Elisa Brufani: «Oggi si fotografa tutto, si è persa la sacralità dello scatto. L’AI è entrata nel nostro lavoro»

La fotografa perugina ci racconta il suo lavoro e il suo modo di vedere il mondo da dietro l’obiettivo. «La foto perfetta? È quella che arriva al cuore e che sprigiona armonia».

«È la mia prima intervista!». Ci dice imbarazzata e con un filo di voce. Inizia così la chiacchierata con Elisa Brufani, fotografa perugina che pratica yoga e meditazione, discipline che l’aiutano nel suo lavoro per connettersi meglio a quello (animato e non) che deve immortalare nei suoi scatti. «Mi sono sempre sentita connessa con la natura e con le specie che la popolano, e credo fortemente che in ognuno di noi convivano i quattro elementi». Con timidezza, ma allo stesso tempo con le idee ben chiare, ci ha portato e guidato nel suo mondo artistico, che per forza di cose sta cambiando (a causa di social e intelligenza artificiale), ma che lei cerca con tenacia di far rimanere – ancora per un po’ – artigianale. Un mondo e un lavoro dove prevalgono cuore, mente e sensazioni.

Elisa Brufani

Elisa, qual è il suo rapporto con l’Umbria?
È un rapporto conflittuale. Negli anni passati vedevo l’Umbria e i perugini chiusi e poco aperti al mondo (nonostante sia nata e cresciuta a Perugia), ora mi sto riappacificando con entrambi (ride!). Questa regione ha dei paesaggi e una natura bellissima: mi piace girarla, esplorarla, mi sono accorta che è veramente bella.

Ha iniziato a fotografare quando era al liceo. Cosa le piaceva catturare?
Ho iniziato per passione. Non parlavo tanto e faticavo a comunicare con le parole, per cui le immagini sono diventate un mezzo per esprimermi. I primi scatti li ho rivolti alla natura e i paesaggi. Mi sono sempre sentita connessa con la natura e con le specie che la popolano, e credo fortemente che in ognuno di noi convivono i quattro elementi (terra, aria, acqua e fuoco).

Secondo lei esiste la foto perfetta? 
La foto perfetta è quella che arriva al cuore, che emoziona e sprigiona armonia; quella che è in grado di comunicare e smuovere le coscienze. Quindi, per me esiste. Qualsiasi cosa raffiguri, la foto perfetta è quella che in qualunque epoca e in qualsiasi parte del mondo sia vista, riesce a parlare con l’anima e per l’anima, esattamente come può fare una qualsiasi opera d’arte.

Foto di Elisa Brufani

Siamo in un’epoca in cui tutti con in mano un telefonino (pensano) di essere fotografi. Come vede questa “invasione”?
Tutti possono essere fotografi, ognuno di noi ha il suo occhio e la sua visione del mondo. Ma oggi si scatta in qualsiasi momento e a qualsiasi cosa: una foto non immortala più un momento particolare, che si vuole ricordare; si è persa la sacralità di quell’atto, tutto diventa importante, quindi tutto perde valore. Non si vive più il momento, ma si è concentrati sul far vedere agli altri quello che sta facendo. Sei davanti a un tramonto: guardalo, vivilo, non farti solo selfie!

I social hanno favorito o svantaggiato il vostro lavoro?
In un certo modo lo hanno favorito, perché sono una bellissima vetrina per tutti, una finestra sul mondo, ma la figura del fotografo sta cambiando, e con il tempo continuerà a cambiare sempre più, grazie anche all’intelligenza artificiale.

Come cambierà?
Dovremo acquisire nuove capacità, non basterà più contattare un cliente per un servizio fotografico. Mi spiego: già si possono realizzare, con dei software, dei servizi senza nemmeno recarsi sul posto. Ho visto cose pazzesche: videoclip realizzati per un’azienda senza che il videomaker si muovesse dal suo studio, sono bastate le foto dei luoghi e del CEO per riprodurre virtualmente l’azienda. Questa evoluzione un po’ mi spaventa perché penso che la parte affascinante di questo lavoro sia proprio quella di uscire di casa, di vivere l’energia della realtà e incontrare le persone. Faccio fatica ad accettare questi cambiamenti e mi chiedo costantemente che direzione dovrò prendere. Vedremo!

Foto di Elisa Brufani

È più facile fotografare oggetti, persone o natura/ambiente?
Pensavo di essere più affine con gli oggetti, in realtà mi è stato detto che metto a proprio agio le persone, quindi ho rivalutato l’idea di fotografare soggetti. Ovviamente cambia l’approccio: una persona ha un vissuto e una sua sensibilità, non entra in gioco solo il mio sentire e il mio occhio, ma soprattutto il suo, quindi scattare una foto è sicuramente più difficile, però infondo, amo fotografare qualsiasi cosa e mostrare la sua bellezza, che sia una penna, una foglia o un viso.

Come avviene il contatto con il soggetto, non solo quello umano?
L’osservo. Indipendentemente che sia umano o no: lo giro, lo rigiro, ci paesaggio intorno e mi focalizzo su quello che mi attrae e infine scelgo come rappresentarlo.

Lei dice: «Ogni volta che c’è un progetto da realizzare metto in moto curiosità, ascolto, determinazione e concentrazione e cerco di realizzare sempre qualcosa di nuovo». Come avviene ciò?
Guardi, cerco di ascoltarmi e mi chiedo cosa voglio comunicare con questo progetto. Ora come ora mi sto occupando di ritratti femminili: vorrei far trasparire la loro bellezza femminile naturale, senza ritocchi e filtri. Inoltre, mi chiedo cosa voglio io? Cosa mi piace di questo progetto? Mi concentro sui miei pensieri, non su quello che vorrebbero gli altri. Quando ho un nuovo lavoro parto con dubbi e ripensamenti, a volte faccio cambi in corso d’opera e cerco di lasciare la mente fuori per ascoltare il cuore e le mie sensazioni. Non è sempre facile, ma con la meditazione ce la faccio.

Foto di Elisa Brufani

C’è un reportage che non ha ancora realizzato e che le piacerebbe realizzare?
Mi piacerebbe scattare un reportage sugli animali selvaggi, non come nei safari, ma entrare in posti sconosciuti e wild. Purtroppo non avrò mai il coraggio, anche se l’attrazione è tanta…

Per concludere, come catturerebbe l’Umbria e la sua essenza con una sola foto?  
Immortalerei tutto il verde che c’è, un verde selvaggio e in qualche modo disordinato, non preciso come quello della Toscana.

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Agnese Priorelli

Laureata in Scienze della comunicazione, è giornalista pubblicista dal 2008. Ha lavorato come collaboratrice e redattrice in quotidiani e settimanali. Ora collabora con un giornale online e con un free press. È appassionata di cinema e sport. Svolge attività di inserimento eventi e di social media marketing e collabora alla programmazione dei contenuti. Cura per AboutUmbria Magazine, AboutUmbria Collection e Stay in Umbria interviste e articoli su eventi.