un centro studi a lui dedicato e dove si conservano ben 640 disegni originali.
Un teatro, una scuola e il centro studi portano il suo nome, ma mancava un doveroso monumento commemorativo. Finalmente cโรจ. Lโincarico รจ stato assegnato, pochi anni fa, a Ivan Theimer un artista ceco amante del classicismo italiano, bronzo compreso. Ivan Theimer proviene da un ex territorio dell’Impero austro-ungarico e ha realizzato il monumento per uno che ha lavorato sotto lโImperial Regio governo austro-ungarico. Il cerchio รจ perfetto.
Theimer ha visto Piermarini come Ercole che sostiene un obelisco sottile, che rappresenta il tempo e la storia. Il monumento ricorda un poโ lโelefantino della Minerva a Roma, che porta sulla schiena un obelisco. Dice la leggenda che lโelefantino rappresenti lo stesso Bernini gravato dal lavoro. Bernini รจ marmo, Theimer รจ bronzo. Infatti, sono di bronzo le grandi lastre alla base del monumento che celebrano le opere del Piermarini.