Montefalco appartiene al Club de
I Borghi Piรน Belli d’Italia
Dalla cima delle colline che sovrastano la pianura dei due fiumi umbri Clitunno e Topino, la cittร di Montefalco rivolge il suo sguardo sulla valle umbra; un borgo cinto da uliveti e vigneti che formano una sorta di preziosa collana di smeraldi e rubini, sfumature che richiamano il profondo legame tra questa terra e il rapido passare delle stagioni, ognuna con i suoi colori.
Proprio in questo storico teatro a cielo aperto, allโinterno della piazza del Comune vanno in scena, come degli attori, i quattro quartieri di SantโAgostino, San Bartolomeo, San Fortunato e San Francesco, i quali ogni anno fanno rivivere scene di un passato lontano, la semplicitร di una vita cittadina e contadina mai dimenticata e sempre presente nei cuori dei Montefalchesi.
Le quattro taverne della cittร durante questi giorni di grande festa sono decorate con i vividi colori dei quartieri e si animano, sempre allโinterno delle mura cittadine, in luoghi tipici e suggestivi del borgo dove si possono gustare i piatti e i vini della tradizione umbra.
Durante tutto lโarco delle festivitร , a far da cornice all’Agosto Montefalchese sono il Corteo Storico, una sfilata di figuranti rappresentanti i personaggi dellโepoca rinascimentale tra XV e XVI secolo, la sfida dei Tamburini e degli Sbandieratori.
Tutta questa gloriosa rievocazione รจ incentrata sul Palio e la conquista del Falco dโoro, il maestoso volatile simbolo dello stesso comune. Antiche cronache ci tramandano che fu proprio lโimperatore Federico II di Svevia a ribattezzare lโantica localitร di Coccorone in Montefalco, proprio per la grande presenza di questi rapaci visti sorvolare quelle colline.
Il palio รจ strutturato in diverse gare che tengono con il fiato sospeso tutto il borgo: si tratta di vere e proprie competizioni dal sapore antico, momenti che legano tutti i cittadini, pronti ad urlare e strepitare per i loro beniamini che si contendono il primato.
Impegnati nella conquista di questo ambito premio sono infatti i giovani dei quattro rioni che ogni anno mettono in luce la loro maestria acquisita in anni di duro allenamento e profondo amore per il proprio quartiere di appartenenza.
La prima gara รจ il tiro con la balestra, il cui bersaglio รจ costituito da una riproduzione di una testa di toro con diversi punteggi a seconda della parte che viene raggiunta dal dardo.
La competizione continua poi a infuocarsi nellโanimo dei quartieranti con la seconda gara: quella della staffetta, un vero e proprio anello di congiunzione tra il Medioevo della corsa del bove e le gare atletiche dei tempi moderni.
Lโapice della competizione si raggiunge durante lโattesissima Fuga del Bove. Una rievocazione molto meno cruenta di quella tramandata dalle cronache medievali; si raccontava infatti che nei giorni di Natale un bue veniva portato con la forza per le vie della cittadina dopo avergli somministrato una bevanda a base di vino e pepe al fine di renderlo furioso e difficile da gestire. Lรฌ poi lo aspettava una folla di uomini che, riparandosi in robuste botti di legno, lo incitavano facendolo correre fino a farlo cadere stremato.
La Corsa dei Boviย viene vissuta, oggi, in maniera non cruenta; ad ogni quartiere viene affidato un toro da allenare e curare durante tutto lโinverno per scendere in campo nella serata di metร agosto e gareggiare con i rivali delle altre contrade. Il bue viene trascinato, sospinto e guidato da fidati portatori che si sfidano per lโonore del proprio rione sotto lโattento sguardo della cittร vociante che attende il loro passaggio per poterne misurare la forza e la bravura.
I giostratori di ogni quartiere accompagnano e guidano, di corsa, un toro dal peso di quasi cinque quintali lungo un percorso accidentato in una gara a scontri diretti due a due. Il vincitore finale si aggiudica il Palio, che ogni anno viene commissionato a un artista diverso, un dipinto che si ispira allโatmosfera che solo si puรฒ respirare a Montefalco nei giorni del Palio.
Sitografia:
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