Sellano: vici, pagi e castelli

Sellano, con il suo territorio, è considerato uno dei paesaggi più caratteristici della Valnerina.

Il paesaggio del territorio sellanese è segnato dalle acque del fiume Vigi, che si allunga dalle Marche fino a Borgo Cerreto, costituendo l’habitat ideale per la gustosa Trota Fario. L’ambiente naturale assume aspetti di grande interesse, tanto da far meritare all’area il nome di Giardino dell’Umbria. La componente ambientale senz’altro più importante è il particolare tipo di bosco misto che domina in quasi tutto il sellanese: cerreto con carpino bianco. Questo arbusto (Carpinus betalus) è una pianta abbastanza rara in Umbria ma, nella Valnerina, si presenta in estesi boschi. È caratterizzato da una corteccia liscia e bianco – cinerina, con chiazze scure, che lo fanno somigliare alla betulla.

Sellano

Sellano e il suo territorio sono punteggiati da due caratteristiche forme di insediamento: le ville e i castelli, due parole che in Valnerina assumono un significato particolare. Le ville erano piccoli centri rurali sorti in pianura e deputati all’approvvigionamento di cibo degli abitanti del centro principale. Sorgevano sempre lungo le vie principali con un tessuto urbanistico particolarmente ampio e aperto. L’antecedente storico delle ville, facenti capo a un Comune, va ricercato nel sistema dei vici e pagi, nel quale la campagna veniva organizzata e gestita attraverso piccoli villaggi, i vici, riuniti in distretti rurali detti pagi, più grandi e dipendenti dagli agglomerati urbani principali. I castelli, sempre prospettanti su linee di viabilità, avevano invece uno scopo difensivo e militare: erano infatti impegnati nella guardia delle valli e delle strade strategicamente importanti per i commerci. Questi insediamenti avevano funzioni non soltanto di presidio territoriale, ma anche di gestione delle risorse della montagna sfruttate in forme collettive (comunanze agrarie). Il tessuto urbanistico dei castelli è sempre stretto e compatto, con pianta quasi sempre triangolare, culminante spesso con la torre di vedetta. Nel XVI secolo il rinnovato e potente controllo della Chiesa, a scapito dei Comuni e della autorità feudatarie, maturò condizioni di maggiore stabilità che, in molti casi, attenuarono la necessità di centri fortificati. Si verificò dunque la conversione di molti castelli in ville, sia a livello di nuova identità urbanistica sia in riferimento alla loro posizione. Tale fenomeno interessò generalmente tutti i centri dalla Valnerina, anche se con tempi e modalità differenti.

Chiesa di Santa Maria. Foto di Enrico Mezzasoma

Anche l’organizzazione religiosa del territorio, promossa dal potere vescovile e fondata sul sistema delle pievi e delle chiese dipendenti, ha avuto un ruolo determinante sulla configurazione del paesaggio di Sellano. Così, camminando lungo i sentieri che attraversano il cuore del territorio, ci si imbatte nella Chiesa di Santa Maria Novella a Cammoro, un caso non frequente di chiesa pensile che si sovrappone a un’antica via coperta, di cui sono visibili i due accessi: il primo, che si colloca sotto l’attuale facciata della chiesa e il secondo che invece rappresenta l’antico accesso al castello del borgo. Anche il piccolo paese di Pupaggi nasconde un gioiello del XIII secolo: la Chiesa di San Sebastiano, all’interno della quale incombe l’enorme figura dell’Eterno Padre entro una mandorla, circondato da angeli musicanti. A Sellano, particolare menzione merita la Chiesa di Santa Maria, realizzata tra il XIII e il XVI secolo e dotata di un’imponente facciata a capanna affiancata da un campanile a torre. L’interno del Santuario presenta tre navate scandite da colonne sormontate ed è impreziosito da un ricchissimo corredo pittorico. In questa chiesa si conservano le spoglie del Beato Giolo, protettore di Sellano, mentre la grotta in cui visse, oggetto di fervida venerazione popolare si trova a Forfi, poco lontano dal tempio in cui riposano i suoi resti.


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